Archivi categoria: segnalazioni e avvistamenti

pod al popolo, #022: antonio pavolini, “cosa resterà del macro asilo?”

Antonio Pavolini riflette sull’esperienza del Macro Asilo e sul suo valore di laboratorio per la (già in essere, e storicizzabile e futura) disseminazione di esperienze esterne e alternative al sistema dell’arte, ossia alla scarsità artificiale di luoghi e nodi della ricerca contemporanea. Riflessione che è forse anche un inizio di progetto. Oggi su Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.

da oggi al 30 novembre, in camera verde (roma): rassegna omaggio a franco brocani

CENTRO CULTURALE
LA CAMERA VERDE

Via Giovanni Miani 20 – Roma – 3405263877

www.lacameraverde.com info@lacameraverde.com


OMAGGIO A FRANCO BROCANI
(Murazzano 1938 – Torino 2023)

A cura di Giovanni Andrea Semerano

programma, note, immagini, qui: http://www.lacameraverde.org/OMAGGIO_A_FRANCO_BROCANI_Novembre_2023_LCV.pdf

hadar morag intervistata dal ‘manifesto’ @ doclisboa

Da un’intervista di Lucrezia Ercolani a Hadar Morag, per “il manifesto“, 29 ott. 2023

ARTE E POLITICA. Parla la regista israeliana, a DocLisboa con il film Tzipora and Rachel Are Not Dead: «Siamo diventati ciò che più avversavamo. Non firmerò mai la clausola per il cinema “leale” allo Stato israeliano. Il festival ha rifiutato il patrocinio e vista la situazione ne sono felice»

[…]

Come si sente in questo momento?

Non riesco a dormire ma devo vedere tutti i video di ciò che sta accadendo, anche se è molto doloroso sento di dover essere presente in qualche modo. Gli ultimi anni sono stati durissimi, Netanyahu ha incluso nel governo questi estremisti sionisti, dei veri terroristi, sono loro a legittimare tutto quello che accade a Gaza e in Cisgiordania. E sono al governo solo perché Bibi aveva bisogno di loro per non finire in prigione. Israele è il mio Paese, ma in qualche modo non lo è. Quando mia nonna arrivò qui, dopo l’Olocausto, la Jewish Agency le promise una casa. Non aveva niente, tutta la sua famiglia era stata sterminata. È rimasta in attesa per lungo tempo in una tenda, in una situazione estremamente precaria. La portarono quindi ad Ajami, a Jaffa, in una stupenda casa sulla spiaggia. Vide che sul tavolo c’erano ancora i piatti degli arabi che ci abitavano e che erano stati cacciati via. Allora lei tornò all’agenzia e disse: riportatemi nella tenda, non farò mai a qualcun altro ciò che è stato fatto a me. Questa è la mia eredità, ma non tutti hanno fatto quella scelta. Come possiamo essere diventati ciò che avversavamo? Questa è la grande domanda.

https://ilmanifesto.it/hadar-morag-il-trauma-toglie-la-parola-ma-bisogna-fermare-la-guerra