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achivi, politica, memoria connettiva: la “rigenerazione” dell’immaginario @ aamod, 19 ottobre
Archivi, politica, memoria connettiva:
la “rigenerazione” dell’immaginario
I Seminario di studio
Giovedì 19 ottobre 2023
ore 10:00 – 18:00
ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO
Via Ostiense 106 – Roma
PROGRAMMA
Ore 10 – 13
Introduzione a cura di Vincenzo Maria Vita e Teresa Numerico
Intervengono
Onofrio Gigliotta (docente Università Federico II)
Giovanni Michetti (docente Università La Sapienza Roma)
Marcello Mustilli (avvocato)
Teresa Numerico (docente Università Roma Tre)
Ore 15 -18
Intervengono
Federico Cabitza (docente Università Milano-Bicocca)
Nicola D’Angelo (magistrato)
Fiona Macmillan (docente Università Roma Tre)
Michele Mezza (giornalista e docente Università Federico II)
Renato Parascandolo (giornalista)
Quali i confini tra la memoria umana e la catalogazione digitale nel processo di archiviazione dei dati? Quali limiti ed effetti collaterali nelle modalità di comunicazione e trasmissione della storia attraverso il paziente lavoro umano a confronto con l’asettico e anaffettivo sistema di un’intelligenza artificiale che sa conservare senza riuscire a interpretare? Quali i meccanismi di controllo e trasparenza per tutelare la privacy dei dati e delle immagini nel sistema digitale? L’acceso dibattito tra diverse specificità e linguaggi – il fattore umano e quello dei computer in mano alla robotica – hanno portato all’esigenza di una dissertazione approfondita sulla materia attraverso un’iniziativa che, promossa dall’AAMOD (Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) coinvolgerà studiosi dei due linguaggi in un seminario dal titolo Archivi, politica, memoria connettiva: la “rigenerazione” dell’immaginario, in programma giovedì 19 ottobre (orario 10:00 – 19:00) presso la sede dell’AAMOD, in via Ostiense 106, Roma.
Un dialogo sulla necessità di far pesare la voce degli archivi nei complessi meandri della documentazione della memoria storica (che resta) a confronto con l’istantaneità della tecnologia moderna (in continuo cambiamento e cancellazione del momento precedente), che vedrà relazionarsi sull’argomento esponenti del mondo universitaro, scientifico e giornalistico. Parteciperanno all’incontro – incipit di un convegno sul tema che si svolgerà nel 2024 – Vincenzo Maria Vita (presidente AAMOD), Onofrio Gigliotta (docente Università Federico II), Giovanni Michetti (docente Sapienza Università di Roma), Marcello Mustilli (avvocato), Teresa Numerico (docente Università Roma Tre), Federico Cabitza (docente Università Milano-Bicocca), Nicola D’Angelo (magistrato), Fiona Macmillan (docente Università Roma Tre), Michele Mezza (giornalista e docente Università Federico II) e Renato Parascandolo (giornalista).
L’ingresso è libero a tutti fino ad esaurimento posti.
Informazioni e organizzazione: Letizia Cortini, info@aamod.it; cortini@aamod.it
su ‘artribune’: simone ciglia intervista gianni e giuseppe garrera
https://www.artribune.com/arti-visive/2023/10/gianni-giuseppe-garrera-collezionisti-intervista/
“La poesia visiva è una rabbia permanente contro le lingue del potere e della persuasione”.
[…]
“Quasi tutte le ricerche di lotta poetica più radicali hanno tale segno inequivocabile distintivo: sono gratuite, cioè operano in primo luogo un rovesciamento dell’economia fino al culto del dono. Queste opere sono le più difficili da trovare perché sono state date gratis e si sono disperse, hanno trovato il mercato disattento, non complice, sono state capaci di appartenere alla perdita e alla dispersione”
l’edizione critica del “de prospectiva pingendi” di piero della francesca (ca’ foscari, 2016)
liberamente scaricabile / freely downloadable
https://edizionicafoscari.unive.it/it/edizioni4/libri/978-88-6969-091-4/
edizione critica a cura di Chiara Gizzi
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nanni balestrini_ il rapporto con luigi nono e il “contrappunto dialettico alla mente”
Nanni Balestrini (2 luglio 1935 – 19 maggio 2019) poeta, scrittore e membro del Gruppo 63 ricorda, insieme al musicologo Veniero Rizzardi, la sua collaborazione con Luigi Nono negli anni Sessanta. Balestrini ha curato i testi del brano Contrappunto dialettico alla mente (1968) ma il rapporto col compositore veneziano va oltre questo episodio.
Venezia, 5 dicembre 2013
Una produzione Fondazione Archivio Luigi Nono.
https://www.luiginono.it/opere/contrappunto-dialettico-alla-mente/
luigi nono: “contrappunto dialettico alla mente” (1968) _ [trasmissione rai 17 nov. 1968]
Luigi Nono (1924-1990): Contrappunto dialettico alla mente, per nastro magnetico (1968), trasmissione della RAI del 17.XI.1968. Materiali testuali e annotazioni di Nanni Balestrini.
https://www.luiginono.it/opere/contrappunto-dialettico-alla-mente/
manuela gandini: su nanni balestrini
Ha anticipato di sessant’anni l’A.I. con Tape Mark I, facendo ricombinare brani di altri autori a un computer IBM 7070, grosso come una stanza, e facendo incazzare tutti perché una macchina (il calcolatore elettronico) non poteva fare, pensare, scrivere poesia. Ben 600 righe al minuto rimescolando testi topici come Diario di Hiroshima, di Michihito Hachiya; Il mistero dell’ascensore, di Paul Godwin; Tao Te Ching, di Lao Tse. Ma ora ci siamo, mentre quando arrivi in anticipo sui tempi la comprensione è scarsa o nulla.
Si è chiusa la splendida mostra di Nanni Balestrini Altre e infinite voci, curata da Marco Scotini alla Galleria Michela Rizzo di Venezia, che propone un nucleo di opere degli anni Sessanta. È in parte la ricostruzione di un’alleanza a due e più voci, quella di Balestrini con Luigi Nono, realizzatasi nella composizione per nastro magnetico Contrappunto dialettico alla mente (1968) che intreccia suoni e parole smozzicate contro la guerra in Vietnam, lo sgomento per l’omicidio di Malcom X, i rumori del quotidiano e frammenti di frasi fornite dal poeta. La mostra è un viaggio tra le parole scure della stampa, “detournate” e ricollocate in paesaggi colorati presi da riviste, oppure riprodotte su tela come oscuri orizzonti di petrolio. È già chiarissima, in quegli anni Sessanta che danno i natali al Gruppo 63, la poetica di Balestrini che preleva dalla “realtà mediatica” (ossimoro) gli elementi di costruzione del presente/futuro. La nostra vita – come teorizzò negli stessi anni Guy Debord – è infatti completamente pervasa dall’informazione, dalla propaganda, dai cellulari e dalla pubblicità che sono le sbarre invisibili, le serrature e i secondini del mondo occidentale. Le moltitudini e l’interdisciplinarietà di Balestrini sono ancora oggi il detonatore per una resistenza collettiva risvegliata, ad opera di un immortale guerrigliero della cultura.
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da https://t.ly/PnUDy
poesia italiana 2017-18. una rassegna / vincenzo ostuni. 2018
Passati in rassegna i libri di poesia e prosa breve italiana usciti fra il settembre ’17 e l’agosto ’18, occorre intensificare quel che scrive Gianluigi Simonetti nel suo recente La letteratura circostante: non solo pubblicare per la «Bianca» Einaudi o lo «Specchio» Mondadori «non significa più nulla di per sé»: pubblicarvi si avvicina ad essere un chiaro predittore negativo, per lo meno di certe virtù etico-estetiche generali (o di certi «miti modernisti», per metterla con Rosalind Krauss): originalità, respiro, coraggio. Quanto alla «Bianca», vi è sovrarappresentata la poesia di importanti narratori (Bajani, Fois, Scarpa), che forse si crede, o anche è, più vendibile di quella dei poeti-poeti, ma difficilmente supera il buon parergon; altrettanto presente una poesia femminil-autenticistica che si avvia baldanzosa verso la paraletteratura (Rosadini, Dapunt, Airaghi) e si candida così a un distinto sottogenere merceologico; qualche vecchio trombone non manca mai; spicca, nell’arco preciso che consideriamo – altri autori eccellenti escono subito appresso – solamente la nuova tappa di una ricerca coerente e viva, quella di Enrico Testa (Cairn, 2018). Lo «Specchio» non va meglio: fra imbarazzanti novità stavolta maschili (Pellegatta e Vitale) e qualche medietà, ospita una collezione certamente rilevante, quella di Frabotta (Tutte le poesie (1971-2017)) e un Majorino tardivo ma energico (La gioia di vivere, 2018). Sono queste ormai le due uniche collane italiane di grandi editori (anche se Garzanti ritorna ogni tanto alla poesia nella «Biblioteca della Spiga» – quest’anno con Buffoni, La linea del cielo; e Rizzoli ospita il versificio di Guido Catalano, il cui slogan è «formato tascabile, prezzo concorrenziale, senza rinunciare al gusto!»); tutt’attorno un vivace Salon des refusés che ogni giorno di più si fanno orgogliosamente refusants. Quasi solo qui, in varie ambiziose collane, che di piccolo hanno solo il fatturato e il potere commerciale dei benemeriti editori, è dato trovare le migliori novità di quest’anno, con la scomodità – attenuata dal reperimento in rete, accentuata dall’inesistente pubblicità – di doversele andare a capare con specifica tigna e senza guide, fatta salva la propria bolla social e tre o quattro buoni siti.
audio completo del dialogo con lorenzo mari + lettura da “cose chiuse fuori” (aragno 2023), di mg @ costarena, 23 set 2023
Dialogo con Lorenzo Mari e letture di MG da Cose chiuse fuori (Aragno, 2023)
https://www.ninoaragnoeditore.it/opera/cose-chiuse-fuori
william s. burroughs: a man within [full documentary]
Born the heir of the Burroughs’ adding machine estate, he struggled throughout his life with addiction, control systems, and self. He was forced to deal with the tragedy of killing his wife and the repercussions of neglecting his son.
His novel, Naked Lunch, was one of the last books to be banned by the U.S. government. Allen Ginsberg and Norman Mailer testified on behalf of the book. The courts eventually overturned their decision in 1966, ruling that the book had an important social value. It remains one of the most recognized literary works of the 20th century.
William Burroughs was one of the first to cross the dangerous boundaries of queer and drug culture in the 1950s, and write about his experiences. Eventually he was hailed the godfather of the beat generation and influenced artists for generations to come.
sette anni senza simone
28 settembre, sette anni fa … ci lasciava Simone Carella, dimenticato troppo in fretta, fondamentale il suo contributo alla crescita culturale della città di Roma nel mitico periodo delle cantine, di castelporziano, della nascita dell’estate romana.
Lorenzo Ciccarelli || Teatroinscatola