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prière pour les ingénieux rayon des foetiches engendrés / emilio villa. 1976

Prière pour les ingénieux rayon des Foetiches engendrés (pour obtenir la consommation de toutes les Apparences)

Emilio Villa, da “E/mana/azione”, n. 2, Napoli, settembre 1976

(Preghiera per i raggi ingegnosi dei Feticci generati – per ottenere la consumazione di tutte le Apparenze)

Grazie a Stefano Marotta per l’immagine.

prosa in prosa: un video esplicativo

questo video spiegherà tutto:
facebook.com/emanuele.kraushaar/videos/3588974284486884

viene alla luce la terribile verità:

PROSA IN PROSA_ tic_ copertina
https://ticedizioni.com/collections/vetrina/products/prosa-in-prosa

Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009-10, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.

foto dei sei_ 4a di copertinaDa non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.

 

 


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sovversione vs school of quietude

William Burroughs a Gérard Lemaire: ” ‘Scrivere significa vedere fino a che punto si può far sì che qualcosa si produca’. L’atto di scrittura è una riscrittura del mondo e di conseguenza una violenta operazione di sovversione” [grassetto mio]

(E: grazie ad Andrea Balietti per aver rammentato questo passo).

Sembra in piena attività, almeno in Italia, invece, quella che parecchio tempo fa Ron Silliman chiamava la “School of Quietude”.

cb, da “l’orecchio mancante”

Perché, invece di stampare l’Ulisse di Joyce su carta (trattamento tipografico), lo si imprime (sempre tipograficamente) su EASTMANCOLOR con la presunzione di averne fatto un film? Perché si impolverano soprammobili noleggiati, avendo a solo scopo dell’operazione l’ingenuità di attribuirsi un passato? Perché ogni realtà “interna” al cinema deve essere a tutta forza giustificata dalla sua equivalenza ad una realtà esterna? Perché la capacità d’un attore è riposta soltanto nella sua facoltà di imitazione? Perché lo spazio deve essere paesaggio e basta? Perché il “colore” è obbligato a uniformarsi alla stupidità della natura? Perché mai la “sequenza” è solo logica? Perché l’arte deve essere la vita? Chi lo ha detto che la vita deve essere “questa vita”?

Carmelo Bene, L’orecchio mancante

dialogo sull’immortalità / tiziano lucci. 2019

 

Tiziano Lucci
DIALOGO SULL’IMMORTALITÀ
Estrazione e traduzione della parte verbale del quadro Urvasi e Gilgamesh di Gino De Dominicis.
The Independent – UnaVetrina – MAXXI – Macro Asilo.
Terza tappa.

>> TESTO <<<

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