Archivio mensile:Novembre 2021

carlo bordini, “un vuoto d’aria” (mondadori, 2021)

da https://www.oscarmondadori.it/libri/un-vuoto-daria-carlo-bordini/

Poeta appartato e ribelle per vocazione, Carlo Bordini è stato comunque per molti, fino alle generazioni più giovani, un autore di culto, una figura autonoma di riferimento. Composto negli ultimi anni di vita, Un vuoto d’aria, che esce postumo a cura di Francesca Santucci, conserva i tratti più rilevanti della sua fisionomia poetica, in primo luogo l’intensità materica e una potente energia espressiva. L’alternarsi di versi e prosa poetica genera una forte efficacia comunicativa, pur con volute sconnessioni interne, che va ben oltre i termini di una letterarietà di tradizione e di maniera, del tutto estranea al senso della ricerca di Bordini. Una ricerca sempre volta, per citare un suo intervento, a quella che definiva iperverità, nella convinzione che «l’arte, ogni forma d’arte, giunge, quando funziona, a una verità più profonda di quella che una persona conosce o crede di conoscere nella sua vita». Ci troviamo di fronte a un autore che varia le scelte tematiche e formali, e che reinterpreta la stessa poesia d’amore o autobiografica secondo termini del tutto personali. Un autore ben attento all’esempio di Pasolini, capace di ironia e di aperture trasgressive e coinvolto come pochi altri nella stagione dell’impegno, attraversata prima con adesione ideologica e poi con distacco. Ma nella cui poesia troviamo anche legami con grandi esempi storici, come quelli di Apollinaire e Gozzano. Bordini è stato un poeta per il quale risulta decisivo il rapporto tra scrittura e psicoanalisi, poiché nei suoi versi «la psicoanalisi è ovunque», come scrive Guido Mazzoni nel saggio introduttivo, «non è solo un contenuto: è una forma, è una macchina semiotica». E questo nell’ininterrotta indagine sul vissuto che ha alimentato i suoi testi, ai quali possiamo oggi tornare con il pieno interesse dovuto a una riscoperta ormai necessaria.

Carlo Bordini (Roma 1938-2020) è stato ricercatore di Storia moderna all’Università di Roma “La Sapienza”. Gran parte della sua opera poetica è raccolta nel volume I costruttori di vulcani (Sossella, 2010). I suoi principali testi in prosa, tra cui il romanzo autobiografico Memorie di un rivoluzionario timido, sono stati pubblicati o ripubblicati nel volume Difesa berlinese (Sossella, 2018).

“chi ha paura di patrizia vicinelli”: dall’11 novembre al macro

Sandro Ricaldone

Chi ha paura di Patrizia Vicinelli?
Al museo MACRO – via Nizza 138, Roma

11 novembre 2021 – 27 febbraio 2022
Opening 11 novembre dalle 18:00 alle 21:00
evento facebook: https://www.facebook.com/events/579894433249303/

Con Chi ha paura di Patrizia Vicinelli la sezione ARITMICI del museo prosegue il suo approfondimento sull’importanza della sperimentazione linguistica e poetica. La prima mostra istituzionale dedicata alla poetessa bolognese Patrizia Vicinelli offre una ricognizione di questa figura sensibile e irrequieta che si è confrontata, in seno a una forte militanza artistica e politica, con le neo-avanguardie letterarie, dal Gruppo 63 a Emilio Villa e Aldo Braibanti, e con i protagonisti del cinema sperimentale degli anni Settanta come Alberto Grifi, Gianni Castagnoli, Mario Gianni.

Nello spazio espositivo la sua voce diviene un’interferenza costante mentre il suo linguaggio viene presentato nelle diverse sfaccettature che lo compongono: dal suo proporsi grafico fino a una ricerca gestuale e performativa che conferisce un’importanza fondamentale al corpo. Sempre trasgressivo e destrutturato, il suo scrivere poliglotta composto da anomali caratteri grafici e tipografici dimostra una dinamicità espressionista pronta a sottolineare i mutamenti storici che Patrizia Vicinelli attraversò negli anni della sua breve vita.

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la poesia visiva come arte plurisensoriale: 2, l’olfatto

LA POESIA VISIVA COME ARTE PLURISENSORIALE
2 – L’olfatto
Un progetto di Lamberto Pignotti
Presentato da Melania Gazzotti
A cura di Alice Valenti
Con un intervento di Giovanni Fontana
Fondazione Berardelli, 2021

La mostra Pratiche Sinestetiche 2. La poesia visiva come arte plurisensoriale – L’olfatto porta tra le sale espositive della Fondazione Berardelli il seconda capitolo del progetto concepito da Lamberto Pignotti sulle Pratiche Sinestetiche.
Il progetto inaugurato nel 2020 con una mostra che riuniva l’indagine sui cinque sensi attraverso opere di poesia visiva presentate dall’Ente, prevede una serie di mostre corredate di catalogo che approfondiscono la ricerca sui nessi multisensoriali presenti nella poesia visiva.
ln questa esposizione i poeti verbo-visuali coinvolti intervengono con opere che esplorano l’interrelazione sensoriale di vista e olfatto.
Le opere esposte sono accompagnate da brevi testi poetici o descrittivi composti dagli artisti al fine di guidare l’investigazione sensoriale e creare un cammino percettivo-per-parole. Tali testi sono inoltre riportati, come traccia del percorso anche nel catalogo.

un’idrologia di villa-craia-cegna in esposizione @ catap (macerata)

Questo pianeta testuale o Sfera Idrologica è uno dei primi esemplari firmati da Emilio Villa sul finire degli anni Sessanta. Sarà esposto presso la libreria Catap (Macerata, piazza Mazzini 63c) solo per questa domenica 7 novembre, in occasione del finissage della mostra Crepita la carta. Libri e vertigini di Emilio Villa che si terrà all’auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti alle ore 17:00.

«Le Idrologie o Sfere critiche da noi pensate eseguite sono da considerare come aperture pedagogiche da cui possa prendere avvio la manovra di un trapianto compianto ideologico da eseguire sopra la sterilità dei meccanismi linguali, veicoli (glutini, pollini) se non fonte di frustrazione e stupidità: un trapianto dall’esito chimerico, forse anzi teratologico; ma, comunque, improrogabile»

Villa-Craia-Cegna

“gaza”, di garry keane e andrew mcconnell: film in streaming (gratuitamente) dal 5 al 7 novembre

È difficile immaginare che qualcuno viva una vita normale nella Striscia di Gaza: questo documentario irlandese è un meraviglioso ritratto di chi abita in quel luogo, gente comune che vive una vita piena nonostante le macerie causate dal perenne conflitto.

GAZA di Garry Keane e Andrew McConnell, in streaming dal 5 al 7 novembre con #IFFSilverStream

Prenota subito il tuo biglietto gratuito
https://bit.ly/IFF-Gaza

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https://www.facebook.com/irishfilmfesta/posts/1947555882081125

roma, 14 novembre, villa torlonia: lettura di testi di carlo bordini, a un anno dalla scomparsa

Il 14 novembre, a Villa Torlonia, alcuni autori si riuniscono per leggere poesie e prose di Carlo Bordini, a poco più di un anno dalla sua scomparsa.

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7 nov. macerata: finissage della mostra “crepita la carta. libri e vertigini di emilio villa”

Domenica 7 novembre alle ore 17:00 presso l’auditorium della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti di Macerata Nunzio Giustozzi illustrerà le ragioni e i contenuti della mostra Un Atlante di Arte Nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica che ha recentemente curato nel Complesso di Capo di Bove all’interno del Parco Archeologico dell’Appia Antica a Roma, presentandone il prezioso catalogo edito da Electa. A chiusura, intervento e saluto di Francesca Rossi Brunori.

Un lungo lavoro di ricerca ha consentito di rintracciare e offrire per la prima volta al pubblico, in un significativo dialogo, documenti e opere meno note di 21 maestri (tra i quali Bonalumi, Caraceni, Castellani, Cervelli, Franchina, Iwasaki, Lorri, Mambor, Mannucci, Mauri, Nuvolo, Rotella, Tacchi, Turcato, Uncini, Vermi), ricostruendo filologicamente l’attività espositiva della galleria Appia Antica nel triennio 1957-1959 e le vicende dell’omonima rivista sperimentale, diretta da Villa, figura carismatica, geniale e anomala, “sciamano e guru” del panorama culturale dell’epoca. Con “entusiasmo, occhio e poesia” egli gettò una luce più autentica su nomi ormai affermati ‒ da Burri a Scialoja per citarne alcuni ‒ ponendo l’accento sulla materia dell’opera d’arte che si fa oggetto, ed ebbe il merito di presentare e difendere dagli attacchi della critica imperante anche la nuova generazione di autori ‒ da Schifano a Manzoni, “figli dell’Appia”, a Lo Savio, per nominarne altri dal tragico destino ‒ che agiva un recupero tutto italiano delle avanguardie.
Si riuscirà a far rivivere così una pagina meno nota ma straordinaria dell’arte del Novecento che alla fine degli anni Cinquanta vide fugacemente protagonista la regina viarum.

Per il finissage si consiglia la prenotazione.
Si prega di scrivere alla seguente mail: libreriacatap@gmail.com
Info +39-3389165806

acqua ai quattro venti [audiodoc] / differx. 2021

A Roma, prendere il treno alla stazione Quattro Venti (sulla via omonima) di Monteverde, al binario 1, significa fare l’esperienza acustica netta, anzi nettissima, della presenza di un fiume o torrentello/rigagnolo sotterraneo. Uno scroscio ininterrotto. Il suono è – a dir poco – energico.
Via via più forte man mano che ci si avvicina alla grata verticale buia, chiusa, in fondo alla banchina, come si può constatare qui:


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“l’enigme autodidacte” @ mamc – musée d’art moderne et contemporain de saint-étienne métropole

Sandro Ricaldone

L’ENIGME AUTODIDACTE
Commissaire Charlotte Laubard
MAMC Musée d’Art Moderne et Contemporain de Saint-Etienne Métropole
rue Fernand Léger – 42270 Saint-Priest-en-Jarez – France

9 octobre 2021 – 3 avril 2022
mamc.saint-etienne.fr/fr/expositions/lenigme-autodidacte
Artistes:
Georges Adéagbo, Horst Ademeit, Raymonde Arcier, Marcel Bascoulard, Ben, Adelhyd van Bender, Guillaume Bijl, Irma Blank, Alighiero Boetti, Christian Boltanski, Marcel Broodthaers, Frédéric Bruly-Bouabré, Sophie Calle, Maurizio Cattelan, Ferdinand Cheval, Roberto Cuoghi, Henry Darger, Justine Emard, Robert Filliou, Richard Greaves, Chauncey Hare, Seydou Keïta, Bodys Isek Kingelez, Yves Klein, Emma Kunz, Jean Le Gac, Gianni Motti, Tania Mouraud, Arnold Odermatt, Francis Palanc, Présence Panchounette, Gianni Piacentino, Carol Rama, Jean-Pierre Raynaud, Carole Roussopoulos, Jean-Michel Sanéjouand, Judith Scott, Ceija Stojka, Miroslav Tichý, Jeanne Tripier, Wendy Vainity, Galaxia Wang, George Widener, Adolf Wölfli.

Souvent célébré comme une sorte de génie formé à “l’école de la vie” dont l’œuvre singulière est advenue en dépit d’un apprentissage professionnel qui lui a fait défaut, l’autodidacte interroge et met au défi nos conceptions de l’art. Intitulée L’Énigme autodidacte, l’exposition entend revenir sur cette vision idéalisante de la figure de l’autodidacte dans l’histoire de l’art contemporain pour tenter de saisir concrètement ce qui survient quand on apprend par soi-même.

Qu’est-ce qui motive le passage à l’acte ? De quoi, de qui et comment apprend-on ? Quel est le rôle du contexte de vie, des actes quotidiens et des expériences ? Nourrie des apports théoriques récents des sciences de l’éducation, l’exposition éclaire d’un jour nouveau le rôle de l’autodidaxie, soit “l’action d’apprendre sans maître”, dans une formation artistique. Elle se concentre sur le processus de création et sur les méthodes et pratiques parfois hétérodoxes mises en place par les artistes apprenant par eux-mêmes.

Le champ d’investigation se concentre sur le moment que constitue l’avènement de l’art contemporain à partir de la fin des années 1950. Le mouvement de rupture recherché par les artistes avec la tradition les conduit à s’engager dans des pratiques de “désapprentissage” de ce qui a été transmis dans le cadre de leur formation. De nombreux artistes autodidactes font alors leur entrée dans le monde de l’art en convoquant dans leur pratique, de manière novatrice, des gestes et des motifs issus de la vie quotidienne ou provenant d’autres champs culturels. Ce mouvement se nourrit d’un intérêt croissant pour des œuvres qui semblent exemptes de références aux traditions établies. La reconnaissance à un niveau institutionnel de ces créations appelées “brutes” et “outsider” culmine avec leur inclusion à la Documenta 5 de 1972 et la donation de la collection d’art brut de Jean Dubuffet à la Ville de Lausanne la même année. Continua a leggere