Archivi categoria: kritik

i felix della camera verde: due recensioni (di laura pugno e di marina pizzi) nel 2007

Laura Pugno recensisce Zaffarano e Bortolotti:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/09/laura-pugno-recensisce-i-primi-due-felix.pdf

Marina Pizzi recensisce Zaffarano:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/09/marina-pizzi-recensisce-e-lamore-fiorira…pdf

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“…ma anche la poesia più sofisticata e di ricerca…” (1979) – da “dove va la poesia?”, di renato barilli, con laura morante

https://youtu.be/60URw6_Hxmw?t=422

Dal programma “Duepersette” a cura di Bruno Modugno. Fotografia di Giulio Albonico, montaggio di Gino Bartolini, regia di Paolo Brunatto. Con Victor Cavallo, Franco Cordelli, Maurizio Cucchi, Cesare Viviani, Antonio Porta. 1979.
Già proposto su slowforward in maggio: qui. (Post in cui lo definivo “documento agghiacciante” sulla data-soglia del 1979, per alcuni tipi di testi e alcuni autori inclusi).

Ma si tratta anche, in almeno un paio di frazioni di pellicola, di un utilissimo documento linguistico. Laura Morante al minuto 7′ 02” parla della “poesia più sofisticata E DI RICERCA…”; e al minuto 19′ 51” avvia una riflessione che si conclude con l’espressione “RICERCA POETICA”: “Oggi i giovani poeti sono molto più cauti nell’affrontare il pubblico, e ritrovano fiducia nelle forme tradizionali della scrittura e della stampa, senza però rinunciare al fascino della declamazione e delle letture pubbliche. Una delle molte letture che continuano a svolgersi in ogni località italiana ha raccolto di recente, alla Galleria comunale d’arte moderna di Bologna, alcuni dei migliori esponenti della ricerca poetica”. Tra questi vediamo Scalise, Ruffato, Conte, Viviani.

Questa cosa che la poesia “di ricerca” venga nominata in un contesto di documentario rivolto al pubblico, nel 1979, conferma un’ennesima volta la “vetustà” dell’espressione “di ricerca”. Era stabilizzata e diffusa già alla fine degli anni Settanta, il tema era la poesia, e se ne poteva parlare tranquillamente al grande pubblico senza temere che non capisse.

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N.B.: Sulle espressioni “ricerca letteraria” ecc., si veda https://slowforward.net/2022/08/19/date-e-dati-su-ricerca-scrittura-di-ricerca-ricerca-letteraria-prima-parte-in-il-verri-n-75-feb-2021/

a work: giuseppe garrera on richard serra, “animal habitats live and stuffed”, la salita, 1966

A WORK
Richard Serra: Animal habitats live and stuffed… Rome, La Salita, 1966
with Giuseppe Garrera

16 September 2022, 6.30 PM
#Agora
A Work is a format of AGORÀ developed in collaboration with Giuseppe Garrera, in which the musicologist, art historian and collector will philologically analyse one work of his choice for each session.

24 May 1966. Galleria La Salita opens a sensational exhibition that hypnotizes visitors while marking a turning point in the world of art. This was the first solo show by a very young American student named Richard Serra.

Refuse from ragmen and trash pickers, poulterers and junk dealers scattered everywhere. Strange and fantastic objects, live and stuffed animals in cages, embarrassing wares hanging on the walls. All “horrible, but phenomenal” as Giulio Carlo Argan exclaimed.

Giuseppe Garrera has been the coordinator since 2013 of the Master in Economics and Management of Art and Cultural Assets at the 24ORE Business School in Rome.


The event takes place in the auditorium.
Free entry until seating capacity is reached.

* Macro / via Nizza / Rome / 16 settembre 2022 / h. 18:30 / language: Italian

emilio villa: “la scrittura della sibilla” (diaforia)

il file in rete a cura di Daniele Poletti / [dia•foria

https://slowforward.files.wordpress.com/2022/09/emilio_villa_la_scrittura_della_sibilla.pdf

http://www.diaforia.org/floema/files/2014/05/Ebook-Emilio-Villa.pdf
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un’annotazione veloce sulle esperienze di t.t.i.

Un paragone tra TTI e googlism, suggerito da Roberta Iadevaia, mi sembra non poco calzante. Sostanzialmente sono due le cose che osservo: 

innanzitutto che quello che dice K. S. Mohammad a proposito di un’attitudine “aggressiva” dell’autore nei confronti del materiale grezzo (che google trova) assomiglia al tipo di lavoro che immagino si debba fare per mettere a punto un’immagine in dialogo con l’AI, con prove e controprove, forzando il linguaggio di comunicazione e selezionando in maniera radicale i risultati, riorientandoli eccetera (e con ciò riaccedendo forse a un’idea di autorialità, per quanto parziale);

e poi che mi convince molto quello che mi sembra dica Francesco D’Isa a proposito del linguaggio intermedio tra AI e interlocutore umano: un sistema di segni che – come tutti i linguaggi – evolve e si modifica con il contributo di (ma parallelamente con ampi margini di libertà da) entrambi gli attori, macchina e uomo.

In questo senso mi parrebbe di poter dire che è assai probabile che anche il linguaggio di comunicazione con l’AI finirà per entrare a far parte del nostro (sentire il) corpo; un po’ come già accade con la tastiera del pc o il cellulare, o la macchina fotografica prima ancora. Nel senso che i dispositivi non sono né entità indipendenti né puri e semplici ‘tools’, ma un’estensione non tanto del nostro corpo ma del nostro percepire il corpo. Così come accade con una lingua madre. Per me l’italiano non è un (s)oggetto da osservare o uno strumento da usare, ma un pezzo quasi interamente immateriale della glottide.

Probabilmente ho un approccio ingenuo (o ingenuamente ‘fusionale’) verso il rapporto che ci aspetta con l’AI, e poi non è detto che nell’evoluzione delle vicende non si innestino variabili più o meno macroscopiche che portano lontano da quello che l’esperienza sembra dirci su codici e segnali del passato. Ma per adesso annoterei questo, molto in sintesi.

Poi faccio una confessione: allo stato presente delle cose, è davvero davvero assai deludente per me quasi ogni risultato ottenuto con TTI. Vedo (non solo su facebook, dove il pacchiano abbondava già da prima) materiali visivi o scadenti o prevedibili o kitsch o – quando va benissimo issimo – deprimentemente conformi al passato iconografico di specie; spesso il passato più trito. Chiaro che è difficile che accada altrimenti. (Vedere appaltata a Botticelli una copertina di Urania mi disintegra; vedo pure tantissimi materiali che non stonerebbero in una sala d’aspetto di veterinario astrattista per diletto).

Ma è altrettanto chiaro che sarà proprio imboccando la cruna stretta dell’altro assoluto, della difficoltà, o di un impossibile che qualcuno (o qualche ‘macchina’) prenderà a sorprendere prima o poi il contesto di percezioni che ci costituisce.

gian luca picconi: recensione a “il cotone” (zacinto/biblion, 2021) – sul n. 331 de ‘l’immaginazione’

Grazie a Gian Luca Picconi per la sua attenta/esattissima recensione al (e alle implicazioni del) libro Il cotone. Il pezzo è uscito sul n. 331 de “l’immaginazione”.

incipit della recensione di Gian Luca Picconi a IL COTONE

cliccare per ingrandire

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https://www.biblionedizioni.it/prodotto/il-cotone/
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“guida del viaggiatore immobile”: ​corrado costa su “obsoleto”​​, di​ vincenzo agnetti

Grazie a Giuseppe Calandriello per aver condiviso questo fascicolo, estratto da “malebolge”:

Costa, Corrado_ Guida del viaggiatore immobile_ Estratto da ‘malebolge’

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‘buzdokuz’ #13 is out

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The 13th Issue of Buzdokuz Poetry Theory Criticism Magazine is Out Now.
To order print copies, please contact by WhatsApp: +905517258429
To look at the cover (front and back) of Buzdokuz 13 https://twitter.com/buzdokuzdergi/status/1565291045214117889
Address:
Turgut Reis Cad. 36/5 Anıttepe / Ankara / Türkiye

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84 abbracci per carlo: buon compleanno 2022

foto © Dino Ignani – tutti i diritti riservati

“il verri” n. 76, giugno 2021:
slowforward.files.wordpress.com/2021/07/il-verri-76_-carlo-bordini-il-rivoluzionario-timido.png

“Carlo in bilico”: annotazioni sull’indecidibilità in alcuni testi di Carlo Bordini:
https://slowforward.net/2022/04/16/carlo-in-bilico-annotazioni-sullindecidibilita-in-alcuni-testi-di-carlo-bordini-mg-2021/

Andarsene da un’altra parte. Ulteriori conferme su Carlo Bordini sperimentatore (post-generico):
https://slowforward.net/2022/05/30/bordini-sperimentatore/

TARKOS – COSTA – BORDINI
https://slowforward.net/2022/04/16/tarkos-costa-bordini/

Podcast delle due puntate di “Qui finisco, da qui comincio. Ricordo del poeta Carlo Bordini” (Rai Radio Techetè, 10-11 maggio 2021):
https://slowforward.net/2021/05/11/podcast-delle-due-puntate-di-qui-finisco-da-qui-comincio-ricordo-del-poeta-carlo-bordini-rai-radio-techete-10-11-maggio/

Un ricordo di (e una traduzione da) Carlo Bordini, di Massimiliano Damaggio:
https://slowforward.net/2021/11/13/un-ricordo-di-e-una-traduzione-da-carlo-bordini-di-massimiliano-damaggio/

Carlo in  (numerosi) video:
https://www.youtube.com/results?search_query=carlo+bordini

tra cui questo:

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Carlo legge anzi telefona il suo Poema inutile:
(da questo post)

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Carlo su slowforward:
slowforward.net/tag/carlo-bordini/

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in libreria:

Un vuoto d’aria (Mondadori)
Strategia (Aragno)
Poesie color mogano (TIC Edizioni)
I costruttori di vulcani (Sossella)
Memorie di un rivoluzionario timido (Sossella)
Difesa berlinese (Sossella)
Poema inutile (IkonaLíber, con Rosa Foschi)
Gestures / I gesti (Zona)
Assenza (Carteggi letterari)
Sasso (Scheiwiller)
Pezzi di ricambio (Empiria)

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on some hypothetical categories of asemic writing / marco giovenale. 2022

Perhaps it is possible, in the field of asemic writing, to distinguish a few —completely hypothetical— categories. I insist that these are mere hypotheses, and that I am not interested in structuring a rigorous theory.

We have (1) concrete asemic writing when only the asemic glyphs and calligraphy, only the asemic letters and sentences are present on the page. No images, no colors.
We can also say asemicrete, a term coined by Michael Jacobson.

We can say we have (2) visual asemic writing when we see the asemic symbols are intertwined, superimposed or when they —in any other way— simply share the page with abstract or realistic images.

We have (3) glitchasemics when an asemic text is evidently disturbed by some kind of glitch: it may even be severely disturbed, but not so much as to make the asemic part completely disappear.

We can say we have (4) abstrasemics when an abstract drawing or image turns itself into something resembling an illegible text, an asemic piece. Or, on the contrary, when a fragment of asemic writing gradually loses any vaguely linguistic aspect and is transformed into an abstract image.

Post scriptum.
At the same time, there are examples of works that marginalize —or do not include at all— an asemic aspect, and I would refer to them as: abstract or realistic paintings (pictorial works, photographs etc.) weirdly called “asemic writing” by their authors; legible alphabets and texts weirdly called “asemic writing” by their authors; monotonous decorations that would hardly be taken for words or sentences.

 

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https://t.ly/tZH_
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https://slowforward.net/2022/08/30/on-some-hypothetical-categories-of-asemic-writing-marco-giovenale-2022/
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https://asemicnet.blogspot.com/2022/08/on-some-hypothetical-categories-of.html
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https://www.platformplee.nl/2022/08/30/on-some-hypothetical-categories-of-asemic-writing-marco-giovenale-2022/
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https://scriptjr.nl/on-some-hypothetical-categories-of-asemic-writing-marco-giovenale-2022/5022#.Yw5GTn1BzMX
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https://differx.tumblr.com/post/694030139131068416/on-some-hypothetical-categories-of-asemic-writing
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https://archive.org/details/on-asemics-categories-mgiovenale-2022/
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https://www.academia.edu/85898197/On_some_hypothetical_categories_of_asemic_writing
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https://puntocritico2.wordpress.com/2022/09/02/on-some-hypothetical-categories-of-asemic-writing/

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