negli ultimi tempi ho cercato di chiarire perché in editoria e sul piano distributivo, e di conseguenza in poesia, le cose vanno in un certo modo.
ho detto la mia in quattro post, in particolare. questi:
https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/
https://slowforward.net/2022/10/12/italia-sommersa-francia-emersa/
https://slowforward.net/2023/04/23/il-ritorno-allordine-editoriale-distributivo-differx-2023/
https://slowforward.net/2020/07/14/responsabilita-in-editoria/
e per sorridere:
https://slowforward.net/2020/09/12/i-potenti-tribolati-differx-2020/
Archivi categoria: teoria
audio dell’incontro / confronto / dialogo sui video proiettati il 17 aprile 2023 allo studio campo boario
Gli audio fanno riferimento al confronto pubblico con gli spettatori dei video proiettati nel contesto della rassegna Incontri ravvicinati tra arte e cinema, allo Studio Campo Boario, il 17 aprile scorso. (La locandina è riportata più in basso).
Lo specifico intervento di Antonio Francesco Perozzi, dedicato ai quattro prologues dell’ensemble INDEX 03 (Marco Ariano, Pietro D’Agostino, Marco Giovenale, con Luca Venitucci), è ascoltabile qui:
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Mentre la registrazione dell’intero incontro, con ulteriori annotazioni da parte dei vari autori, e di Nicola De Simone, autore del corto Una percentuale davvero irrisoria, si può ascoltare qui:
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Altri elementi :
I quattro prologues:
https://slowforward.net/2023/04/19/prologue-1-4-index-03-2013-2022/
Alberto D’Amico, microvideo (1′ 30”) dell’intervento di A. F. Perozzi:
https://www.facebook.com/1478632074/videos/269351902098801?idorvanity=362914423721438
Una scheda in inglese relativa a prologue 1, dell’ottobre 2013, in vista di una proiezione poi non realizzata:
https://slowforward.files.wordpress.com/2013/10/prologue_1__byindex03.pdf
§
INDEX & prologue:
Un’idea di gioco si trasforma in condivisione. Condividere un indice, elenco senza gerarchie, aperto. E dei prologhi, inizi che non giungono mai a completezza, aperti anch’essi. Uno spasso. Un modo di percepire/sentire comune. Tre individualità, pronte ad aprirsi e a coinvolgere altri autori, dilatano territori, distribuiscono indizi per il piacere di condividerli, in consonanza. Un gioco di lanci, di attese e sovrapposizioni non preventivate. Il gioco è comunitario, senza descrivere chi fa cosa, senza soggetti autoriali specifici e legati ai propri linguaggi espressivi. Qui l’aperto si fa tangibile, non un’assenza da rincorrere, ma un percepire/avvertire per attraversare ed essere attraversati. Esiti e materiali tutti da definire, liberati.
§
duchamp: “notes”
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outside the novel form / differx. 2021
citato già altre volte:
“(…) Burroughs criticism has taken a surprisingly conventional literary approach to a project conceived so radically in opposition to the conventions of literature. The analysis of Burroughs’ novel-length cut-up texts has been at the expense of his myriad shorter texts from the same era, texts that, taken together, amount to a comparable body of work and demonstrate a much wider range of collage-based experiments. Even leaving aside his related work in other media — photomontage, collage scrap-books, tape-recordings, films — the effect of putting The Soft Machine, The Ticket That Exploded and Nova Express centre-stage is to distort the history and scope of Burroughs’ experimental practices. Minutes to Go does not fit the critical frame because it inaugurated and belongs to another history, one characterised by publication of hundreds of short texts in dozens of small underground magazines — a history, in other words, where the material, the publishing contexts, and the means of distribution all coincided with the world of avant-garde poetry in general, and the postwar revival of collage-based techniques in particular. It’s tempting to invert critical history altogether and say that, far from being the acme of Burroughs’ cut-up work, the trilogy is in fact its aberration, because the truest realisation of the project lay outside the novel form. At the very least, we can say that it is hard to grasp the poetic identity of the cut-up project so long as Burroughs is approached, first and last, as a novelist”. (Oliver Harris, https://realitystudio.org/scholarship/burroughs-is-a-poet-too-really-the-poetics-of-minutes-to-go/)
è abbastanza chiaro?
OUTSIDE THE NOVEL FORM.
si può seguire questa direzione? è legittimo. (a prescindere da tutto e tutti).
citare o mettersi sulla stessa strada di Burroughs, o su una strada che in qualsiasi modo abbia a che fare con la sua opera, è (soprattutto adesso) lavorare OUTSIDE THE NOVEL FORM.
cfr.
https://link.medium.com/rWQY01rwwfb
il teatro di grotowski / marianne ahrne [frammento]
“1922 – afterlives – ulysses and the waste land in…” @ la sapienza, 13-14 aprile
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some prose by michael basinski — a selection of poetics, criticism, microreviews and interviews — compiled by jim leftwich
Born in Buffalo, New York in 1950, Michael Basinski is an American poet, critic, and theorist. Much of his poetry participates in the traditions of visual and sound poetry. He is the curator emeritus of The Poetry Collection of the University Libraries at The State University of New York in Buffalo.
https://jimleftwichongoingresearch.blogspot.com/2023/04/some-prose-by-michael-basinski.html
audio completo della presentazione della collana ‘lunga conservazione’ @ palazzo delle esposizioni, roma, 29 mar. 2023
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Nella conversazione si parla di Leopardi, delle edizioni Aelia Laelia e di Carlo Bordini, di Pasolini e le donne, di copertine storiche di edizioni del Novecento, di collezionismo, di “strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ‘60 e ‘70”, e della poesia e della canzone italiane degli anni Sessanta e Settanta, quando “poeti e scrittori come Calvino, Fortini, Pasolini, Moravia cominciano a ragionare sulla necessità di utilizzare la canzonetta leggera, la musica, il mercato del vinile per creare prodotti di altissima qualità e popolari insieme”.
ponge: “non par la récitation d’un produit fini, mais par l’exemple d’une opération en acte”
il ne s’agit pas tellement de dire, au sens d’« avoir dit », il s’agit de dire au sens intransitif du « dire », c’est-à-dire de parler dans le moment présent, et de montrer comment les choses se font dans le moment même, de créer la communication directe, non par la récitation d’un produit fini, mais par l’exemple d’une opération en acte, d’une parole (et donc d’une pensée) à l’état naissant
Francis Ponge
(Entretiens Ponge/Sollers)
l’atto, non l’agìto. il dire, non il detto. aion, non chronos. il soggetto dell’inconscio, non l’io,
direbbe CB
tre utili link per il cane che fuma la pipa
maciunas, “scritti fluxus”, abscondita
Sandro Ricaldone
GEORGE MACIUNAS
Scritti Fluxus
a cura di Patrizio Peterlini e Angela Sanna
Abscondita, 2023
Il volume raccoglie, per la prima volta in una monografia in lingua italiana, una significativa selezione di testi, pubblici e privati, di George Maciunas, l’inventore di Fluxus. Lituano di nascita e americano di adozione, Maciunas ebbe una personalità sicuramente complessa, di grande cultura e curiosità. Fortemente convinto delle sue posizioni collettiviste, maniaco della catalogazione e della sistematizzazione del sapere in complessi schemi e diagrammi, instancabile lavoratore, grafico sopraffino ma anche affarista ingenuo, Maciunas fu un imprenditore fallimentare, tanto parsimonioso da sembrare avaro, così altruista da investire tutti i propri averi in progetti utopistici al servizio della comunità, di artisti in primis. Da questa raccolta emerge proprio l’ostinata caparbietà, l’inesauribile volontà, l’enorme quantità di energia profusa da Maciunas nel continuo quanto rovinoso tentativo di organizzare e dirigere Fluxus: qualcosa di per sé indefinito, incontrollabile, contraddittorio. Ci è riuscito? Ovviamente no. Com’è possibile, allora, che Fluxus sia non soltanto esistito ma che
continui ancora oggi a incuriosire e a suscitare interesse? È proprio questo il mistero di Fluxus e il fascino, tutt’ora intatto, del suo ideatore.