Archivio mensile:Luglio 2022

la “capsula del tempo” di tommaso cascella e sandro scarmiglia: a bomarzo il 16 luglio

CAPSULA DEL TEMPO

Tommaso Cascella – Sandro Scarmiglia

a cura di Serena Achilli

 

OPENING: 

Sabato 16 luglio, dalle ore 17

GIARDINO DEL SACRO BOSCO DI BOMARZO (VT)

È il 1552 quando Vicino Orsini inventa il suo Sacro Bosco “Sol per sfogare il core”, dando inizio alla costruzione di uno dei luoghi più enigmatici del Rinascimento.  Siamo in un periodo in cui era appena stato scoperto il Nuovo Mondo e iniziavano i grandi viaggi, con la conoscenza di nuove culture e di cibi, era l’epoca moderna. In Europa la Chiesa era divisa dalla riforma protestante, e la Controriforma e le guerre di potere confondevano il sacro con il profano. Roma, Venezia, Napoli e Firenze erano i centri di convergenza della cultura, nascono le Accademie e si rafforzano grandi famiglie come i Farnese e i Medici, con i quali gli Orsini incrociano la propria dinastia. In questo contesto di rivoluzione, nel piccolo feudo di Bomarzo, Vicino Orsini crea un giardino surreale, straordinario e disorientante, un labirinto ermeneutico. In epoca contemporanea Salvador Dalì per primo, poi Marcel Duchamp, André Breton, Willem de Kooning , Niki de Saint Phalle e molti altri personaggi dell’arte e della cultura visitano e rimangono affascinati dal mondo di Vicino, che dagli anni ’50 del secolo scorso è divenuto di proprietà e poi recuperato dalla famiglia Bettini. Come una “capsula del tempo” è l’opera di Vicino Orsini, perché improvvisamente ce la ritroviamo così contemporanea e, allo stesso momento, carica del suo tempo. Uno spaesamento che Tommaso Cascella e Sandro Scarmiglia, con le loro sculture, ripropongono attraversando un ponte temporale che si riconnette direttamente a questo luogo, creando nuovo mistero, ma anche confronto e dialogo.
Con cortocircuito temporale, fanno proprio il messaggio cifrato lasciato dall’Orsini. Cascella e Scarmiglia, per le loro forme arcaiche, usano il ferro e il cemento come a datare il nostro tempo tecnologico e precario. In una conversazione a due, anzi a tre considerando Vicino, riprendono il fantastico e l’alchemico del Parco inglobando tutto in un gioco di forma e luce intenso e fluido, in assoluta relazione e armonia con lo spazio.

un’acquarello di maria vittoria petrolati

 

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in occasione della presentazione de La gente non sa cosa si perde (Tic), Delle osservazioni (Blonk) e Il cotone (Zacinto) allo Studio Campo Boario, con Ada Tosatti, il 7 giugno 2022, nella rassegna Libridine 2022.

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julia born: “all capitals” @ macro _ fino al 9 ottobre 2022

Sandro Ricaldone

JULIA BORN
All Capitals
MACRO – Roma
21 giugno – 9 ottobre 2022

La designer Julia Born, seguendo il suo interesse per le diverse forme di scrittura come mezzo di espressione, ha raccolto i frammenti di un vocabolario diffuso in tutta la città di Roma, trasformando le pareti della sezione IN-DESIGN del MACRO in un’esposizione monumentale di iscrizioni, segni, etichette, impronte, scarabocchi e disegni trovati, sia ufficiali che anonimi e non autorizzati.

Le parole sono legate allo scorrere del tempo, perché di fronte a loro siamo portati a riconoscere, con una certa umiltà, che sopravvivranno, riconfigurandosi costantemente. Ma quale idea di tempo, o di tempi, stiamo considerando? “Scolpire qualcosa nella pietra” significa renderla immobile e immutabile, ma non atemporale. Per sottolineare questo paradosso, nomi, parole e testi di rilevanza storica sono affiancati nel progetto espositivo da segni e tracce mobili del paesaggio romano come gli stormi di uccelli o le crepe in cui a volte capita di inciampare sui marciapiedi.

Le parole raccolte dalla designer seguendo il suo impulso personale non aspirano a rappresentare l’intera storia della città e delle trasformazioni che ha subito. Si tratta piuttosto di un montaggio di vocabolari destinati a mettere in luce il potere della parola scritta, l’attribuzione di un titolo o della proprietà di un luogo, la relazione tra potere e spazio pubblico, la volontà di lasciare una traccia. Il titolo della mostra, All Capitals, indica come questi temi siano enfatizzati dalla scelta della designer di selezionare solo frammenti scritti in maiuscolo.

Nella maggior parte dei casi riprodotte nelle loro dimensioni originali, le scritte sulle tre pareti della sala travolgono il visitatore con la loro monumentalità sottolineando una nuova sensazione di distanza e vicinanza. Estrapolate appunto dai loro contesti, le parole si distaccano dal loro significato primario invitando il pubblico ad assumere un ritmo di posizioni alterne: istintive, cogliendo l’impatto visivo di frammenti linguistici trasformati in immagine, e di distanza critica, analizzando loro monumentalità incise e scomposte.

La mostra sarà accompagnata da un booklet che presenta le schede informative dei frammenti verbali selezionati al fine di restituire al pubblico uno strumento che illustri le storie dietro a ognuno di essi. Parte della pubblicazione sono anche due brevi saggi di Salvatore Lacagnina e Ari Ray, figure incontrate a Roma dalla graphic designer.

la francia da una parte, l’italia dall’altra: lo snodo degli anni ’80 e ’90 e la povertà della situazione italiana in letteratura

un estratto di appena 7′ dalla presentazione del libro Qualche uscita. Postpoesia e dintorni, di Jean-Marie Gleize:

per intendersi sulle differenze tra Italia e Francia, sullo snodo cruciale degli anni Ottanta, sugli oltre vent’anni di cattiva editoria italiana (almeno fino al 2003), e sui danni che ne derivano ancora oggi.

[la registrazione integrale della presentazione, con tutti gli interventi (di Magno, Manganelli, Giovenale, Zaffarano) è ascoltabile qui: https://gammm.org/2022/07/07/presentazione-qualche-uscita/]

[l’intervento da cui cito i nomi, e a cui in voce mi riferisco, è il seguente: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/]

Francis Ponge

N.b.: in un intervento di commento a quanto da me detto nei 7′ proposti, Michele Zaffarano giustamente aggiunge, ai nomi fatti, il maggiore di tutti, Francis Ponge (1899-1988), modello autoriale essenziale per tutti gli scrittori francesi di terza via, alternativa cioè ad avanguardia e lirica, parimenti tradotto poco o per nulla in Italia (addirittura fino a oggi).