Archivio mensile:Febbraio 2022

video completo dell’intervista a vincenzo ostuni (28 feb. 2022)

https://www.facebook.com/peter.genito/videos/282038180710724

per vari problemi tecnici, l’intervista inizia effettivamente a 2′ 07”

https://www.facebook.com/peter.genito/videos/282038180710724

 

jean-marie gleize, “jusq’à ce que l’écran se vide” (zoème, 2022)

https://zoeme.net/jusqua-ce-que-lecran-se-vide/

https://zoeme.net/

Jusqu’à ce que l’écran se vide est un travail plastique réalisé par Jean-Marie Gleize à partir de cibles de tir et de polaroids. Cette publication fait suite à une exposition qui s’est tenue dans la galerie de Zoème en 2021, et qui avait pour titre Les cibles. À l’occasion de cette exposition, Jean-Marie Gleize est revenu sur la genèse de ce projet : « C’est ainsi que ça commence. Dans un jardin à Aix. Il tirait sur des cibles. Il avait cloué ces cibles sur la branche d’un arbre. Je l’ai regardé viser, tirer. C’était comme un spasme nerveux, involontaire, une décharge sans raison, contre rien. J’ai ramassé ce qui restait, des traces au sol comme des feuilles tachées, trouées. Je les ai déchirées, les ai maculées d’encre rouge, et puis je les ai perdues. C’était au tout début des années 90. Et vers la même époque, aux États-Unis, en Californie et dans le Vermont, j’ai pratiqué intensément (de façon quasi pulsionnelle) la captation mécanique du réel, minimale, brutale, d’un réel simplement là : image sans contenu (comme les cibles), sans négatif, instantané unique sans copie ni retouche possibles, celle du Polaroïd. » Jusqu’à ce que l’écran se vide se compose de 30 polaroids, reproduites à l’échelle 1:1, et la reproduction de 14 cibles. Au centre, un poème inédit de Jean-Marie Gleize propose une autre variation autour du motif central de ce livre : le réel en tant qu’image sans contenu.

hp zimmer: tagebuch 1957-1965

Sandro Ricaldone

HP ZIMMER
» es gibt im Moment keine besseren Künstler als uns in Deutschland «
(There are no better artists than us in Germany at the moment)
Tagebuch 1957 – 1965
edited by Barbara Hess, Nina Zimmer
foreword by Matthias Mühling
Hatje Cantz, 2022

“I have kept a diary since my school days,” HP Zimmer remarked in 1984. This is also true of the time of the artists’ group SPUR he co-founded in 1957. He wrote to “seek my own point of view in the midst of often turbulent events and sometimes controversial debates.” This book presents representative excerpts from the manuscript, which was reviewed by the artist in the early 1990s. Stylistically aware and (self-) critical, Zimmer comments on the cultural and social climate of postwar Germany. He provides insights into the contemporary German art scene and its European network with close ties to the Situationist International. The debates recorded by Zimmer in his diaries – about painting and artistic freedom as well as revolution, boxing matches, crime series, and the threat of nuclear war – are still strangely relevant to us today.

HP ZIMMER (1936-1992) studied at the Hamburg Kunsthochschule and the Munich Kunstakademie in the late 1950s. SPUR, which he co-founded, was one of the first post-war avant-gardes groups in the Federal Republic. In 1982, HP Zimmer became a professor of painting at the Hochschule für Bildende Künste in Braunschweig.

gli “epigrammi ferraresi” di pagliarani letti da lui medesimo (da un video[r] di orazio converso)

Elio Pagliarani legge a via Margutta per il video Epigrammi Ferraresi  [ 4′ 34”
[ videor n°2, 1988, autunno ]

Epigrammi ferraresi, di Elio Pagliarani (Manni, Lecce 1987)

https://www.facebook.com/ManualeEditor/videos/g.156218318414875/864814177061035

 

https://www.facebook.com/ManualeEditor/videos/g.156218318414875/864814177061035

installance #0165: “you’ve found” (card)

installance n. : # 0165
type : card
size : cm 5 x 7,5
record : highres shot
additional notes : abandoned
date : Feb 24th, 2022
time : 6:10pm
place :  Rome, via Edoardo Pantano
footnote : ---
copyright : (CC) 2022 differx

appunti su quella cosa / carlo sperduti. 2022

Un presupposto: le definizioni di letteratura sono infinite, non esiste una definizione di letteratura.
Una domanda legittima: è la letteratura, dunque, a non esistere?
Una definizione possibile: la letteratura è ciò che ci conferma.
Una definizione possibile: la letteratura è ciò che ci mette in dubbio.
Un modo di confermarci: considerare letteratura quella che dice ciò che pensiamo.
Un modo di confermarci: considerare letteratura quella che smentisce opinioni contrarie alle nostre.
Un modo di confermarci: concepire la letteratura a partire da un’opinione.
Un modo di confermarci: concepire la letteratura a partire dai suoi temi.
Un modo di confermarci: considerare la letteratura come espressione di un io.
Un modo di confermarci: considerare letteratura ciò che dice.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che dice in altro modo.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che dice qualcom’altro.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che non dice.
Una domanda frequente: di cosa parla questo libro?
Una domanda infrequente: come funziona questo testo?
Un atteggiamento frequente: criticare il mainstream.
Un atteggiamento frequente: adottare ottica, obiettivi, parametri di valutazione, comportamenti mainstream.
Alcuni luoghi, entità e figure in cui si attua la combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: le librerie indipendenti, le case editrici indipendenti, le riviste indipendenti, i blog in cui ci si occupa di letteratura, i lettori e le lettrici forti, un numero incalcolabile di autrici e autori.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: un editore indipendente esulta per la partecipazione a un premio mainstream come riconoscimento del valore di tanti anni di lavoro la cui direzione dichiarata è sempre stata opposta al mainstream.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: un autore/autrice esordiente/emergente calibra il suo prossimo romanzo sul modello ottocentesco – identico a quello dell’attuale mainstream – aggiornandone i temi: viene pubblicato da un editore indipendente.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati da parte di tutti i luoghi, entità e figure sopra indicati: un libro è indesiderabile, a prescindere dalle intenzioni e dalle forme consapevolmente adottate da chi l’ha scritto, a prescindere dalla sua coerenza interna o ricercata incoerenza, se: evita di narrare qualcosa, non risulta immediatamente comprensibile, costringe a rileggere più volte uno o più passaggi, non si affida a un contenuto o a una tesi.
Un risultato: il libro accettabile è il libro mainstream.
Un risultato: chi vuole scrivere è portato ad aderire a forme e contenuti del prodotto medio per non risultare editorialmente inesistente.
Un risultato: chi vuole scrivere spesso non si accorge nemmeno del risultato precedente.
Un risultato: è sempre più diffusa l’equazione tra editing e normalizzazione.
Un risultato: sono sempre più diffuse per automatismo le equazioni tra semplicità e autenticità, tra autenticità e verità, tra verità e letteratura: equazioni possibili come qualunque altra a seconda del testo di riferimento, per esempio quella tra complessità e idiozia, tra complessità e profondità, tra semplicità e stupidità, tra complessità e mondo, tra mondo e nulla, tra i miei gusti e i tuoi.
Un risultato: il prodotto medio mainstream è indistinguibile dal prodotto medio indipendente per stile, struttura, lettore di riferimento, comunicazione: ciò a cui si assiste è la difesa a oltranza dello status quo.
Una precisazione: ciò che manca non è la qualità: è la possibilità di un’alternativa: una smentita, di fatto, dei significati delle parole indipendenza e bibliodiversità, i cui significanti continuano a circolare ostentati e inerti.
Un’ipotesi: il mainstream è una forma mentis ormai onnicomprensiva: ha raggiunto il punto di non ritorno dal quale la letteratura è l’ultima preoccupazione dei libri e di chi se ne occupa.