citato già altre volte:
“(…) Burroughs criticism has taken a surprisingly conventional literary approach to a project conceived so radically in opposition to the conventions of literature. The analysis of Burroughs’ novel-length cut-up texts has been at the expense of his myriad shorter texts from the same era, texts that, taken together, amount to a comparable body of work and demonstrate a much wider range of collage-based experiments. Even leaving aside his related work in other media — photomontage, collage scrap-books, tape-recordings, films — the effect of putting The Soft Machine, The Ticket That Exploded and Nova Express centre-stage is to distort the history and scope of Burroughs’ experimental practices. Minutes to Go does not fit the critical frame because it inaugurated and belongs to another history, one characterised by publication of hundreds of short texts in dozens of small underground magazines — a history, in other words, where the material, the publishing contexts, and the means of distribution all coincided with the world of avant-garde poetry in general, and the postwar revival of collage-based techniques in particular. It’s tempting to invert critical history altogether and say that, far from being the acme of Burroughs’ cut-up work, the trilogy is in fact its aberration, because the truest realisation of the project lay outside the novel form. At the very least, we can say that it is hard to grasp the poetic identity of the cut-up project so long as Burroughs is approached, first and last, as a novelist”. (Oliver Harris, https://realitystudio.org/scholarship/burroughs-is-a-poet-too-really-the-poetics-of-minutes-to-go/)
è abbastanza chiaro?
OUTSIDE THE NOVEL FORM.
si può seguire questa direzione? è legittimo. (a prescindere da tutto e tutti).
citare o mettersi sulla stessa strada di Burroughs, o su una strada che in qualsiasi modo abbia a che fare con la sua opera, è (soprattutto adesso) lavorare OUTSIDE THE NOVEL FORM.
cfr.
https://link.medium.com/rWQY01rwwfb
Archivi tag: scrittura sperimentale
lucio saffaro: “la disputa ciclica”, [dia•foria, 2023
lucio saffaro: una raccolta di editi e inediti @ diaforia, 2013
“lucio saffaro. le forme del pensiero” / giosuè boetto cohen. 2014
lucio saffaro. viaggio verso l’ignoto: a maggio a bologna
Dal 26 maggio al 24 settembre, a Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni, Genus Bononiae presenta Viaggio verso l’ignoto, una mostra a cura di Claudio Cerritelli e Gisella Vismara che illumina la figura complessa e poliedrica di Lucio Saffaro (Trieste 1929 – Bologna 1998): pittore, scrittore, poeta e matematico tra i più originali della cultura e dell’arte italiana del secondo Novecento.
In occasione del giorno di apertura della mostra, venerdì 26 maggio, alle ore 18, alla Biblioteca di San Giorgio in Poggiale si terrà una conferenza dello storico dell’arte Flavio Caroli incentrata sulla vita e la produzione dell’autore. Giovedì 15 giugno, sempre alle ore 18, seguirà l’incontro con il matematico Piergiorgio Odifreddi.
La mostra Viaggio verso l’ignoto è un progetto della Fondazione Lucio Saffaro. Essa traccia un percorso nell’arte di Lucio Saffaro presentando 87 opere pittoriche e grafiche tra le più significative dell’artista: 37 olii su tela, 34 litografie e 16 disegni, per offrire una panoramica esaustiva sulla sua ricerca (1954-1997) a partire dalla fase giovanile – la meno conosciuta – fino alla maturità, simbolizzata dalle forme eleganti e poliedriche che rendono unico il suo lavoro.
Lucio Saffaro è una figura totalmente autonoma rispetto al mondo della cultura e dell’arte. Difficilmente classificabile, compie la sua ricerca solitario e appartato rispetto alle principali correnti artistiche e culturali del secondo Novecento. Si trasferisce con la famiglia a Bologna nel 1945 e resterà per sempre legato alla città felsinea. Giovane, si iscrive all’Università laureandosi in Fisica pura, continuando parallelamente a coltivare i suoi interessi artistici, letterari e filosofico-speculativi. Continua a leggere
alcune annotazioni per una possibile replica ad un articolo su ‘l’ospite ingrato’, n. 12, lug-dic 2022
Nell’ultimo numero (12, lug-dic 2022) della rivista online del Centro Franco Fortini, “L’ospite ingrato”, compare un articolo di Claudia Crocco intitolato Poesia lirica, poesia di ricerca. Appunti su alcune categorie critiche di questi anni (che rielabora un testo già comparso nel 2014 su LPLC).
Nell’impossibilità da parte mia di strutturare ora un intervento ampio che possa riflettere su quanto quel testo riporta, un’idea (spero non troppo balzana) che ho tradotto in atto è stata quella di attraversare in viva voce, rapidamente e informalmente, quasi dialogando, alcuni dei temi toccati. In modo da offrire, nella maniera meno accademica e più svelta possibile, una serie di annotazioni e tentate puntualizzazioni, che propongo qui a chi legge (e ascolta):
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Pensando possa essere utile, riporto poi qui di séguito i link ad alcuni saggi implicati tanto nell’articolo di C. Crocco quanto nella mia serie di notille:
Date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria” [prima parte, uscita nel 2021 sul “verri”]
https://www.academia.edu/85155587/Date_e_dati_su_ricerca_scrittura_di_ricerca_ricerca_letteraria_prima_parte_
Carlo [Bordini] in bilico [sempre 2021, “il verri”]
https://www.academia.edu/76568616/Carlo_in_bilico
daniele poletti: “scrittura complessa”, intervento a new york, istituto italiano di cultura, 12 nov 2022
i buonisti col basto / differx. 2022
Nei giorni di novembre ’22 in cui Charles Bernstein è stato in Italia (6 date, 6 letture/incontri ampiamente frequentati, da nord a sud), ossia [lèggasi:] “nei giorni in cui in Italia per la prima volta è stato presente presentato e leggente uno dei maggiori autori statunitensi che da mezzo secolo fa sperimentazione letteraria, e di cui da 20 anni perfino in Italia si parla”, bon, in tali giorni non un solo assertivo o lirico ha avuto la buona creanza di onorare i propri proclami di democrazia poetica & imparziale ascolto dell’atro autre, facendo capolino ad ascoltare.
E bon, o voi, ve lo dico: farete pure lirica decente, scriverete opimi saggi e saggiamente recensirete i sodali vostri sulla Repubblica24ore della Sera della domenica, sdoganerete il rondone e i sonetti, invocherete respect pei vostri metri di a-capo, dirigerete o sarete diretti da collane e catene, sfilerete in questo o quel festival o quaderno tatuati da neocatecumenali del mito, ma di un ascolto che sia uno, none, zero, col c**** che siete capaci.
E se non scomodate le vostre dilicate terga per andare a sentire gratis Bernstein, o Gleize, o Goldsmith, o Quintane (nomi non casuali), osservo, quando mai aprirete un libro, perfino italofono, di ricerca letteraria – quale che sia?
Giù la maschera, birbantelli. A voi di ricerca, sperimentazione, non assertività eccetera ve ne frega meno dei 4 asterischi del suddetto c****. Vi bisogna il basto del mainstream, a voi, e sorrido a sentirvi bussare col capo basso nel legno di tutte le porte pensabili, inclusa (e qui rido) la mia.
charles bernstein a milano, il 20 novembre al castello sforzesco
A Milano, domenica 20 novembre, h. 12, al Castello Sforzesco, Sala della Balla, si presenta il libro di Charles Bernstein, Echo / Eco (Edizioni del verri, 2022, testo inglese e traduzione italiana), con Barbara Anceschi, Carla Buranello, Marco Giovenale. Sarà presente l’autore.
L’incontro fa parte del ciclo di eventi Bookcity:
https://www.bookcitymilano.it/eventi/2022/giocare-cricket-senza-mazza
Eco/Echo raccoglie le poesie scelte dall’autore a partire da Senses of Responsibility del 1979 fino agli ultimi testi usciti quest’anno negli Stati Uniti in Topsy-Turvy. Ma non è un’antologia con testo a fronte. È un libro bifronte: da una parte i testi in inglese, dall’altra, capovolto il volume, si trovano le traduzioni curate da altri poeti italiani che nell’arco della loro attività hanno collaborato con Bernstein nel segno di una poesia sperimentale e d’invenzione. Il libro si conclude con la traduzione del V canto di Catullo compiuta a quattro mani insieme alla curatrice. Il volume accoglie inoltre un saggio di Bernstein sui rapporti tra poesia americana contemporanea e poesia italiana e una dettagliata nota bio-bibliografica dell’autore. Per Bernstein la eco/echo-poetica è pensare alla scrittura come forma di ascolto verso una “risonanza non lineare di un motivo che rimbalza su un altro. Ancora di più, è la sensazione di allusione in assenza di allusione. In altre parole, l’eco che sto cercando – è lo stesso Bernstein a dircelo – è uno spazio vuoto: l’ombra di una fonte assente”.
“ricerca letteraria”, “spazio di ricerca”: antonio porta, 1983
Il saggio sulle espressioni “ricerca letteraria” e “scritture di ricerca”, postato ieri, e uscito lo scorso anno nella sua prima parte, si interrompe con il 1980, circa. Devo assai energicamente ringraziare Chiara Portesine per avermi segnalato, in questi giorni in cui sto proprio rivedendo la seconda parte del saggio, uno straordinario – e limpidamente esplicito – articolo di Antonio Porta che, sul “Corriere della sera”, nel 1983 parla di “spazio di ricerca”, “ricerca letteraria”.
Registrate nel saggio le numerose occorrenze di espressioni relative alla “ricerca”, e aggiunto questo prezioso articolo di Porta, non solo si intende sempre meglio come la generazione a cui appartengo abbia trovato naturale e solido e stabile/stabilizzato, tra fine anni Ottanta e inizio Novanta, il termine “ricerca” come segno di sperimentazione letteraria; ma anche come, a maggior ragione, questo si sia presentato come nome legittimo, a XXI secolo iniziato, per indicare una scrittura non pacificata, non convenzionale, e soprattutto in sincrono con esperienze di “experimental writing” ormai altrettanto attestate nel resto del mondo.
(Attestate e attestantesi, ovviamente, nonostante l’ignoranza intenzionale, o la ‘censura’ e opposizione frontale, e le piccole manovre d’ostacolo e i banali giochi di facciata messi in atto dai buffi personaggi del mainstream italocentrico).
date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria” [prima parte], in ‘il verri’ n 75, feb. 2021
Marco Giovenale, Date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria”
[prima parte]
in «il verri», n. 75, feb. 2021, pp. 110-124: