Da
Claudia Crocco, La poesia in prosa in Italia. Dal Novecento a oggi, Carocci 2021:
«In questo libro manterremo una prospettiva più ampia». [sottolineatura mia]
«Questa espressione ricalca il termine “prose en prose” coniato da Jean-Marie Gleize, uno dei principali autori di poesia in prosa francese degli ultimi anni». [sottolineatura mia]
«Ponge è stato tradotto in Italia solo nel 1979 (Il partito preso delle cose, a cura di Jaqueline Risset, Einaudi); la diffusione della sua opera è un fatto recente, al quale ha contribuito l’attività divulgativa di blog come Nazione Indiana e GAMMM (cfr. ad esempio Inglese, 2010b, Inglese, 2012, e Gleize, 2014)». [sottolineature mie]
«Così come Le parti pris des choses (1942) si proponeva di rappresentare gli oggetti che compongono la realtà fisica nel modo più fedele possibile, senza filtrarli attraverso la soggettività dell’autore, la prosa in prosa contemporanea si propone di utilizzare soltanto la lingua parlata (e, dunque, la prosa) per descrivere il mondo». [sottolineatura mia]
Ecc.
E se cercassi di spiegarvi le Tre bandiere di Jasper Johns focalizzandomi sul valore dei contrasti cromatici? E se cercassi di spiegarvi le Pale di Jim Dine parlando della qualità del legno del manico? E se cercassi di farvi comprendere il significato di Vor dem Aufbruch aus Lager I di Joseph Beuys sottolineando gli aspetti grafici delle scritte sulla lavagna? E se cercassi di spiegarvi che cos’è la prosa in prosa in Italia parlandovi della poesia in prosa nel Novecento? E se cercassi di spiegarvi che cos’è un melone partendo dalla mela*?
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* (Mela rigorosamente di origine trentina.)
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