Archivi categoria: Marco Giovenale

linee di sperimentazione (neopoesia vs postpoesia)

riproduco qui di séguito – rielaborati – due commenti fb a un post di Ranieri Teti che mi ha dato occasione di precisare ancora una volta – attraverso le parole di Jean-Marie Gleize – qualcosa sulla differenza tra neopoesia (in linea con le sperimentazioni degli anni Sessanta e decenni successivi) e postpoesia (superamento della o meglio indifferenza alla questione dei generi letterari, littéralité ecc.):

possiamo tracciare una linea diretta tra le sperimentazioni linguisticamente complesse degli anni Sessanta e Settanta e la contemporaneità più stretta.
i nomi sono quelli che conosciamo: Cacciatore, Villa, in parte Vicinelli, sicuramente Lora Totino, Diacono, Toti, Fontana, le prime opere di Bàino, di Cepollaro, … ecc. (ma anche il primo Sanguineti, certo).

tutto ciò è razionale, positivo e verificabile.
allo stesso tempo, però, sottolineo (non per la prima volta) che è altrettanto razionale, positivo e verificabile che si tratta di quel tipo di testualità che Jean-Marie Gleize da qualche lustro definisce neopoesia; mentre sia in Francia che in Italia, a far tempo dagli anni Novanta, e in Italia soprattutto con Costa e il forse inconsapevole Bordini, fino all’esempio di Prosa in prosa nel 2009 e oltre, si è dispiegata una messe di materiali di incredibile quantità e direi anche qualità, rubricabile come postpoesia, interessata soprattutto alla letteralità, littéralité, alla platitude, alla nudità integrale del testo.
 
le parentele tra neopoesia e postpoesia possono essere di prossimità ma non sempre di sintonia.
a unirle (o meglio: a non disunirle troppo) c’è forse una istanza di “non assertività”, nell’accezione da me spiegata svariate volte.

istanza, poi, energicamente oppositiva rispetto alla onniestesa scrittura o meglio poesia assertiva, mainstream.

ma che possa essere in qualche modo pacifico e aproblematico che postpoesia e neopoesia si trovino sempre e comunque sullo stesso versante dell’ambiente letterario, a me sembra come minimo dubitabile. (o comunque da verificare: caso per caso).
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un articolo del 2022 su “the reappearing pheasant”, il convegno/reading svoltosi a novembre a new york

articolo di Luciana Capretti:

in video: Francesco Muzzioli; al tavolo, da sinistra a destra: Fabrizio Bondi, Marco Giovenale, Daniele Poletti; foto di Terry W. Sanders

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pod al popolo, #010_ il pubblico dell’economia della poesia

Come ragionevolmente aggiornare il celebre titolo 1975 di Berardinelli & Cordelli? La risposta in questo decimo Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.

rapporto definitivo || final report / differx. 2022

cliccare per leggere il libro / click to read the book

https://slowforward.files.wordpress.com/2023/06/rapporto-definitivo-_-final-report__-differx-2022.pdf

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pod al popolo, #006_ “perché una cosa funzioni” (testo solo verbale, non incluso in “oggettistica”, 2′ 18”)

In attesa dell’uscita di Oggettistica, qui di séguito un testo solo verbale/sonoro, non incluso nella raccolta. O forse: è l’audio di una azione testuale. Per  Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.


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mg, “cose chiuse fuori” (aragno, collana ‘i domani’, 2023)

Cose chiuse fuori conclude/completa e sigilla, “chiude fuori”, una possibile esalogia (“ES-a-logia”, volendo), di cui qui di séguito si dà il disegno – con nessun riferimento cronologico: i tasselli che andrebbero infatti pensati come “contemporanei in quindici anni” circa (2000-2015) sono La casa esposta, Delle osservazioni, Shelter, Delvaux, Maniera nera – e, appunto, questo libro.

Libro che – oltre a pagine inedite – riprende in parte – e colloca in struttura – anche vari e variati testi usciti in Altre ombre (La camera verde, 2004), Superficie della battaglia (La camera verde, 2006), materiali inclusi nel Nono quaderno di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2007), e Delvaux (Oèdipus, 2013).

È scrittura “assertiva”? Sì, in gran parte o del tutto. L’esalogia funziona da traccia novecentesca, diciamo, all’interno di un progetto di “opera di opere”, o raggiera più ampia di testi, che sarà o vorrà essere estranea a cronologia, storia, “sviluppi” e insomma a una presunta diacronia; e che includerà, in netta maggioranza, pagine non assertive.

Nella raggiera, che si intitolerà paradossalmente Delle restrizioni, l’elemento Cose chiuse fuori occuperà un posto strutturale.

oggi, 7 maggio: tic supermegafest, in piazza san cosimato 39, roma

OGGI

Dalle 10.00: The Colazione is Present
con Frank Solitario, autore de “I taccuini della colazione” (collana Amuleto).

Dalle 11.00: Favole magnetiche – Attacca stacca crea con Chiara De Bonis.
° Incontro adatto alle bambine e ai bambini.

Per tutta la mattina Fabio Magnasciutti c’è.

Dalle 15.00 (ma forse anche prima): Enrico Pantani in persona proprio lui dal vivo.
Sarà presente Er cane.

Dalle 16.00: Il Colorabile – Cerca trova colora con Lorenzo Terranera.
° Incontro adatto alle bambine e ai bambini.

Dalle 17.00: Serigrafia dal vivo con Valerio Paolucci.

Nel pomeriggio Manfredi Ciminale c’è.

Esposizione e vendita di Scampoli – Libri eterni.

Da OFF/ lo spazio sotto Tic – Libri e cose fantastiche:

– mostra di tavole originali della serie Er cane* e Er gatto (testi: Emanuele Kraushaar, illustrazioni: Enrico Pantani);

* ispirazione: Mimì

– proiezioni di filmati originali Tic;

– musica dal vivo con Ivan Vicari,
un organista al pianoforte.

Attenzione: potrebbe essere servito il primo cocktail Tic della storia.

Per tutto il giorno sconto del 5% su tutti i libri e del 10% sul catalogo Tic.

Intervista di Federico Raponi:

7 maggio: tic supermegafest, in piazza san cosimato 39, roma

Dalle 10.00: The Colazione is Present
con Frank Solitario, autore de “I taccuini della colazione” (collana Amuleto).

Dalle 11.00: Favole magnetiche – Attacca stacca crea con Chiara De Bonis.
° Incontro adatto alle bambine e ai bambini.

Per tutta la mattina Fabio Magnasciutti c’è.

Dalle 15.00 (ma forse anche prima): Enrico Pantani in persona proprio lui dal vivo.
Sarà presente Er cane.

Dalle 16.00: Il Colorabile – Cerca trova colora con Lorenzo Terranera.
° Incontro adatto alle bambine e ai bambini.

Dalle 17.00: Serigrafia dal vivo con Valerio Paolucci.

Nel pomeriggio Manfredi Ciminale c’è.

Esposizione e vendita di Scampoli – Libri eterni.

Da OFF/ lo spazio sotto Tic – Libri e cose fantastiche:

– mostra di tavole originali della serie Er cane* e Er gatto (testi: Emanuele Kraushaar, illustrazioni: Enrico Pantani);

* ispirazione: Mimì

– proiezioni di filmati originali Tic;

– musica dal vivo con Ivan Vicari,
un organista al pianoforte.

Attenzione: potrebbe essere servito il primo cocktail Tic della storia.

Per tutto il giorno sconto del 5% su tutti i libri e del 10% sul catalogo Tic.

Intervista di Federico Raponi:

sull’editoria, soprattutto di poesia: 4 post + 1 e spiccioli

negli ultimi tempi ho cercato di chiarire perché in editoria e sul piano distributivo, e di conseguenza in poesia, le cose vanno in un certo modo.
ho detto la mia in quattro post, in particolare. questi:

https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/

https://slowforward.net/2022/10/12/italia-sommersa-francia-emersa/

https://slowforward.net/2023/04/23/il-ritorno-allordine-editoriale-distributivo-differx-2023/

https://slowforward.net/2020/07/14/responsabilita-in-editoria/

e per sorridere:
https://slowforward.net/2020/09/12/i-potenti-tribolati-differx-2020/

sceneggiati, storie, ombre. nei ’70 (un elenco di differx)

elenco assolutamente personale.

1. Ritratto di donna velata (1975)
2. Zaffiro e acciaio (1980)
3. Prigionieri delle pietre (1977)
4. Il segno del comando (1971, ma repl. negli anni ’80 – o fine ’70)
5. Sky (1975 e 1980)
6. Dov’è Anna? (1976)
7. L’amaro caso della baronessa di Carini (1975)
8. I sopravvissuti (1976 e 1979)
9. I racconti fantastici di Edgar Allan Poe (1979)
10. Ligabue (1977)
11. ESP (1973)
12. Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre (1966 ma repl. 1975)
13. La vita di Leonardo da Vinci (1971)
14. Doctor Who (1980-81)
15. Saturnino Farandola (1977-78)
16. Il fauno di marmo (1977)
17. La dama dei veleni (1979)
18. La traccia verde (1975)
19. Extra (1976)

stando solo al 1975: La donna velata, Sky, La baronessa di Carini, Belfagor, La traccia verde. Anche Gamma e Michele Strogoff sono del 1975, ma non li inserisco nell’elenco.

non inserisco nemmeno altri sceneggiati pure importanti per me, come Albert e l’uomo nero, e Sandokan, entrambi del 1976. né A come Andromeda (1972).

Joanna Lumley

e comunque:

sono perfettamente convinto che questi materiali abbiano costituito mattoni inconsci e consci fondamentali in/per chi ha poi fatto “ricerca artistica” (letteraria, verbovisiva, musicale ecc. ecc.) da fine anni ’90 in poi. o, almeno, per alcuni di una o due generazioni precise.

outside the novel form / differx. 2021

citato già altre volte:
“(…) Burroughs criticism has taken a surprisingly conventional literary approach to a project conceived so radically in opposition to the conventions of literature. The analysis of Burroughs’ novel-length cut-up texts has been at the expense of his myriad shorter texts from the same era, texts that, taken together, amount to a comparable body of work and demonstrate a much wider range of collage-based experiments. Even leaving aside his related work in other media — photomontage, collage scrap-books, tape-recordings, films — the effect of putting The Soft Machine, The Ticket That Exploded and Nova Express centre-stage is to distort the history and scope of Burroughs’ experimental practices. Minutes to Go does not fit the critical frame because it inaugurated and belongs to another history, one characterised by publication of hundreds of short texts in dozens of small underground magazines — a history, in other words, where the material, the publishing contexts, and the means of distribution all coincided with the world of avant-garde poetry in general, and the postwar revival of collage-based techniques in particular. It’s tempting to invert critical history altogether and say that, far from being the acme of Burroughs’ cut-up work, the trilogy is in fact its aberration, because the truest realisation of the project lay outside the novel form. At the very least, we can say that it is hard to grasp the poetic identity of the cut-up project so long as Burroughs is approached, first and last, as a novelist”. (Oliver Harris, https://realitystudio.org/scholarship/burroughs-is-a-poet-too-really-the-poetics-of-minutes-to-go/)

è abbastanza chiaro?
OUTSIDE THE NOVEL FORM.

si può seguire questa direzione? è legittimo. (a prescindere da tutto e tutti).

citare o mettersi sulla stessa strada di Burroughs, o su una strada che in qualsiasi modo abbia a che fare con la sua opera, è (soprattutto adesso) lavorare OUTSIDE THE NOVEL FORM.

cfr.
https://link.medium.com/rWQY01rwwfb