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phonè, delirio. riascolto

Per l’ennesima volta: da riascoltare, rivedere:
https://youtu.be/zhcnHRMXZ94

In incipit la distinzione Tolomeo/Copernico (e la presa d’atto che nonostante tutto, “in vent’anni”, ancora il sistema dominante, anzi unico, almeno in Italia, è quello tolemaico).
Poi la brevissima introduzione di Maurizio Grande, molto precisa nell’enunciare la separazione e incompatibilità tra Io e soggetto. (Più che chiaramente evidente in La voce di Narciso, Il Saggiatore, 1982: cfr. la nota di M.G. riportata nelle Opere, Bompiani, 1995 e 2008 [3], pp.993-994).

Nel video soprattutto riascoltare da 4′ 35”: tutto.

Qui solo un frammento:
“il soggetto è bambino, quindi onnipotente, è un altro fatto (da non confondersi con l’io), che non rappresenta, non vuole conflittualità a teatro, non vuole dialettica non vuole mediare nulla, non vuole educare, ma soprattutto è capace di diseducare. Ecco, ecco l’indisciplina della poesia a teatro”.

“scrivere disegnando”: a review by irène languin @ tdg.ch

here the review:
https://www.tdg.ch/news/news/ecriture-dit-ombreslme/story/10067824

here the exhibit:
https://centre.ch/en/exhibitions/scrivere-disegnando/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

21 settembre, sabato: open day di presentazione del corso upter “orientarsi nella poesia contemporanea”

headerIl corso, giunto alla terza edizione, si propone di avvicinare alla produzione poetica italiana dei nostri giorni fornendo gli strumenti storici, teorici e critici per comprendere, apprezzare e comporre testi poetici contemporanei. In 25 incontri, a struttura modulare, si ripercorrerà la storia della poesia dal dopoguerra ad oggi, si ricostruirà lo sfondo filosofico, estetico e stilistico del testo poetico, con attenzione alla metrica e al contesto editoriale e dei nuovi media, si guarderà alla poesia oltreconfine (francese, inglese, tedesca, spagnola, statunitense) e si dialogherà direttamente con alcuni dei maggiori autori viventi in incontri monografici dedicati. Alle lezioni saranno affiancate le iniziative del Centro di Poesia e Scritture Contemporanee per una immersione continuamente aggiornata nella poesia contemporanea.

sabato 21 settembre OPEN DAY di presentazione del corso e delle attività del Centro
con i coordinatori Marco Giovenale e Valerio Massaroni
Palazzo Englefield, via Quattro Novembre 157 – Roma
Aula 13, primo piano
Ore 16:00
INGRESSO LIBERO

Prenotazione:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfKV69jVfD15IuyK7nPB9uU_MbLcQdHe78BO9nhv6FCFzPJoA/viewform

* A precedere, ore 15, nella stessa aula si terrà una lezione di presentazione del corso IL PENSIERO
DELL’ARTE tenuto da Valerio Massaroni.

Per informazioni e prenotazioni:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfxeN_FQeLnd6nEnNtelWlpe_FBfurGmALvBNbsYw6UrSMjUQ/viewform

corrispondenza privata_ (6) : francia, italia

Segnalo questo testo di Jan H. Mysjkin: https://www.ny-web.be/artikels/heureux-parmi-des-ruines-en-carton-pate/ caldeggiandone energicamente la lettura.

Non solo dice – con utile sintesi – come sono andate certe cose in poesia (e postpoesia) in Francia tra 1980 e 2000, ma a mio avviso dimostra anche quanto forti fossero in quegli anni affinità e differenze tra il panorama francese e quello italiano. Tra le differenze, anche in tema di riviste, è da ricordare (a lode della Francia) la presenza di “TXT”, “Java”, “Revue de Littérature Générale”, “Nioques”.

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[dal corsivo introduttivo:]

Cette étude sur la poésie française des années 1980-2000 a été publiée pour la première fois en néerlandais dans la revue Nieuwzuid (n° 29, 2008). Elle était conçue pour accompagner une anthologie avec des poèmes de Leslie Kaplan, Dominique Fourcade, Christian Prigent, Michelle Grangaud, Yves di Manno, Jean-Paul Auxeméry, Olivier Cadiot, Pierre Alferi, Véronique Pittolo, Katalin Molnár, Christophe Tarkos, Nathalie Quintane, Jean-Michel Espitallier et Ariane Dreyfus. […]

rapporto scrittura-installazione

Sul rapporto scrittura / installazione: Antomarini, Iaria, Manganelli con Giulio Marzaioli, Arco rovescio, Benway 5
Mercoledì 15 a Roma @ Empiria:
http://benwayseries.wordpress.com/2014/01/06/sul-rapporto-scritturainstallazione-antomarini-iaria-manganelli-giulio-marzaioli-arco-rovescio-benway-5/

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one-page works / opere di una pagina

Dal punto di vista dell’oggetto, un libro di carta, gutenberghiano, è un contenitore che coincide con il contenuto. Un libro digitale no. Un libro digitale è ‘serialmente’ (infilato e sfilabile da) dentro un contenitore di plastica metallo vetro che non “è” il contenuto. Il metallo contenitore da un lato porta molti contenuti, e dall’altro va sondato, esplorato.

Mi metto davanti al lettore, espongo e sfoglio con un movimento il libro gutenberghiano, e dico questo è il testo. Mi metto davanti al lettore, espongo, accendo e sfoglio con vari movimenti il menu che compare sullo schermo del tablet, e dico questa è la biblioteca in cui si trova il testo, aspetta che te lo mostro.

Il libro è un libro, il tablet è una biblioteca.

Dal punto di vista del godimento e della trasmissione di un pacchetto di senso, ecco perché il libro gutenberghiano è tattilmente, eroticamente, più “immediato”. (E ingombrante, certo). Riduce il numero di passaggi fisici tra sguardo e accesso alla pagina.

Dallo stesso punto di vista, un minimo passo avanti verso le caratteristiche (di godimento) del libro cartaceo è rappresentato da bina (2003) e dall’one-page ebook, opeb (che però non abbiamo curato molto, in gammm, va detto). Ma l’ostacolo del contenitore resta.

Altrimenti si può pensare alla miriade di materiali e ritagli e one-page things che è possibile inventare, mettere in rete, o inviare, in formato elettronico, e poi parallelamente stampare, piegare, portare con sé, in una o più lingue europee o meno. Il campo è aperto. Ma il suo versante fisico, tattile, resta prioritario e in qualche modo privilegiato, se è al godimento sensoriale che – ragionevolmente – si pensa.

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corrispondenza privata_ (5) : orientamento

[…] sembra sensato definire essenziale una quota alta di introiezione (e dunque dissipazione) del percorso critico-analitico, e quindi di (pregresso, precedente) abbandono al gesto stesso dell’operazione scrittoria. Banalmente: nell’atto di scrivere sta, disseminata in ogni cellula di quel che il corpo è, la sacrosanta catasta di interdizioni che una coscienza (storica, letteraria, critico-analitica, di percezione del “contemporaneo”) ha accumulato, e che non è un deposito inerte o un tool da “applicare”, ma costituisce proprio il corpo. (E: il proprio corpo; e forse: il proprio del corpo).

Insomma… le persone (tutte) sono un alveare di vicoli ciechi. Di blocchi, di interdizioni. Di restrizioni. (Questo siamo, direi).

Le interdizioni, le restrizioni, sono materia reale e necessaria se allora funzionano come corpo; non se vengono “applicate” come un tool (da un freudiano Super-Io mascherato da qualsiasi altro attore) al gesto della scrittura.

Se vengono “applicate”, i “risultati” della scrittura ne risentono. (È pressoché matematico).

Non bisogna “studiare” googlemap per andare in un posto. Bisogna “essere” (o perlomeno vedere!) googlemap. (Chiedo venia per lo sciocco parlar figurato).

(E… Continua a leggere

la poesia / la scrittura di ricerca: alcuni dialoghi e interventi recenti su “l’immaginazione” e “alfabeta2” (e altrove)



Andrea Inglese, Verso una letteratura generale? Riflessioni a margine del progetto EX.IT
in “l’immaginazione” n. 276 ora in distribuzione, e in Nazione indiana e Punto critico:
http://www.nazioneindiana.com/2013/09/16/verso-una-letteratura-generale-riflessioni-a-margine-del-progetto-ex-it/
http://puntocritico.eu/?p=5798

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Andrea Cortellessa, Per riconoscere la poesia: tre connotati
in “alfabeta2” n. 32 ora in edicola, e in Le parole e le cose:
http://www.leparoleelecose.it/?p=12106

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Andrea Inglese, Per una poesia irriconoscibile
in “alfabeta2” n. 32 ora in edicola, e in Nazione indiana:
http://www.nazioneindiana.com/2013/09/23/per-una-poesia-irriconoscibile/

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Presentazione di alfabeta2 a Roma, 25 settembre:
https://www.facebook.com/events/545623435506615/
http://slowforward.wordpress.com/2013/09/20/alfabeta2-alla-sala-della-crociera-roma-25-settembre/

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Che cosa è EX.IT :
http://eexxiitt.blogspot.it/search/label/video

* Continua a leggere

pagine estive (o quasi) che vanno bene anche per l’autunno _ (16) corrispondenza privata : appunti sparsi sul glitch

– (Il concetto di deviazione e scarto può essere inteso non esclusivamente come interno a microintervalli, ma anche nel senso – scientifico – di “tempo profondo”: come, potremmo domandarci, è storicamente “glitch rispetto a noi” la pittura rupestre?) (Per dire). (!).

– Il glitch e altre pratiche nominate in varie occasioni (googlism, scrittura asemantica, ecc.) direi di considerarle sempre in qualche modo all’interno della cornice di quel qualcosa di indefinibile e spiazzante che in forma insoddisfacente grezza e abbreviata tenderei tutt’ora a definire scrittura dopo il “cambio di paradigma”. In questa area smarginata – e da studiare ancora – è molto problematico osservare una “necessità” e un'”opera” nel senso e nei modi in cui queste venivano individuate nelle stagioni o aree (temporalmente non finite) del modernismo e del postmodernismo (ammesso che quest’ultima categoria esista non solo come camera di compensazione di qualcos’altro, come credo).

– L’estrema volubile semi-interminabile variabilità e starei per dire volubilità del testo “dopo il paradigma” non esclude il concetto di necessità, ma ne assottiglia i parametri di definizione. Siamo meno vicini di prima a capire che cosa è un testo necessario, o perché è tale. (Ho in cantiere, su questo, un fascio disordinato di annotazioni che partono dal saggio in più parti, di Giuliano Mesa, Il verso libero e il verso necessario, in cui colgo una contraddizione temo inaggirabile in taluni elementi della proposta interpretativa). Continua a leggere