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Dalla mostra Tecniche d’Evasione. Strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ’60 e ’70, a cura di Giuseppe Garrera, József Készman, Viktória Popovics e Sebastiano Triulzi. Roma, Palazzo delle Esposizioni, ottobre 2019 – gennaio 2020

tecniche d’evasione: conversazione, il 6 novembre al palazzo delle esposizioni

TECNICHE D’EVASIONE | CONVERSAZIONE
6 novembre 2019, 18:00

Palazzo delle esposizioni, via Nazionale, Roma

un evento promosso da

Azienda Speciale Palaexpo, Accademia di Romania in Roma, Accademia d’Ungheria in Roma,
Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo, Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma-Centro Ceco di Roma, Ambasciata  della Repubblica Slovacca in Italia-Istituto Slovacco a Roma, Istituto di Cultura Lituana in Italia, Istituto Polacco di Roma

 intervengono

Monika Carta, Istituto Slovacco a Roma

Julia Draganović, Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo

Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė, Istituto di Cultura Lituana in Italia

Giuseppe Garrera, collezionista e curatore della mostra Tecniche d’evasione

Katalin Ladik, artista, Ungheria

Marek Lehnert, giornalista e scrittore, Polonia

Dalia Poleac, Accademia di Romania in Roma

István Puskás, Accademia d’Ungheria in Roma

Torsten Rasch, compositore, Germania

Helena Schwarzova, Repubblica Ceca

 

modera

Sebastiano Triulzi, critico letterario e curatore della mostra Tecniche d’evasione

 in italiano e inglese, con traduzione simultanea Continua a leggere

giuseppe garrera parla della mostra “tecniche d’evasione” (radiotre suite, 27 ottobre)

intervista a Giuseppe Garrera su Tecniche d’evasione. Strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ’60 e ’70
a cura di Giuseppe Garrera, József Készman, Viktória Popovics e Sebastiano Triulzi
Roma, Palazzo delle Esposizioni, fino al 6 gennaio

Disegni, sculture, fotografie, cartoline, dattiloscritti, manifesti, libri. Saranno esposti opere e documenti relativi all’attività di un gruppo di artisti dissidenti ungheresi, risalenti agli anni Sessanta e Settanta, raccolti e messi in salvo dal Museo Ludwig di Budapest. Attraverso i lavori di Endre Tót, Judit Kele, Sándor Pinczehelyi, Bálint Szombathy, András Baranyay, Tibor Csiky, Katalin Ladik, László Lakner e di altri, la mostra racconterà le “tecniche di evasione” messe in atto dagli autori per sfuggire ai controlli, per stordire la censura, per eludere il potere, deriderlo e lasciarlo interdetto. Una storia dell’arte meravigliosa e commovente come sempre lo sono le storie di clandestinità e sotterfugio, fuga ed elusione. Al telefono Giuseppe Garrera

L’audio a questo indirizzo (circa a metà del podcast) :
https://www.raiplayradio.it/audio/2019/10/RADIO3-SUITE—PANORAMA-del-27102019-527357d9-3950-4085-b433-da87d92a8436.html

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4 ottobre 2019, palazzo delle esposizioni: tecniche d’evasione. strategie sovversive e derisione del potere…

Tecniche d’evasione.
Strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ’60 e ’70

a cura di Giuseppe Garrera, József Készman, Viktória Popovics e Sebastiano Triulzi

Sándor Pinczehelyi, Sickle & Hammer, 1973

Mostra promossa da
Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale
Azienda Speciale Palaexpo
National Cultural Found of Hungary

organizzata da
Azienda Speciale Palaexpo
Ludwig Múzeum – Museum of Contemporary Art, Budapest
Accademia d’Ungheria in Roma

4 ottobre 2019 – 6 gennaio 2020​

Tra i migliori e più autentici episodi dell’arte contemporanea ci sono quelli accaduti in clandestinità, nel retro degli apparati di potere, di nascosto da istituzioni e comitati di amministrazione e la cui ricostruzione e testimonianza è già impresa di lotta. La storia dell’arte contemporanea diviene meravigliosa e commovente lì dove è stata ed è tuttora storia di clandestinità e sotterfugio e fuga ed elusione.

Questa è una mostra dedicata alle «tecniche d’evasione», a tutte le tecniche per sfuggire ai controlli, per stordire la censura, per eludere il potere, deriderlo e lasciarlo interdetto. Come modello di tecniche e di strategie di protesta, per i risultati esemplari e straordinari raggiunti, è presa in considerazione l’avventura dell’avanguardia ungherese tra gli anni ‘60 e ’70. Sono esposti documenti e opere di oltre venti artisti ungheresi che hanno saputo mettere in atto un vero e proprio campionario di gradi clandestini e di sotterfugi non tanto e solo di libertà ma di consapevolezza dell’operato che ogni potere esercita sulle coscienze.

Endre Tót, Judit Kele, Sándor Pinczehelyi, Bálint Szombathy, András Baranyay, Tibor Csiky, Katalin Ladik, László Lakner, Dóra Maurer sono alcuni di questi artisti ungheresi le cui opere sarà possibile vedere in mostra. Fotografie, collage, sculture, interventi urbani, operazioni concettuali, performance, mail art, poesia visiva, libri di artista testimoniano una protesta e un’avventura, con tecniche di fuga e aggiramento dei poteri anche solo per proclamare la propria diversità di pensiero in un sistema che ci vuole tutti uguali e ugualmente felici. Ad esempio: far viaggiare cartoline e spacci in libertà per i cieli d’Europa, attraverso la posta e sotto il naso dei controlli e della censura (Endre Tót afferma che nei regimi totalitari per fortuna la posta funziona perfettamente); o l’uso di scritte sui muri o sulla neve, tempestivamente cancellate dalla censura o ricoperte dall’inesorabilità; il sabotaggio con manifesti di propaganda o con azioni casalinghe e nel giardino dietro casa; manifestazioni in cui l’idiozia e la vertigine dell’intelligenza divengono grimaldello per la mediocre capacità di comprendonio del sistema facendo saltare per aria ogni possibilità di intervento. Continua a leggere