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il più recente libro di charles bernstein: “poetry has no future unless it comes to an end: poems of artificial intelligence”

questo visibile qui sopra è il secondo libro di Bernstein a uscire in Italia, dopo Eco / Echo, pubblicato due anni fa dalle Edizioni del verri.

riuscirà l’italo popolo ad accorgersi dell’esistenza di questo autore?

dopo un tour italiano (per Eco / Echo, appunto) nel 2022-23 composto di 6 date, tutte puntualmente disertate dagli autori ‘assertivi’ e dai loro lettori, le speranze sono scarsine, anche perché questo libro più recente, pur pubblicato da Nero e succosamente legato al tema A.I., non è in italiano bensì nell’astruso lontanissimo inglese, lingua che qui da noi è assai  notoriamente negletta fin dalle scuole elementari, e parlata solo in alcuni ambienti vaticani (dai dubbi gusti letterari)

 

charles bernstein, davide balula, “poetry has no future unless it comes to an end: poems of artificial intelligence” (nero editions, 2023)

For a preview of poems and readings by Charles Bernstein’s synthesized voice, visit: https://viseu.us/ai-bernstein-balula/
This book received additional support from Kaje.world

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Also remember, from Charles Bernstein, Echo / Eco (il verri, 2022)
https://www.ilverri.it/index.php/le-collane/collana-rossa/eco-echo-detail

More about Charles Bernstein in slowforward:
here

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‘nero’ a lubiana _ “could it be tried somewhere?”

Apre domani, 9 marzo, Could it be tried somewhere?, la mostra-reading room che l’International Centre of Graphic Arts di Lubiana dedica agli esperimenti editoriali, alle indagini e ai processi di rappresentazione che NERO ha sviluppato dal 2004 a oggi. 

Era il 2004 e a Roma venivano stampate le prime copie di NERO, una nuova rivista free-press di arte e cultura contemporanea. Influenzati da interessi trasversali ma riconducibili ad un unico macro-insieme, quello delle arti contemporanee, Francesco de Figueiredo, Luca Lo Pinto, Valerio Mannucci e Lorenzo Micheli Gigotti danno vita a un progetto editoriale, desiderosi di occupare gli spazi con le idee – siano essi un museo, un bar o un centro sociale – essere interdisciplinari, generare dibattito e sperimentare.
Nell’arco di qualche anno, NERO diventa una rivista trimestrale in lingua inglese e una casa editrice specializzata in libri d’artista, saggistica teorica, edizioni e cataloghi, assecondando la spontanea esigenza di connettersi a un discorso culturale che superasse i confini nazionali o cittadini, per esplorare gli immaginari del mondo che verrà e le questioni rilevanti del presente: dalla critica dell’Antropocene al rapporto uomo-macchina, dalle pedagogie radicali alle prospettive di genere, dal capitalismo delle piattaforme alle nuove estetiche digitali.

Il progetto fa parte della più ampia mostra Middleman dell’artista Honza Zamojski. In maggio, NERO pubblicherà con lo stesso titolo un libro d’artista di Zamojski, una ricerca visiva e poetica sul Middleman, sulla sua vita quotidiana e il complesso di condizioni sociali e culturali in cui si colloca.

Could it be tried somewhere?
10. 3.–28. 5. 2023
Mednarodni grafični likovni center
Pod turnom 3, Ljubljana

[r] _ wolfgang scheppe: “taxonomy of the barricade”

Sandro Ricaldone

WOLFGANG SCHEPPE
Taxonomy of the Barricade
Image Acts of Political Authority in Mai 68
Nero Editions, 2021

An iconographic taxonomy—researched, conceived, and ideated by Wolfgang Scheppe, also author of the book’s final essay—that traces the state and police visual control through almost 500 images from the May 1968 police archives in Paris.

The pictorial order of a regime of surveillance applied during the last wide-ranging insurgence in Europe’s history surfaces from the analysis of this unique visual archive. Following the events happening at the Sorbonne in May 1968, alongside general strikes and nationwide factory occupations, France’s state of emergency becomes apparent through a specific iconography of visual control.

This critical moment in the development of governmental visualization strategies towards a totalitarian god’s perspective on the urban fabric has been researched and documented for the first time, by employing the vast photo archives of the Archives de la Préfecture de police de Paris. Among other characteristic typologies of authoritative monitoring aspects, the events in May ’68 marked the historic beginning of the deployment of helicopter based aerial photography as a means of governmental crowd control in a situation of escalating insurrection. The political will to gain an unobstructed view on any individual motion pattern represented in the project leads to epistemically-new technologies that combine observation with political governance, and the use of force as recently manifested in the agency of drones and face recognition.

In 2019 the project was awarded the FLAT Prize.

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Wolfgang Scheppe lives between Switzerland and Venice, where he has been teaching political philosophy. He is the head of the Arsenale Institute for Politics of Representation in Venice and the author of extensive research works that culminated in many book projects and international exhibitions.

“taxonomy of the barricade” / wolfgang scheppe (nero ed.)

Parigi, maggio 1968. La città insorge. Studenti e operai bloccano le vie e ostruiscono il passaggio alle forze dell’ordine, mettendo in crisi il progetto haussmaniano di città militarizzata, concentrazionale. Sampietrini, sedie, biciclette, cassoni dell’immondizia, spranghe, automobili, insegne: i manifestanti seppero utilizzare di tutto per ridisegnare l’architettura cittadina a proprio vantaggio, in vista degli scontri con la polizia. 

TAXONOMY OF THE BARRICADE by Wolfgang Scheppe is out now

An iconographic taxonomy—researched, conceived, and ideated by Wolfgang Scheppe, also author of the book’s final essay—that traces the state and police visual control through almost 500 images from the May 1968 police archives in Paris.

The pictorial order of a regime of surveillance applied during the last wide-ranging insurgence in Europe’s history surfaces from the analysis of this unique visual archive. Following the events happening at the Sorbonne in May 1968, alongside general strikes and nationwide factory occupations, France’s state of emergency becomes apparent through a specific iconography of visual control.

This critical moment in the development of governmental visualization strategies towards a totalitarian god’s perspective on the urban fabric has been researched and documented for the first time, by employing the vast photo archives of the Archives de la Préfecture de police de Paris. Among other characteristic typologies of authoritative monitoring aspects, the events in May ’68 marked the historic beginning of the deployment of helicopter based aerial photography as a means of governmental crowd control in a situation of escalating insurrection.

Check it out : https://www.neroeditions.com/product/taxonomy-of-the-barricade-image-acts-of-political-authority-in-may-1968/

giovanotti mondani meccanici: computer comics 1984-1987

Sandro Ricaldone

giovanotti mondani meccanici

Computer Comics 1984-1987

a cura di Francesco Spampinato

Nero Editions, 2021

Pionieri di un utilizzo espressivo del personal computer, proprio quando questo irresistibile strumento del futuro entrava nelle nostre case, la produzione multimediale dei Giovanotti Mondani Meccanici o GMM ha rappresentato la quintessenza della cultura postmoderna italiana, un modello di contaminazione di media, linguaggi, generi e contesti che ha preso forma di fumetti, installazioni video, performance, produzioni discografiche, teatrali e televisive. Raccolti e «rimasterizzati» qui, per la prima volta, i loro famigerati computer comics a 8-bit originariamente pubblicati su Frigidaire tra il 1984 e il 1987, il lavoro più noto ed emblematico del gruppo fondato da Antonio Glessi e Andrea Zingoni. Realizzate mediante una primordiale tavoletta grafica con un Apple II da Glessi e caratterizzate dalla dimensione onirica delle sceneggiature di Zingoni, queste storie narrano delle surreali scorribande di una gang di loschi man in black, alter ego degli artisti, ora a spasso in una metafisica Firenze degli anni d’oro del Tenax ora impegnati a togliere la scena a personaggi come Dracula e Giulio Cesare.I GMM furono al contempo vicini e lontani da: la scena del cosiddetto «nuovo fumetto»; l’attitudine al pastiche degli artisti visivi a loro contemporanei; le frange più ibride della cultura post-punk. Come scrisse Pier Vittorio Tondelli nel 1986, in un testo poi incluso nel suo epocale Un Weekend Postmoderno (1990): «Il dato più importante del lavoro dei GMM è proprio la commistione dei linguaggi, il loro intersecarsi e interagire. In altre parole quel concetto, quella musa, che sta alla base di tutta la produzione dei giovani degli anni ottanta; e quel concetto, quella musa, ha un nome: «multimedialità».Adattate alle pagine della più inclassificabile pubblicazione periodica del postmodernismo italico e a volte presentate in forma di video accompagnate da colonne sonore realizzate dal «terzo» GMM, ovvero Maurizio Dami aka Alexander Robotnik, recuperare oggi le schizofreniche storie dei GMM è un modo per riscoprire una delle prime forme di risposta interrogative alla cultura elettronica e al suo impatto sull’individuo, la società e l’idea stessa di storia.

Indice:

GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI, 1984

GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI CONTRO DRACULA, 1984

GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI E IL SERGENTE DI FERRO, 1985

I GMM DALLO STILISTA, 1984

IL COLORE DELLE TENEBRE, 1984

GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI DIVENTANO BUONI, 1985

TERESA DE SIO, TAMBURO, 1986

GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI: TRUE STORIES #1 / GIULIO CESARE, 1987

GIOVANOTTI MONDANI MECCANICI: TRUE STORIES #2 / ESAÙ E GIACOBBE, 1987

giuseppe garrera intervistato da nero (sul collezionare)

L’intervista (in inglese) sul sito di NERO:
neroeditions.com/the-vertigo-of-collecting/

In italiano:

NERO: Libri, documenti e testi spesso sono i materiali più complessi da esporre e questo dipende in particolare dalla loro fragilità. Questo aspetto porta nella maggior parte delle volte ad optare per un’esposizione parziale e non soddisfacente: intrappolati sotto delle teche difficilmente è possibile fruirne in modo completo. Data la sua esperienza come curatore di diversi progetti espositivi qual è la sua opinione rispetto a tale questione? È possibile trovare delle modalità di fruizione più soddisfacenti?

Giuseppe Garrera: In realtà, a ben guardare, è un problema che si pone raramente. Libri, documenti, materiali cartacei, ephemera di cui mi occupo io soprattutto, degli anni sessanta e settanta, possiedono un carattere costitutivo: sono altamente visivi, e cioè l’artista tende a convertire in visione ogni parte del manufatto (perché sia veduto e non letto): sono produzioni visionarie e la declinazione migliore per molti di questi materiali è proprio appunto quella di intenderli come oggetti, sculture, avventure per gli occhi con tutte le impaginazioni e le soluzioni grafiche innovative e poetiche che ne scaturiscono. Funzionano per l’esposizione, provengono dal mondo del pensiero visivo e non leggente. Munari ci ha insegnato che in primo luogo un libro è un oggetto da vedere e la cui funzione non secondaria può essere anche solo quella di essere veduto e mai aperto o letto: la sua presenza è un discorso sulle forme e le idee della vista. Bruce Chatwin, per quello che purtroppo si rivelerà il suo ultimo libro, pretese e ottenne una carta, una impaginazione, una misura dei margini e delle interlinee e una scelta dei caratteri della pagina tali che il suo libro, come un testo sufi, potesse essere anche solo contemplato come un’incarnazione tipografica e un assoluto. Raccomanderei a chiunque di avere sotto gli occhi questo libro, Utz, di Chatwin, che poi, non a caso, è un libro, forse il miglior libro, dedicato al collezionare e alla vertigine del collezionare.
I libri, i documenti, le pubblicazioni e i materiali effimeri dell’arte di ricerca vanno sentiti e intesi nella loro prima se non primaria istanza come apparizioni, epifanie, direi soprattutto manomissioni ed esperimenti intorno alle forme tradizionali e convenzionali della carta: si tratta di sognare il libro, il catalogo, l’invito, la pagina di rivista, la parola stampata, non di mostrarli.

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il forum dell’arte contemporanea italiana lancia la campagna #arteculturabenicomuni

Alla luce della situazione estremamente critica in cui versano le arti visive, finora ignorate nelle misure del Governo, il Forum dell’arte contemporanea italiana lancia la campagna #arteculturabenicomuni.

In un momento in cui le più autorevoli voci internazionali invocano per l’Italia un New Deal per la Cultura, realizziamo con sconcerto che la direzione presa è quella opposta. Una società che non sostiene l’arte e la cultura si priva della creazione di una visione collettiva da cui non si può prescindere nel processo di ricostruzione che stiamo attraversando.
 
Sulla base della paralisi e chiusura di centinaia di spazi artistici e culturali, dell’assenza di riconoscimento giuridico dell’artista, della precarietà del lavoro nell’arte, della crisi che ha investito l’intero comparto, abbiamo invitato gli spazi del contemporaneo a unirsi in un intervento collettivo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi governativi una condizione non più sostenibile.

Hanno aderito all’iniziativa musei pubblici (Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Ecomuseo Mare Memoria Viva, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre, GAMeC, Il Mattatoio, Palazzo Amati – Ketos, MACC, MA*GA, MACRO, MACTE, MAMbo, MAXXI, mudaC | museo delle arti di Carrara, Museo Civico di Castelbuono, Museion, Museo del Novecento Milano, Museo Nivola, PAC, Palaexpo, PAV Parco Arte Vivente), spazi non profit, fondazioni, gallerie, magazines, comitati, centri studi e progetti del contemporaneo (AlbumArte, ar/ge kunst, Artegiro, Artribune, ATP Diary, Cagliari Art Magazine, Casa Capra, Casa degli Artisti, Casa delle Artiste, degli artisti, Centro Arti Visive  Pescheria, Centro Itard Lombardia, Centro Studi Postcoloniali e di Genere – CSPG, Cittadellarte -Fondazione Pistoletto, Collezione da Tiffany, Contemporary Locus, Dimora Oz, Dislocata – WunderKammer, Espoarte, FARE, Flip Project Space, Fondazione Antonio Dalle Nogare, Fondazione Antonio Ratti, Fondazione Baruchello, Fondazione Casa Rossa -Alberobello, Fondazione Ermanno Casoli, Fondazione Centro Studi Doc, Fondazione Giuliani, Fondazione Lac o Le Mon, Fondazione Pastificio Cerere, Fondazione Pietro e Alberto Rossini, Fondazione Sensus, Forum Arte Spettacolo, Galleria Kōart, Galleria Vittoria, Ganù Studio, Giuseppefraugallery – Scuola Civica di Arte Contemporanea, Macao, M.A.M. Matri-Archivio del Mediterraneo, NERO, NESXT, Prisma Studio, Quartz Studio, Riot Studio, Rivista Segno, S.a.L.E. Docks, Spazio Cordis, T.A.M. Cagliari, Ufofabrik, UP Urbs Picta, Viafarini, Villa Romana).
 
#arteculturabenicomuni sostiene la necessità improrogabile di prendere atto dell’emergenza in cui versa l’intero sistema e di proteggere i nostri beni comuni.
 
Dal 10 ottobre presenteremo sulle facciate degli spazi artistici e culturali e sulle piattaforme online sei statements emersi dall’edizione di emergenza di maggio, sei punti programmatici per riconoscere il ruolo essenziale per la società del nostro patrimonio artistico e culturale vivo.
 
Aderiscono:
AlbumArte, Roma
ar/ge kunst, Bolzano
Artegiro, Pontassieve
Artribune, Roma
ATP Diary, Milano
Cagliari Art Magazine, Cagliari
Casa Capra, Schio
Casa degli Artisti, Milano
Casa delle Artiste, degli artisti, Milano
Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro
Centro Itard Lombardia, Cremona
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato
Centro Studi Postcoloniali e di Genere-CSPG, Napoli
Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Biella
Collezione da Tiffany, Firenze
Contemporary Locus, Bergamo
Dimora Oz, Palermo
Dislocata-WunderKammer, Vignola
Ecomuseo Mare Memoria Viva, Palermo
Espoarte, Albissola Marina
FARE, Milano
Flip Project Space, Napoli
Fondazione Antonio Dalle Nogare, Bolzano
Fondazione Antonio Ratti, Como
Fondazione Baruchello, Roma
Fondazione Casa Rossa, Alberobello
Fondazione Centro Studi Doc, Verona
Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee / museo Madre, Napoli
Fondazione Ermanno Casoli, Fabriano
Fondazione Giuliani, Roma
Fondazione Lac o Le Mon, Lecce
Fondazione MACC, Calasetta
Fondazione Pastificio Cerere, Roma
Fondazione Pietro e Alberto Rossini, Briosco
Fondazione Sensus, Firenze
Forum Arte Spettacolo,
Galleria Kōart, Catania
Galleria Vittoria, Roma
GAMeC, Bergamo
Ganù Studio, Genova
Giuseppefraugallery–Scuola Civica di Arte Contemporanea, Iglesias e Villaggio Minerario Normann
Il Mattatoio, Roma
M.A.M. Matri-Archivio del Mediterraneo, Napoli
MA*GA, Gallarate
Macao, Milano
MACRO, Roma
MACTE, Termoli
MAMbo, Bologna
MAXXI, Roma
mudaC | museo delle arti di Carrara
Museion, Bolzano
Museo Civico di Castelbuono
Museo del Novecento, Milano
Museo Nivola, Orani
NERO, Roma
NESXT, Torino
PAC, Milano
Palaexpo, Roma
Palazzo Amati-Ketos, Taranto
PAV Parco Arte Vivente, Torino
Prisma Studio, Genova
Quartz Studio, Torino
Riot Studio, Napoli
Rivista Segno, Pescara
S.a.L.E. Docks, Venezia
Spazio Cordis, Verona
T.A.M. Cagliari
Ufofabrik, Moena
UP Urbs Picta, Verona
Viafarini, Milano
Villa Romana, Firenze

La documentazione dell’iniziativa verrà pubblicata dal 10 ottobre alle ore 16.00 qui:
https://forumartecontemporanea.wordpress.com/
Link
https://youtu.be/DPzVKYt5nGw
http://www.forumartecontemporanea.it/
https://www.facebook.com/forumdellartecontemporanea

scrittura concettuale / conceptual writing. due libri (direi) recenti. e importanti

     

“on endings”: july 8th, rome @ altroquando, meet allison grimaldi-donahue, julia hölzl and jennifer hope davy


JULY 8th, h 6pm
@ Altroquando
Rome, via del Governo vecchio 80

Join us for an evening of Poetry readings from the book ON ENDINGS by the authors and discussions while sipping a drink at the pub underneath Altroquando!

Allison Grimaldi Donahue is a writer and translator whose work as been featured in a number of journals and magazines, including The Literary Review, BOMB, The Brooklyn Rail, Mousse, Public Seminar, Tripwire and Words Without Borders. Her poetry bookBody to Mineral was published by Publication Studio Vancouver in 2016. She holds graduate degrees from Middlebury College, The University of Toronto and Vermont College of Fine Arts. She lives in Rome, Italy where she teaches creative writing and literary theory.

Julia Hölzl is an independent theorist and “thesis therapist” whose work tends to revolve around finitude, transience, and ending/s. She holds a PhD in Modern Thought from the University of Aberdeen as well as a PhD in Media and Communications from the European Graduate School (Saas-Fee/Switzerland), where she is also a Fellow. Julia has taught on a variety of topics in the humanities and social sciences at institutions in Austria, Germany, the UK, Thailand, and Hungary; most recently, she worked as a postdoctoral researcher at the Academy of Fine Arts Vienna. Latest publications include: “Horror vacui (‘That nothing is what there is’)” [in: Matt Rosen (Ed.), Diseases of the Head: Essays at the Intersection of Speculative Philosophy and Speculative Horror, punctum books; forthcoming ), “A(s) Step Not Beyond: Blanchot’s Écriture Fragmentaire” (Belgrade Journal of Media and Communications; in print), and “A Scandal for Thought” (FKW // Zeitschrift für Geschlechterforschung und visuelle Kultur, 63/2017).

Jennifer Hope Davy is an artist and writer whose practice centers on the overlooked, the everyday, and the murky space between cognition and visibility. Recent exhibitions and readings have been with miss read at House of World Cultures (Berlin), Tulsa Lit Fest, Philbrook Museum of Art, Massachusetts College of Art and Design (Boston), and FARM Cultura Park (Sicily). Recent published works include Pedestrian Stories, (Delere Press, 2014) and [Given, If, Then] A Reading in Three Parts (Punctum Press, 2015). She also has contributed essays and reviews to various art journals and catalogues. Davy received her BFA from the San Francisco Art Institute, her MA from the University of Texas (SA) and her PhD from the European Graduate School (CH), where she is also an advising fellow. Currently, she is in residence with the Tulsa Artist Fellowship where she is completing an audio play and photography collection, and beginning a novel. Staging Aporetic Potential, addressing staging and potentiality in critical theory and contemporary art, is forthcoming.

And our presenter is:
GIULIA CRISPIANI is a visual artist and writer based in Rome, where she is an editor for NERO Editions.