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pod al popolo, #003 _ cinque minuti sulla postpoesia

Come non esistesse (o: acciocché cessi d’esistere) un radicato radicante analfabetismo sui temi della postpoesia, riecco Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Stamattina legge dalle pp. 49-51 di Qualche uscita. Postpoesia e dintorni, di Jean-Marie Gleize, raccolta di saggi (da Sorties, 2009) tradotta con sprezzo del pericolo da Michele Zaffarano e pubblicata da TIC Edizioni. Buon ascolto.

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da e su due post (e relative serie di commenti) di stefano guglielmin

A proposito dei thread facebook t.ly/1TaT e t.ly/xCFCC)

Stefano Guglielmin, con la sua consueta onestà intellettuale, apertura e attenzione, mi sembra abbia portato nel suo post facebook t.ly/1TaT (come nell’altro, t.ly/xCFCC) alcuni sintetici elementi di riflessione in sintonia con Uscite. Postpoesia e dintorni, di Jean-Marie Gleize (Tic Edizioni, qui: t.ly/DQB6), libro a mio avviso fondamentale, che non a caso rappresenta la seconda pubblicazione della collana “Gli alberi” diretta da Michele Zaffarano. (La prima era stata il volume sull'”assertività”, scritto da Gian Luca Picconi, cfr. qui: t.ly/9JGM).

Entrambi i libri della collana non hanno la minima intenzione di porsi sotto una luce precettistica, ma semmai analizzano uno spettro non minimo di scritture francesi e italiane che testimoniano di alcuni cambiamenti effettivi, oggettivamente avvenuti e presenti, ormai storicizzati, nelle letterature – in verità – di tutto il mondo. (Cambiamenti di cui solo limitatamente, nonostante molti sforzi, gli italiani si impegnano ad avere contezza).

Ebbene, l’invito di Gleize (e – nel post – di Stefano) a ripensare le scritture in un’ottica addirittura “post-generica” temo però possa essere inteso (e ancor più accolto) assai difficilmente da vari lettori, in un contesto locale e provinciale italiano che – volente o nolente, consapevole o no – da circa 40 anni subisce il bombardamento radioattivo dell’editoria mainstream (di cui parlo fino allo sfinimento, da anni, in slowforward, e su cui segnalo appena questo testo: t.ly/-4Qy).

In un’ottica di “cambio di paradigma” (processo in corso, non ultimato, a cui accennavo sul “verri” oltre un decennio fa, e poi qui: t.ly/ueqv), non si tratta di aggiungere un filo (definibile sperimentale, o di ricerca) alla trama del meraviglioso impareggiabile tessuto della poesia, o magari della Poesia. Si tratta semmai di fare un passo laterale, e iniziare a percepire un asse dimensionale deviante (o un contesto ancora indefinibilmente altro) rispetto a quelli che fin qui avevano inquadrato un certo versante del letterario. (Faccio un paragone, un semplice paragone, che non vuol dire equiparazione: l’arte concettuale non è definibile pittura, e nemmeno – a rigore – post-pittura, ma proprio è un’altra cosa. Quindi ragionare, ad esempio, sul tessuto metrico, retorico, fonosemantico di una scrittura di ricerca degli ultimissimi anni ha tanto senso quanto ragionare sulla forma, il colore, la “bellezza” e armonia delle tre sedie di Kosuth).

Non si confonda, insisto, l’esempio con un’equivalenza. Non sto dicendo che la nuova scrittura “è concettuale” (anche se esiste una corrente di scrittura che tale si definisce, e spero che all’uscita del prossimo numero del “verri” tutti leggano i materiali che vi sono inclusi). Sto dicendo che alcune scritture nate dalla tutt’ora mobilissima e in fieri vegetazione del cambio di paradigma escono dal territorio della poesia, o del facilmente classificabile, nonostante ancora (per inerzia critica e topologica) vengano riportate sotto quella etichetta. Sono – volendo – delle deviazioni, frisebees, nioques, o “uscite”, appunto, come suggerisce Gleize.

E meglio ancora: sfuggono a una troppo facile connotazione e collocazione di genere letterario. Spero che su questo si possa avviare, certo non solo su facebook, una riflessione (e ancor più, e ancor meglio, una rinnovata serie di ‘percezioni’) che – volendo – ha una valanga di materiali sui quali esercitarsi. Anche solo in rete.

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antonio syxty incontra gianluca picconi: su “la cornice e il testo. pragmatica della non-assertività” (tic edizioni)

il libro: https://ticedizioni.com/collections/gli-alberi/products/la-cornice-e-il-testo-pragmatica-della-non-assertivita-gian-luca-picconi

tra i (possibili) libri per l’estate, due tic: “la gente non sa cosa si perde” e “qualche uscita. postpoesia e dintorni”

Un grazie particolarmente sentito a Sara Sorrentino e Simone Biundo per aver scelto La gente non sa cosa si perde (Tic) come libro da suggerire per l’estate, da parte del sito La balena bianca https://www.labalenabianca.com/2022/07/13/i-consigli-dellestate-poesia/

Noto con altrettanta e maggiore felicità che un secondo libro Tic è segnalato, nel corpo della stessa rassegna, stavolta da Stella Poli: Qualche uscita. Postpoesia e dintorni, di Jean-Marie Gleize, tradotto da Michele Zaffarano.

20 giugno, roma: presentazione di “qualche uscita”, di jean-marie gleize, alla libreria stendhal

@ Libreria Stendhal – Librairie francaise de Rome
Piazza di S. Luigi de’ Francesi 23 – Roma

Lunedì 20 giugno 2022, ore 19:00

Jean-Marie Gleize

Qualche uscita. (Postpoesia e dintorni)

(Tic Edizioni, Gli Alberi, 2)

con

Marco GiovenaleLuigi MagnoMassimiliano Manganelli

evento facebook: https://www.facebook.com/events/280025094314193

non sarà presente l’autore

oggi, 31 gennaio, tic talk: jean-marie gleize, “qualche uscita. postpoesia e dintorni” (tic, 2021)

su https://youtube.com/channel/UCtSz6phvlJNM9LuoPOeYBAw

OGGI, 31 gennaio alle ore 21 

 

postpoesia e dintorni: lunedì 31, incontro su “qualche uscita”, di jean-marie gleize

TIC Edizioni, Roma 2021

TIC Edizioni presenta
QUALCHE USCITA. POSTPOESIA E DINTORNI
di Jean-Marie Gleize

Incontro con Florent Coste, Luigi Magno, Gian Luca Picconi
Lunedì 31 gennaio 2022, alle ore 21:00
Tic Talk a cura di Emanuele Kraushaar e Michele Zaffarano
Online in diretta streaming sui canali:
https://tinyurl.com/ticedizioni
o https://www.facebook.com/ticedizioni

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Scheda del libro:
La poesia è per noi oggi innanzitutto ‘lapoesia’, un grande totem storico che continua ad attraversare le istituzioni scolastiche e i mezzi d’informazione e a imporre termini chiave come ‘espressività’, ‘armonia’, ‘sincerità’, ‘autenticità’, ‘visione’. D’altro canto, anche la ‘repoesia’, rovistando il quotidiano alla ricerca delle tracce di un canto essenziale, non rappresenta altro che l’ennesimo nostalgico avatar di quello stesso totem. Quanto alla ‘neopoesia’, apparentemente più in fase con il presente grazie ai suoi sempre aggiornati e spettacolari artifici tecnico-retorici, essa punta soprattutto a moltiplicare l’effetto “fantasmagorico”.
Dalla fine dell’Ottocento (dopo Rimbaud, per intenderci), alcuni autori hanno cercato di “liberare” la poesia da sé stessa, per riconcepirla sotto altre latitudini. Pensandola prima di tutto come un modo per comprendere la realtà, questi altri autori si sono consequenzialmente impegnati a ricercare gli strumenti concettuali, verbali e formali più adatti a tale nuova intesa.
I quindici interventi raccolti in questo volume partono tutti dal presupposto che esista un ‘fuori’ e un ‘dopo’. E che non ci sia solo ‘un’ modo per uscirne, ma che si possa contare su una pluralità di gesti, di atteggiamenti e di disposizioni (alla fuga), secondo le diverse maniere con cui può essere pensata una rifondazione (una riconversione) dell’“industria logica” letteraria. I cantieri postgenerici che questo libro descrive (nel loro contesto e considerandone le finalità “politiche”) sono vasti. Si tratta in fondo di atti e di azioni: d’insubordinazione.

Evento facebook:
https://www.facebook.com/events/651540632854836

Per ordinare il libro:
https://ticedizioni.com/products/qualche-uscita-postpoesia-e-dintorni-jean-marie-gleize

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31 gennaio, tic talk: jean-marie gleize, “qualche uscita. postpoesia e dintorni” (tic, 2021)

su https://youtube.com/channel/UCtSz6phvlJNM9LuoPOeYBAw

il 31 gennaio alle ore 21