Archivi tag: intervista
mario schifano: ricomincio da me (1983)
antonio syxty intervista danilo mandolini e renata morresi (arcipelago itaca) – con alessandro de francesco
l’intervista di andrea astolfi a francesco aprile (per dodicipm)
qui il podcast di RadioArte:
https://www.radioarte.it/calendario/podcast/dodicipm-francesco-aprile/
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amelia rosselli: “della ricerca”
[Rosselli:] Certo, c’è Majakovskij e c’è Pasternak. V’è il poeta della saggezza e il poeta della ricerca, v’è il poeta della scoperta, quello del rinnovamento, quello dell’innovamento…
[Petrignani:] E tu?
[Rosselli:] Della ricerca. E quando non c’è qualcosa di assolutamente nuovo da dire, il poeta della ricerca non scrive.
Amelia Rosselli, Non mi chiedete troppo. Mi sono perduta in un bosco, intervista a cura di Sandra Petrignani, in “Il Messaggero”, 23 giugno 1978 (ora in A.R., Una scrittura plurale. Saggi e interventi critici, A cura di Francesca Caputo, Interlinea, Novara 2004, p. 290).
il video dell’intervista agli autori di “prosa in prosa”
i sei di “prosa in prosa” intervistati da antonio syxty: 14 gennaio, ore 19
giovedì 14 gennaio 2021
alle ore 19:00, per MTM – Manifatture Teatrali Milanesi, La finestra di Antonio Syxty presenta una
diretta facebook di intervista e dialogo con
i sei autori di
PROSA IN PROSA
(TIC edizioni)
Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi, Marco Giovenale, Andrea Inglese, Andrea Raos, Michele Zaffarano
EVENTO FACEBOOK: https://www.facebook.com/events/3225263820907267
La diretta sarà trasmessa in contemporanea su questi canali:
https://www.facebook.com/mtmteatromi
https://www.facebook.com/lafinestradiantoniosyxty/
https://www.facebook.com/PROSA-IN-PROSA-102739895050773
https://www.facebook.com/gammm.org/
https://www.facebook.com/slowforwarddifferx
https://www.youtube.com/channel/UCq6CNh-7ItkPcPpEXz14cCw
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Dal sito dell’editore:
Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
Per prenotare o acquistare il libro:
https://ticedizioni.com/products/prosa-in-prosa
La bandella editoriale di Andrea Cortellessa, per l’edizione 2009 del libro:
https://slowforward.net/2021/01/09/bandella-per-prosa-in-prosa-andrea-cortellessa-2009/
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il podcast dell’intervista su “le carte della casa”
L’intervista fatta a MG da Gianluca Garrapa, ieri, 2 gennaio 2021, nel programma Radioquestasera, su PuntoRadioFM, è ascoltabile in podcast qui: https://m.mixcloud.com/QuestaSera/marco-giovenale-consulente-editoriale-editor-estensore-di-materiali-scritti-02012021/
Letture da (e occasioni per) il libro Le carte della casa (Edizioni Volatili, 2020).
Più tre frammenti musicali del 2008.
oggi intervista a radioquestasera (su puntoradio fm), h. 22:30, “le carte della casa”
Oggi, sabato 2 gennaio 2021 a Radioquestasera, su PuntoRadioFM , alle 22:00, Gianluca Garrapa nella sua trasmissione accoglie vari ospiti, tra i quali, alle 22:30, MG intervistato soprattutto sul libro Le carte della casa (Edizioni Volatili, 2020).
Lettura di due brani, più frammenti musicali del 2008.
In diretta e in streaming su puntoradio.fm o su www.puntoradio.listen2myradio.com o sintonizzandosi sui 91.1 – 91.6 Fm o scaricando l’app di PuntoRadioFM.
su exibart, intervista a g. garrera e s. triulzi su “tecniche d’evasione” (e link al download del catalogo)
poesia e narrativa devono essere sperimentali?
da un’intervista a Francesco Muzzioli, in “versodove”, n. 19, sett. 2018:
D: Ritieni che la poesia, ma anche la narrativa, debbano essere manifestamente sperimentali per poter aver ascolto critico oggi?
R: Fermiamoci un attimo sul termine “sperimentalismo”, sul quale grava un controverso dibattito: c’è chi sostiene una divaricazione tra avanguardia e sperimentalismo in favore dell’avanguardia (solo i gruppi di avanguardia sarebbero radicalmente antagonisti, mentre gli sperimentatori isolati sarebbero più moderati e rientrerebbero facilmente nel seno dell’evoluzione letteraria) e chi sostiene una netta divaricazione a favore dello sperimentalismo (solo gli sperimentatori farebbero opere valide, mentre i gruppi di avanguardia farebbero solo progetti-proclami e testi insignificanti proprio perché rigidamente dipendenti da quelli). Per me “avanguardia” e “sperimentalismo” sono sostanzialmente sinonimi, sperimentalismo non è che la definizione della testualità dell’avanguardia.
Ovviamente, il termine “sperimentalismo” va depurato da qualsiasi pretesa di scientificità: non si tratta di mero meccanismo (inserito il materiale nel procedimento si ottiene il testo), bensì di ricerca inesausta, non garantita in alcun modo. Un simile sperimentalismo consente di comprendere nell’avanguardia anche gli sperimentatori isolati, non inseriti negli organigrammi, marginali o espulsi dai raggruppamenti ufficiali, e però dotati di forte radicalismo. Cosi può accadere di considerare Lucini e Palazzeschi più avanguardisti dello stesso Marinetti, di valutare non solo Breton ma anche Artaud, di inserire nel novero dei “fari” figure come Brecht, Joyce, Beckett e altri, la cui ricerca (chiamiamola così, con un altro termine equivalente di sperimentazione) possiede caratteri “singolari” decisamente importanti.
Dopo questa lunga ma necessaria premessa, vengo alla risposta. La risposta è sì. I testi sperimentali sono, a parer mio, gli unici testi letterari degni oggi di questo nome, gli unici che valga la pena di leggere e di cui occuparsi in sede critica. Sono gli unici testi che si muovono, che danno “segnali di vita”. Se poi con l'”ascolto” s’intende quello delle case editrici, la prospettiva della pubblicazione, allora capisco che la risposta è no: per un aspirante narratore che si rivolge speranzoso all’editore, nella maggior parte dei casi una tecnica sperimentale è altamente sconsigliabile…