source: http://visual-poetry.tumblr.com/post/57788030943/by-jan-christensen
(http://www.janchristensen.org/)
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Libri d’artista – Libri oggetto. La donazione di Lamberto Pignotti alla Fondazione Berardelli
http://www.fondazioneberardelli.org/mostra.php?id=25
[ mostra del 2012 presso la Fondezione Berardelli ]
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sempre utile visitare le pagine di questo sito, interessante per varie informazioni e non pochissimi materiali:
http://gepeskonyv.btk.elte.hu/adatok/Romanisztika/46Fried/RICONSIDERATO%20(E)/cd/inside.htm
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post aggiornato: qui: http://slowforward.wordpress.com/2012/09/24/net-sperimentazioni/
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asemic-net _ http://asemic-net.blogspot.com
asemic googlegroup _ https://groups.google.com/group/asemic
benway series _ http://benwayseries.wordpress.com/
benway series @ facebook _ https://www.facebook.com/BenwaySeries
bgmole _ http://bgmole.wordpress.com/
compostxt _ http://compostxt.blogspot.it/
differx _ http://differx.blogspot.it/
differx.it _ http://www.differxit.blogspot.com/
differx net/project _ http://slowforward.wordpress.com/2011/11/01/differx/
Commentando questo articolo (in particolare il punto 4), dico che a mio parere precisamente l’ibridazione, lo scambio tra campi verbali e visivi, la persistenza ed estensione e ampliamento della scrittura verbovisiva in paesi che non sono l’Italia, segnano non solo la continuazione di una storia secolare, ma precisamente quella “trasformazione” o addirittura quell’assalto alla monoliticità dei generi che l’articolo giustamente segnala e invoca. Il fatto è che l’Italia è stata un prodigioso motore di ricerche, avanguardie, esperimenti, passando poi il testimone a: tutto il resto del mondo. Che in Italia il motore sia semispento, o che non se ne avverta la vitalità se non in individui quasi isolati, non significa affatto immobilità della macchina globale, non italiana, che giusto il nostro paese ha contribuito con altri (Brasile, Francia, Germania, Cecoslovacchia) ad avviare.
(p.s.: quale poesia visiva è in crisi? Quella italiana, forse, probabilmente; non certo quella mondiale. E poi: quale, tra le molte italiane?)
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L’incontro permetterà di riflettere sulla natura dell’iniziativa EX . IT 2013 – Materiali fuori contesto, sulle scritture e gli artisti ospitati, sui progetti attuali e futuri; e di presentare l’antologia che è nata per i tre giorni di reading nella biblioteca di Albinea (12-14 aprile), città apparentemente fuori dalle rotte usuali della letteratura, in realtà ben interna e omogenea a un’area, come quella reggiana, che proprio storicamente è stata (ed è) teatro-territorio di ricerca, sperimentazione, traduzioni.
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1. uno dei problemi o forse solo luoghi della scrittura, nello spazio di sovrapposizione degli insiemi cartaceo e digitale, è quello della trascrizione.
2. un autore con formazione nata in contesto gutenberghiano può realizzare testi in primis in formato cartaceo, come inventati e scritti a mano, o – indifferentemente o meno – come appunti tratti da fonti diverse e semplicemente presi da queste. in entrambi i modi, sia che si tratti di rilavorarli perché solo a penna, o di rielaborarli perché ‘rough’, deve spostarli da un contesto grafico a un altro, da un sistema di segni idiomatici e strettamente legati all’identità, a un contesto astratto e comunque riconfigurante, come è quello della pagina elettronica. senza questo spostamento è quasi impossibile pubblicare (se non nella forma della pagina manoscritta fotografata) il testo.
3. la trascrizione è una traduzione. (come tradurre è in assoluto trascrivere assai male). (tanto male da cadere in un’altra lingua, … infine in qualche modo contortamente pertinente).
4. nella traduzione, come nella trascrizione/edizione e rielaborazione di un testo ‘handwritten’, possono intervenire errori, deviazioni, anche tradimenti coscienti, e riscritture. manipolazioni – volontarie o meno – di segni che diventano altro da una pura traslazione linguistica A–>B.
5. traduciamo continuamente, e continuamente spostiamo di campo e di luogo tracce, segni. Continua a leggere