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messaggi ai poeti (#29)
vediamo se riesco a spiegarmi:
http://tapin2.org/spip.php?article22
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http://gammm.org/index.php/2006/11/19/numeri-di-re-1-2-jean-michel-espitallier-20032004/
Jean-Michel Espitallier
NUMERI DI RE (#2)
[ da: En guerre, Inventaire/Invention, 2004, traduzione per gammm di Michele Zaffarano, 2006 ]
«Primo re della seconda stirpe, Pipino diede istituzioni durature alla Gallia franca.» Uno storico
Pipino III il Breve + Berta dal gran piede = Continua a leggere
ron silliman: “la frase nuova” (trad. di gherardo bortolotti)
francis ponge, “nioque de l’avant-printemps, ovvero cognizione del periodo che annuncia la primavera” (benway series)
Francis Ponge:
Nioque de l’avant-printemps, ovvero Cognizione del periodo che annuncia la primavera
Traduzione: Michele Zaffarano.
Introduzione di Jean-Marie Gleize
Colorno : Tielleci, 2013. – 128 p. : ill. ; 19,5 cm.
(Benway Series ; 4).
978-88-98222-07-0 : 13€
Anteprima del libro / Preview: Italiano English
§
[Al lettore:]
NIOQUE è scrittura fonetica (come se scrivessimo «iniorante») per gnoque, parola che ho forgiato partendo dalla radice greca di «conoscenza» per evitare di riprendere la gnossienne di Satie o la connaissance (de l’Est) di Claudel.
La prima pubblicazione di questo testo, peraltro già composto da parecchi anni, ha curiosamente preceduto di pochissimo gli «eventi» del 1967 e del 1968 a Berkeley, Berlino e Parigi, eventi che alcuni considerano come primavere, a imitazione di esempi contemporanei sul genere della «primavera di Praga».
F. P.
§
[Nota critica]
Come intendere la “lezione” di Francis Ponge? In effetti, è evidente che la sua opera non rappresenta una semplice proposta poetica ma anche, simultaneamente, un intervento decisivo nel campo della scrittura, della teoria delle pratiche di scrittura, una presa di posizione strategica, in rapporto alla quale non è ormai più possibile evitare di indicare una propria collocazione. È in questo senso che si può parlare di “lezione”. Visto che di Partito preso delle cose si tratta (è il titolo dell’opera che lo farà conoscere nel 1942), questa “lezione” la si può, per esempio, intendere come una delle possibili risposte all’aspirazione di Rimbaud verso una «poesia oggettiva».
[…]
In una parola, questo libro e questa categoria di «nioque» costituiscono una specie di programma aperto per quanti si pongono il compito di “uscire” in maniera permanente e di esplorare un dopo-la-poesia che utilizzi tutti i mezzi della “prosa in prosa (in prose)”, oltre ogni pretesa estetica e puntando al contrario ad alcuni effetti di conoscenza del mondo, del «mistero ambiente», come diceva Ponge, o più immediatamente alcuni contesti “schermali” (pochissimo misteriosi ma molto asfissianti) che costituiscono una parte della nostra attuale “realtà”.
Dall’Introduzione: Per una poesia critica, di Jean-Marie Gleize
cinque ellissi / cinq ellipses
Ecco in formato pdf [41 Kbytes] le Cinque ellissi con testo a fronte francese: la traduzione è di Ryoko Sekiguchi. Uscirono sul n.177 (sett. 2004, pp.46-47) di “Action Poétique”, all’interno di una sezione antologica di poeti italiani curata da Andrea Raos.
_
pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (22) [replica di] una nota non postata in facebook
nota non postata – per eccessiva lunghezza – in facebook.
(e, volendo, anche in dialogo con questo thread)
*
Da trenta-quarant’anni alcuni editori (la maggioranza, e i – sedicenti – ‘maggiori’) non traducono. Anche molti moltissimi siti, recentemente, più o meno. Voglio dire: non traducono le cose ‘giuste’. Cose che volendo sono lì, in qualsiasi piccola (spesso anche grande) libreria di Londra o Chicago o New York o Parigi o Los Angeles. Arriva l’editore italiano, fa un giro tra i reparti, entra in quello di poesia, e puntualmente esce con i titoli sbagliati, o con qualche bel romanzone da tradurre.
Cioè: non sanno e non possono o non vogliono sapere quello che si fa fuori dalla lingua italiana. A loro non interessa quello che sarà (da noi) storicizzabile; e che è già storicizzato e studiato, altrove.
Così, la gente si è attrezzata da sé, da uno o due decenni; anzi da prima, attraverso parecchie riviste. (Ripescherei esempi, riportabili, volendo, ai tempi della facoltà di Lingue e letterature straniere, Villa Mirafiori, seconda metà degli anni ’80).
No news.
La gente non è scema, e se c’è una crisi della lettura è anche perché gli scaffali delle librerie generaliste sono come sono. Quelli di poesia, per esempio. I lettori forti e meno forti sanno ormai da tempo che devono starne alla larga, e che in linea di massima perderebbero tempo a compulsarli.
Dunque – dicevo – da parecchio i lettori Continua a leggere
zaffarano in francese
Un testo di Michele Zaffarano tradotto in francese, da Cinque testi tra cui gli alberi (più uno):
http://dormirajamais.org/preface/
[thx to Olivier Favier]
damiano abeni: “caos, pendole, cocomeri” – 40 anni di traduzioni
rachel blau duplessis: draft #76
continua qui: http://www.leparoleelecose.it/?p=11050
[replica] _ nota non postata in facebook
nota non postata – per eccessiva lunghezza – in facebook.
(e, volendo, anche in dialogo con questo thread)
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Da trenta-quarant’anni alcuni editori (la maggioranza, e i – sedicenti – ‘maggiori’) non traducono. Anche molti moltissimi siti, recentemente, più o meno. Voglio dire: non traducono le cose ‘giuste’. Cose che volendo sono lì, in qualsiasi piccola (spesso anche grande) libreria di Londra o Chicago o New York o Parigi o Los Angeles. Arriva l’editore italiano, fa un giro tra i reparti, entra in quello di poesia, e puntualmente esce con i titoli sbagliati, o con qualche bel romanzone da tradurre.
Cioè: non sanno e non possono o non vogliono sapere quello che si fa fuori dalla lingua italiana. A loro non interessa quello che sarà (da noi) storicizzabile; e che è già storicizzato e studiato, altrove.
Così, la gente si è attrezzata da sé, da uno o due decenni; anzi da prima, attraverso parecchie riviste. (Ripescherei esempi, riportabili, volendo, ai tempi della facoltà di Lingue e letterature straniere, Villa Mirafiori, seconda metà degli anni ’80).
No news.
La gente non è scema, e se c’è una crisi della lettura è anche perché gli scaffali delle librerie generaliste sono come sono. Quelli di poesia, per esempio. I lettori forti e meno forti sanno ormai da tempo che devono starne alla larga, e che in linea di massima perderebbero tempo a compulsarli.
Dunque – dicevo – da parecchio i lettori Continua a leggere