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Emilio Garroni _ Un autoritratto

[ scopro questa mostra solo oggi: la segnalo immediatamente, purtroppo tardi; per ricordare uno dei maggiori filosofi italiani ]

Emilio Garroni un autoritratto

A Roma: l’opera pittorica di Emilio Garroni; e incontri e conferenze sul pensiero del filosofo.

part.


In esposizione dal 4 al 15 dicembre 2006 presso la Sala Santa Rita dell’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, la mostra Emilio Garroni – Un Autoritratto curata da Stefano Catucci per la Cattedra Internazionale Emilio Garroni, e realizzata in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.

Apprezzato filosofo e pensatore, scomparso nell’agosto 2005 all’età di 79 anni, Emilio Garroni ha vissuto non solo confrontandosi con l’arte, ma praticandola in prima persona come una forma di riflessione parallela e in parte segreta, com’è stato nel caso della sua pittura. L’Autoritratto del 1983-84, polittico composto da tredici pannelli, è una prima chiave d’accesso a questa parte della sua produzione che, come accade anche per la scrittura narrativa di Garroni, si intreccia con il suo lavoro filosofico seguendolo da vicino, ma senza sovrapporsi né semplicemente risolvendosi in esso.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, in programma il 4 dicembre è prevista la tavola rotonda Riflessioni allo specchio: autoritratto, arte, filosofia con la partecipazione dell’Assessore alle Politiche Culturali Gianni Borgna e di Alberto Boatto, Massimo Carboni, Claudia Cieri Via, Paolo D’Angelo, Giuseppe Di Giacomo, Alberto Olivetti.

Da mercoledì 6 a venerdì 15 dicembre, tutti i giorni alle ore 16.00, la mostra è inoltre accompagnata da una serie di incontri sul pensiero e l’opera di Emilio Garroni, con la partecipazione di Hansmichael Hohenegger (mercoledì 6), Ettore Rocca (giovedì 7), Leonardo Distaso (lunedì 11), Daniele Guastini (martedì 12), Elena Tavani (mercoledì 13), Stefano Catucci (giovedì 14), Paolo D’Angelo (venerdì 15).

I filmati che accompagnano la mostra sono stati concessi dalla Rai Direzione Teche.

Studio di foto in studio

Da una mail del 22 gennaio 2004:

la questione della Kodak [= la scomparsa della carta chimica, l’attestarsi definitivo della fotografia digitale] può diventare – in prospettiva – ‘grave’ per la perdita di alcuni materiali e per certa sensibilità. ma non è questa la cosa grossa.

è, semmai, proprio come dici tu (scrivendo a proposito di ***): c’è qualcosa che va capito. un’indagine che andrebbe svolta, e che invece sembra sempre rimandata.

il pensiero proteiforme e sfuggente di molta filosofia contemporanea, però, forse, proprio per questo suo insistito ‘non’ cogliere l’oggetto “fotografia digitale”, probabilmente dà già una risposta.

una fotografia che non è più “luce” ma solo “(ri)scrittura” (non foto, solo grafia) è una tecnica che a sua volta stimola riscritture filosofiche, più che indagini.

l’arte che manipola viene insomma raggiunta da “parole alterate”. non descritta, non fotografata. diventa ‘occasione’ per riflessioni. non oggetto di studio. (oggetto ‘in’ studio). il filosofo o l’indagatore di estetica non possono metterla nella stanza, montare il cavalletto, girarle intorno, regolare esposizione e messa a fuoco, e scattare una fotodescrizione.

l’opera digitale chiede un pensiero più mobile, incerto, svincolato. forse è quello che accade, che sta già accadendo.

[…]

Appunti pregressi (rapidi)

[ per il 23 novembre ]

:

credo ovvero ho creduto nella struttura a raggiera del lavoro artistico. ossia in una opera-di-opere che fosse non la somma scontata ma la ramificazione incontrollata delle poetiche e delle prassi di un Novecento ormai fatto (da sé) altro da sé. (moltiplicato nelle innumerevoli ipotesi di mappa che il territorio stesso produce, in virtù degli infiniti specchi che ha, che è).

questa opera si chiamerà, spostata come deve essere nel futuro, Delle restrizioni.

è distribuita e organizzata sui piani creati dai vari libri scritti e da scrivere negli anni, dunque la sua superficie complessiva (che, come superficie, non c’è; o ha n dimensioni) sarà visibile nel tempo. (se il tempo crederà che questo itinerario meriti sguardo).

di qui la difficoltà che incontro ogni volta che intervengo o sono chiamato a fare una lettura ‘connotata’, ossia non legata a un’occasione particolare, a un tema, all’uscita di un libro; ma semmai orientata secondo uno degli assi di crescita della raggiera descritta.

nel caso dell’incontro del 23 novembre si tratta dell’asse della “ricerca”. della scrittura di ricerca.

devo allora dire che – come in altre occasioni ho sottolineato – tutta la scrittura, se ha qualità, è di ricerca. nel senso che sposta e riconfigura in modo inedito la rete di variabili e costanti di linguaggio dalle quali aveva pur preso origine. (fa di sé un motore di senso che lascia sospettare più elementi di quelli da cui pure è costituito).

certo, in questa occasione di incontro, presso la Casa della poesia, è opportuno marcare un campo di forme. uno stile, o più stili.

ma se mi si chiede di uscire allo scoperto e – additando le strutture e i componenti della raggiera di Delle restrizioni – esplicitare quale tra questi io intenda ‘promuovere’, non posso che trovarmi a reindicarli tutti, senza dare a nessuno di essi il privilegio (o l’arbitrio) di tenere solo per sé la categoria “ricerca”.

qui espongo appena tre tracce:

– scritture della dissoluzione del tempo, delle relazioni, degli spazi, delle cose. dunque alta presenza di allegorie (specie nella forma delle allegorie cave), di sintassi barocca ma non incontrollata, di accumuli. wunderkammern.

 

– scritture della malattia, dei codici del dolore, e della segregazione-difesa. dunque alta presenza di realtà e apparenze di spazi narrativi, ma senza nessun realismo e nessun “romanzo”. (le poesie di Shelter danno conto di questo lavoro; ma anche quelle di Criterio dei vetri, che uscirà per Oèdipus – e che adesso è leggibile in una selezione su “Poesia” di questo mese).

 

– scrittura della frammentazione e di cut-up, citazione, sovrapposizioni di codici (anche visivi e sonori), random-texts, google/flarf poetry, e altri procedimenti di disintegrazione dei materiali o ipersemplificazione dei messaggi. (ma anche: massicce steli e volumetrie alfabetiche debordanti, cataste di segnali: installazioni).

su queste basi non necessariamente si scrive un‘opera. più facilmente uno sciame di testi che si intrecciano e talvolta si sovrappongono.

arrivo in ogni caso (trafelato) alla lettura del 23 novembre non potendo portare uno o più oggetti testuali che chiariscano una volta per tutte – o anche solo questa volta – che “cosa” intendo per scrittura di ricerca. né che “cosa” è la mia scrittura.

necessariamente, nel contesto dell’opera-di-opere, la scrittura è le scritture, è l’impianto di deviazioni a cui siamo sottoposti, è l’avventura saggistica, a volte (come qui, come altrove), è un flowchart di formazioni – niente affatto tutte deliranti – che chiedono ascolto, ramificandosi come frattali, allo stesso tempo: dunque problematizzando quello stesso ascolto. chiamandone in causa alcuni presupposti. ridiscutendoli

20 agosto – 20 novembre : testi dei primi 3 mesi del nuovo slowforward

Indice e resoconto dei soli testi (non di segnalazioni e link) comparsi nei primi tre mesi del nuovo Slowforward:

appunto # 1.4 (12 agosto)

– Un’Intervista a Massimo Sannelli su Philologia Pauli (di P.Bianchi, 22 agosto)

– Alighiero Boetti quoted (30 agosto)

Editoriale per la seconda serie di Slowforward (3 settembre)

flyer #000 (15 settembre)

flyer #001 (16 settembre)

Recensione all’ebook di E.Workman, A CITY_A CLOUD (con S.Gardner, 28 sett.)

– Incipit del saggio Del sottrarre (1 ottobre)

M.Sannelli su Superficie della battaglia (6 ottobre)

Lettura elementare di un testo celebre [di Montale] (10 ottobre)

Da una mail per Superficie della battaglia (15 ottobre)

Questioni e generazioni: alcuni autori nati negli anni 1968-77 (16 ott., da “Poesia”)

Le città di Burroughs (20 ottobre)

Primi appunti per Progettare l’opera plurale (30 ottobre)

Recensione a ‘sofia, di L.L.Tostevin (1 novembre)

Recensione a Il Cristo Elettrico, di L.Voce (11 novembre)

Scheda per Laborintus, di E.Sanguineti (12 novembre)

flyer #003 _ per Magdalo Mussio (19 novembre)

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in linea di massima

in linea di massima si può dire che Slowforward è passato dalla pubblicazione di un post a settimana (2003-06) alla pubblicazione di un post ogni due-tre giorni (ora). mediamente.

stay connected

Nuova edizione di Laborintus

laborintusEsce per Manni una edizione di Laborintus, di Edoardo Sanguineti, curata e annotata da Erminio Risso.

Quest’opera, centrale per il Novecento (e pressoché unica nel mettere l’Italia, già all’inizio degli anni ’50, in dialogo con l’Informale e con le scritture di ricerca di tutta Europa), era non più disponibile, nella sua completezza/complessità, da diversi anni. Segnalibro (Feltrinelli), che la conteneva, è fuori catalogo da molto tempo. A Risso e a Manni va il merito di riproporre ora il testo, accompagnato da un commento ricchissimo.

Dalla scheda editoriale: “Laborintus di Edoardo Sanguineti, nella sua veste integrale, carico della sua complessità e atipicità, arricchito da un solido commento critico. Che indaga le diverse componenti testuali per indicare l’atteggiamento sanguinetiano verso la letteratura e, più globalmente, la realtà, evidenziando così il percorso di scrittura di un materialista storico: la sua Bildung e la sua enquête“.

Nella pagina del sito dell’editore dedicata al libro si può leggere inoltre una recensione di Gilda Policastro comparsa su “Alias” il 4 novembre 2006.

Il premio Renato Giorgi 2006 a Elio Talon

Sabato 4 novembre si è svolta la cerimonia di premiazione della XII edizione del premio di poesia Renato Giorgi, a Sasso Marconi (Bologna).

Dal comunicato:

L’edizione del 2006 è la dodicesima del premio nazionale di poesia “Renato Giorgi”. Un premio che nasce a Sasso Marconi, ma che nel corso degli anni ha visto aumentare esponenzialmente l’attenzione riservatagli da poeti e critici di tutta Italia. Soprattutto per il suo essere indirizzato esclusivamente verso sillogi inedite, quindi con un valore di termometro per quanto parziale delle tendenze della poesia italiana. Il Premio, dedicato alla memoria di Renato Giorgi, composita figura di partigiano, scrittore e uomo politico, è realizzato con il contributo dall’amministrazione di Sasso Marconi e organizzato dal locale Circolo culturale “Le voci della luna” (oggi anche casa editrice) con la partecipazione della Provincia di Bologna e di Arci Bologna.

Sabato 4 novembre, alle ore 20:30 nel Teatro comunale “G. Marconi” di Sasso Marconi (piazza Martiri) ha luogo la cerimonia di premiazione. Sono presenti l’assessore alla cultura del Comune di Sasso Marconi, Adriano Dallea, e i membri della giuria composta dai poeti Gregorio Scalise, Mara Cini, Ivan Fedeli, dall’editore Fabrizio Bianchi e dal narratore ed esperto di poesia migrante Davide Bregola.

Ad essere premiato è ELIO TALON, trentaseienne nativo di Caorle in provincia di Venezia ma residente oramai da moltissimi anni a Bologna. Il premio consiste nella pubblicazione in volume della silloge inedita, presentata al vaglio del Premio da questo autore. Da quella silloge è nata Sideralia, raccolta dei testi poetici di Talon, presentata in questa occasione. Come tradizione, del volume 50 copie vengono consegnate all’autore. La restante tiratura è distribuita mediante i tradizionali canali dell’editoria. La pubblicazione è stata curata dall’editrice “Le voci della luna”, giovane
costola del Circolo culturale di Sasso. Insieme a Talon, sono premiati anche altri due poeti ritenuti meritevoli dalla giuria: il veneto Fabio Franzin e l’umbra Brunella Bruschi.

 

Un inedito di Amelia Rosselli e nuovi ebook in Poesia Italiana Online

mg...033.0806Molte nuove uscite sul sito Poesia Italiana Online, a cura di Biagio Cepollaro. Si possono leggere un inedito di Amelia Rosselli sulla metrica (da una lezione tenuta nell’ambito del Laboratorio di poesia di Elio Pagliarani nel 1988), a cura di Biagio Cepollaro e Paola Febbraro; la seconda edizione del saggio di Marzio Pieri Sul paesaggio mentale della poesia del Novecento (con postfazione di G.Mesa); e testi inediti di C.Dentali, M.Pizzi, E.Abate, A.Raveggi, S.Salvi, M.Sannelli, M.Zaffarano, e dello stesso Cepollaro, oltre a una serie di saggi sulla sua raccolta Lavoro da fare.

L’elenco completo degli ebook:

– Amelia Rosselli, Lezione sulla metrica (inedito, 1988 )

– Marzio Pieri, Biografia della poesia. Sul paesaggio mentale della poesia del Novecento (1979. Seconda edizione. Postfazione di Giuliano Mesa)

– Biagio Cepollaro, Note per una Critica futura (inedito, 2006)

– Carlo Dentali, Cronache (inedito, 2006)

– Marina Pizzi, La giostra della lingua il suolo d’algebra (inedito, 2006)

– Ennio Abate, Prof Samizdat (inedito, 2006)

– Alessandro Raveggi, Vs (inedito, 2006)

– Stefano Salvi, Il seguito degli affetti (inedito, 2006)

– Massimo Sannelli, Undici madrigali (inedito, 2006)

– Michele Zaffarano, Post-it (inedito, 2006)

– F.Fusco, J.Galimberti, A.Inglese, F.Marotta, G.Mascitelli, G.Mesa e dai blog Nazione Indiana, Retroguardia e Liberinversi, Letture di “Lavoro da fare” di Biagio Cepollaro
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http://www.cepollaro.it/poesiaitaliana/E-book.htm

Tape Mark I

copertina Almanacco Bompiani 1962A new ebook in GAMMM: Nanni Balestrini’s TAPE MARK I (1962).

TAPE MARK I was published in Almanacco Letterario Bompiani in 1962. Balestrini used an IBM 7070 computer with 322 punched cards giving 1200 instructions. The program recombined fragments taken from three different texts: Lao Tzu’s Tao Te Ching, Paul Goldwin’s The Mystery of the Elevator, and Michihito Hachiya’s Hiroshima Diary. The program constructed several series of words using these elements, avoiding juxtaposing elements from the same extracts. The output was six line poems with four metrical units per line – later edited for grammar and punctuation.

S L O W F O R W A R D _ seconda serie

Prende avvio una seconda serie di Slowforward, dopo il periodo in cui il laboratorio era stato ospitato da Splinder (marzo 2003 – agosto 2006).

La piattaforma WordPress, proprio perché per certi versi meno flessibile, permette di focalizzare l’attenzione sulla scrittura e la registrazione, su quanto pubblicato e sui draft: insomma sui contenuti piuttosto che sull’editing. Meno (preoccupazioni di) grafica e formattazione, più materiali. Inoltre, l’opportunità di caricare files pdf, doc, txt, jpg e gif si rivelerà preziosa.

Gli inserimenti saranno più frequenti e meno prolissi rispetto alla passata stagione. Saranno talvolta accompagnati da documenti, soprattutto in formato pdf.

Saranno ospitati testi di altri autori, e pubblicati inediti – o riproposti materiali variamente dispersi – miei e non miei.

Va detto che Slowforward non è una pagina di dialogo (non è un blog). Né ha le dimensioni e le urgenze e complessità del sito. Funziona semmai da semplice e irregolare cornice o ‘telemetro’ per inquadrare un laboratorio, come detto nella scheda di presentazione.

Offre poesia, prosa, critica, teoria della fotografia, immagini, voci. Installa delle opere in rete, le rende accessibili, liberamente consultabili. Si muove in fondo quasi come un archivio; e in parallelo (a volte sovrapponendosi) con GAMMM, flux e con altri siti avviati o in formazione.

A differenza di questi, però, non prescinde da una stretta dipendenza dalle linee di poetica personali, e dunque avrà connotati singolari e non slegati dai percorsi e progetti che vado strutturando & dissipando.

Si preparano novità interessanti, immagino. Rimanete connessi