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11 novembre, roma, fondazione giuliani: “there is no everyday life”, con allison grimaldi donahue e rachel schenberg

Fondazione Giuliani, via Gustavo Bianchi 1, Roma

Fondazione Giuliani è lieta di invitarvi a There is no everyday life: una serata di poesie, letture e racconti

delle scrittrici Allison Grimaldi Donahue e Rachel Schenberg.


Grimaldi Donahue lavora con testi e performance esplorando le modalità con cui il linguaggio e il testo possono muoversi tra esperienza individuale e collettiva. Lavorando con la scrittura, il video e la scultura, Schenberg affronta il modo in cui costruiamo i significati tramite le comparazioni.

Attraverso un dialogo in versi e prosa, le due scrittrici azioneranno uno scambio tra le loro poesie, parole e testi teorici, creando associazioni dialogiche e interconnessioni.

Soffermandosi sulle relazioni tra oggetti, materialità e memoria, There is no everyday life è il primo di una serie di incontri che nei prossimi mesi attiveranno la mostra di Liz Magor, The Rise and The Fall, attualmente visibile in Fondazione.

L’evento sarà in lingua inglese e italiano.

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oggi, 3 novembre, al cantiere (roma): al niente + david ryan, h. 21:30

Venerdì prossimo, 3 novembre, al Cantiere, Al niente, quartetto strumentale dedito alla composizione estemporanea e all’esecuzione di partiture non convenzionali, incontrerà l’artista visivo, compositore e improvvisatore inglese David Ryan per un programma di composizioni di Ryan, Cage e improvvisazioni.
Programma e informazioni: https://facebook.com/events/s/al-niente-plus-david-ryan/845259273989273/

programma:
David Ryan: Provisional Piano Pieces (2018- )
David Ryan / Al niente: Improvvisazione
John Cage: Four6 (1982)

hadar morag intervistata dal ‘manifesto’ @ doclisboa

Da un’intervista di Lucrezia Ercolani a Hadar Morag, per “il manifesto“, 29 ott. 2023

ARTE E POLITICA. Parla la regista israeliana, a DocLisboa con il film Tzipora and Rachel Are Not Dead: «Siamo diventati ciò che più avversavamo. Non firmerò mai la clausola per il cinema “leale” allo Stato israeliano. Il festival ha rifiutato il patrocinio e vista la situazione ne sono felice»

[…]

Come si sente in questo momento?

Non riesco a dormire ma devo vedere tutti i video di ciò che sta accadendo, anche se è molto doloroso sento di dover essere presente in qualche modo. Gli ultimi anni sono stati durissimi, Netanyahu ha incluso nel governo questi estremisti sionisti, dei veri terroristi, sono loro a legittimare tutto quello che accade a Gaza e in Cisgiordania. E sono al governo solo perché Bibi aveva bisogno di loro per non finire in prigione. Israele è il mio Paese, ma in qualche modo non lo è. Quando mia nonna arrivò qui, dopo l’Olocausto, la Jewish Agency le promise una casa. Non aveva niente, tutta la sua famiglia era stata sterminata. È rimasta in attesa per lungo tempo in una tenda, in una situazione estremamente precaria. La portarono quindi ad Ajami, a Jaffa, in una stupenda casa sulla spiaggia. Vide che sul tavolo c’erano ancora i piatti degli arabi che ci abitavano e che erano stati cacciati via. Allora lei tornò all’agenzia e disse: riportatemi nella tenda, non farò mai a qualcun altro ciò che è stato fatto a me. Questa è la mia eredità, ma non tutti hanno fatto quella scelta. Come possiamo essere diventati ciò che avversavamo? Questa è la grande domanda.

https://ilmanifesto.it/hadar-morag-il-trauma-toglie-la-parola-ma-bisogna-fermare-la-guerra