Archivio mensile:Agosto 2022

elegy / differx. 2017

å»r4�pTÀºú¡�T´¢�k�_]ר�ö�*Ì�f/i�”qcÜ#�jÑÆ!«ë/9¬�º�ÆÛi�²�dÝH¹@þyõ2~e�¹6jv.vq��4é��±�önÈZ²é��]FwÇÇÕø�¼åÆ�+*²þ2�ãó[v�&�^� þ~�ÍÀ\Æ£È]Oc¡e�^Þó°w£däX~3}M��Ç0°Ç6ºö�h~ÊýGúÅ�,íf&è�+µGúÄ÷�^Çδ�¤7þB{P*¹WÓk3XÜçìؽ%�µ¡Æ3�±ì°îM! r@è��év-�]×~�D�U�ø/6���ê½If`Âï¿9�_ýÒ#Øú mHødþéGÀ@7µ¡aÎ@*üj<f� _¸?bì©��ë×èÒ�þ�6ùwÓ@nÔtïT± g¬�ãÀlA��æ�õh3gÓÂ�þus’ÐBp��Ú÷R}õ×#¸g~Æ=�,Û”��:ú^íd5Ç$ÙL:!(�nÐ$Hi�kÑÍ$¦��ö’nýZà ?ß�òúj6�d,�È8²��EH³Ù�Æ]¶j�æ�”ê_�¯Ãæ:èè^0ÑßGÁCgÖCúÕøh¸ßåÎ?Ng4b}#��:õij�r øWB�¸9-Á�¹ï[8{3’d]´J�,Ô)¤$WZ_Í¥ë£�]·’½�Ù�Á­`”C}8¶Å>Ï#BÃÎØi2¸PKj)�àbØ�ÆÍö��LC¬’�¦{��#2Ï7�nÔC»d ��ÄB�i)ºÜÛWë;,Û0H{�É-d1%²QéeúÊ©¤�7k�<X1`!eã�¾veµW�ÉÑ�¾¿TZ@W®twT�5üh-�ÚŦ�D©ñÀÁ((bjzl�wO¬tihºÉ
Òó �Õ�
ØsרÜ�:k÷©`BBY¾��9·êAK_aÏém�-)}&�PÍ�B9mª76Ç]�t³W³d¡|\¸?+­�Î~´rj  ïV½xÖöî2�r½L0��iâ�&:�6<S°Ý/ç{�]Á¤ë&oʧ�°ªR\,ÏXGàL4e�±áÖÑй¥¥·]�m¾f¦�X”#8³ö-2ö4��ÏÞíå4;J’°”¼â)ñ:k¿m/QP>�`òê�D|#¥Yí¨H.+�¦§:9ô�ìݼOr~W#@4÷üû·Ö[J¹�üw+Õ&0û�ªÂÅ5JãÔv÷¨sò§y4�Z�´â�UGr¾,0ëmc��võ&çð�-�/³D+¦¼i8T~Ô9I�æô9I¨��$úþS tÉO�4£è1ÉT}Kk8×Í»Þnû�Ä.97¦9
¼¸©'{ùɵnÂ+�çb8AD!�¿AakëJ�A’Ø!Õ}H-?#GUÚþÃQ¹8ô[±Tçtüö�#G¦JÕ üi�Q°cJFûX?�Ç66{��]V¸æH!FgÕмîWæ7£Q�w�Z³5�§bK´�W¶P¹ë­OÇ� \Z^ù�îáQÒdÎ<ðFus÷Yb#ù
¿Ë­�bZQ��f^¡ð³ò@ð6qåö�·nA·½�TspÃÅñ��תüO(³Oïe-±x�«ªË±¾þï 0Jµ.lÕúÖGQÅ-»½\æJ²�ºÓ¾|Å!ôÆ÷�Ä�VÖq§ì®P�S«Wì\Ç>»õï��±,�ò6Ëmxù-LáÆùB�×IbÈý�³8*±8ýÙ@£R¡ÕwØW_Ü7�°öîEðµ01çR;À�¬oÈ.�º�!�dÍçô>�ì�yd\ß� HÕD¥NÐuá(¶�*@GbDÃýfDk£öèÌ÷òêY|��æ¥nT¿PxÚ�¥oÐ�·s�¼*\K·,Sµ¤+¬��½ g�«��;�¾¬²ú�n&Îh¡¹Ó×tw+·«8å¢Ö�FîÝ3¡ö0­&(�OËeïL�²a��1C½øFÊé`­W?wòÐá%2/�x^Fõ¯ª klÆ+ÆAy+ê5±#qR;3zp\³^�,´�4ßv´? Continua a leggere

desacralizzare l’opera di emilio villa

Talvolta l’opera di Emilio Villa viene – da più parti – letta o meglio ‘venerata’ (sacralizzata) secondo una sorta di revival esoterico che ignora completamente la vena beffarda, rabelaisiana, e più ancora metamorfica/eraclitea del genio. C’è gente che davvero crede che per leggere e apprezzare Villa (e magari farsene epigoni) debba venir risuscitata tutta la paccottiglia iniziatica che l’Otto-Novecento italiano in fondo non ha mai davvero seppellito. https://slowforward.net/2022/08/11/info-comunicazione-ad-alcuni-villiani/

“ricerca letteraria”, “spazio di ricerca”: antonio porta, 1983

Il saggio sulle espressioni “ricerca letteraria” e “scritture di ricerca”, postato ieri, e uscito lo scorso anno nella sua prima parte, si interrompe con il 1980, circa. Devo assai energicamente ringraziare Chiara Portesine per avermi segnalato, in questi giorni in cui sto proprio rivedendo la seconda parte del saggio, uno straordinario – e limpidamente esplicito – articolo di Antonio Porta che, sul “Corriere della sera”, nel 1983 parla di “spazio di ricerca”, “ricerca letteraria”.

cliccare per ingrandire

Registrate nel saggio le numerose occorrenze di espressioni relative alla “ricerca”, e aggiunto questo prezioso articolo di Porta, non solo si intende sempre meglio come la generazione a cui appartengo abbia trovato naturale e solido e stabile/stabilizzato, tra fine anni Ottanta e inizio Novanta, il termine “ricerca” come segno di sperimentazione letteraria; ma anche come, a maggior ragione, questo si sia presentato come nome legittimo, a XXI secolo iniziato, per indicare una scrittura non pacificata, non convenzionale, e soprattutto in sincrono con esperienze di “experimental writing” ormai altrettanto attestate nel resto del mondo.

(Attestate e attestantesi, ovviamente, nonostante l’ignoranza intenzionale, o la ‘censura’ e opposizione frontale, e le piccole manovre d’ostacolo e i banali giochi di facciata messi in atto dai buffi personaggi del mainstream italocentrico).

date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria” [prima parte], in ‘il verri’ n 75, feb. 2021

Marco Giovenale, Date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria”
[prima parte]
in «il verri», n. 75, feb. 2021, pp. 110-124:

https://www.academia.edu/85155587/Date_e_dati_su_ricerca_scrittura_di_ricerca_ricerca_letteraria_prima_parte_

https://slowforward.files.wordpress.com/2022/08/mgiovenale-date-e-dati-su-ricerca-in-il-verri-n-75-feb-2021-pp-110-124.pdf

cliccare per ingrandire

 

 

roma, 30 agosto – 4 settembre, “scatole magiche: teatri senza palcoscenico. (teatri mobili, architetture temporanee)”

Scatole magiche: teatri senza palcoscenico. (teatri mobili, architetture temporanee)

(a cura dell’associazione culturale teatroinscatola)

è una mostra che verrà allestita dal 30 agosto al 4 settembre (h 18 > 20) presso Embrice 2030 e fa parte del festival “Di là dal fiume” (Estate Romana 2022).

Teatroinscatola è una scatola nera (black box) che può essere smontata e rimontata (costruita da Claudio Lamberini nei laboratori umbri di BoXy). Nella mostra saranno esposti progetti simili quali la black box dell’architetto Klaus Roth, incorporata all’interno del Deutsches Theater Berlin (uno dei teatri più famosi di Berlino), o la scatola magica all’interno del foyer del Piccolo Teatro di Milano….

L’incorporazione come tema di architettura:

ll tema della bambola nella bambola o per esprimersi in altro modo dell’uovo di Pasqua russo, descrive un fenomeno che gioca un ruolo anche in altri campi, per esempio in psicologia, e che in nessun modo si limita all’architettura. Infatti questo concetto racchiude molte realtà e si può inquadrare sia da un punto di vista formale che concettuale. Il suo fascino consiste nell’osservazione che esso contiene un elemento di continuità, di cui non è concepibile la fine. L’oggetto che continua a ricorrere in un altro oggetto descrive una sequenza, che può teoricamente proseguire indefinitamente, un processo continuo, che non è più intelligibile in termini logici. È possibile riferire all’architettura una serie di interrelazioni spaziali riassumibili con questo concetto” (Oswald Mathias Ungers).

Magritte, L’importance des merveilles

 La mostra vuole essere anche un’occasione per ripercorrere i diciotto anni di attività dell’associazione Teatroinscatola, attraverso l’incontro con alcuni degli artisti che in questi anni hanno reso possibile la programmazione (Marco Giovenale, Luca Venitucci, Fiammetta Cirilli, Fabio Lapiana, Michele Zaffarano, Andrea Raos, Vincenzo Ostuni, Diletta Maria Di Cosimo, Valerio Pagano, Gianluigi Daniele, Nicolò Gullotta, Elisabetta Braga, Xue Ulan, Francesca Coteni, …)

L’idea dell’allestimento, curato dall’architetto Massimo Alessandrini, è quella di uscire dalla galleria nella caratteristica via pedonale delle Sette Chiese, creando un simbolico collegamento con le scatole (cubi) di acciaio del monumento alla Resistenza dell’architetto Cesare Esposito inaugurato nel 1974 (l’architetto Esposito è un artista eclettico anche ideatore della rievocazione storica del miracolo della neve a Santa Maria Maggiore). Saranno esposti bozzetti del suo progetto. La mostra sarà arricchita di interventi video, tra cui quello della Professoressa di Storia dell’arte contemporanea, presso l’Università Sapienza di Roma, Antonella Sbrilli.

Embrice 2030 arti e mestieri nasce nel 2007 come spazio di studio, dibattito e proposta attorno ai temi dell’architettura, della letteratura, delle arti, della comunicazione, della formazione, della cultura in generale ed è diretta dal professore e architetto Carlo Severati.

Indirizzo: 
Embrice 2030, via delle Sette Chiese 78

Info:
tel. 347 6808868
email info@teatroinscatola.it
web www.teatroinscatola.it
facebook https://www.facebook.com/TeatroinscatolaRoma/

i nomi che assumono gli oggetti verbali al di fuori delle griglie dei generi

i nomi che assumono gli oggetti verbali al di fuori delle griglie dei generi letterari (e, ovviamente, al di fuori di una certa idea di poesia):

https://slowforward.net/2022/08/13/ma-no-ma-no-ma-ni-non-e-morta-la-poesia-su/

sono insistente, sì. ma è anche perché su slowforward (a differenza dei documenti che posso registrare su Academia o Archive, che sono pdf ‘fissi’) la situazione è ‘plastica’ ossia continuamente aggiornata con nuove verifiche di quanto vado sostenendo.

quindi i saggi nella loro forma più aggiornata sono su slowforward prima di tutto. (poi pian piano aggiorno anche le altre sedi).

notilla ennesima sul contesto noto come “poesia italiana contemporanea”

il più bel libro di *oesia degli ultimi x anni, si sente dire.
dove “x anni”= 10 minuti.
si accontentano di poco, per molto poco.
e: con grande sincerità.

nella critica (nome sbagliato, ma facciamo finta che ci si capisce) della poesia italiana contemporanea non c’è neanche bisogno di mentire. la menzogna è l’ambiente intorno, tutto il contesto. basta essere fedeli al contesto, aderenti, e fa tutto lui.

robert grenier: “sentences” (1978)

Robert Grenier. Sentences.
Years after its publication of the original edition of 500 boxed 5″ x 8″ index cards, Whale Cloth Press has made available a web-based version of this important work.
[Notes] [Images of the original box]

*

From the Eclipse Archive:

Sentences Toward Birds (1975)
Robert Grenier

Sentences Toward Birds was published in 1975 by Curtis Faville’s L Publications in a small edition (under one-hundred). The cards are housed in a manila envelope and sealed with a red sticker. Faville’s cover design, based on a vintage postcard, gives a nod to the jacket design of Grenier’s Dusk Road Games: Poems 1960-1966 (Cambridge: Pym Randall, 1967), and the format of the unbound cards anticipates the monumental Sentences (Cambridge: Whale Cloth, 1978) in which some of the poems reappear. The envelope and title page state the title differently.

The order displayed @ Eclipse is aleatory; the cards were intended to be read in any sequence.

http://eclipsearchive.org/projects/BIRDS/html/contents.html

*

Outside the Box: A Discussion of Robert Grenier’s Sentences.
Hosted by Al Filreis and featuring poets Bob Perelman, Jena Osman, and Joseph Yearous-Algozin.
Here: https://www.poetryfoundation.org/podcasts/75583/outside-the-box-a-discussion-of-robert-greniers-sentences

*

https://www.granarybooks.com/pages/books/1310/robert-grenier/sentences?soldItem=true