Archivio mensile:Febbraio 2022

appunti su quella cosa / carlo sperduti. 2022

Un presupposto: le definizioni di letteratura sono infinite, non esiste una definizione di letteratura.
Una domanda legittima: è la letteratura, dunque, a non esistere?
Una definizione possibile: la letteratura è ciò che ci conferma.
Una definizione possibile: la letteratura è ciò che ci mette in dubbio.
Un modo di confermarci: considerare letteratura quella che dice ciò che pensiamo.
Un modo di confermarci: considerare letteratura quella che smentisce opinioni contrarie alle nostre.
Un modo di confermarci: concepire la letteratura a partire da un’opinione.
Un modo di confermarci: concepire la letteratura a partire dai suoi temi.
Un modo di confermarci: considerare la letteratura come espressione di un io.
Un modo di confermarci: considerare letteratura ciò che dice.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che dice in altro modo.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che dice qualcom’altro.
Un modo di metterci in dubbio: considerare letteratura anche ciò che non dice.
Una domanda frequente: di cosa parla questo libro?
Una domanda infrequente: come funziona questo testo?
Un atteggiamento frequente: criticare il mainstream.
Un atteggiamento frequente: adottare ottica, obiettivi, parametri di valutazione, comportamenti mainstream.
Alcuni luoghi, entità e figure in cui si attua la combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: le librerie indipendenti, le case editrici indipendenti, le riviste indipendenti, i blog in cui ci si occupa di letteratura, i lettori e le lettrici forti, un numero incalcolabile di autrici e autori.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: un editore indipendente esulta per la partecipazione a un premio mainstream come riconoscimento del valore di tanti anni di lavoro la cui direzione dichiarata è sempre stata opposta al mainstream.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati: un autore/autrice esordiente/emergente calibra il suo prossimo romanzo sul modello ottocentesco – identico a quello dell’attuale mainstream – aggiornandone i temi: viene pubblicato da un editore indipendente.
Un esempio di combinazione dei due atteggiamenti frequenti sopra indicati da parte di tutti i luoghi, entità e figure sopra indicati: un libro è indesiderabile, a prescindere dalle intenzioni e dalle forme consapevolmente adottate da chi l’ha scritto, a prescindere dalla sua coerenza interna o ricercata incoerenza, se: evita di narrare qualcosa, non risulta immediatamente comprensibile, costringe a rileggere più volte uno o più passaggi, non si affida a un contenuto o a una tesi.
Un risultato: il libro accettabile è il libro mainstream.
Un risultato: chi vuole scrivere è portato ad aderire a forme e contenuti del prodotto medio per non risultare editorialmente inesistente.
Un risultato: chi vuole scrivere spesso non si accorge nemmeno del risultato precedente.
Un risultato: è sempre più diffusa l’equazione tra editing e normalizzazione.
Un risultato: sono sempre più diffuse per automatismo le equazioni tra semplicità e autenticità, tra autenticità e verità, tra verità e letteratura: equazioni possibili come qualunque altra a seconda del testo di riferimento, per esempio quella tra complessità e idiozia, tra complessità e profondità, tra semplicità e stupidità, tra complessità e mondo, tra mondo e nulla, tra i miei gusti e i tuoi.
Un risultato: il prodotto medio mainstream è indistinguibile dal prodotto medio indipendente per stile, struttura, lettore di riferimento, comunicazione: ciò a cui si assiste è la difesa a oltranza dello status quo.
Una precisazione: ciò che manca non è la qualità: è la possibilità di un’alternativa: una smentita, di fatto, dei significati delle parole indipendenza e bibliodiversità, i cui significanti continuano a circolare ostentati e inerti.
Un’ipotesi: il mainstream è una forma mentis ormai onnicomprensiva: ha raggiunto il punto di non ritorno dal quale la letteratura è l’ultima preoccupazione dei libri e di chi se ne occupa.

altri link per “poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/02/23/poesia-per-il-pubblico-generazioni-e-differenze-in-poesia-scrittura-politica-a-k/

https://archive.org/details/marco-giovenale-poesia-per-il-pubblico-feb-2022/mode/2up

https://www.academia.edu/72307114/_Poesia_per_il_pubblico_generazioni_e_differenze_in_poesia_scrittura_politica_a_k

PDF:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/02/marco-giovenale_-poesia-per-il-pubblico_-feb-2022.pdf

“tecniche libere e imperfette”: quando a dire le cose che dovrebbero dire gli scrittori o gli asemic writers sono gli architetti

Quando a dire le cose che dovrebbero dire gli scrittori o gli asemic writers sono gli architetti.

Cherubino Gambardella su “engramma”:
http://www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=4337

[…] Vorrei, piuttosto, ritornare a un tempo vuoto da riempire artatamente con preziose immagini che chiudano temi in enunciati possenti dove altri, dopo di noi, possano tornare a scrivere o disegnare. Sarebbe bello che ci fossero riviste di architettura dove trovare quello che non c’è. Mi direte: anche quello che ci offre la rete e l’editoria non c’è. È, però, avvolto dalla dannazione dell’attualità che non permette di ricavarsi il lusso impagabile del pensiero, del disegno che illustra con tecniche libere e imperfette. Per questo, le riviste online o su carta dovrebbero diventare strumenti che scelgano di fissare posizioni anche attraverso l’imprecisione di traiettorie eclettiche. […]

ristampa dell'”enciclopedia asemica” / “asemic encyclopaedia”

Nuova copertina / new cover

http://www.ikona.net/marco-giovenale-enciclopedia-asemica-asemic-encyclopaedia/

Si tratta di essere e di continuare a stare nella parte sbagliata: di essere nel retro, come non si è stancato di ripetere Corrado Costa: il retro della poesia, il retro del discorso, e continuare a sbagliare, a essere (« testoni e cocciuti ») nella parte sbagliata (il retro tace, non dice niente del discorso, è il retro).

It is about being on the wrong side, and staying there. It is about being on the B – side, as Corrado Costa loved to say: the B – side of poetry, the B – side of the discourse, and persisting in the error, « stubborn and pigheaded », always where you shouldn’t be (the flip side is silent, it adds nothing to the conversation, it’s the flip side).

181 scritture, disegni, grafie, materiali asemici di Marco Giovenale fuori testo, a colori e in b/n.
Con introduzione e intervista (in italiano e inglese) all’autore a cura di Giuseppe Garrera. Traduzione di Johanna Bishop.
181 texts, drawings, glyphs, asemic works by Marco Giovenale, col. and b/w. Preface and interview: Giuseppe Garrera. Text: Italian and English (English translation: Johanna Bishop).

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Esaurita la prima tiratura, è disponibile la
ristampa dell’Enciclopedia asemica / Asemic Encyclopaedia
(IkonaLíber, 2022)

n.b.: restano solo due copie disponibili della prima edizione. (a prezzo minore rispetto alla nuova). chi desiderasse acquistarle può scrivere all’editore: http://www.ikona.net/contatti/

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“poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

Sulla scorta degli interventi di Elisa Donzelli (LPLC, 23 gen. 2022) e di Lorenzo Mari (Argo, 17 feb. 2022) a proposito della generazione dei nati nell’arco di tempo 1968-1980, interventi che considero qui letti e meditati, aggiungo poche brevi riflessioni.

Si tratta di appunti verso un possibile saggio, non di osservazioni strutturate:

A_
Un numero consistente di autori nati dopo il 1968 non si è trovato al di fuori di una ipotesi (verificabile, a volte contraddittoria, ma pure reale) di comunità, talvolta non solo letteraria ma anche politica. Penso ai genovesi del gruppo Bibhicante (Fabrizio Venerandi, Donald Datti, Paola Malaspina e Gianluca Seimandi), agli autori che si riunivano nei primissimi anni Novanta sotto la sigla LARP (Laboratorio Aperto di Ricerca Poetica, a cui partecipavano, tra gli altri, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Simone Caltabellota, Marco Cassini, Michele Fianco), al collettivo Sparajurij (cfr. qui), alla redazione della rivista bolognese “Versodove”, all’esperimento àkusma (1999-2003, fondato da Giuliano Mesa), alla redazione di gammm, al gruppo raccolto intorno a siti come Nazione indiana o Absolute poetry, all’ensemble EscArgot (che intorno al 2009 prendeva appunto nome dal centro sociale ESC nel quartiere San Lorenzo, a Roma, ed era composto originariamente da Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Andrea Cortellessa, Elisa Davoglio, Michele Fianco, Francesca Fiorletta, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Tommaso Ottonieri, Cetta Petrollo, Vincenzo Ostuni, Gilda Policastro, Lidia Riviello, Sara Ventroni).

Emilio Villa e Corrado Costa, dall’archivio di Pari & Dispari, di Rosanna Chiessi _ https://www.pariedispari.org/

Nel testo 6070 (uscito nel 2020 su OperaViva ma scritto parecchi anni prima), ho fatto per me, inoltre, l’esempio congiunto della rivista “Babele” e del movimento della Pantera, a cui dovrei accorpare una collaborazione e dialogo di non breve durata con le riviste “Private” e “Il Segnale”. (P. es.: nel 1997 ho curato, sulle migrazioni e sul passaggio come identità, e in modo tentativamente non ‘neorealista’, un numero di “Private” intitolato Identità di transito, di cui si può avere un succinto saggio qui: https://www.privatephotoreview.com/1997/09/11-identita-di-transito/).

B_
Mi domando – tornando al documento su LPLC di Elisa Donzelli – se il forte legame con la scrittura poetica dei “nonni” Sereni e Fortini piuttosto che con padri assenti (o non visibili) si debba principalmente a una unicità indubitabile / totalmente inaggirabile dei due poeti, e non anche o soprattutto all’unione di tre fattori:

(1) la scelta, da parte dell’editoria di grande distribuzione, di privilegiare unicamente la lirica, o meglio le scritture assertive; (2) la scomparsa tra fine anni Settanta e metà Novanta di un numero impressionante di persone cruciali e autori definibili sperimentali (Vittorio Reta, morto nel 1977; Adriano Spatola, 1988; [Antonio Porta, 1989]; Giorgio Manganelli, 1990; Corrado Costa, 1991; Patrizia Vicinelli, 1991; Gianni Sassi, 1993; Paolo Volponi, 1994; Luciano Anceschi, 1995; Franco Beltrametti, 1995; Edoardo Cacciatore, 1996; [Amelia Rosselli, 1996]; Vincenzo Accame, 1999; nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia); (3) l’uscita di un numero ragguardevole di volumi sereniani, presso Mondadori, a partire da Tutte le poesie, nello Specchio, nel 1986, a tre anni dalla scomparsa dell’autore. (Una seconda edizione è già del 1987). Siamo al centro degli anni Ottanta.

C_
La conclusione del decennio 1971-80 registra ben evidenti segni premonitori di ciò che anche in poesia sarebbe stato il periodo degli Ottanta: anche solo le due edizioni della Parola innamorata, 1979 e 1980, sarebbero sufficienti. Per cosa? Per parlare di ritorno all’ordine (editoriale), come minimo. A cos’altro avrebbe reagito, infatti, il gruppo ’93, se non ad una situazione di sostanziale restaurazione? (Ossia ad un tentativo di fare come se tutte le avanguardie e le sperimentazioni novecentesche, semplicemente, non fossero mai esistite).

D_
Sembra assai difficile, per esempio, soprassedere sulle scelte formali/stilistiche di Mondadori a partire dal decennio seguente la scomparsa di Montale (1981) e Sereni (1983). Tolti i cinque nomi di Zanzotto, Neri, Gramigna, Ballerini e Majorino, ai quali aggiungerei quelli dei ‘fuorilegge’ Zeichen e Bordini, e sicuramente l’hapax Balestrini (Caosmogonia, 2010), credo che un sommario elenco di autori pubblicati nello Specchio in questo trentennio parli da solo, in termini di inclinazione di scrittura (non parlo di qualità ma di modus scribendi): Valduga, Frabotta, Spaziani, Bellezza, Riccardi, Lamarque, Giudici, Conte, Mussapi, Vitale, Raboni, De Angelis, Anedda, Dal Bianco, Bacchini, Cucchi, Risi, Erba, Orelli, Buffoni, Bevilacqua, Zavoli, Benedetti, Pecora, Rondoni, Copioli, Calabrò, Fiori, Villalta, Cerami, Ramat, Deidier, Bona, Theóphilo, Ruffilli. Nulla che anche solo lontanamente accenni a una sintonia con quel formidabile cambio di paradigma che – iniziato tra fine anni Cinquanta e primissimi Sessanta – dopo il ’68 e dopo la selva di sperimentazioni e laboratori anche verbovisivi degli anni Settanta avrebbe continuato a lavorare (esistere!) pur venendo recisamente radicalmente aggredito e negato (per non dire asfaltato) dall’editoria di grande distribuzione e dalla pubblicistica già definibile “generalista”.

E_
Per la “bianca” di poesia Einaudi il 1980 è uno degli anni della ristampa de Gli strumenti umani, di Sereni, e di Foglio di via e altri versi, di Fortini. Tra gli anni Ottanta e la metà dei Novanta escono nella collana libri di Cavalli, Luzi, De Angelis, Orengo, Nardini, Ortesta, Ottieri, Bufalino, Erba, Valduga, Bona, D’Elia, Raboni, Merini, Romano, Piersanti, per arrivare al 1994 di Composita solvantur, testamento di Franco Fortini. Se osserviamo invece la vicenda dei Novissimi, notiamo che il libro nato nel 1961 era stato accolto in Einaudi nel 1965, per arrivare a un'”ultima” edizione (guarda caso) nell’anno-soglia 1979. Si entra poi in un ventennio ben abbondante di assenza dalle librerie italiane. La ristampa successiva porta la data del 2003. (Ed è tutt’ora l’ultima, in senso assoluto – parrebbe).

F_
Ma in casa Garzanti? Dal 1980 al 1995: Penna, Bemporad, Parronchi, Romagnoli, Cerami, Sereni (Stella variabile, opera accresciuta rispetto alla prima edizione comparsa in tiratura limitata), Caproni, Bertolucci, Cima, Canali, Fiore, Mussapi, Ramat, Ruffilli, Levi, Morante, Sanesi, Luzi, Guidacci, Pozzi, Lamarque, Bellezza, Spagnoletti, Turoldo, Giudici, Ottieri, Pasolini, Bacchini, Rebora, Erba, per citare solo alcuni.

G_
Quali autori non allineati trovava in scaffale il lettore ventenne nel 1989-90? Ipocalisse, di Balestrini, era uscita nel 1986 da Scheiwiller (due anni dopo il ‘forzato’ periodo francese dell’autore, 1979-1984). Sempre da Scheiwiller, le Osservazioni sul volo degli uccelli (1988) e nell’87 per Becco giallo Il ritorno della signorina Richmond. La prima edizione dell’Orda d’oro, di Balestrini e Moroni, esce nel 1988. Nel 1989 nasceva a Milano il Gruppo ’93; e, a cura di Mario Lunetta e Franco Cavallo, usciva Poesia italiana della contraddizione, 350 pagine pubblicate non certo da Einaudi, Garzanti o Mondadori, ma da Newton Compton. Ed era in attività un gruppo agguerrito di critici e autori, capaci di tentare di contrastare il kitsch di un orfismo montante, e tuttavia non in grado di stabilire un legame solido con la Francia di Anne-Marie Albiach (classe 1937), Denis Roche (nato anche lui nel ’37), Dominique Fourcade (1938), Emmanuel Hocquard (1940), Danielle Collobert (1940), Claude Royet-Journoud (1941), Christian Prigent (1945), Liliane Giraudon (1946), Jean-Marie Gleize (1946), Anne Portugal (1949), Vannina Maestri (1954), Jacques Sivan (1955), Olivier Cadiot (1956), Éric Houser (1956), Jean-Michel Espitallier (1957), Christophe Tarkos (1963), Nathalie Quintane (1964), Christophe Marchand-Kiss (1964), Charles Pennequin (1965), Jérôme Mauche (1965), e di riviste come “Nioques”, “TXT” , “Java” e molte altre. Quasi tre generazioni di autori passati sotto silenzio. Un legame o scambio avrebbe invece permesso la formulazione di percorsi sperimentali non necessariamente centrati sulla lingua come fucina primaria.
Un geniale Giuliano Mesa pubblicava uno dei suoi libri migliori, I loro scritti, nel 1992 per Quasar.

H_
Cosa trovava in scaffale un lettore ventenne nel 1999-2000? Poco, se non nulla, di quanto appena elencato, in termini di sperimentazione. Molto, invece, da Einaudi e Mondadori (i nomi fatti). Era pressoché trascorsa l’avventura del Gruppo ’93, chiusa la rivista “Baldus” (1990-1996). A dare altri parametri (tuttavia non “d’avanguardia”) rispetto al mainstream poteva pensare nel 1995 la raccolta delle Opere di Carmelo Bene, uscita per Bompiani. Dieci anni prima, nel 1985, era comparsa la seconda edizione del Waste Land di Eliot nella traduzione di Alessandro Serpieri (risalente all’82). L’opera di Umberto Eco proseguiva, sul versante critico-filosofico, in direzioni proficue con tre opere fondamentali come Sugli specchi (1985), I limiti dell’interpretazione (1990) e Kant e l’ornitorinco (1997). In poesia il 1995 era l’anno del meridiano di Vittorio Sereni.
Mancano moltissimi tasselli al quadro, ma i pochi raccolti fin qui immagino diano un quadro limpido della situazione.
Sia chiaro che in questa sede non si oppongono autori di ricerca ad autori assertivi (o non solamente). Si vuole semmai suggerire una banalità di base: i lettori e poi autori che avevano vissuto la propria formazione negli anni Settanta-Ottanta avevano potuto incontrare un’editoria e un quadro di conflitti che i nati successivamente purtroppo non avrebbero avuto a disposizione. (In 6070 faccio l’esempio, credo significativo, degli sceneggiati televisivi fruibili negli anni Settanta, radicalmente diversi rispetto a ciò che avrebbe elargito la tv commerciale nel decennio successivo).

I_
Ci interrogheremo sul ruolo della grande distribuzione libraria per come poi si è configurato tra anni Novanta e anni Zero? Vale la pena ricordare la chiusura delle decine e decine di librerie indipendenti o di catena (Rinascita, per nominarne solo una) negli anni Zero? Quel che è successo dal 1994 a oggi nella politica e nell’economia italiane è del tutto ininfluente sull’asse Mondadori-Einaudi-Rizzoli-Bompiani?

J_
La (mondadoriana) fortunata e meritoriamente ristampatissima antologia di poesia curata da Pier Vincenzo Mengaldo, del 1978 (daccapo: sulla soglia degli anni Ottanta), è stata nei decenni ed è tutt’ora in prima linea nella determinazione di un canone assertivo nelle scritture in versi di secondo Novecento, insieme alle periodiche uscite dell’Almanacco dello Specchio, e all’antologia Cucchi-Giovanardi Poeti italiani del secondo Novecento (Meridiani Mondadori, 1996, alla quarta edizione già nel 2001, sesta nel 2011; e Oscar Mondadori, edizione aumentata, 2004, seconda ristampa 2010).

K_
Un posto particolarmente rilevato dovrebbero occupare, in un resoconto meno lacunoso e sfilacciato di questo, non solo le antologie ‘serie’ (massime le due del 2005, Parola pluraleDopo la lirica) e i tristi tentativi antologici del sottobosco, ma pure i resoconti dei critici che (particolarmente presso Carocci) negli ultimi anni si sono spesi sul campo – appunto – del canone. (Canonizzando quasi sempre il già canonizzato dall’editoria). Ma qui lo spaziotempo e l’energia disponibile si oppongono, e rinvio.

Se nel 1979 crolla il palco dei poeti di Castel Porziano, per eccesso di “pubblico della poesia”, poco dopo entra in scena la “poesia per il pubblico”: la re-poésie, come direbbe Gleize. Le movenze e retoriche dell’assertività.

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podcast dell’intervista di mg a radiotre suite su “il cotone”

https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/Radio3-Suite—Magazine-del-20022022-94a719a3-1c47-4bbb-a4b0-a560f9899934.html

intervista a mg su Il cotone: a circa 16′ 44”
ossia precisamente qui:
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/Radio3-Suite—Magazine-del-20022022-94a719a3-1c47-4bbb-a4b0-a560f9899934.html?ts=995

il libro:
https://www.zacintoedizioni.com/product-page/il-cotone

 

for the launch of “the l=a=n=g=u=a=g=e book” in a french translation

For the launch of the The L=A=N=G=U=A=G=E Book in a French translation by Amélie Ducroux, the publisher, Presses Universitaires de Rouen et du Havre (PURH) has orgnizaed an events in Paris and the Université de Rouen.

Review of L=A=N=G=U=A=G=E, le livre  by Emmanuel Laugier in Matricule des Anges (Dec. 2021) #228: pdf

Paris: Weds., March 23, 7:30pm (19h30) 
POETES AMERICAINS de la mouvance l=a=n=g=u=a=g=e

at « l’ours et la vieille grille », 9 rue Larrey, Paris 75005, métro Monge ou Censier-Daubenton
Featuring Susan Bee, Amélie Ducroux, Sally Silvers, Bruce Andrews, Charles Bernstein and Christophe Lamiot Enos (invited by Paul de Brancion). Mostly bilingual.

Paris: Fri., March 25, 7:30pm (19h30), doors open 19h.
at the Red Wheelbarrow Bookstore, 11 Rue de Médicis, 75006
Andrews and Bernstein, with Lamiot Enos: English only

Rouen: Poésie, (é)motions: March 21, 2022
Université de Rouen, Mont-Saint-Aignan, Salle des Conférences / Maison de l’Université
Anne-Laure Tissut et Christophe Lamiot Enos (ERIAC)
9h30 : Ouverture de la journée : Anne-Lise Worms (Vice-Présidente du Conseil Académique), François Bessire (ancien Directeur des Presses Universitaires de Rouen et du Havre)
I9h45-10h: Introduction —  Christophe Lamiot Enos (ERIAC, Université de Rouen)
10h-10h30 : lectures—Bruce Andrews
10h30-11h : table ronde, avec Bruce Andrews, Susan Bee, Charles Bernstein, Amélie Ducroux, Isabelle Garron, Sally Silvers, modérateurs Christophe Lamiot Enos et Anne-Laure Tissut, la revue L=A=N=G=U=A=G=E à la fin du XXème siècle (émergence, ambitions, réceptions, représentations), aux USA, en poésie et ailleurs
1h00-11h30 : discussion et pause café
11h30-12h : intervention—Susan Bee
12h-14h30 : discussion et pause déjeuner
14h30-15h30 : interventions—Sally Silvers, Charles Bernstein
16h-17h : table ronde, tous les participants, avec plus particulièrement Isabelle Garron, modérateurs Christophe Lamiot Enos et Anne-Laure Tissut, la revue L=A=N=G=U=A=G=E aujourd’hui, aux USA, en France, en poésie et ailleurs : enseignements, embranchements, jeunes pousses, avenirs, au regard du Nouveau monde, anthologie des poésies en France de 1960 à 2010.

L=A=N=G=U=A=G=E, le livre is part of the TO series, edited by Lamiot. This series includes blingual collections, not otherwise published in English, by Hank Lazer, Norman Fischer, ALice Notley, Roger Kamenetz, Joe Ross, Laynie Brown, Lee Ann Brown, and others, as well as manifestoes by Lamiot.


& just before the L=A=N=G=U=A=G=E Book launch
Marseille

Charles Bernstein (with Martin Richet)
at Le Centre international de poésie Marseille
6:30pm (18h30), Thurs., March 17, 2022 (bilingual)
and earlier that day Susan Bee and Bernstein: worskhop on collaboration

repetita: “istruzioni politico-morali” di michele zaffarano

 

Michele Zaffarano, Istruzioni politico-morali (all’indirizzo dei nostri giovani poeti sul reperimento e sulla assimilazione dei concetti nuovi).
[dia•foria, coll. floema, Viareggio 2021.

qui di séguito l’impertinente booktrailer del libro finora censurato in 32 paesi del mondo, compresa l’Italia (soprattutto l’Italia), e che diventerà il Manuale coercitivo-liberale di scrittura dei prossimi due secoli: https://facebook.com/story.php?story_fbid=4690676880978320&id=157773254268728

per acquistare celermente il volume, prima
del collasso ecologico, si può anzi si deve
scrivere a:
info@diaforia.org

http://www.diaforia.org/diaforiablog/pubblicazioni-di-dia%E2%80%A2foria/dia%e2%80%a2foria-27-michele-zaffarano-istruzioni-politico-morali/