Quest’anno, nonostante sia estate, nessuna ristrutturazione inizia negli appartamenti accanto? Il vostro condominio non è “diventato un cantiere”? Vi mancano i botti? Slowforward viene in vostro aiuto con ben 8 (otto) minuti di suadenti suoni dei noti artigiani della parola: I POETI. Ascoltateli mentre lavorano ai loro versi: con quanta lena, nell’afa estiva, si apparecchiano a sbaragliare le coorti degli attardati avanguardisti, dei paladini del significante. Ascoltate come il loro contenuto nella forgia risponde ai colpi del martello, della lima, della fresa, dello scalpello, del piccone, del frullino, del mazzarocco. Tutto ciò per voi, lettori forti, per otto minuti che potete (desiderandolo) riascoltare all’infinito, grazie a questo undecimo Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
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pod al popolo, #011_ otto minuti con gli artigiani della parola
Quest’anno, nonostante sia estate, nessuna ristrutturazione inizia negli appartamenti accanto? Il vostro condominio non è “diventato un cantiere”? Vi mancano i botti? Slowforward viene in vostro aiuto con ben 8 (otto) minuti di suadenti suoni dei noti artigiani della parola: I POETI. Ascoltateli mentre lavorano ai loro versi: con quanta lena, nell’afa estiva, si apparecchiano a sbaragliare le coorti degli attardati avanguardisti, dei paladini del significante. Ascoltate come il loro contenuto nella forgia risponde ai colpi del martello, della lima, della fresa, dello scalpello, del piccone, del frullino, del mazzarocco. Tutto ciò per voi, lettori forti, per otto minuti che potete (desiderandolo) riascoltare all’infinito, grazie a questo undecimo Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
pod al popolo, #010_ il pubblico dell’economia della poesia
Come ragionevolmente aggiornare il celebre titolo 1975 di Berardinelli & Cordelli? La risposta in questo decimo Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
bologna, 9-10-11 giugno: il sesto festival deriveapprodi
Audio dell’intervista di Radiocittà Fujiko a Sergio Bianchi:
dall’articolo di Chiara Scipiotti:
Per Nanni Balestrini, uno dei poeti e scrittori storicamente pubblicati da DeriveApprodi, aver vissuto gli anni Sessanta e Settanta lo aveva ripagato invece degli anni Ottanta, «durante i quali l’Italia è cominciata a diventare un po’ più triste e un po’ più inutile». E proprio agli anni Ottanta è dedicato Decennio Ottanta – I sentimenti dell’aldiqua, il festival di DeriveApprodi che si terrà dal 9 all’11 giugno presso la Casa di Quartiere Scipione dal Ferro.
Il punto di partenza del festival è una nuova edizione di I sentimenti dell’aldiqua: paura, cinismo e opportunismo nell’età del disincanto, una raccolta saggistica corale per riflettere e comprendere a fondo cosa sia successo dopo la fine degli anni Settanta.
Gli eventi del festival per riflettere sul Decennio Ottanta
Il presupposto, spiega Sergio Bianchi, è che gli anni Ottanta siano da considerare un periodo di “controrivoluzione”, e non una “restaurazione”: «I processi capitalistici erano sotto il segno di elementi con caratteristiche rivoluzionarie rovesciate – riflette Bianchi, tra i fondatori di DeriveApprodi – Non si sono ripristinati i criteri precedenti al ventennio degli anni Sessanta e Settanta, bensì è stato messo in moto un processo di vera e propria trasformazione generale della società e della cultura che si è poi sviluppata nei decenni successivi». Proprio per questo, il festival si colloca in un progetto più ampio della casa editrice indipendente, che si propone di affrontare con uno sguardo critico gli ultimi quattro decenni della storia italiana.
Suddiviso in tre giorni, il festival inizierà [—> continua QUI
Programma del festival:
https://www.machina-deriveapprodi.com/post/festival-6-di-deriveapprodi-il-decennio-ottanta-i-sentimenti-dell-aldiqua
roma, 5 maggio, studio campo boario: “i giorni, le opere (ma esiodo non c’entra)”, di luigi ballerini
a Roma, venerdì 5 maggio 2023, alle ore 18:00
presso lo Studio Campo Boario
(viale del Campo Boario 4a)
Luigi Ballerini
legge e presenta brani del suo oratorio inedito
I giorni, le opere (ma Esiodo non c’entra)
con la partecipazione di Giuliana Adezio
* * *
Lettura e commento dei primissimi brani di un oratorio immaginato idealmente come un’assemblea degli eroi ma realizzato assai più semplicemente come una tavola rotonda di poeti, economisti, filosofi e artisti, chiamati a discutere “in poesia” della differenza tra lavoro, inteso come libera scelta di un’attività utile al progresso morale e materiale dell’individuo e della società, e occupazione, intesa come forma larvale di servitù.
Partecipano a questa puntata: Apollo, Pound, Marx & Engels, Rosa Luxemburg, Gustavo Zagrebelsky, Max Weber, Antonio Gramsci, Elio Pagliarani, Carl Sandburg, Peter Gillespie, Umbertina Santi, etc.
https://fb.me/e/A2QhgFXA
È cosa sommamente giusta, equa e salutare,
sottrarsi al volere di chi, meditando sulla propria
variabile natura di deriva o di approdo, vive
ogni emergenza come una sfiducia e perde
l’occasione di smascherare quel giro di vite
che impone o gratitudine o ricatto: “Tu non
sai com’era, quando di lavoro non ce n’era
e c’erano invece le sanzioni”. Uguale restava
solo il guadagno di pochi adagiato nelle pieghe
di una lapide che non ammette amori a mezz’asta.
“vero metodo per la cernita dei poeti” (edizioni volatili, 2023)
testi: Marco Giovenale,
partiture visive: Giuditta Chiaraluce
Edizioni volatili, collana Minimo storico, 2
Macerata, marzo 2023, pp 154
colleferro, 15 febbraio: “quando i poeti erano divi”, fotografie dalla collezione oriente-piscolla, alla biblioteca riccardo morandi
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i buonisti col basto / differx. 2022
Nei giorni di novembre ’22 in cui Charles Bernstein è stato in Italia (6 date, 6 letture/incontri ampiamente frequentati, da nord a sud), ossia [lèggasi:] “nei giorni in cui in Italia per la prima volta è stato presente presentato e leggente uno dei maggiori autori statunitensi che da mezzo secolo fa sperimentazione letteraria, e di cui da 20 anni perfino in Italia si parla”, bon, in tali giorni non un solo assertivo o lirico ha avuto la buona creanza di onorare i propri proclami di democrazia poetica & imparziale ascolto dell’atro autre, facendo capolino ad ascoltare.
E bon, o voi, ve lo dico: farete pure lirica decente, scriverete opimi saggi e saggiamente recensirete i sodali vostri sulla Repubblica24ore della Sera della domenica, sdoganerete il rondone e i sonetti, invocherete respect pei vostri metri di a-capo, dirigerete o sarete diretti da collane e catene, sfilerete in questo o quel festival o quaderno tatuati da neocatecumenali del mito, ma di un ascolto che sia uno, none, zero, col c**** che siete capaci.
E se non scomodate le vostre dilicate terga per andare a sentire gratis Bernstein, o Gleize, o Goldsmith, o Quintane (nomi non casuali), osservo, quando mai aprirete un libro, perfino italofono, di ricerca letteraria – quale che sia?
Giù la maschera, birbantelli. A voi di ricerca, sperimentazione, non assertività eccetera ve ne frega meno dei 4 asterischi del suddetto c****. Vi bisogna il basto del mainstream, a voi, e sorrido a sentirvi bussare col capo basso nel legno di tutte le porte pensabili, inclusa (e qui rido) la mia.
rainer m. rilke a., “lettera a un giovane poeta” (audio)
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Il consenso di Kafka: Gibs auf !
(file da quadernodappunti.wordpress.com)
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gli artisti, non i poeti
Guardando le fotografie e i materiali di documentazione nel post di Pasquale Polidori che ho condiviso stamattina su FB (https://bit.ly/3uY97GR e https://t.ly/5P6R) mi rendo conto una volta di più di un’evidentissima evidenza.
Ossia che non c’è niente da fare: gli unici giovani (e meno giovani) in grado di mettersi immediatamente e senza elucubrazioni in sintonia con le scritture di ricerca, la sperimentazione linguistica in ambito concettuale e non solo, sono gli artisti.
Inutile aspettarsi qualcosa dai (o: dalla stragrande maggioranza dei) “giovani poeti”. (Dai vecchi meno che mai).
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