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palermo, 26 e 27 ottobre: i sessant’anni del gruppo 63

Si festeggiano i 60 anni del Gruppo 63: a Palermo il 26 e il 27 ottobre 2023. Come scrive Chiara Portesine, una Neoavanguardia invecchiata benissimo, anche grazie alla cura ricostruttiva del “canone minore” ed extra-novissimo, da Lombardi a Malerba, da Ferretti a Celli.

aamod: “unarchive / suoni e visioni”. iniziano le selezioni per la terza edizione della residenza per giovani artisti dedicata al riuso del cinema d’archivio e alla sperimentazione musicale

Online il bando della terza edizione della residenza per giovani artisti “UnArchive. Suoni e visioni”, uno dei progetti ideati dalla Fondazione AAMOD nell’ambito della costellazione di iniziative denominata UnArchive (disarchiviare) e dedicata a percorsi di formazione, produzione e promozione del riuso creativo del materiale d’archivio.

Dopo il successo delle prime due edizioni e i riconoscimenti ottenuti dalle opere realizzate, che hanno destato interesse e ricevuto premi in festival di cinema e video-arte italiani e internazionali, prende il via la terza edizione della residenza, che offrirà a 6 giovani artisti (filmmaker e musicisti) un’opportunità di formazione, ricerca e realizzazione nel campo del riuso creativo del cinema d’archivio connesso con la sperimentazione musicale, a partire dal patrimonio di immagini dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS.

L’intento è quello di porre l’accento sulla funzione di ricerca e ampliamento sensoriale che la musica può avere nei confronti del cinema d’archivio e sulla possibilità di risemantizzare e intensificare le immagini in celluloide.

Un percorso teorico e pratico di 3 settimane – tra masterclass, tutorati e attività realizzative – con l’obiettivo di rielaborare, attraverso il montaggio e la composizione musicale, immagini pre-esistenti in opere audiovisive intrise di significati nuovi e altri rispetto a quelli originari.

Il bando si rivolge a giovani filmmaker e musicisti residenti in Italia che non compiano nel 2023 il 36° anno di età. Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro e non oltre il 5 novembre 2023.  

Regolamento e modalità di partecipazione sul sito https://unarchive.it/unarchive-suoni-e-visioni/

La residenza per giovani artisti “UnArchive. Suoni e visioni” è ideata e prodotta dalla Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS, con il sostegno del MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

SITO UFFICIALE: https://unarchive.it/unarchive-suoni-e-visioni/

alcune ragioni (da cb)

Perché, invece di stampare l’Ulisse di Joyce su carta (trattamento tipografico), lo si imprime (sempre tipograficamente) su EASTMANCOLOR con la presunzione di averne fatto un film? Perché si impolverano soprammobili noleggiati, avendo a solo scopo dell’operazione l’ingenuità di attribuirsi un passato? Perché ogni realtà “interna” al cinema deve essere a tutta forza giustificata dalla sua equivalenza ad una realtà esterna? Perché la capacità d’un attore è riposta soltanto nella sua facoltà di imitazione? Perché lo spazio deve essere paesaggio e basta? Perché il “colore” è obbligato a uniformarsi alla stupidità della natura? Perché mai la “sequenza” è solo logica? Perché l’arte deve essere la vita? Chi lo ha detto che la vita deve essere “questa vita”?

Carmelo Bene, L’orecchio mancante

da “in girum imus nocte et consumimur igni” / guy debord. 1978

Come li ha trattati duramente il sistema di produzione moderno! Di progresso in progresso, hanno perduto il poco che avevano, e guadagnato ciò che nessuno voleva. Collezionano le miserie e le umiliazioni di tutti i sistemi di sfruttamento del passato; non ne ignorano che la ribellione. Assomigliano molto agli schiavi, perché sono stipati in massa in brutti fabbricati, malsani e lugubri; mal nutriti da una alimentazione contaminata e senza gusto; mal curati nelle loro malattie che si rinnovano di continuo; continuamente e meschinamente sorvegliati; mantenuti in un analfabetismo riadattato e nelle superstizioni spettacolari che corrispondono agli interessi dei loro padroni. Sono trapiantati lontano dalle loro provincie e dai loro quartieri, in un paesaggio nuovo e ostile, secondo le convenienze concentrazionarie dell’industria presente. Non sono che cifre entro grafici apparecchiati da imbecilli.

Muoiono in serie sulle strade, ad ogni epidemia di influenza, ad ogni ondata di caldo, per ogni errore di coloro che adulterano i loro alimenti, per ogni innovazione tecnica che crei profitto ai molteplici imprenditori di un ambiente di cui essi sono i primi a subire gli inconvenienti. Le loro spaventose condizioni di vita sono la causa della loro degenerazione fisica, intellettuale, mentale. Si parla loro sempre come a dei bambini obbedienti, ai quali è sufficiente dire: «bisogna», ed essi sono subito pronti a crederlo. Ma soprattutto li si tratta come bambini scemi, davanti ai quali barbugliano e delirano decine di specializzazioni paternaliste dell’ultima ora, che fanno loro credere non importa che cosa dicendoglielo non importa come; e, l’indomani, altrettanto bene il contrario.

Separati fra loro a causa della generale perdita di ogni linguaggio adeguato ai fatti, perdita che impedisce loro il benché minimo dialogo; separati dalla loro incessante concorrenza, sempre incalzati dalla frusta nell’ostentato consumo del nulla, e dunque separati da un’invidia insensata e incapace di trovare una qualsivoglia soddisfazione, sono separati perfino dai loro propri figli, che, ancor non è molto, erano la sola proprietà di coloro che non hanno nulla.

[…]

Il loro statuto può essere […] comparato al servaggio, poiché sono legati esclusivamente a un’impresa e al suo buon andamento, benché senza reciprocità in loro favore, e soprattutto poiché sono rigorosamente forzati a risiedere in un unico spazio, la stessa cerchia di abitazioni, uffici, autostrade, vacanze e aeroporti sempre identici.

Ma assomigliano anche ai proletari moderni per l’insicurezza delle loro risorse, che è in contraddizione con la routine programmata delle loro spese, e per il fatto che devono vendersi in un libero mercato senza possedere gli strumenti del loro lavoro, perché hanno, di fatto, bisogno di soldi. Devono comperare delle merci, e si è fatto in modo che non resti loro alcun contatto con nulla che non sia una merce.

Ma dove però la loro situazione economica si apparenta più precisamente al particolare sistema del peonaggio, è in questo, che non si lascia loro nemmeno più il maneggio momentaneo di quei soldi intorno ai quali gira tutta la loro attività. Non possono evidentemente che spenderli, ricevendone in troppo piccola quantità per accumularli, ma in fin dei conti si vedono obbligati a consumare a credito, e gli vien trattenuto dal salario il credito a loro consentito, dal quale si potranno liberare lavorando ancora.

Siccome tutta l’organizzazione della distribuzione dei beni è legata a quella della produzione e dello Stato, si lesina disinvoltamente su tutta la loro razione, di cibo come di spazio, in quantità e in qualità. Così che restando formalmente dei lavoratori e dei consumatori liberi, non possono rivolgersi altrove, perché non c’è posto ove non ci si prenda gioco di loro.

[…]

Il carattere illusorio delle ricchezze che pretende distribuire la società attuale, se non fosse stato riconosciuto in tutti gli altri casi, sarebbe sufficientemente dimostrato per questa sola osservazione, che è la prima volta che un sistema di tirannia mantiene così male i suoi familiari, i suoi esperti, i suoi buffoni. Servitori strapazzati del vuoto, il vuoto li gratifica in moneta con la sua effigie. Detto altrimenti, è la prima volta che dei poveri credono di far parte d’una élite economica malgrado l’evidenza contraria.

https://www.writingshome.com/ebook_files/146277476569317100-97997743.pdf

trenta secondi di “tape mark 1”, di nanni balestrini (da un video della fondazione bonotto)

Fonte:
https://www.facebook.com/watch/?v=517121022888906

Fondazione Bonotto:
https://www.fondazionebonotto.org/it/collection/poetry/balestrininanni/10927.html

Tape Mark I:
testo_ https://gammm.org/2006/09/03/tape-mark-i-nanni-balestrini-1962/
materiali:_ https://gammmorg.files.wordpress.com/2019/01/nanni-balestrini.-tape-mark-I.pdf

13 ottobre: favoloso calvino

apre al pubblico venerdì 13 ottobre
la mostra

FAVOLOSO CALVINO
Il mondo come opera d’arte.
Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri

Roma, Scuderie del Quirinale
A cura di Mario Barenghi

13 ottobre 2023 – 4 febbraio 2024

Nel quadro del programma ufficiale delle celebrazioni del centenario della nascita di Italo Calvino (1923 – 1985) le Scuderie del Quirinale presentano Favoloso Calvino. Il mondo come opera d’arte. Carpaccio, de Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri, dal 13 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024. La grande mostra organizzata con la casa editrice Electa è curata da Mario Barenghi, docente di Letteratura Italiana Contemporanea presso l’Università di Milano Bicocca e tra i massimi studiosi dell’opera dello scrittore.

La mostra, con più di 400 opere, propone un percorso tendenzialmente cronologico, che mira a illustrare i caratteri e l’evoluzione dell’immaginario calviniano dagli anni di formazione e dalle prime prove agli anni della maturità artistica, fino ai tanti progetti lasciati in sospeso. Il catalogo è edito da Electa.

achivi, politica, memoria connettiva: la “rigenerazione” dell’immaginario @ aamod, 19 ottobre

Archivi, politica, memoria connettiva:
la “rigenerazione” dell’immaginario

I Seminario di studio
Giovedì 19 ottobre 2023
ore 10:00 – 18:00

ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO
Via Ostiense 106 – Roma

PROGRAMMA

Ore 10 – 13
Introduzione a cura di Vincenzo Maria Vita e Teresa Numerico

Intervengono
Onofrio Gigliotta (docente Università Federico II)
Giovanni Michetti (docente Università La Sapienza Roma)
Marcello Mustilli (avvocato)
Teresa Numerico (docente Università Roma Tre)

Ore 15 -18
Intervengono
Federico Cabitza (docente Università Milano-Bicocca)
Nicola D’Angelo (magistrato)
Fiona Macmillan (docente Università Roma Tre)
Michele Mezza (giornalista e docente Università Federico II)
Renato Parascandolo (giornalista)

Quali i confini tra la memoria umana e la catalogazione digitale nel processo di archiviazione dei dati? Quali limiti ed effetti collaterali nelle modalità di comunicazione e trasmissione della storia attraverso il paziente lavoro umano a confronto con l’asettico e anaffettivo sistema di un’intelligenza artificiale che sa conservare senza riuscire a interpretare? Quali i meccanismi di controllo e trasparenza per tutelare la privacy dei dati e delle immagini nel sistema digitale? L’acceso dibattito tra diverse specificità e linguaggi – il fattore umano e quello dei computer in mano alla robotica – hanno portato all’esigenza di una dissertazione approfondita sulla materia attraverso un’iniziativa che, promossa dall’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) coinvolgerà studiosi dei due linguaggi in un seminario dal titolo Archivi, politica, memoria connettiva: la “rigenerazione” dell’immaginario, in programma giovedì 19 ottobre (orario 10:00 – 19:00) presso la sede dell’AAMOD, in via Ostiense 106, Roma.

Un dialogo sulla necessità di far pesare la voce degli archivi nei complessi meandri della documentazione della memoria storica (che resta) a confronto con l’istantaneità della tecnologia moderna (in continuo cambiamento e cancellazione del momento precedente), che vedrà relazionarsi sull’argomento esponenti del mondo universitaro, scientifico e giornalistico. Parteciperanno all’incontro – incipit di un convegno sul tema che si svolgerà nel 2024 – Vincenzo Maria Vita (presidente AAMOD), Onofrio Gigliotta (docente Università Federico II), Giovanni Michetti (docente Sapienza Università di Roma), Marcello Mustilli (avvocato), Teresa Numerico (docente Università Roma Tre), Federico Cabitza (docente Università Milano-Bicocca), Nicola D’Angelo (magistrato), Fiona Macmillan (docente Università Roma Tre), Michele Mezza (giornalista e docente Università Federico II) e Renato Parascandolo (giornalista).

L’ingresso è libero a tutti fino ad esaurimento posti.
Informazioni e organizzazione: Letizia Cortini, info@aamod.itcortini@aamod.it

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su ‘artribune’: simone ciglia intervista gianni e giuseppe garrera

https://www.artribune.com/arti-visive/2023/10/gianni-giuseppe-garrera-collezionisti-intervista/

“La poesia visiva è una rabbia permanente contro le lingue del potere e della persuasione”.

[…]

“Quasi tutte le ricerche di lotta poetica più radicali hanno tale segno inequivocabile distintivo: sono gratuite, cioè operano in primo luogo un rovesciamento dell’economia fino al culto del dono. Queste opere sono le più difficili da trovare perché sono state date gratis e si sono disperse, hanno trovato il mercato disattento, non complice, sono state capaci di appartenere alla perdita e alla dispersione”

l’edizione critica del “de prospectiva pingendi” di piero della francesca (ca’ foscari, 2016)

liberamente scaricabile / freely downloadable

https://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni4/libri/978-88-6969-091-4/

edizione critica a cura di Chiara Gizzi
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nanni balestrini_ il rapporto con luigi nono e il “contrappunto dialettico alla mente”

Nanni Balestrini (2 luglio 1935 – 19 maggio 2019) poeta, scrittore e membro del Gruppo 63 ricorda, insieme al musicologo Veniero Rizzardi, la sua collaborazione con Luigi Nono negli anni Sessanta. Balestrini ha curato i testi del brano Contrappunto dialettico alla mente (1968) ma il rapporto col compositore veneziano va oltre questo episodio.
Venezia, 5 dicembre 2013
Una produzione Fondazione Archivio Luigi Nono.

https://www.luiginono.it/opere/contrappunto-dialettico-alla-mente/