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jim leftwich on the poetry of john m. bennett
Jim Leftwich takes on the enigmatic, complex poetry of John M. Bennett in a series of explorations of Bennett’s books. Leftwich, a poet, is an authority on Bennett’s ways of writing. His expositions include essay-like discussions, close readings of individual poems and lines, and glosses, hacks, and re-writings of Bennett’s texts. The re-writings create new poems and are ways in which Leftwich inhabits and/or illuminates the originals. At each chapter’s end, there is an email exchange between the two, discussing or clarifying aspects of the preceding exposition. The book is a fascinating journey toward the heart of a unique poet, whose work is generally impossible to approach using standard critical methodologies. This is a great opportunity to examine not only the mysteries of John M. Bennett’s poetry under the sharp magnification of the mind of Jim Leftwich, but a way to engage with Leftwich’s remarkable work as a poet and thinker about poetry.
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liberamente scaricabile, un volume di saggi di raffaella scarpa
[r] _ florinda fusco su “ex.it” (2013): un saggio sulla rivista entymema
https://slowforward.net/2018/10/16/49062/
È uscito sulla rivista on line Entymema il saggio di Florinda Fusco sul volume di scritture sperimentali “Ex.it” (2013). Qui di séguito i link utili e l’abstract. Il file pdf del saggio è liberamente scaricabile in pdf, oppure leggibile in rete.
LINK alla rivista (indice) :
https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema
LINK al saggio:
https://riviste.unimi.it/index.php/enthymema/article/view/9333
ABSTRACT:
Il saggio si propone di esplorare il volume EX.IT apparso nel 2013 che presenta tra alcune delle più significative scritture di ricerca italiana contemporanea. In particolare, s’intende analizzare il territorio della cosiddetta “prosa in prosa”, cercando di capirne le matrici e gli sviluppi. S’individuano al contempo alcuni principi fondamentali che possono aiutarci ad orientarci nei testi in questione, ovvero la ‘matericità’, la ‘spazialità’ e la ‘visività’. Questi stessi principi mostrano il profondo dialogo che tali scritture hanno con le arti visive.
#scritturediricerca #scritturadiricerca #poesia #exit #exit2013 #florindafusco #albinea #albinea2013 #entymema #saggio
dei giovanissimi poeti / renata morresi. 2019
Ieri sono andata ad ascoltare dei giovanissimi poeti, e ho capito che: 1) del se è giusto dire ‘io’ e in che quantità – uno dei temi dibattuti per anni fino allo sfinimento – non gliene frega più nulla a nessuno, non è proprio un oggetto sul radar (aggiungo: non è superamento del dibattito, o nuove modalità di soggettivazione, ma inconsapevolezza); 2) gli autori cosiddetti performativi sono considerati la nuova egemonia; 3) tra un adolescente che comincia a scrivere e una comunità, chiamiamola, di dialogo, c’è spesso un grande, vastissimo deserto; 4) alcuni giovanissimi hanno molto a cuore la questione del ‘successo’ (tanto che per un attimo pensi che stanno facendo un grosso errore a scrivere poesie e a non fare gli Instagram story-tellers o simili); 5) i giovanissimi hanno il loro dolore da dire, e pensano che i pari età possano capirli, solo per il fatto di essere coetanei; 6) i giovanissimi dovrebbero studiare un po’ di più per evitare di finire divorati.
Postilla: non ho usato la parola ‘intrattenimento’, ma la parola ‘successo’, e con cognizione; primo, i giovanissimi poeti in questione non usavano e non contemplavano l’idea di intrattenere, volevano essere capiti, ognuno a modo loro: per uno che parlava di follower, presentazioni e Mengoni, un altro avrebbe suonato il piano nello stanzino (citava il giovane Holden, sì); secondo, faccio fatica anche io perché, beh, leggo un gran libro di Anne Carson, una bella poesia di Edwin Morgan, una pagina ibrida di Hejinian, persino guardo uno spettacolo di poesia di Kate Tempest sulla BBC, e non penso di essere stata ben ‘intrattenuta’: non so perché scomodiamo una categoria televisiva come l’intrattenimento quando abbiamo a disposizione la bella parola ‘piacere’, provare piacere, senza alcunché di male che il nostro piacere incroci la trama dell’interesse intellettuale e della ricerca estetica (deve essere qualche retaggio ultracattolico che ci fa pensare che sarebbe male così? o ormai identifichiamo il piacere letterario con la mancanza di difficoltà?)
Renata Morresi
post su facebook,
3 agosto 2019, h. 10:29
“sulla luna” _ lettura @ radio tre
grazie a Maria Grazia Calandrone
> e a Nicola Crocetti, che questo e altri testi ha ospitato anche su “Poesia” <
roma, museo andersen, 18 luglio: andrea cortellessa racconta la luna

MODULI LUNARI
Incontri tra arte e scienza a 50 anni dall’allunaggio
a cura di Graziano Graziani
VOLEVAMO LA LUNA
Andrea Cortellessa racconta la Luna in poesia e le reazioni delle avanguardie all’allunaggio
Roma, Museo Henrik Christian Andersen,
Via Pasquale Stanislao Mancini 20,
giovedì 18 luglio h 21
fiammetta cirilli: dolores prato, il libro ‘impossibile’ (pacini editore)
http://www.pacinieditore.it/dolores-prato-libro-impossibile/
Dolores Prato, il libro ‘impossibile’:
“Giù la piazza non c’è nessuno” attraverso le carte dell’Archivio Contemporaneo Bonsanti
di
Fiammetta Cirilli
Descrizione
La lettura dei materiali provenienti dagli stratificati e pluridecennali laboratori di scrittura di Dolores Prato, oggi conservati presso l’Archivio Contemporaneo Bonsanti di Firenze, consentono di indagare alcuni nuclei narrativi importanti di Giù la piazza non c’è nessuno, permettendo di risalire all’indietro nel tempo, dai primi progetti e abbozzi di romanzi dedicati all’infanzia, alle opere, ancora in parte inedite, della maturità dell’autrice. Al contempo, gettano luce sulle peculiarità e sulle costanti di un progetto di scrittura autobiografica ponderosissimo, benché letteralmente ‘impossibile’ da portare a compimento, di cui il libro su Treia doveva costituire appunto il tassello iniziale.
Indice
http://www.pacinieditore.it/wp-content/uploads/2019/07/dolores-prato-il-libro-impossibile-indice.pdf
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stati generali della letteratura italiana: l’incontro di bruxelles
secondo me l’incontro è stato segnalato / pubblicizzato / linkato poco.
o sono stato io troppo distratto (più facile questa seconda ipotesi).
comunque ecco:
facebook.com/events/688609204903446/
video:
(1) facebook.com/istitutoitalianodiculturadibruxelles/videos/421974618353481/
(2) facebook.com/istitutoitalianodiculturadibruxelles/videos/929800584028087/ (il romanzo)
(3) facebook.com/istitutoitalianodiculturadibruxelles/videos/451354175681659/ (la saggistica)
castel porziano, 2: intervento di angelo calandro all’incontro upter del 10 giugno 2019
Angelo Calandro
Sono un “reduce”. Ufficialmente. Reduce di un evento accaduto 40 anni fa. Reduce parziale e poi dirò perché.
40 anni fa avevo 24 anni. Allora (come ora) ero appassionato di poesia. Io sono originario di una piccola città del Sud e all’epoca, da circa un anno, mi ero trasferito per lavoro in una piccola città del Nord. Negli anni 70 per me, come per tanti ragazzi, Allen Ginsberg, era come una stella cometa. Poeta americano, figlio di immigrati russi di religione ebraica, fautore di una poesia di rottura che negli anni 50 aveva contribuito a scardinare un modo letterario compassato e un modo di vivere falso, ipocrita e acquiescente: quello che si sarebbe definito The American Way of Life. Allen Ginsberg, con i suoi amici poeti e letterati aveva scritto e vissuto in modo diverso lanciando un urlo contro quel mondo appena uscito da una terribile guerra e che si era tuffato anima e corpo in una guerra di tipo nuovo, contro il comunismo: impantanandosi in Corea e all’interno lanciandosi alla ricerca di pericolosi nemici tra personaggi del cinema, letterati e persone comuni: era l’America del Maccartismo, reazionaria, anticomunista viscerale, l’America della Commissione parlamentare che vagliava persino i respiri di tutti coloro che erano sotto il controllo dell’FBI di Edgar G. Hoover, uomo potente e capace di controllare milioni di persone.
In quell’America, tuttavia, c’erano degli anticorpi che si opponevano allo stato totalitario, al controllo delle coscienze.
Gli anticorpi erano un gruppo di persone formato da poeti, scrittori, intellettuali, spesso figli di immigrati.
Ginsberg, figlio di immigrati comunisti russi di religione ebraica.
Kerouac, figlio di immigrati franco-canadesi di religione cattolica.
Gregory Corso, figlio di immigrati italiani (calabresi), ladruncolo redento.
Lawrence Ferlinghetti, figlio di padre italiano (bresciano) che aveva cambiato il cognome in Ferling; sicchè Larry scoprì le sue vere origini italiane solo intorno ai 20 anni.
Diane Di Prima, figlia di immigrati italiani anch’essa.
Le idee di questi artisti fuori dalle regole vennero poi conosciute dal grande pubblico per la rilevanza che ebbero i processi intentati contro alcuni di essi: in particolare Ginsberg, per il testo del poema Howl e Ferlinghetti, in qualità di editore che lo pubblicò, furono incriminati per tentativo di corruzione di minori che fossero incidentalmente venuti a contatto con quei testi. Miserabile tentativo di censura che un giudice coraggioso cancellò dichiarando i temi oggetto del poema di rilevante importanza per la libertà di pensiero.
Tutto ciò aveva naturalmente portato l’attenzione generale sulle giovani generazioni che in quegli anni erano diventate protagoniste di battaglie civili e di libertà nel mondo della scuola e nella società in genere, avversando le guerre che ancora pullulavano nel mondo anche dopo la fine della seconda guerra mondiale. Sia l’America che l’Europa (compresa quella dell’Est) erano attraversate da nuove idee e alcuni dei Beat (soprattutto Ginsberg, guru assoluto) ne erano portavoci e partecipanti attivi.
In questo clima effervescente, nuovo e radicale, in Italia a metà egli anni settanta si ebbe l’apice di questi movimenti; e la poesia ne faceva parte perché – dopo la stasi creativa di fine ’60 e inizio ’70 – l’ambito poetico abbracciava potentemente le esigenze performative e artistiche di molti giovani. Continua a leggere
castel porziano, 1: intervento di carlo bordini all’incontro upter del 10 giugno 2019
Carlo Bordini
Castel Porziano è stato un modo di gestire male (in senso soprattutto spettacolare) il ritorno alla poesia di quell’epoca.
Castel Porziano è del 79, nel periodo più acceso del movimento ribelle giovanile (gli autonomi) che già dopo il 77 cominciava a declinare. Cioè: a girare a vuoto. Ma girava. Moro fu ucciso il 9 maggio 1978. Quello fu l’inizio della fine e quindi Castel Porziano si situa in un momento in cui la contestazione e la ribellione giravano a vuoto. Tra poco sarebbe morto tutto. Politicamente, un frutto in ritardo, molto spettacolare ma già mezzo marcio. Gente esasperata e sconfitta nello stesso momento. Rabbia e depressione, o rabbia depressa.
Berlinguer morì improvvisamente (ci sono anche sospetti) sei anni dopo Moro. Si avvicina, in pieno riflusso, la seconda repubblica. A quell’epoca tutti noi giovani ribelli eravamo contro il compromesso storico tra Moro e Berlinguer. Qualcun altro era contro, purtroppo: anche gli americani e la democrazia cristiana. Senza il “provvidenziale” omicidio Moro forse il corso della storia sarebbe stato un po’ diverso.
Un’altra considerazione politica: la grande ondata rivoluzionaria mondiale, finita poi nel nulla, dura dal 1959 (rivoluzione cubana) al 73 (colpo di stato in Cile). Dal 73 in poi, soprattutto in Italia, una lunga coda di ribellioni in una situazione già persa. Qualcuno ha detto che in Francia il 68 è durato un mese, in Italia dieci anni.
Quindi Castel Porziano nasce a un passo dalla fine di tutto. Ma lasciamo perdere il momento politico e vediamo com’era la situazione della poesia in quegli anni.
Dopo il 68, in cui la contestazione giovanile aveva compresso la cultura tout court, e in cui era importante fare la rivoluzione e non era importante scrivere, negli anni 70 c’è un ritorno alla poesia, con una forte influenza del vissuto. Sullo sfondo figure carismatiche come Amelia Rosselli, Pasolini, ed altre figure di prima grandezza come Pagliarani, Caproni, Roversi e tanti altri. Sullo sfondo il gruppo 63 (ormai sono passati dieci anni) che, pur mantenendo per molti il suo prestigio, appare un po’ ingrassato, un po’ invecchiato. Nascono molti poeti giovani. Continua a leggere
oggi: “l’estrema fedeltà”. incontro con giuseppe garrera e le sue stanze delle meraviglie: percorsi letterari e artistici, collezionismo, trouvailles, materiali testuali, visivi, verbovisivi
Incontro con Giuseppe Garrera e le sue collezioni di scritture, oggetti e materiali verbovisivi: un laboratorio (e un ‘delirio’) in presa diretta, OGGI lunedì 17 giugno, alle 17:30, all’UPTER, in via Quattro novembre 157, Roma, nel contesto del Corso “Verso dove? – Orientarsi nella poesia contemporanea”, a cura di Marco Giovenale e Valerio Massaroni.
Resoconto sugli ultimi inseguimenti e ritrovamenti: la figura di Giovanna Bemporad; le “voci” dei poeti (dunque dischi e incisioni nel sogno del corpo della poesia); il progetto degli anni Sessanta di fondare una “canzonetta d’autore” con il contributo di scrittori e poeti; gli orizzonti visivi e vocali delle scritture di Ilse Garnier e Giulia Niccolai; la sparizione per l’edificazione di una propria biografia sognata in Elsa Morante.
Verranno mostrati materiali rari, originali e ancora da indagare.
Giuseppe Garrera farà partecipare gli ascoltatori al suo laboratorio di collezionista e lettore, illustrando cosa sta inseguendo ora, in cosa si è imbattuto e quali fissazioni e desideri lo stanno dominando, quali viaggi di scoperta ha intrapreso e perché, mostrando in modo assolutamente concreto e oggettuale che in realtà le avventure di un lettore sono sempre peripezie e perlustrazioni nei reami dei propri sogni.
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Giuseppe Garrera è musicologo, storico dell’arte e collezionista, coordinatore scientifico del Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali della Business School del Sole 24 Ore.
La recente mostra al Wegil – Roma, L.go Ascianghi – Poeti a Roma. Resi superbi dall’amicizia, a sua cura (con Igor Patruno), è stata realizzata con suoi materiali fotografici, libri e dischi di e su Pasolini, Bertolucci, Caproni, Penna, Ungaretti, Moravia, Bassani, Gadda, Ortese, Morante, Rosselli, Ginzburg, Gatto, Maraini, Siciliano, Bellezza, Paris, per citarne solo alcuni (https://slowforward.net/2019/03/26/poeti-a-roma-resi-superbi-dallamicizia-al-wegil-roma-largo-ascianghi-5-dal-29-marzo/)
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“L’ESTREMA FEDELTÀ” È EVENTO APERTO AL PUBBLICO
ingresso libero
lunedì 17 giugno 2019, ore 17:30
UPTER
via Quattro Novembre 157 – Roma
https://www.facebook.com/events/2344130785632735
[*] Immagine in alto:
BEN VAUTIER, Housse chaussette originale – S’adapte à tous les modèles
(Collezione Giuseppe Garrera)




