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“l’economia della poesia”: terzo ed ultimo seminario, 24 marzo @ casa dello scrittore (roma)

In collaborazione con Il Centro Scritture e con la Fuis, il 24 marzo 2022, alle ore 18 presso La casa dello Scrittore in Lungotevere dei Melllini 33 a Roma, si tiene (anche in diretta streaming) il terzo ed ultimo seminario su L’economia della poesia, propedeutico al convegno conclusivo che si terrà, nello stesso luogo,  il 13 ottobre 2022.

Il terzo  seminario è curato da Cetta Petrollo Pagliarani e da Marco Giovenale e vede la partecipazione di Elisa Davoglio, Lidia Riviello, Antonio Rossi, Carlo Sperduti ed Elena Zuccaccia.

Questi gli interventi:

Elisa Davoglio, Poesia e “nuove economie”: Un fil rouge fra passato e possibile futuro
Lidia Riviello, Poeti, pubblico ed economia
Carlo Sperduti e Elena Zuccaccia, Appunti contro l’uniformazione della proposta letteraria, per un mercato librario sostenibile e parallelo alla grande distribuzione: utopia o possibilità?
Antonio Rossi, Scrittori ed economia

Hanno partecipato ai primi due seminari: Marco Amore, Umberto Bertone, Nicola Bultrini, Piero Cademartori, Alessandro Canzian, Sonia Caporossi, Giuseppe Garrera, Marco Giovenale, Anna Lapenna Malerba, Giulio Marzaioli,  Vincenzo Mascolo, Piera Mattei, Marco Menato, Gabriella Musetti, Antonio Francesco Perozzi, Daniele Poletti,  Laura Pugno e Lele Rozza. 

Come sempre ci sarà una diretta streaming sulla pagina fb della Fuis:
https://www.facebook.com/federazione.scrittori

Per partecipare dal vivo occorre prenotarsi scrivendo a biblioteca@bibliotecaeliopagliarani.com o a info@fuis.it.

Per partecipare da remoto sarà fornito il link della pagina fb della Fuis.

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altri link per “poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/02/23/poesia-per-il-pubblico-generazioni-e-differenze-in-poesia-scrittura-politica-a-k/

https://archive.org/details/marco-giovenale-poesia-per-il-pubblico-feb-2022/mode/2up

https://www.academia.edu/72307114/_Poesia_per_il_pubblico_generazioni_e_differenze_in_poesia_scrittura_politica_a_k

PDF:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/02/marco-giovenale_-poesia-per-il-pubblico_-feb-2022.pdf

“poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

Sulla scorta degli interventi di Elisa Donzelli (LPLC, 23 gen. 2022) e di Lorenzo Mari (Argo, 17 feb. 2022) a proposito della generazione dei nati nell’arco di tempo 1968-1980, interventi che considero qui letti e meditati, aggiungo poche brevi riflessioni.

Si tratta di appunti verso un possibile saggio, non di osservazioni strutturate:

A_
Un numero consistente di autori nati dopo il 1968 non si è trovato affatto al di fuori di una ipotesi (verificabile, a volte contraddittoria, ma pure reale) di comunità, talvolta non solo letteraria ma anche politica. Penso ai genovesi del gruppo Bibhicante (Fabrizio Venerandi, Donald Datti, Paola Malaspina e Gianluca Seimandi), agli autori che si riunivano nei primissimi anni Novanta sotto la sigla LARP (Laboratorio Aperto di Ricerca Poetica, a cui partecipavano, tra gli altri, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Simone Caltabellota, Marco Cassini, Michele Fianco), al collettivo Sparajurij (cfr. qui), alla redazione della rivista bolognese “Versodove”, all’esperimento àkusma (1999-2003, fondato da Giuliano Mesa), alla redazione di gammm, al gruppo raccolto intorno a siti come Nazione indiana o Absolute poetry, all’ensemble EscArgot (che intorno al 2009 prendeva appunto nome dal centro sociale ESC nel quartiere San Lorenzo, a Roma, ed era composto originariamente da Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Andrea Cortellessa, Elisa Davoglio, Michele Fianco, Francesca Fiorletta, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Tommaso Ottonieri, Cetta Petrollo, Vincenzo Ostuni, Gilda Policastro, Lidia Riviello, Sara Ventroni).

Emilio Villa e Corrado Costa, dall’archivio di Pari & Dispari, di Rosanna Chiessi _ https://www.pariedispari.org/

Nel testo 6070 (uscito nel 2020 su OperaViva ma scritto parecchi anni prima), ho fatto per me, inoltre, l’esempio congiunto della rivista “Babele” e del movimento della Pantera, a cui dovrei accorpare una collaborazione e dialogo di non breve durata con le riviste “Private” e “Il Segnale”. (P. es.: nel 1997 ho curato, sulle migrazioni e sul passaggio come identità, e in modo tentativamente non ‘neorealista’, un numero di “Private” intitolato Identità di transito, di cui si può avere un succinto saggio qui: https://www.privatephotoreview.com/1997/09/11-identita-di-transito/).

B_
Mi domando – tornando al documento su LPLC di Elisa Donzelli – se il forte legame con la scrittura poetica dei “nonni” Sereni e Fortini piuttosto che con padri assenti (o non visibili) si debba principalmente a una unicità indubitabile / totalmente inaggirabile dei due poeti, e non anche o soprattutto all’unione di tre fattori:

(1) la scelta, da parte dell’editoria di grande distribuzione, di privilegiare unicamente la lirica, o meglio le scritture assertive; (2) la scomparsa tra fine anni Settanta e metà Novanta di un numero impressionante di persone cruciali e autori definibili sperimentali: Vittorio Reta, morto nel 1977; Demetrio Stratos, 1979; Italo Calvino, 1985; Adriano Spatola, 1988; Enrico Filippini, 1988; [Antonio Porta, 1989]; Giorgio Manganelli, 1990; Carmelo Samonà, 1990; Achille Cavellini, 1990; Corrado Costa, 1991; Patrizia Vicinelli, 1991; Luciana Arbizzani, 1991; Valerio Miroglio, (1991); [Pier Vittorio Tondelli, 1991]; Stefano D’Arrigo, 1992; Germano Lombardi, 1992; Silvano Martini, 1992; Gianni Sassi, 1993; Giovanni Testori, 1993; Antonio Neiwiller, 1993; Luigi Pasotelli, 1993; Paolo Volponi, 1994; Luciano Anceschi, 1995; Franco Beltrametti, 1995; Giuseppe Guglielmi, 1995; Anna Malfaiera, 1996; Edoardo Cacciatore, 1996; [Amelia Rosselli, 1996]; Giordano Falzoni, 1998; Toti Scialoja, 1998; Vincenzo Accame, 1999; Renato Pedio, 1999, Annalisa Alloatti, 2000; nel 1986 Emilio Villa era stato colpito da ictus e conseguente afasia; mentre poco fuori dal cerchio degli anni Novanta muoiono Carmelo Bene, Emilio Tadini, Giovanna Sandri e Franco Lucentini, nel 2002, Alice Ceresa e Roberto Sanesi nel 2001; (3) l’uscita di un numero ragguardevole di volumi sereniani, presso Mondadori, a partire da Tutte le poesie, nello Specchio, nel 1986, a tre anni dalla scomparsa dell’autore. (Una seconda edizione è già del 1987). Siamo al centro degli anni Ottanta.

C_
La conclusione del decennio 1971-80 registra ben evidenti segni premonitori di ciò che anche in poesia sarebbe stato il periodo degli Ottanta: anche solo le due edizioni della Parola innamorata, 1979 e 1980, sarebbero sufficienti. Per cosa? Per parlare di ritorno all’ordine (editoriale), come minimo. A cos’altro avrebbe reagito, infatti, il gruppo ’93, se non ad una situazione di sostanziale restaurazione? (Ossia ad un tentativo di fare come se tutte le avanguardie e le sperimentazioni novecentesche, semplicemente, non fossero mai esistite).

D_
Sembra assai difficile, per esempio, soprassedere sulle scelte formali/stilistiche di Mondadori a partire dal decennio seguente la scomparsa di Montale (1981) e Sereni (1983). Tolti i cinque nomi di Zanzotto, Neri, Gramigna, Ballerini e Majorino, ai quali aggiungerei quelli dei ‘fuorilegge’ Zeichen e Bordini, e sicuramente l’hapax Balestrini (Caosmogonia, 2010), credo che un sommario elenco di autori pubblicati nello Specchio in questo trentennio parli da solo, in termini di inclinazione di scrittura (non parlo di qualità ma di modus scribendi): Valduga, Frabotta, Spaziani, Bellezza, Riccardi, Lamarque, Giudici, Conte, Mussapi, Vitale, Raboni, De Angelis, Anedda, Dal Bianco, Bacchini, Cucchi, Risi, Erba, Orelli, Buffoni, Bevilacqua, Zavoli, Benedetti, Pecora, Rondoni, Copioli, Calabrò, Fiori, Villalta, Cerami, Ramat, Deidier, Bona, Theóphilo, Ruffilli. Nulla che anche solo lontanamente accenni a una sintonia con quel formidabile cambio di paradigma che – iniziato tra fine anni Cinquanta e primissimi Sessanta – dopo il ’68 e dopo la selva di sperimentazioni e laboratori anche verbovisivi degli anni Settanta avrebbe continuato a lavorare (esistere!) pur venendo recisamente radicalmente aggredito e negato (per non dire asfaltato) dall’editoria di grande distribuzione e dalla pubblicistica già definibile “generalista”.

E_
Per la “bianca” di poesia Einaudi il 1980 è uno degli anni della ristampa de Gli strumenti umani, di Sereni, e di Foglio di via e altri versi, di Fortini. Tra gli anni Ottanta e la metà dei Novanta escono nella collana libri di Cavalli, Luzi, De Angelis, Orengo, Naldini, Ortesta, Ottieri, Bufalino, Erba, Valduga, Bona, D’Elia, Raboni, Merini, Romano, Piersanti, per arrivare al 1994 di Composita solvantur, testamento di Franco Fortini. Se osserviamo invece la vicenda dei Novissimi, notiamo che il libro nato nel 1961 era stato accolto in Einaudi nel 1965, per arrivare a un'”ultima” edizione (guarda caso) nell’anno-soglia 1979. Si entra poi in un ventennio ben abbondante di assenza dalle librerie italiane. La ristampa successiva porta la data del 2003. (Ed è tutt’ora l’ultima, in senso assoluto – parrebbe).

F_
Ma in casa Garzanti? Dal 1980 al 1995: Penna, Bemporad, Parronchi, Romagnoli, Cerami, Sereni (Stella variabile, opera accresciuta rispetto alla prima edizione comparsa in tiratura limitata), Caproni, Bertolucci, Cima, Canali, Fiore, Mussapi, Ramat, Ruffilli, Levi, Morante, Sanesi, Luzi, Guidacci, Pozzi, Lamarque, Bellezza, Spagnoletti, Turoldo, Giudici, Ottieri, Pasolini, Bacchini, Rebora, Erba, per citare solo alcuni.

G_
Quali autori non allineati trovava in scaffale il lettore ventenne nel 1989-90? Ipocalisse, di Balestrini, era uscita nel 1986 da Scheiwiller (due anni dopo il ‘forzato’ periodo francese dell’autore, 1979-1984). Sempre da Scheiwiller, le Osservazioni sul volo degli uccelli (1988) e nell’87 per Becco giallo Il ritorno della signorina Richmond. La prima edizione dell’Orda d’oro, di Balestrini e Moroni, esce nel 1988. Nel 1989 nasceva a Milano il Gruppo ’93; e, a cura di Mario Lunetta e Franco Cavallo, usciva Poesia italiana della contraddizione, 350 pagine pubblicate non certo da Einaudi, Garzanti o Mondadori, ma da Newton Compton. Ed era in attività un gruppo agguerrito di critici e autori, capaci di tentare di contrastare il kitsch di un orfismo montante, e tuttavia non in grado di stabilire un legame solido con la Francia di Anne-Marie Albiach (classe 1937), Denis Roche (nato anche lui nel ’37), Dominique Fourcade (1938), Emmanuel Hocquard (1940), Danielle Collobert (1940), Claude Royet-Journoud (1941), Christian Prigent (1945), Liliane Giraudon (1946), Jean-Marie Gleize (1946), Anne Portugal (1949), Vannina Maestri (1954), Jacques Sivan (1955), Olivier Cadiot (1956), Éric Houser (1956), Jean-Michel Espitallier (1957), Christophe Tarkos (1963), Nathalie Quintane (1964), Christophe Marchand-Kiss (1964), Charles Pennequin (1965), Jérôme Mauche (1965), e di riviste come “Nioques”, “TXT” , “Java” e molte altre. Quasi tre generazioni di autori passati sotto silenzio. Un legame o scambio avrebbe invece permesso la formulazione di percorsi sperimentali non necessariamente centrati sulla lingua come fucina primaria.
Un geniale Giuliano Mesa pubblicava uno dei suoi libri migliori, I loro scritti, nel 1992 per Quasar.

H_
Cosa trovava in scaffale un lettore ventenne nel 1999-2000? Poco, se non nulla, di quanto appena elencato, in termini di sperimentazione. Molto, invece, da Einaudi e Mondadori (i nomi fatti). Era pressoché trascorsa l’avventura del Gruppo ’93, chiusa la rivista “Baldus” (1990-1996). A dare altri parametri (tuttavia non “d’avanguardia”) rispetto al mainstream poteva pensare nel 1995 la raccolta delle Opere di Carmelo Bene, uscita per Bompiani. Dieci anni prima, nel 1985, era comparsa la seconda edizione del Waste Land di Eliot nella traduzione di Alessandro Serpieri (risalente all’82). L’opera di Umberto Eco proseguiva, sul versante critico-filosofico, in direzioni proficue con tre opere fondamentali come Sugli specchi (1985), I limiti dell’interpretazione (1990) e Kant e l’ornitorinco (1997). In poesia il 1995 era l’anno del meridiano di Vittorio Sereni.
Mancano moltissimi tasselli al quadro, ma i pochi raccolti fin qui immagino diano un quadro limpido della situazione.
Sia chiaro che in questa sede non si oppongono autori di ricerca ad autori assertivi (o non solamente). Si vuole semmai suggerire una banalità di base: i lettori e poi autori che avevano vissuto la propria formazione negli anni Settanta-Ottanta avevano potuto incontrare un’editoria e un quadro di conflitti che i nati successivamente purtroppo non avrebbero avuto a disposizione. (In 6070 faccio l’esempio, credo significativo, degli sceneggiati televisivi fruibili negli anni Settanta, radicalmente diversi rispetto a ciò che avrebbe elargito la tv commerciale nel decennio successivo).

I_
Ci interrogheremo sul ruolo della grande distribuzione libraria per come poi si è configurato tra anni Novanta e anni Zero? Vale la pena ricordare la chiusura delle decine e decine di librerie indipendenti o di catena (Rinascita, per nominarne solo una) negli anni Zero? Quel che è successo dal 1994 a oggi nella politica e nell’economia italiane è del tutto ininfluente sull’asse Mondadori-Einaudi-Rizzoli-Bompiani?

J_
La (mondadoriana) fortunata e meritoriamente ristampatissima antologia di poesia curata da Pier Vincenzo Mengaldo, del 1978 (daccapo: sulla soglia degli anni Ottanta), è stata nei decenni ed è tutt’ora in prima linea nella determinazione di un canone assertivo nelle scritture in versi di secondo Novecento, insieme alle periodiche uscite dell’Almanacco dello Specchio, e all’antologia Cucchi-Giovanardi Poeti italiani del secondo Novecento (Meridiani Mondadori, 1996, alla quarta edizione già nel 2001, sesta nel 2011; e Oscar Mondadori, edizione aumentata, 2004, seconda ristampa 2010).

K_
Un posto particolarmente rilevato dovrebbero occupare, in un resoconto meno lacunoso e sfilacciato di questo, non solo le antologie ‘serie’ (massime le due del 2005, Parola pluraleDopo la lirica) e i tristi tentativi antologici del sottobosco, ma pure i resoconti dei critici che (particolarmente presso Carocci) negli ultimi anni si sono spesi sul campo – appunto – del canone. (Canonizzando quasi sempre il già canonizzato dall’editoria). Ma qui lo spaziotempo e l’energia disponibile si oppongono, e rinvio.

Se nel 1979 crolla il palco dei poeti di Castel Porziano, per eccesso di “pubblico della poesia”, poco dopo entra in scena la “poesia per il pubblico”: la re-poésie, come direbbe Gleize. Le movenze e retoriche dell’assertività.

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29-30-31. 10. 2021 : there is no place like home | rome

THERE IS NO PLACE LIKE HOME
ROME

via del Mandrione 347, Roma

29-30-31 ottobre 2021
opening 29 ottobre ore 12.00
h 24

un progetto itinerante diretto da Giuliana Benassi

con il supporto di Pietroarco Franchetti
Il progetto THERE IS NO PLACE LIKE HOME dedica la sua VI edizione a Roma, in un luogo che metaforicamente incarna la complessità di una città stratificata, carica di tensioni e generatrice di visioni: lungo via del Mandrione, al civico 347, all’interno di un grande edificio, ex fabbrica del Chinotto Neri e più recentemente sede di una storica palestra di pugilato, un gruppo di artisti – Sonia Andresano, Josè Angelino, Elena Bellantoni, Paolo Canevari, Stefano Canto, Simona Caramelli, Eleonora Cerri Pecorella, Alessandro Cicoria, Christophe Constantin, Giovanni De Cataldo, Federica Di Carlo, Marco Fedele Di Catrano, Stanislao Di Giugno, Federica Di Pietrantonio, Marco Eusepi, Roberta Folliero, Shay Frisch, Alessandro Giannì, Luca Grimaldi, Felice Levini, H. H. Lim, Monica Lundy, Davide Manuli, Diego Miguel Mirabella, Alberto Montorfano, Lulù Nuti, Giorgio Orbi, Luca Maria Patella, Nicola Pecoraro, Alessandro Piangiamore, Donato Piccolo, Cesare Pietroiusti, Giuseppe Pietroniro, Alfredo Pirri / Polisonum, Daniele Puppi, Marco Raparelli, Andrea Salvino, Alessandro Sarra, Gabriele Silli, Donatella Spaziani – sono stati invitati a presentare un’opera pensata per lo spazio.
Dalle ore 12.00 di venerdì 29 ottobre fino a mezzanotte di domenica 31 ottobre, con la direzione artistica di Giuliana Benassi, lo spazio del Mandrione sarà sede espositiva d’eccezione: stretto tra due linee di tensione, la ferrovia e l’antico acquedotto romano, il pubblico potrà visitare la mostra all’interno dello stabile e nell’area circostante dove le opere sono dislocate in relazione o in contrasto con lo spazio che le ospita.
Gli artisti partecipanti sono tutti legati a Roma in quanto città d’elezione e, vari per linguaggio e generazione, raccontano in maniera diversa il loro legame con la città, attraverso l’interazione con lo spazio prescelto.
Opere installative, video, pitture e interventi sonori e performativi accompagneranno il visitatore lungo il percorso espositivo, di giorno e di notte.

THERE IS NO PLACE LIKE HOME è un progetto d’arte contemporanea nato a Roma nel 2014. Dalla V edizione è sviluppato dagli artisti Giuseppe Pietroniro e Daniele Puppi insieme a Giuliana Benassi, supportato da Pietroarco Franchetti. Ha l’obiettivo di creare un dialogo tra gli artisti, il territorio e il pubblico, attraverso la costruzione di mostre in spazi e luoghi sempre diversi.

Performances e installazioni spazio-temporali

Venerdì 29 ottobre, ore 23.00
Cesare Pietroiusti, “Linguale”, performance.

Venerdì 29 ottobre – Sabato 30 ottobre, da mezzanotte all’alba
Lulù Nuti, “Notturno”, gesso, cemento, colla da piastrelle, pigmenti, plastica, filo di rame e intervento notturno.

Venerdì 29 ottobre – Domenica 31 ottobre, ogni giorno alle ore 18.00 e all’alba
Donatella Spaziani “Incontro di poesia” con Elisa Davoglio, Fabio Orecchini, Jonida Prifti, Laura Cingolani, Lidia Riviello, Luca Alvino, Luca Tedesco, Marco Giovenale, Maria Grazia Calandrone, Sara Ventroni, WOW-Incendi Spontanei.

Sabato 30 ottobre, ore 17.00
Paolo Canevari, “Bites”, installazione/performance, smalto acrilico su pneumatici e cani alla corda, catena.

Sabato 30 ottobre, ore 17.45 – Domenica 31 ottobre ore 12.00
Sonia Andresano, “Jet lag”, 2021, video installazione, performance in collaborazione con Marco Rovinelli.

Il programma dettagliato delle performance sarà pubblicato in concomitanza dell’apertura della mostra su Instagram @thereisnoplacelikehome_rome

Misure anti-Covid
È obbligatorio il Green Pass e l’uso della mascherina negli spazi interni.

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12-13 dicembre: Stati complementari della poesia

STATI COMPLEMENTARI DELLA POESIA è ospitato da Incontri Festival 2020 – Orizzonte multiplo, progetto vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022 e curato da MRF5 srl.

Il primo evento (2020) è fissato per sabato 12 e domenica 13 dicembre, su ZOOM e in contemporanea sul sito https://statidellapoesia.it, sulla pagina https://www.facebook.com/statidellapoesia/, e sul canale YouTube https://www.youtube.com/channel/UCLjSD5KCVcYx74ailWJUjfw

Nei due pomeriggi si ascolteranno alcuni poeti della generazione dei nati fra gli anni Ottanta e Novanta (in rapporto con la generazione nata fra i Sessanta e i Settanta ovvero i quaranta-cinquantenni).

leggeranno:
Maddalena Bergamin, Simone Burratti, Tommaso Di Dio, Niccolò Furri, Carmen Gallo, Simona Menicocci, Silvia Salvagnini, Simone Savogin, Gabriele Stera, Fabio Teti, Francesco Maria Tipaldi, Julian Zhara

oltre agli organizzatori interverranno i critici:
Brunella Antomarini, Roberto Batisti, Cecilia Bello Minciacchi, Andrea Cortellessa, Massimo Gezzi, Paolo Giovannetti, Marianna Marrucci, Fabrizio Miliucci, Gian Luca Picconi, Luigi Severi, Italo Testa

> sabato 12 dicembre
letture degli autori e dialogo
a partire dalle ore 16:20
con una pausa tra le 18:15 e le 18:45
per poi riprendere fino alle 20:30

e dalle ore 21:00
lettura di poesie di Carlo Bordini
con Silvia Bordini, Myra Jara, Massimo Barone, Francesca Santucci, il gruppo exArgot e alcuni dei poeti invitati

> domenica 13 dicembre
lettura degli autori invitati e dialogo
a partire dalle ore 16:30 fino alle 20:30
con una pausa tra le 18:15 e le 18:45

organizzazione e cura di exArgot,
e in particolare, per questo evento, di
Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Fiammetta Cirilli, Elisa Davoglio, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Renata Morresi, Vincenzo Ostuni, Laura Pugno, Lidia Riviello, Franca Rovigatti, Sara Ventroni, Michele Zaffarano

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https://statidellapoesia.it
https://www.facebook.com/statidellapoesia/
https://facebook.com/exargot

Incontri Festival 2020 – Orizzonte Multiplo, organizzato da MRF5 srl. Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico Contemporaneamente Roma 2020-2021-2022, fa parte di ROMARAMA 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale, ed è realizzato in collaborazione con SIAE.

 

nasce exargot

Nasce exArgot, gruppo di scrittori e critici che promuove e organizza occasioni pubbliche di lettura e discussione sulla poesia, le scritture di ricerca, la letteratura in generale. Ne fanno parte Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Fiammetta Cirilli, Andrea Cortellessa, Elisa Davoglio, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Giulio Marzaioli, Guido Mazzoni, Vincenzo Ostuni, Tommaso Ottonieri, Laura Pugno, Lidia Riviello, Sara Ventroni, Michele Zaffarano.

Già a dicembre sono in programma due giorni di “Stati complementari della poesia”, ascolto e analisi della poesia di autori nati negli anni Ottanta e Novanta.

Un “mi piace” sulla pagina facebook vi aggiornerà su tutto: https://www.facebook.com/exargot/

il volantino per oggi, 5 settembre, piazza sonnino, roma: scatola sonora di gammm.org (in collaborazione con il teatroinscatola)

leggete, scaricate, stampate, diffondete:


download pdf:
slowforward.files.wordpress.com/2020/09/gammm-scatola-sonora-teatroinscatola-5-set-2020_-bn.pdf

§

(Videointervista a Marco Giovenale sulla SCATOLA SONORA di GAMMM.org : https://video.corriere.it/di-la-fiume-ultimo-week-end-festival/571453da-ed87-11ea-b7a7-558c0458760a)
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roma, 5 settembre, la scatola sonora di gammm, seconda installazione

A Roma, nel contesto del festival Di là dal fiume* (III edizione, 2020, eventi a ingresso gratuito dal 23 agosto al 6 settembre), il Teatroinscatola, in collaborazione con GAMMM, propone – fra altre iniziative – una SCATOLA SONORA fatta di materiali testuali registrati, che vengono mandati in loop, per due pomeriggi/sere, due sabati consecutivi, il 29 agosto e il 5 settembre, dalle 18 alle 23 circa, al centro di piazza Sonnino, a Trastevere, davanti al cinema Reale. L’installazione, attraverso un meccanismo particolare, ‘vampirizza’ & trasforma un’edicola turistica (dismessa) del Comune in un vero e proprio amplificatore, felicemente vibrante per gli audio di alcuni autori di scritture di ricerca, legati al sito gammm.org. Autori che – in particolare – abbiano pubblicato propri materiali sul sito oppure nella rubrica ‘gammmatica’, all’interno della rivista “l’immaginazione”.

IL PRIMO SABATO, 29 agosto, ha visto succedersi materiali sonori di (in ordine di apparizione): Mariangela Guatteri, Manuel Micaletto, Gherardo Bortolotti, Luca Zanini, Eva Macali e Aimèe Portioli, Vincenzo Ostuni, Renata Morresi, Mario Corticelli, Andrea Inglese, Alberto D’Amico, Alessandro Broggi e Gianluca Codeghini, Jennifer Scappettone, Claudio Salvi, Giulia Felderer, Fabio Lapiana, Silvia Tripodi, Isacco Boldini, Christophe Tarkos (tradotto e) letto da M.Zaffarano, Giorgia Romagnoli, Niccolò Furri, Michele Zaffarano.

IL SECONDO SABATO, 5 settembre, includerà testi di (in ordine alfabetico):
Isacco Boldini, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi e Gianluca Codeghini, Roberto Cavallera, Fiammetta Cirilli, Mario Corticelli, Elisa Davoglio, Niccolò Furri, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Andrea Inglese, Giulio Marzaioli, Manuel Micaletto, Renata Morresi, Vincenzo Ostuni, Adriano Padua, Andrea Raos, Giorgia Romagnoli, Jennifer Scappettone, Christophe Tarkos (tradotto e) letto da M. Zaffarano, Silvia Tripodi, Michele Zaffarano, Luca Zanini.

La natura puramente installativa dell’operazione è sottolineata dall’assenza, come detto, di reading classici, lettori presenti, azione performativa, retorica ossia spettacolo del poetese o dell’anti-poetese: qui semmai si capovolge, di fatto, la centralità e interezza del corpo e dell’ego dell’autore, facendo emergere ma non esplodere quell’altro scandaloso lato o margine e comunque frammento di fisicità (o alterità) che è la voce, in questo caso integralmente scoperta, sola e quasi senza origine, a servizio del testo come flusso verbale, in uno stato che di fatto non è più la solida griglia tipografica della pagina, ma nemmeno una pura liquidità, una captatio di ritmi e richiami facili allo spettatore. Lo spettatore può essere distratto, nessuno gliene fa una colpa.

EVENTO FACEBOOK:
facebook.com/events/1048100472304401/ … anche se:

Un’installazione testuale non è propriamente un ‘evento’, nel senso spettacolare, non è una performance. Anzi per certi aspetti è l’esatto opposto. Si tratta di un flusso verbale che può essere apprezzato sia con l’attenzione dello spettatore, sia con la distrazione del passante, sia con l’intermittenza del curioso che magari girovaga qua e là e ogni tanto torna ad ascoltare.

In particolare, non è un’occasione conviviale, anche se può diventarlo. Come i testi che la compongono sono nati fuori della religione dell’arte e del testo, e anzi come pagine di post-poesia, così l’installazione in sé non è né un luogo di culto da visitare in punta di piedi, né un attrattore o magnete comunitario. “Gli oggetti che [vi] compaiono non hanno niente a che fare con una comunità e non possono formarne una, possono semplicemente urtare (contro) le sensibilità altrui spostando gli assi della stessa percezione in forme e modi che chi scrive comunque in ogni caso non prevede, non conosce” (https://slowforward.net/2020/09/01/meglio-non-saprei-dire-strappi-e-disfunzioni-e-tensioni-verso-lesterno/).

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[ * Il progetto Di là dal fiume è vincitore dell’Avviso Pubblico ESTATE ROMANA 2020-2021-2022 e fa parte di ROMARAMA 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale ]

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http://www.theindependentproject.it/events/gammm-scatola-sonora-in-collaborazione-con-il-teatroinscatola-seconda-installazione/