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2005-2025

materiali per una ricostruzione del passato prossimo

https://slowforward.net/2025/10/21/oggi-21-ottobre-venti-anni-fa-iniziava-romapoesia-2005/

Distanza tra contesti

pian piano dovrò, penso, un po’ radicalizzare il discorso fatto nel post “distinguere i paradigmi” (https://slowforward.net/2025/10/16/distinguere-i-paradigmi/) perché veramente sembra che le cose non siano (mai) abbastanza chiare. per quanto si spieghi, non è mai sufficiente.
la distanza tra il contesto ancora noto come “poesia” e l’infinita iridescenza dei linguaggi che attraversano il (e sono attraversati dal) senso è veramente abissale. e sembra che l’italia sia tra i paesi meno disposti a rendersene conto.

[https://noblogo.org/differx/pian-piano-dovro-penso-un-po-radicalizzare-il-discorso-fatto-nel-post]

Sostenere le librerie indipendenti: iniziando da ‘Mannaggia’, di Perugia, che ha un ricchissimo catalogo online e spedisce in tutta italia

La libreria Mannaggia ha un sito finalmente! e SPEDISCE IN TUTTA ITALIA! ... solo da MANNAGGIA è possibile trovare praticamente TUTTA l'editoria di qualità e le collane indipendenti che fanno la buona anzi l'ottima letteratura

La libreria Mannaggia ha un sito che SPEDISCE IN TUTTA ITALIA! … solo da MANNAGGIA è possibile trovare praticamente TUTTA l’editoria di qualità e le collane indipendenti che fanno la buona anzi l’ottima letteratura.

“Nel negozio online di Mannaggia potrete esplorare il nostro catalogo, con migliaia di titoli pubblicati da editori indipendenti, fare i vostri acquisti e riceverli a casa. Vi basterà seguire questo link: https://mannaggialibreria.sumupstore.com/

Il sito sarà costantemente aggiornato con nuovi titoli e nuove case editrici, quindi non perdetelo di vista”. Ecco :

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‘letterature d’america’ n. 204: saggi sulla language poetry (con un’intervista a g.bortolotti e mg)

copertina del n. 204 (2025) della rivista 'Letterature d'America', dedicato alla "language poetry", con un'intervista a Gherardo Bortolotti e Marco Giovenale

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È uscito presso l’editore Bulzoni (e si può richiedere a questo indirizzo) il nuovo fascicolo della rivista trimestrale dell’università La Sapienza,  ‘Letterature d’America’, dedicato alla Language Poetry, con contributi di Charles Bernstein, Salvatore Marano, Floriana Puglisi, Luigi Ballerini, e un’intervista sul tema – a cura di Cristina Giorcelli – a Gherardo Bortolotti e MG. Qui in immagine la copertina con l’indice.

https://www.bulzoni.it/it/riviste/letterature-d-america
(sito in aggiornamento)

il 10 ottobre, incontro per walter pedullà, alla biblioteca pagliarani: in presenza e da remoto

Ricordando Walter Pedullà _ 10 ottobre biblioteca Pagliarani

cliccare per ingrandire

incontro in presenza, presso lo Spazio Pagliarani
Via Marcantonio Bragadin 122b (Roma)

per chi non potrà assistere di persona, ecco il link per seguire l’incontro da remoto: meet.google.com/fgp-xrhq-cxe
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Lorenzo Mari sulle comunità letterarie

oggi sul blog di Esiste la ricerca:

https://slowforward.net/2025/09/29/nuovo-post-sul-blog-esiste-la-ricerca-lorenzo-mari-risponde-a-4-domande-sulle-comunita-della-ricerca-letteraria/

un’introduzione: “centri sociali, che impresa! oltre il ghetto, un dibattito cruciale” @ ahida

ahida ripubblica un'introduzione del 1995Centri sociali che impresa! Oltre il ghetto un dibattito cruciale
a cura di Primo Moroni, Daniele Farina, Pino Tripodi
https://www.ahidaonline.com/post/archivicentrisocialicheimpresaoltreilghettoundibattitocruciale

​Il post ripropone l’introduzione del libro ​Centri sociali che impresa!​, edito da Castelvecchi nel 1995. Il libro, come spiega il testo scritto da Primo Moroni, Daniele Farina e Pino Tripodi​, riporta un dibattito acceso e conflittuale sull’esperienza politica, le potenzialità e il futuro dei centri sociali. Nel 1995 si sarebbe dovuto svolgere un convegno ad Arezzo sul tema. L’evento però non si è mai tenuto, motivo per cui gli organizzatori decisero di pubblicare i materiali utilizzati per la preparazione al dibattito

“non noi” / marco giovenale 2024

quello che segue è il breve brano col quale lo scorso anno ho risposto alla richiesta di partecipare alla sequenza di interventi “Poesia, prima persona plurale. (Indagine sulla valenza sociale della poesia contemporanea)”, sequenza uscita su ‘Le parole e le cose’ a cura di Lorenzo Mari e Gianluca Rizzo – che ringrazio nuovamente dell’invito (e con loro la redazione di LPLC).
il testo, in rete da novembre 2024 qui, non è presente nel relativo libro pubblicato da Argo da pochissimo, ho così considerato che forse renderlo reperibile in rete fosse plausibilmente non inutile, considerandone soprattutto l’argomento.


non noi

 

“noi no”
(sandra mondaini, raimondo vianello, jeff bezos, 1977)
(n.b.: l’epigrafe deve essere di merda e deve fare sorridere)

 

il noi di cui noi disponiamo è completamente sbagliato, è da rifare, siamo noi da rifare. in attesa, va evitato l’uso; ci evitano in parecchi.

il noi anche semplicemente grammaticale che disponiamo sulla scacchiera della sintassi non sta messo meglio: errore o meglio un errante fra convenzioni di diorite e alleanzelle di biscotto.

tra l’altro si sapeva, si è sempre saputo.

cioè continua a essere: stupro di gruppo, fusioni societarie, coloni, ufficiali, uffici, tribalismo, correnti di convezione, cattivo odore bene collettivo, circhi senza farina, batte col piatto del machete sulla gamba e taglia le condutture d’acqua ovviamente in Cisgiordania.

il pronome yankee a inizio agosto 2024 stanzia 18 miliardi di dollari perché israele continui la distruzione del popolo Palestinese e il furto di terre.

non so/sappiamo e nessuno sa cosa possa sostituire la splendida profondità fognaria dei pronomi di prima persona, uno e multiplo, instagrammer e gruppi fb.

non c’è crimine che non trovi (un) noi a giustificarlo, dagli omicidi e violenze sessuali a megiddo e nelle altre carceri israeliane agli acquirenti dei manualetti di ultradestra.

la pancia di amazon è piena di mosche, una per ogni penny di jb.

è passato da poco il primo compleanno del genocidio ai danni della Palestina, a sua volta vetta di 76 compleanni di Nakba. una montagna di montagne di morti.

il noi (di merda) degli intellettuali (di merda) non si è mica sentito, o – diciamo – si è sentito pochissimo (e) male. o meglio uno zero, per altri zeri, di fronte al noi invece energico tricolore bluette del roblox di parigi ’24 [=olimpiadi].

medici operai operatori scrivono noi tornando da Gaza, da Gerusalemme Est, dalla West Bank, o standoci: possono usare il pronome, gli altri no, noi no.



#Gaza #genocide #genocidio #Palestine #Palestina #warcrimes #sionismo #zionism #starvingpeople #starvingcivilians #iof #idf #colonialism #sionisti #izrahell #israelterroriststate #invasion #israelcriminalstate #israelestatocriminale #children #bambini #massacri #deportazione #concentramento #famearmadiguerra #intellettuali #Nakba #ilnoi #noi #primapersonaplurale #primapersona #Megiddo #carceriisraeliane #olimpiadidiparigi
#intellettuali #intellettualidimerda #ICJ #ICC #Cisgiordania #WestBank #settlers #coloni
#prigionieri #ostaggi #leparoleelecose #LPLC #poetiitaliani #poesia #poesiaprimapersona
#olimpiadi #pronomesbagliato #noidimerda

n.b.: il testo registra la situazione all’estate del 2024, quando cioè è stato scritto

scrittura di ricerca 1967-2025

oggi su slowforward, all’indirizzo https://slowforward.net/2025/08/16/bit-n-5-novembre-1967-con-interventi-di-celant-manzoni-vautier/,ho pubblicato tre estratti da un numero di “bit” del 1967 che a mio giudizio – pur se riferiti alle arti visive – hanno molto a che fare anche con la scrittura di ricerca. possono tranquillamente cioè essere trasposti in (ripensati come) notille di poetica. soprattutto il brano (presentato nella rivista solo in inglese) di piero manzoni.

per l’ennesima volta si dimostra che quanto alcuni scrittori – dagli anni ’90 in francia e 2000 in italia – hanno fatto in direzione di un’idea di postpoesia era perfettamente chiaro, immaginabile e immaginato, già venti-trent’anni prima. (d’altro canto potremmo ragionare anche di fluxus, delle istruzioni di allan kaprow, di giuseppe chiari, vincenzo agnetti e infiniti altri nomi e tracciati di sperimentazione).

che l’italia petrarcaica non se ne accorga nemmeno adesso, 2025, è motivo di ilarità e imbarazzo: quotidianamente.

o italiani, io vi esorto alle lettere in rete. le lettere sperimentali, beninteso

Come accennato più volte, quasi due anni fa mi sono impegnato a indicare, all’interno di un post, tutte o quasi tutte le riviste di letteratura italiana online effettivamente disponibili in quel periodo: agosto ’23. Il numero complessivo mi sembra si aggiri tutt’ora intorno alle 400 / 500 entità.

Con sorpresa ho notato che i siti e blog nutriti di specifica ricerca letteraria oggi raggiungibili sono rappresentati sempre (o: quasi esclusivamente) dallo stesso piccolo o medio & pressoché invariato gruppo che esisteva già circa vent’anni or sono. Rare, per quanto meritevoli (o -issime) le aggiunte.

Questo significa che:

nonostante l’importanza che la scrittura di ricerca / complessa / sperimentale ha assunto in Italia nel primo quarto del nuovo secolo, la sua presenza in rete è ancora assai relativa, in generale, e – anyway – sproporzionatamente minoritaria se la si paragona a quella dei siti più o meno definibili generalisti = di narrativa, di poesia, di romanzi di genere, di recensioni di novità normalmente distribuite nelle librerie di catena eccetera.

Ciò mi porta giocoforza a una riflessione abbastanza amara e direi anche stupefatta sul momento attuale. Perché, se da una parte è vero che sì, certo, la grande distribuzione ha selezionato in maniera feroce la produzione letteraria dagli anni ’80 a oggi, determinando un allargamento di monocolture di media o mediocre letteratura negli scaffali; dall’altra è non meno vero che quel luogo di relativa libertà che è la rete non ha registrato nell’ultimo ventennio un boom di nascite di spazi di sperimentazione, nonostante a nessuno sia impedito di aprire un blog, un sito, un account tumblr, o qualsiasi altro aggeggio che la rete consenta di gestire in indipendenza e senza pressioni.

La lunga e mogia premessa mi serve a dire che occorre non tanto saturare i canali in rete, come qualche tempo fa mi ripromettevo di proporre ai popoli, ma che semmai è prioritario (energicamente prioritario) iniziare, almeno iniziare, a creare qualche canale differente, ex novo, per la ricerca letteraria. Aggiungerne di ulteriori agli esistenti. Anche leggeri, blog e non siti, ma: non esitare assolutamente a farlo.

In sostanza, o italiani, io vi esorto alle lettere in rete. Le lettere sperimentali, complesse. Le lettere di ricerca. (O i saggi sulla).

Don’t be shy. Create il vostro blog, o il vostro sito o la vostra newsletter (substack, mailchimp, ..). Andate in caccia di quei materiali che meritano attenzione o semplicemente segnalate ciò che già esiste e che magari altri non hanno notato. Non pubblicate vostre gemme testuali e recensioni e osservazioni su facebook, create invece una pagina vostra/collettiva. Fate screenshot di testi fuori catalogo. Eccetera. Insomma date & diamo un qualche scossone alla rete per come è adesso.

Lamentarci della situazione presente non licet, io gerontocomicamente bofonchio, senza che almeno un po’ ci si impegni e industri per far sì che qualcosa cambi nell’atro contesto, almeno là dove il contesto è di fatto modificabile, i.e. in rete.

Dico questo anche per un motivo brutalmente (perdonate) generazionale e ricerca-centrato: nel momento in cui (tra qualche manciata di anni) si esauriranno per motivi banalmente anagrafici le esperienze avviate da gammm & sodali, così come quelle pensate da vari altri siti e soggetti ed ensemble, temo proprio che – in assenza di alternative online – rischi di riverificarsi esattamente la iattura che si determinò fra anni ’80 e ’90 nel mondo cartaceo: un diluvio di tanti e parallelli ritorni all’ordine [cfr. qui e qui].

A quel tempo, ossia in quegli anni, non era possibile e forse nemmeno pensabile uno scontro frontale con le grosse realtà editoriali, che appunto spingevano per una letteratura pacificata. Oggi invece, ragiono, la cosa – almeno online – è realizzabile. Credo che si debba pensarci molto molto seriamente, e non solo pensarci. Ho iterato questo assillevole appello anche a Napoli il 6 e 7 settembre 2024 in occasione di Esiste la ricerca. E mi interessa ora trasmettere singolarmente, a voi che leggete, ovvero ai precisi destinatari di questo sito, non a una platea indistinta, quello che credo sia un obiettivo particolarmente urgente e cruciale ora. Non procrastinabile.

‘ahida’ online: about + iscrizione alla newsletter

chi desidera ricevere la newsletter di ahida può comunicare il proprio indirizzo scrivendo  qui: https://slowforward.net/contact/

oppure inserire la propria mail direttamente nel form del sito stesso.

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maggiori informazioni sulla rivista online qui:  https://slowforward.net/2025/06/09/ahida-online-piu-informazioni/ = ovvero qui di séguito:

ahida

«… che quando non
si vede più
torna»

Nanni Balestrini

ahida, nel suo percorso attraverso cultura, politica e arti, mira a interrompere il flusso rapido e distratto della rete, proponendo contenuti che sollecitano l’attenzione critica

ahida è uno spazio comune dove si riconoscono delle intelligenze unite nella differenza.

La sua ricchezza è lo squilibrio delle esperienze di tali intelligenze.

Tutto quanto sapranno esprimere potrà quindi essere diluito, frantumato e ricomposto dal confronto soggettivo.

Progetto grafico: Andrea Wöhr e H.Peter Vogel
Webmaster progettazione sito: Jelena Hadzi-Nicolic
Segreteria redazionale: Alessia Pontoriero
Partecipazione redazionale: officinamultimediale
Coordinamento editoriale: Sergio Bianchi
Iconografia: Sergio Bianchi e Roberto Gelini

La rivista è strutturata in tre macroaree tematiche: «forme del dominio»; «nuovi calendari»; «remember».

Da ogni macroarea discendono dei «comparti» che ne sono le articolazioni.

Ogni «comparto» ha un proprio curatore che organizza attorno a sé una miniredazione della quale è responsabile. I comparti fin qui strutturati sono solo alcuni di quelli in progettazione. Una segreteria redazionale e un coordinamento editoriale garantiranno la programmazione delle pubblicazioni, che si prevedono almeno una al giorno dal lunedì al venerdì di ogni settimana.

La segreteria redazionale gestisce i «social» della rivista e la newsletter settimanale.
 

Partecipano, per ora:
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