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“italian arts united for palestine” _ lettera aperta per una presa di posizione rispetto al genocidio in palestina

TESTO IN ITALIANO [scroll for the English text]

PALESTINE: Lettera aperta per una presa di posizione rispetto al genocidio in Palestina

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Noi, lavoratorз dell’arte e dello spettacolo in Italia, uniamo le nostre voci in questa lettera aperta per rompere insieme il silenzio che pervade gran parte delle istituzioni culturali del paese in relazione al genocidio in corso da parte dello Stato di Israele ai danni della popolazione palestinese.
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palestina: alcuni ‘dettagli’, da agosto

18 agosto

Le forze di occupazione israeliane hanno demolito una scuola elementare ad Ain Samyia, in Cisgiordania. A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico, la distruzione della scuola, che forniva l’istruzione primaria ai bambini dei pastori nomadi della zona, ha l’obiettivo di cacciare la popolazione palestinese di queste terre, per far spazio alla colonizzazione ebraica. Nel 2023, sono state demolite tre scuole nelle stesse condizioni. Secondo un rapporto dell’ONU, il piano israeliano minaccia di demolizione altre 58 scuole elementari.

[…]

11 settembre

Due palestinesi feriti gravemente, nel campo di al-Oroub, durante i funerali del ragazzo assassinato il giorno prima dalle pallottole dei soldati israeliani. I comandi militari non volevano che il funerale si tenesse in forma pubblica, ma i familiari e la popolazione hanno sfidato l’assurdo ordine. L’esercito ha messo i cecchini attorno al cimitero e istituito posti di blocco con camionette corazzate, sparando pallottole militari contro un corteo funebre.

[…]

19 settembre

Un rapporto dell’organizzazione israeliana B’Tselem accusa il governo di Tel Aviv di mirare all’espulsione violenta dei palestinesi dalle loro terre in Cisgiordania per assegnarla ai coloni ebrei, lasciando mano libera a questi ultimi di agire indisturbati con attacchi armati contro le comunità palestinesi, incendio dei raccolti, distruzione dei pozzi e sradicamento di alberi. Secondo il rapporto, nell’ultimo anno, 6 comunità palestinesi della Cisgiordania sono state costrette ad abbandonare le loro terre, per sfuggire alla violenza dei coloni.

[…]

29 settembre

L’esercito israeliano ha distrutto per la 222esima volta il villaggio di Al-Araaqeeb, a nord di Beersheba, nel Negev. È la seconda volta in questo mese di settembre. Il villaggio desertico abitato da pastori palestinesi è caduto nel mirino del governo israeliano per destinare i suoi terreni all’allargamento della città ebraica vicina. Il villaggio è costruito con cartone, plastica e lamiere e le 22 famiglie resistenti non hanno abbandonato mai le loro terre da quando è cominciato il loro nuovo calvario nel 2010. Ogni volta che i militari lo distruggono con i bulldozer, loro recuperano il materiale e lo ricostruiscono. Il mondo tace su questi crimini dell’Apartheid.

[…]

6 ottobre

[…] aggressioni armate dei coloni. Nella valle del Giordano hanno arato con i bulldozer terreni palestinesi per impossessarsene. In un villaggio vicino a Salfit, i coloni hanno sradicato 40 olivi. L’Osservatorio euromediterraneo, con sede a Ginevra, ha presentato alla commissione ONU per i diritti umani un rapporto sulle violenze dei coloni contro i palestinesi. Nel rapporto si rileva che nei primi sei mesi di quest’anno le aggressioni dei coloni sono state 1148. Tutti gli attacchi sono avvenuti sotto la protezione dell’esercito e con la complicità del governo e della magistratura israeliane. Il rapporto parla chiaramente di regime di Apartheid e di violazione delle leggi internazionali per i territori occupati.


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l’elenco completo è qui:
https://effimera.org/occhio-per-occhio-e-tutto-il-mondo-e-cieco-di-franco-berardi-bifo/

palestinians thank artists boycotting apartheid israel-partnered pop kultur berlin

At least four artists withdrew from the festival, joining fifteen others since 2017.

Palestinians thank Lafawndah (and bandmate Trustfall), Alewya, Franky Gogo and Gigsta for withdrawing from @popkulturberlin, that is partnered with apartheid Israel #PK22

https://bdsmovement.net/news/boycott-pop-kultur-2022

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Four artists have withdrawn from Pop Kultur Berlin this year, in protest at its partnership with apartheid Israel! They join at least fifteen others to have boycotted the music festival since 2017, responding to private and public appeals from human rights defenders.

Parisian artist Lafawndah wrote in her eloquent statement that “the festival’s stance is an effective show of support for racism, colonial brutality and murder, despite its savvy marketing language touting inclusion, diversity and tolerance.”

Click to tweet at Pop Kultur

But Pop Kultur Berlin is still insisting on continuing its partnership with apartheid Israel, claiming that artwashing Israel’s apartheid regime and massacres in Gaza is “common practice”. It must have missed the thousands of artists who have endorsed the cultural boycott of Israel.

Even now, prominent German politicians allied to the festival are condemning the campaign and the principled artists who supported it and launching cynical smears against them. Let’s show once again that our collective impact is greater than these desperate, anti-Palestinian attacks.

Click to tweet at Pop Kultur

Not on Twitter? You can also copy the below comment and post it onto the festival’s Instagram & Facebook pages.

Thank you Lafawndah & Trustfall, Alewya, Franky Gogo and Gigsta for withdrawing from #PopKulturBerlin! All artists should boycott the festival until it drops its partnership with apartheid Israel. No progressive festival artwashes massacres. #PK22

In solidarity,
Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (PACBI)

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TAKE NOTE:
The nonviolent BDS movement for freedom, justice and equality is supported by the absolute majority in Palestinian society. BDS rejects all forms of racism and racial discrimination.

su aavaz: intervenire subito per fermare l’aggressione a gaza

https://secure.avaaz.org/campaign/it/palestine_sheikh_jarrah_sig_loc

Siamo sull’orlo di una vera e propria guerra tra Israele e Palestina.

31 bambini palestinesi sono già stati uccisi, così come molte madri. Centinaia di feriti.

L’escalation armata cresce. Velocemente.

Alla radice di tutto c’è l’occupazione israeliana illegale della Palestina e decenni di feroce oppressione del popolo palestinese, che Human Rights Watch ha appena denunciato come “crimini contro l’umanità“.

Tutto è iniziato lì ed è lì che deve finire.

Forse l’unico modo per fermare gli sfratti violenti dei palestinesi dalle loro case, la sopraffazione quotidiana di famiglie innocenti, il lancio di razzi di Hamas e il bombardamento israeliano di Gaza, è rendere il costo economico di questo conflitto troppo alto.

È esattamente quello che ha contribuito ad abolire l’apartheid in Sud Africa, e può farlo anche qui.

Abbiamo appena raggiunto 2 milioni di firme. Unisciti al nostro appello per chiedere sanzioni contro Israele per aver violato il diritto internazionale e commesso crimini contro l’umanità. Facciamo che sia un momento di svolta decisivo.

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b’tselem calls israel’s policy of occupation “apartheid”

source: facebook.com/186525784991/posts/10160555848604992/

Yesterday, B’Tselem בצלם, the largest human rights group in Israel, published a paper declaring a shift in their language from describing Israel as a ‘prolonged occupation’ to describing it as apartheid. This is an important win for the Palestine movement and a demonstration of the power of Palestinian organizers who have for decades been calling the Israeli state what it is, an apartheid regime.

“Calling things by their proper name – apartheid – is not a moment of despair: rather, it is a moment of moral clarity, a step on a long walk inspired by hope. See the reality for what it is, name it without flinching – and help bring about the realisation of a just future.”

SEE https://www.theguardian.com/commentisfree/2021/jan/12/israel-largest-human-rights-group-apartheid