RAI Radio Techetè, 28 e 29 giugno: Joseph Beuys lo sciamano. Con documenti dell’archivio radio, tra cui una puntata di Mostri sacri, programma di Radio3 con un ritratto di Beuys fatto da Achille Bonito Oliva, e un Wikiradio con Flaminio Gualdoni.
n.b.: l’entrata al Brancaleone è con tessera Arci: l’iscrizione si può fare all’entrata oppure anche in anticipo sul sito del c. s. stesso.
Per chi non potrà essere presente agli eventi e alla premiazione del testo vincitore del Premio Massimo Ferretti, che si terrà a Roma dal 28 al 30 maggio, ecco i link per seguire tutto online:
Questo numero 323 si apre con un ricordo dedicato a Piero Manni.
Come ha scritto Anna Grazia D’Oria: «Ci ha lasciato tanto da ricordare. Non so in quale ordine procedere per dire qualcosa di questo “tanto”. Non è un ordine d’importanza perché tutto in lui si teneva e aggregava in ogni suo pensiero e si traduceva in azione, nella sua pratica di vita. Ecco allora: la passione e l’impegno per il lavoro editoriale; l’attaccamento alle radici coniugato all’esigenza di un inserimento a tutti i livelli nel discorso nazionale; l’affetto per la famiglia, per gli amici, per il prossimo; la scrittura, costante pensiero che si traduceva in opera».
E come vi abbiamo annunciato qualche giorno fa, abbiamo deciso di pubblicare in apertura di questo fascicolo 323 un suo racconto che uscì nel ’98 sulla rivista, e alcune poesie che nel 1982 furono pubblicate sul “Pensionante de’ Saraceni”.
Dopo si prosegue con la sezione Poesia nella quale troverete i versi di Gaetano Neri, Brunello Tirozzi Carlo di Francescantonio e Elio Pecora e con la sezione Prosa che ospita due racconti firmati da Bruno Gambarotta e Luciano Formisano.
Ci sono ancora altre pagine davvero speciali in questo numero: un’intervista a Patrizia Valduga a cura di Silvana Tamiozzo Goldmann e alcune poesie di un autore che purtroppo ci ha lasciati qualche giorno fa, Giuliano Scabia.
Per la sezione Le altre letterature Dražen Katunarić, nella traduzione di Stefano Strazzabosco e per la rubrica GAMMMatica “(Tra le tante) poesie per giovani adulti” di Michele Zaffarano.
Trovate poi gli approfondimenti nella sezione Per un libro, che in questo numero sono dedicati a Maria Grazia Calandrone, Andrea Kerbaker e Giacomo Leopardi, le noterelle di letture firmate da Anna Grazia D’Oria e come sempre le preziose rubriche fisse firmate da Sandra Petrignani, Angelo Guglielmi, Piero Dorfles, Romano Luperini, Filippo La Porta, Renato Barilli, Cesare Milanese, Antonio Prete, Renato Minore, Roberto Piumini e Monica Rabà, Andrea Kerbaker, Ivo Prandin.
E infine a chiudere il fascicolo come sempre la sezione dedicata alle recensioni. Ecco alcuni dei titoli: “Brodskij” di Stefano Strazzabosco (Il Ponte del Sale) recensito da María Cecilia Graña, “Dominio” di Andrea Esposito (il Saggiatore) recensito da Carlo Londero, “Numeri uno” di Gabriele Sabatini (minimum fax) recensito da Vito Santoro.
Nel contesto della mostra collettiva “Il Paradiso e le sue rappresentazioni”, organizzata presso lo Studio Campo Boario di Alberto D’Amico nel 2020 e conclusasi nel maggio 2021, Ilaria Restivo espone il suo lavoro “I’mage, treesome”, composto da elementi sonori e visivi (proiezione, oggetti). Questo video non vuole esserne una documentazione ma un ‘ambientamento’, tentato da differx.
Nel contesto della mostra collettiva “Il Paradiso e le sue rappresentazioni”, organizzata presso lo Studio Campo Boario di Alberto D’Amico nel 2020 e conclusasi nel maggio 2021, Ilaria Restivo espone il suo lavoro “I’mage, treesome”, composto da elementi sonori e visivi (proiezione, oggetti). Questo video non vuole esserne una documentazione ma un ‘ambientamento’, tentato da differx.
O curvi dimandanti che nobilmente & attempatamente salendo l’escalina chiedete a me conto di Perec e Ponge (voi per vent’anni imperíti nel pronunziare il nome di questo, e schivando quello), vi fia noto che non nella sola petrarcaica scuola esiste la traditio.
Oltre a militare, a Sparta anco si procrea.
Lo disse il Cristo medesimo: “non di solo Sereni vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce da radio e tv e google, cioè dall’uomo istesso”. E anche disse: “non sono venuto a portare il poetare, ma la spada, zac”. (San Giovanni scrive “ZAC” maiuscolo, mi pare).
Uscite dagli anni Trenta del Novecento, o nobili. Ma anche dal 1525, sì parva lince omai Bembo cantante pare, agli occhi smagati dei ventenni del secolo ventuno, venturo già arrivato.
Poi ci sarebbe il discorso dell’ironia, del gioco, del “linguaggio e opposizione” di cui NB ha scritto cose che vi furon lette al desco quando ancora bagnavate le fascioline.
Mai però vorrei vi gittasse in panico l’elenco. Lo interrompo.