THE GREAT LEARNING; PARAGRAPH 7, di Cornelius Cardew
Installazione sonora per un numero imprecisato di voci non educate,
a cura di Luca Venitucci, Galleria T293, via Ripense 6, Roma
3 settembre 2019
un brevissimo frammento:
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THE GREAT LEARNING; PARAGRAPH 7, di Cornelius Cardew
Installazione sonora per un numero imprecisato di voci non educate,
a cura di Luca Venitucci, Galleria T293, via Ripense 6, Roma
3 settembre 2019
un brevissimo frammento:
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[wpvideo AQCCcuQU]
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Frammento da Violazioni dell’acqua, di Federico Placidi, installazione per dispositivi elettroacustici in tempo reale.
Light designer: Aliberto Sagretti
Impianto sportivo capitolino Roma Uno (piscina), Largo Ascianghi.
29 agosto 2019.
Nel contesto del festival “Di là dal fiume”, a cura di Testroinscatola.
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Microvideo: (CC) 2019 differx

estate @ Una Vetrina
via del Consolato 12
Roma
http://www.fabienzocco.net/index.html

nell’immagine: Searching for Ulysses
http://www.fabienzocco.net/searching_for_Ulysses.html
[scribd id=192102986 key=key-2o1gray4nrb0fn4yf5po mode=scroll]
– Asemic writing / scrittura asemantica, nella rubrica ‘gammmatica’, in «l’immaginazione», n. 274, mar.-apr. 2013, p. 41; poi in Punto critico, dal 2 lug. 2013: http://puntocritico.eu/?p=5615
– Notilla sul contesto ‘globale’ della scrittura verbovisiva, in Punto critico, dal 31 lug. 2013: http://puntocritico.eu/?p=5626
– L’idiomatico è il linguistico, in recognitiones-ii dal 17 ago. 2013: http://recognitiones-ii.blogspot.it/2013/08/lidiomatico-e-il-linguistico.html
– Note sul concetto di “installance”, in Punto critico dal 4 set. 2013: http://puntocritico.eu/?p=5724 (variazione del precedente intervento in http://installance.blogspot.com/2010/09/1.html, 17 sett. 2010)
– Jim Leftwich e la “Pansemic Playhouse”, in eexxiitt e in compostxt dal 2 sett. 2013: http://eexxiitt.blogspot.it/2013/09/jim-leftwich-e-la-pansemic-playhouse.html e http://compostxt.blogspot.it/2013/09/jim-leftwich-e-la-pansemic-playhouse.html
– the shape of the field, in textimagepoem dal 27 sett. 2013: http://jimleftwichtextimagepoem.blogspot.it/2013/09/marco-giovenale-shape-of-field.html
– Il mondo fa delle scritte, in recognitiones-ii dal 16 dic. 2013: http://recognitiones-ii.blogspot.it/2013/12/il-mondo-fa-delle-scritte-differx-2013.html
– Signs of life of signs, in compostxt e IEPI dal 17 dic. 2013: http://compostxt.blogspot.it/2013/12/signs-of-life-of-signs-differx-2013.html e http://poeticinvention.blogspot.it/2013/12/signs-of-life-of-signs-differx-2013.html ; dal 18 dic. anche in weeimage
– Le tracce piccole, le tracce minori, in installance (e scribd/slowforward) dal 17 dic. 2013: http://installance.blogspot.it/2013/12/le-tracce-piccole-le-tracce-minori.html e http://www.scribd.com/doc/192102986/Le-tracce-piccole-le-tracce-minori
– Ricerca sull’inizio del segno, in facebook (https://www.facebook.com/differx/media_set?set=a.10151788722557212.1073741832.644982211), differxit (http://www.differxit.blogspot.it/2013/12/ricerca-sullinizio-del-segno-differx.html) e scribd (http://www.scribd.com/doc/192120270/differx-ricerca-sull-inizio-del-segno) dal 17 dic. 2013
Le tracce piccole, le tracce minori
in http://installance.blogspot.it/2013/12/le-tracce-piccole-le-tracce-minori.html
(17 dic. 2013)
aprile 2012:
intervista sull’”Ulisse”, da cui è tratto questo segmento:
Sono particolarmente interessato ai caratteri installativi dei testi verbali, che sarei tentato di definire in molti casi postverbali. Macchine elencative interminabili, blocchi verticali di textus che esce proprio quantitativamente dal campo della tessitura, del rinvio sonoro, lineare, performabile, per entrare semmai in quello della scultura, del volume-massa, dell’oggettualità piena, fissa. (Words to be looked at, recita significativamente il titolo del saggio di Liz Kotz dedicato non a caso a «Language in 1960s Art», MIT Press, 2007).
Se penso a Il dramma della vita, di Valère Novarina (la cui conclusione esce in italiano su Nazione indiana, tradotta da Andrea Raos), o ai monoliti che punteggiano le uscite di http://hotelstendhal.blogsome.com, o ai flowchart ritoccati di Brunt, di Emilio Villa, o ancora alle opere in rete di Jim Leftwich, Jukka-Pekka Kervinen, Peter Ganick, non mi torna affatto come eco distante un’idea di scrittura di scena che (si) fa muro: muro-scena, opera verbovisiva in sostanza. (Che perda o meno il suo carattere alfabetico cellulare, costituitivo). È una delle vie di comunicazione verso la visual poetry, anche.
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giugno 2012:
recentissimo testo di Peter Ganick, nella cui pagina di presentazione su Lulu.com si parla precisamente di “wall of text”:
What is a text? After John Coltrane’s “wall of sound”, we have here a “wall of text”. What does making sense entail? Is it in the words themselves and/or the sequence of words? In “An Archeology of Theory”, Peter Ganick suggests both and neither in true spatial reference. Energy is space is a version here-to-be-read.
cfr.
http://slowforward.wordpress.com/2010/06/28/wall-of-text-stele-di-testo/
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problemi con i testi scritti? iterazioni qui:
http://slowforward.wordpress.com/2011/01/04/chi-ha-problemi-con-i-testi-installativi/
->http://slowforward.wordpress.com/2011/01/04/extensive-immanence/
http://slowforward.wordpress.com/2011/01/06/chi-ha-problemi-con-le-immagini-di-prosa-in-prosa/
http://eexxiitt.blogspot.it/2012/09/spiegazione-della-scrittura-di-ricerca.html
e, per chi volesse performare, qui:
http://archive.org/details/quantum-rilke-deconstruction
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