rifiutate le imitazioni !
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prosa in prosa: avanzamenti e linkagioni
la scheda sul sito delle edizioni TIC:
PROSA IN PROSA
Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
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la notizia su GAMMM:
gammm.org/2020/11/01/la-nuova-edizione-di-prosa-in-prosa-2020-e-le-19-possibili-copertine-della-precedente-2009-10/
su The Independent Project (MAXXI), che rimanda a gammm:
theindependentproject.it/events/la-nuova-edizione-di-prosa-in-prosa-2020-e-le-19-possibili-copertine-della-precedente-2009-10/
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su YouTube:
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audioguida su Archive.org:
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le 19 copertine possibili della vecchia edizione (2009):
how to get there: un utile navigatore per raggiungere “prosa in prosa” da dove siete ora / (cc) differx. 2020
è semplicissimo: premi PLAY per raggiungere la PROSA IN PROSA
la collocazione esatta di PROSA IN PROSA:
https://ticedizioni.com/collections/vetrina/products/prosa-in-prosa
prosa in prosa: un video esplicativo
questo video spiegherà tutto:
facebook.com/emanuele.kraushaar/videos/3588974284486884
viene alla luce la terribile verità:
https://ticedizioni.com/collections/vetrina/products/prosa-in-prosa
Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009-10, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
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“cambio di paradigma” (2010): il pdf del thread intero su n.i.
i commenti, nel caso di questo intervento del 2010, sono particolarmente importanti e ho pensato fosse cruciale preservarli. così ho inserito il file pdf intero del thread su n.i., ora visibile qui:
https://slowforward.files.wordpress.com/2020/08/m_giovenale_cambio-di-paradigma__nazione_indiana_21-10-2010.pdf
versione html dei frammenti dalla “scrittura celibe” vista da maurizio grande in marco ferreri
Scrittura celibe : vista da MG in MF
Dal saggio La scrittura celibe, di Maurizio Grande (nel libro a c. di Stefania Parigi, Marco Ferreri. Il cinema e i film, Marsilio, Venezia, 1995). [Tra parentesi quadre: annotazioni prese durante la lettura in biblioteca]
Idea di una “destituzione di rilievo delle procedure di montaggio”.
“L’inquadratura è celibe perché non ha bisogno di ‘accoppiarsi’ a un’altra inquadratura” (p. 4)
[variazione sulla new sentence?]
“Le inquadrature non vengono concepite come elementi parziali di un insieme (la sequenza) da ricostituire mediante le operazioni di montaggio; esse per lo più insistono nel montaggio, restano un fuori-campo autosufficiente, un quadro sotto il film” (p.4)
[un pensiero-testo sotto la sequenza di scrizioni, ma addirittura sotto il periodo, sotto e prima della frase, è l’idea che in altro contesto chiamerei microlettura]
[elementi pressoché puntiformi, o piccoli segmenti, di senso]
“Il montaggio di Ferreri è congiuntivo, senza essere per questo meramente additivo: congiunge e non coniuga, accosta e non salda, avvicina e non fonde. In tal modo, le inquadrature non vengono ‘aspirate’ nelle operazioni di montaggio, bensì congiunte su una linea di contiguità che non è solo successione, ma è deriva metonimica dei circostanti” (p. 4)
“La macchina celibe è fredda, non dà né riceve; si è sottratta alla fatica delle trasformazioni, non subisce la metamorfosi della produzione” (p. 5)
Il reale come oggetto inorganico della visione (p. 5) Continua a leggere
scrittura celibe : vista da maurizio grande in marco ferreri