@
chi volesse iscriversi alla DC (Dissociazione Culturale), ovvero seguire slowforward e sdegnare il mainstream, può inserire la propria mail nello spazio “Follow” della sidebar (ovvero nel form in fondo, per chi legge su cellulare).
l’iscrizione, gratuita, dà diritto a essere felici nonostante la poesia italiana contemporanea, e a ricevere le informazioni quotidiane su ciò che slowforward pubblica.
All’esterno dello spettacolo (come della “contemplazione” → anni ’70), forse il problema maggiore comparso con il Novecento nel suo svolgersi è stato proprio questo: il ritorno massiccio del retinico sotto forma di spettacolo. E, in ciò, forse è stato peggiore il secondo “monstrum”: quello appunto spettacolare (frontale, mai obliquo, mai mercuriale, sempre e solo figurativo, mai metamorfico, mai trasfigurativo o defigurativo).
Per questo, e qui dirò qualcosa di relativamente imprevedibile, non è possibile prendere troppo sul serio la stessa pratica dell’asemic writing così come è, per sé. (E peggio ancora in funzione di una ipotetica liberazione dalle pastoie del linguaggio, della semantica: mossa puerile, il più delle volte).
La scrittura asemica a mio modo di vedere ha senso se sottoposta a una sottrazione di percezione connotata, aisthesis, osservabilità-posa, calligrafia, moina, spettacolo.
Ma la sottrazione stessa, ancora, va pensata non in forma museale = daccapo vedibile/vendibile.
Questo è uno scoglio che credo la scrittura asemica debba osservare ed evitare, a vent’anni e più dalla sua “esplosione” come versante artistico diffuso, riconosciuto, condiviso.
I fumi della fornace – Valle Cascia – Montecassiano (Mc)
https://www.congerie.org/
24 agosto 2023 ore 23:00 Audio Doc Sound Title #1
25 agosto 2023 ore 23:00 Audio Doc Sound Title #2 e #3
“Partire da una sceneggiatura visiva per approdare a un documento sonoro. Il visivo scompare per lasciare spazio all’uditivo. O, forse, a un altro vedere e sentire”
Da Baobab Experience:
È stato necessario un terzo grado di giudizio per affermare in Italia un principio tanto ovvio e banale.
Questo perché i partiti di estrema destra hanno costruito intere campagne e vinto competizioni elettorali facendo leva sulla menzogna.
Installando nell’opinione pubblica – con l’aiuto di una stampa in parte complice in parte ignorante – la falsa convinzione che chi arriva “irregolarmente” (perché le vie legali semplicemente non esistono!) sia by definition un “clandestino” e soggiorni “illegalmente” nel territorio italiano.
Nulla conta l’identificazione e la richiesta di protezione che queste persone presentano formalmente, tra l’altro dovendosi destreggiare tra mille ostacoli burocratici.
Eppure non ci voleva una laurea in etimologia per comprendere che chi autodenuncia la propria presenza in Italia non ha alcuna intenzione di nascondersi e non può quindi essere considerato clandestino.
È logica!
Chissà se ora tanto le forze politiche quanto i giornali di destra staranno più attenti alle parole, quantomeno per non dover accumulare condanne, pagare risarcimenti del danno e spese di giudizio.
Perché sull’onestà intellettuale abbiamo perso ogni speranza.
Corrado Costa, Autobibliografia
Atelier di Adriano Spatola, Sant’Ilario d’Enza, 1988
Durata: 5’ 16”
Pubblicato da Orazio Converso, Videor, Roma, nel 2014
Video tratto dal canale YouTube della Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
Testo:
“Per ricostruire un po’ l’iter della mia poesia, segnalerei fra i libri assolutamente introvabili, che pur tuttavia sono sicuro che sono stati pubblicati anche se sono spariti assolutamente dal commercio (ed è probabile che non siano neanche stati distribuiti) sia per le disavventure degli editori e la disavventura totale di questo autore, segnalerei, come libri importanti, il Mignottauro, che conteneva poesie e disegni. Questo Mignottauro era dedicato a quel figlio di mignotta che è il Minotauro e conteneva altresì, assieme alle mie, poesie di Emilio Villa, creando una problematica molto strana, perché né io né Emilio Villa riuscivamo più a riconoscere quali fossero i testi di ciascuno di noi. Continua a leggere
Nella mia ricognizione (tutt’ora in corso) della situazione di circa 430 riviste online italiane di letteratura, ho avuto la conferma strabiliante e precisissima di quello che per anni si è detto in area gammm & Co.: ossia che quasi non esiste in Italia una coscienza e conoscenza della sperimentazione letteraria mondiale, e dei suoi legami con l’arte contemporanea.
Online, sì, ma son sempre riviste, quelle “letterarie” e “italiane”. Come riviste, rivedono. Rivedono e ridanno il già visto. Diecimila articoli (dovuti e giusti, non è questo che dico) sulla scomparsa di Michela Murgia, undicimila sull’ultimo libro di Pallino Einaudi, o sul romanziere (appunto: un romanziere) scoperto dalla piccola valente casa editrice. Ma tutto nella forma soggetto-verbo-predicato. E magari prèdica, se possibile.