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Archivi categoria: annotazione
il cane con la pipa in bocca. ovvero l’erosione della percezione del letterario / mg. 2023
audioannotazione sulla poesia italiana contemporanea, il mainstream, il kitsch, il pacchiano, il sottobosco e la sua ascensorizzazione.
insomma: perché in scaffale troviamo quello che troviamo.
notes / miron tee. 2023
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mirella bentivoglio: un appunto inedito
sarà ora o no di sapere qualcosa, dopo 40 anni? e se non da francesco, da chi? quando?
tutte ‘ste p**** sul vicepapa morto. ma basta, scribi e farisei ipocriti.
secoli di papato e ancora tutti lì a pendere dalla sequenza delle arche (sepolcri).
piuttosto, veda il vaticano di stendere almeno un centimetro quadrato di decenza sui suoi ettari di crimini, e dica quello che sa su Emanuela Orlandi.
derek beaulieu: no more poetry that looks like poetry
NO MORE POETRY THAT LOOKS LIKE POETRY, THAT ACTS LIKE POETRY, THAT IS INSTANTLY RECOGNIZABLE AS POETRY; I BELIEVE THAT POETS SHOULD LIKE TO WRITE IN A WAY WHICH DOESN’T RESEMBLE WHAT HAS GONE BEFORE, THEY SHOULD BE ABSOLUTELY CONTEMPORARY IN FORM AND CONTENT.
https://derekbeaulieu.ca/2022/12/21/poets-with-a-video-camera/
alcune annotazioni per una possibile replica ad un articolo su ‘l’ospite ingrato’, n. 12, lug-dic 2022
Nell’ultimo numero (12, lug-dic 2022) della rivista online del Centro Franco Fortini, “L’ospite ingrato”, compare un articolo di Claudia Crocco intitolato Poesia lirica, poesia di ricerca. Appunti su alcune categorie critiche di questi anni (che rielabora un testo già comparso nel 2014 su LPLC).
Nell’impossibilità da parte mia di strutturare ora un intervento ampio che possa riflettere su quanto quel testo riporta, un’idea (spero non troppo balzana) che ho tradotto in atto è stata quella di attraversare in viva voce, rapidamente e informalmente, quasi dialogando, alcuni dei temi toccati. In modo da offrire, nella maniera meno accademica e più svelta possibile, una serie di annotazioni e tentate puntualizzazioni, che propongo qui a chi legge (e ascolta):
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Pensando possa essere utile, riporto poi qui di séguito i link ad alcuni saggi implicati tanto nell’articolo di C. Crocco quanto nella mia serie di notille:
Date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria” [prima parte, uscita nel 2021 sul “verri”]
https://www.academia.edu/85155587/Date_e_dati_su_ricerca_scrittura_di_ricerca_ricerca_letteraria_prima_parte_
Carlo [Bordini] in bilico [sempre 2021, “il verri”]
https://www.academia.edu/76568616/Carlo_in_bilico
i buonisti col basto / differx. 2022
Nei giorni di novembre ’22 in cui Charles Bernstein è stato in Italia (6 date, 6 letture/incontri ampiamente frequentati, da nord a sud), ossia [lèggasi:] “nei giorni in cui in Italia per la prima volta è stato presente presentato e leggente uno dei maggiori autori statunitensi che da mezzo secolo fa sperimentazione letteraria, e di cui da 20 anni perfino in Italia si parla”, bon, in tali giorni non un solo assertivo o lirico ha avuto la buona creanza di onorare i propri proclami di democrazia poetica & imparziale ascolto dell’atro autre, facendo capolino ad ascoltare.
E bon, o voi, ve lo dico: farete pure lirica decente, scriverete opimi saggi e saggiamente recensirete i sodali vostri sulla Repubblica24ore della Sera della domenica, sdoganerete il rondone e i sonetti, invocherete respect pei vostri metri di a-capo, dirigerete o sarete diretti da collane e catene, sfilerete in questo o quel festival o quaderno tatuati da neocatecumenali del mito, ma di un ascolto che sia uno, none, zero, col c**** che siete capaci.
E se non scomodate le vostre dilicate terga per andare a sentire gratis Bernstein, o Gleize, o Goldsmith, o Quintane (nomi non casuali), osservo, quando mai aprirete un libro, perfino italofono, di ricerca letteraria – quale che sia?
Giù la maschera, birbantelli. A voi di ricerca, sperimentazione, non assertività eccetera ve ne frega meno dei 4 asterischi del suddetto c****. Vi bisogna il basto del mainstream, a voi, e sorrido a sentirvi bussare col capo basso nel legno di tutte le porte pensabili, inclusa (e qui rido) la mia.
nonriflessione dopo il reading di “stralunati” ieri in libreria
ieri ho ascoltato la presentazione di Stralunati, di Andrea Inglese, alla libreria L’altracittà.
volentieri sarei intervenuto, in coda, per parlare di un’idea che sto però ancora articolando, e che alcune annotazioni emerse durante il reading sembravano forse sollecitare.
in breve, l’idea riguarda la nostra attitudine e abitudine di lettori 1.0 nei confronti del digitale in generale e del web post-2.0 in particolare. e (ovviamente) ha a che fare con posizioni eccentriche anzi antagoniste rispetto al mainstream.
ma avverto ancora troppo confuso il quadro per poter precisare una riflessione che non sembri cadere dalla mandibola storta di un ubriaco. così ho taciuto.
le tossine del romanticismo (1)
l’italia festeggia l’arrivo dell’autunno
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