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asemic writing as a kind of poetry / jim leftwich. 2022

Jim Leftwich

Asemic Writing Is A Kind Of Poetry
Summer 2022 / Utah

If, at times (if not, in fact, all the time), it must seem as if I have no idea what asemic writing is, I can only defend myself through an appeal to my experience of the theory and the practice: asemic writing came into my life as a continuation and an extension of my practice as a poet.

I wrote textual poetry for a little over twenty years before I started making visual poems. After making visual poems for a few years, I started making what was originally called spirit writing (by John M. Bennett, in his capacity as the editor of Lost and Found Times, a magazine of experimental poetry and related matters).

That was in 1997. The following year, Tim Gaze published a small chapbook of my quasi-calligraphic scribblings entitled Spirit Writing. Maybe I didn’t know what I was doing at the time (the theory and history came later), but I had no reason to think of this new development in my work as anything other than poetry.

These days, and maybe for the past fifteen years or so, it seems that very few theorists or practitioners think of asemic writing as a kind of poetry.

Asemic writing, as a kind of poetry, is all but limitless in its potential. We should take the same sort of approach to it’s study. For example: I have been told that asemic writing is all about linguistics. I have no doubt that the study of linguistics, and the application of that study to an engagement with asemic writing, will add substantially to our understanding of the subject. But, as with all other varieties of poetry, linguistics is only one among very many approaches to the study of asemic writing.

I am never interested in having the last word on any of these matters. Maybe I am interested in having the next word — and then, in having had some of the recent words. The conversation around asemic writing is ongoing and, like all conversations around all varieties of poetry, it seems to have no necessary or inevitable end. I am interested in expanding the spectrum of acceptable discourse concerning the subject of asemic writing. I hope my writings on the subject will function as invitations to others to participate in this process.

la francia da una parte, l’italia dall’altra: lo snodo degli anni ’80 e ’90 e la povertà della situazione italiana in letteratura

un estratto di appena 7′ dalla presentazione del libro Qualche uscita. Postpoesia e dintorni, di Jean-Marie Gleize:

per intendersi sulle differenze tra Italia e Francia, sullo snodo cruciale degli anni Ottanta, sugli oltre vent’anni di cattiva editoria italiana (almeno fino al 2003), e sui danni che ne derivano ancora oggi.

[la registrazione integrale della presentazione, con tutti gli interventi (di Magno, Manganelli, Giovenale, Zaffarano) è ascoltabile qui: https://gammm.org/2022/07/07/presentazione-qualche-uscita/]

[l’intervento da cui cito i nomi, e a cui in voce mi riferisco, è il seguente: https://slowforward.net/2022/02/21/poesia-per-il-pubblico-a-k/]

Francis Ponge

N.b.: in un intervento di commento a quanto da me detto nei 7′ proposti, Michele Zaffarano giustamente aggiunge, ai nomi fatti, il maggiore di tutti, Francis Ponge (1899-1988), modello autoriale essenziale per tutti gli scrittori francesi di terza via, alternativa cioè ad avanguardia e lirica, parimenti tradotto poco o per nulla in Italia (addirittura fino a oggi).

gammm @ discord per la ricerca (letteraria)

https://discord.gg/7qxE5QnbwP

in inglese su discord esistono vari server di letteratura. ma nessuno che, in italiano, si occupi di ricerca letteraria.

ora c’è: https://discord.gg/7qxE5QnbwP

in qualche modo prosegue l’iniziativa (indipendente e in fieri) “Esiste la ricerca?”, avviata con l’incontro allo Studio Campo Boario (Roma) il 16 giugno 2022: https://slowforward.net/2022/06/16/oggi-16-giugno-a-roma-esiste-la-ricerca-incontro-allo-studio-campo-boario/

la scelta di prendere “gammm” come incipit del nome (invece di usare semplicemente “scritture di ricerca”) è dirimente per delimitare gli ambiti tematico-formali che sono in campo.

quindi le zone di sperimentazione di cui il sito https://gammm.org si occupa da sedici anni in qua: montaggio, cut-up, googlism, scritture concettuali, uncreative writing, littéralité, post-poesia, prosa in prosa(-e), flarf, scritture installative, generatori di testo, scritture frammentate / disturbate, minimal writing, found texts, sought texts, percorsi procedurali, scritture non assertive, musica sperimentale, critica non stilistica.
anche, ma in misura forse minore, materiali verbovisivi, asemic writing, glitch, arte contemporanea (più o meno in rapporto col fronte della testualità).
tendenzialmente non ci si occupa invece di performance, di videopoesia, di poesia visiva, di poesia sonora, di letteratura interattiva, di programmazione, di romanzo, di teatro, di cinema, di animazioni.

prigionieri della pietra (serena)

Alcuni (tanti, ma tanti) autori di poesia lineare assertiva che si sono formati su ciò che l’editoria italiana distribuiva e distribuisce soprattutto dai primi anni Novanta in poi, di fatto, sono figli coerentissimi di una rimozione: la rimozione massiccia della ricerca letteraria.

Glielo si dice in tutti i modi e in tutte le salse, per esempio qui. Ma fanno finta di non capire.
Fanno finta di non capire che per mettere il loro amato Sereni D’Elia Fortini Merini Raboni negli scaffali che frequentavano da giovinetti, ossia (ben che vada) dopo il 1995, l’editoria e la distribuzione avevano dovuto — alacremente già da metà anni Ottanta — falciare via parecchie decine di altre voci. Spazzarne via a manciate.

La seconda edizione di Segnalibro, pressoché un'”omnia” di Edoardo Sanguineti, esce nel 1989. Il che vuol dire che a fine anni Novanta non ce n’è più traccia in libreria. E per una nuova edizione bisognerà aspettare il 2010. L’edizione Einaudi 1979 dei Novissimi negli anni Novanta è sparita da un pezzo (e non ricomparirà che nel 2003). L’attività del Gruppo ’93 si chiude ufficialmente nel programmatico 1993, appunto. Tante sono le edizioni coraggiose, di Manni per esempio (o l’attività di riviste come ‘Allegoria’), ma certo imparagonabili all’impegno profuso da Mondadori, Garzanti ed Einaudi per spostare l’asse del leggibile in Italia (del disponibile in libreria) il più lontano possibile dalla scrittura di ricerca.

Quando il giovinetto va allo scaffale e lo trova monocorde, e diventa lui stesso monocorde, chi giovinetto non è glielo dice. Ma lo scaffale è più forte della voce. E i sigilli che i poliziotti del mainstream hanno messo al luogo del delitto della ricerca (delitto di cui, toh, sono responsabili) restano intoccati.

Questo, almeno fino all’arrivo della rete, che di certi interdetti si fa un baffo. Ma ormai tanti tanti poeti l’intossicazione da serenite l’hanno assorbita tutta. E si muovono come tali, parlano e pensano e “poetano” come il mainstream ha insegnato loro a fare.

immagine da Children of the Stones, 1977, cfr. https://youtu.be/iR9GV0rJAig, 20′ 45”

emilio villa, tra labirinto e sibilla. incontro con gian paolo renello @ catap, macerata, 20 giugno 2022

Incontro di presentazione di Presentimenti del mondo senza tempo. Scritti su Emilio Villa, di Aldo Tagliaferri

via negativa and asemic writing / jim leftwich. 2022


Mysticism, whether atheistic or otherwise, has always welcomed a spectrum of experiences valued primarily for their absurdity and futility. The experience of asemic writing, whether one is attempting to write it or attempting to read it, is fundamentally a mystical experience. It is The Face That Is No Face, the Via Negativa.

Let’s say I make a sequence of tangled squiggles, with baggy loops here, jagged-edged bulges there, poncruated with curatorial punctuation marks in the form of randomly tilted ascenders and descenders, moving suggestively from left to right on the foundation of an imaginary baseline. It looks like writing, but we can’t read it, says the entry at Wikipedia. It must be asemic writing, says a contextualized leap of faith.

What if it is, in theory and in practice, experientially, a kind of quasi-calligraphic drawing?

This is not the Via Negativa. It is direct experience of the mystery. Direct Experience of The Mystery. There is no wrong reading, judged and condemned by official authorities on the matter. There are no Official Authorities on the matter. And there is no range of acceptable interpretations of the experience, no spectrum of permitted discourse about the acceptable interpretations.
There is no attempt at reading, not of any variety, and therefore there is no writing, of any variety, asemic or otherwise.

Asemic writing, in its absolute failure to exist, can function in our lives as a kind of pagan spiritual discipline, one designed to give us greater access to the experience of experience.

‘āāā. azioni off kulchur’, 1969

Sandro Ricaldone

āāā
azioni off kulchur
1969
TOOL editoria clan destina

āāā. azioni off kulchur è una rivista milanese co-fondata e co-diretta da Ugo Carrega, pubblicata a Milano. L’altro membro fondatore e redattore dagli Stati Uniti è stato Mario Diacono. Liliana Landi ne ha curato l’impaginazione.
La rivista Includeva ritagli di testi, opere e foto di interventi di artisti che sperimentavano poesia visuale in ambito italiano e internazionale. Stampata in ciclostile, in fogli sciolti non rilegati.
Consta di tre numeri, pubblicati tra il febbraio e il giugno 1969.

Redazione: Ugo Carrega e Mario Diacono.
Testi di Ugo Carrega., Mario Diacono, Jean-Claude Moineau.
Opere e interventi di Ugo Carrega, Mario Diacono, Rolando Mignani, Emilio Villa, Edgardo Vigo, Jean-Claude Moineau, Joel Rabinovitz, J.F. Dillon, T. Shohachiro, Vincenzo Accame, Hidetoshi Nagasawa, Hamilton Finlay e M. Allan, Davanzo and Gunzberg, A. Dias, H. Clavin, Giose Rimanelli et alii.

“the collective eye: in conversation with ruangrupa — thoughts on collective practice”

Sandro Ricaldone

THE COLLECTIVE EYE IN CONVERSATION WITH RUANGRUPA
Thoughts on Collective Practice.
Edited by The Collective Eye / Dominique Lucien Garaudel, Heinz-Norbert Jocks,
Emma Nilsson; and Matthias Kliefoth
DISTANZ Verlag, 2022

The documenta fifteen will be curated by a collective for the first time in its history. Another first: the artistic directors come from Asia. ruangrupa is an association of nine friends who unconditionally combine art with their everyday lives as a practice of living and surviving together under the socioeconomic conditions of their native Indonesia. Fourteen other collectives, so-called lumbung members, have been invited to join ruangrupa in transforming Kassel into a new, sustainable ekosistem. Lumbung, the Indonesian term for a communal rice barn, is the starting point for all their activities and also this documenta.

In this volume of the book series Thoughts on Collective Practice ruangrupa talks about their beginnings, the harsh struggle for survival under the Suharto regime in Indonesia, the post-dictatorship euphoria, student protests, punk, and video culture. About their first art projects, maintaining solidary social relationships, the Indonesian tradition of sharing, and their unusual approach to resources.
The autobiographical conversations are supplemented by five exemplary glimpses into ruangrupa’s projects since 2003 and unpublished archival material.

The Collective Eye (TCE), founded 2012 in Montevideo, organizes exhibitions and symposia on collective practice in art. The collective has pursued a partnership with DISTANZ since 2021, publishing the book series Thoughts on Collective Practice as an extended collective between the publishing team and TCE. Their work aims to strengthen polynational dialogues between different collectives as well as between collectives and theorists. The volume of conversations with ruangrupa is the fourth installation in the series.