Archivi categoria: kritik

un utile specchi(ett)o multi-link per gli appassionati del mainstream poetico italiano

Constato che negli ultimi giorni, dei documenti che ho inserito su Academia, uno in particolare ha avuto un buon numero di visite & letture, pur essendo caricato da pochissimo. Questo qui: https://www.academia.edu/78131798/Il_sistema_immunitario_del_mainstream_mini_notilla_

Chi volesse leggerlo non in pdf ma in html su slowforward, lo trova pari pari all’indirizzo https://slowforward.net/2022/04/30/il-sistema-immunitario-del-mainstream-mininotilla/

Vorrei però offrire una rassicurazione agli eventuali gèniti e gemiti del mainstream che possan sentirsi sorpresi dalle banalità di base che in quell’intervento dico: io dico le medesime cose da qualche annetto ormai. E ve ne porgo qui una assai scarna e meditata lista, pre-gioendo per le gioie che sono certo ne trarrete:

mainstream poetry reading standard format

rinascono i pompieri | ovvero: va bene non ereditare l’anarchia, ma addirittura entrare in seminario… / differx. 2021

sveglia #6, ai supporter del mainstream

i potenti tribolati. (ovvero le pene del mainstream) / differx. 2020

editori di poesia, postpoesia? chi? dove? (una nota disordinata)

“poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

31 dic. 2021, auguri: in poesia, domani ricomincia il 1957

il riflusso letterario (o poetico, sempre se di poesia si tratta, il che è dubbio)

ricerca poetica, poesia di ricerca, scrittura di ricerca, ricerca letteraria

ricerca poetica / scrittura di ricerca / ricerca letteraria

sveglietta dell’8 luglio 2021: la poesia e la stretta

la tradizione del novecento sta a posto. sta a posto così.

(s)finito il novecento

le tre piaghe

 

scritti di aldo tagliaferri su emilio villa: “presentimenti del mondo senza tempo”

https://www.argonline.it/prodotto/presentimenti-del-mondo-senza-tempo-scritti-su-emilio-villa-aldo-tagliaferri/

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un estratto:

«La leggendaria ostilità di Villa verso il fiorente mercato dell’arte non si riduce all’enunciazione di una posizione teorica, bensì diventa pratica quotidiana, addirittura logorante stile di vita in controtendenza con le aspirazioni medie di un’intellighenzia sempre più integrata in sistemi di produzione dominati dalle regole del profitto più che dall’economia, dalla tecnologia più che dall’amore per la libertà, e Villa tanto più ritira il proprio investimento, in senso psicanalitico, dall’oggetto d’arte quanto più questo, immesso nel mercato, viene ridotto a oggetto di commercio (porne, dicevano i Greci). L’acquisizione di un sicuro valore di mercato, cui spesso ambiscono gli artisti, agli occhi di Villa si trasforma in un segnale di incombente pericolo, perché proprio ciò che è riconosciuto come prezioso dal mercato gli annuncia che è venuto il momento di cambiare aria o oggetto, né la constatazione che su questo argomento molti artisti finiscano col fare orecchi da mercante lo fa deflettere dai propri convincimenti. Un aneddoto che risale all’estate del 1949, o del 1950, può illustrare come, in proposito, l’atteggiamento villiano fosse intransigente, e pertanto destinato a turbare l’ordine pubblico, ancor prima che il mercato. Nello studio dello scultore Edgardo Mannucci, in via Margutta, cenano all’aperto con l’artista e sua moglie, Aurelio Ceccarelli, Villa con la propria compagna di quegli anni, e Letizia Pecci Blunt, proprietaria di una intraprendente galleria d’arte, La Cometa, nonché nipote di papa Leone XIII. Siccome quest’ultima sfoggia uno splendido brillante, una signora chiede se sia possibile guardare da vicino il gioiello, che fa il giro del tavolo e, proprio mentre il brillante è tra le mani di Villa, qualcuno ha la malaugurata idea di chiedere quale sia il suo valore venale. A questo punto, dichiarato coram populo il valore, che risulta molto alto, Villa dà in escandescenze, strilla che ostentazioni del genere non sono tollerabili, mentre tanto penosa è la miseria circostante e a tanti artisti è dato a malapena di sopravvivere. Ciò detto, egli scaglia con ira l’anello nel giardino alle proprie spalle, dove tutti si precipitano a cercare la reliquia, mentre a tavola restano, assorti, come se la cosa non li riguardasse, Villa e la nobildonna».

da oggi al 5 maggio, convegno su alfredo giuliani all’università di chieti-pescara (visibile anche in streaming web)

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per prendere parte all’incontro
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3-5 maggio 2022, convegno su alfredo giuliani @ università di chieti-pescara

 

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per prendere parte all’incontro,
nei giorni del convegno,
scansionare il codice QR:

promemoria: oggi, mercoledì 27 aprile, prima presentazione a roma di “aelia laelia e i libri dimenticati”

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nuovo numero di “rossocorpolingua”, anno v, numero 1, marzo 2022

http://www.rossocorpolingua.it/index.php?it/362/anno-v

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cosa è/sarà il museo: incontri con giorgio de finis

Con l’obiettivo di riflettere insieme su cosa sia un museo del XXI secolo, ma anche di inventarne uno viene organizzato un ciclo di incontri nella Galleria Embrice, in collaborazione con Museo delle periferie, Moby Dick Biblioteca Hub Culturale e Millepiani coworking.

Mercoledì 27 aprile 2022
presso Moby Dick – Via Edgardo Ferrati, 3

Perché il museo deve farsi città
Ciclo di incontri a cura del Museo delle Periferie
ore 17
Saluti istituzionali: Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio Roma VIII

A cosa serve un Museo delle periferie?
con
 Eliana Cangelli, Francesco Careri, Orazio Carpenzano, Andrea Catarci, Carlo Cellamare, Giorgio de Finis
ore 18
Breve storia del primo “museo abitato” del Pianeta Terra
con
 Giorgio de Finis, Irene Di Noto, Paolo Di Vetta, Margherita Grazioli, Rossella Marchini, Gabriele Salvatori
Ore 19
Musei di/in periferia
con
 Cristina Giuliani (TormarArte), Claudio Gnessi (Ecomuseo Casilino), David Vecchiato (MURo);
coordina Giorgio de Finis

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Mercoledì 4 maggio, ore 17
presso Millepiani – Via Nicolo Odero, 13
Proiezione del Film documentario
MACRO ASILO. Il MUSEO DI TUTTI di Giorgio de Finis

una produzione Azienda Speciale Palaexpo, ita, 2021, 56’

Per 15 mesi il Museo d’arte contemporanea di Roma si è fatto “asilo”. Il nuovo dispositivo museale relazionale immaginato da Giorgio de Finis è qui raccontato per bocca di molti dei suoi protagonisti, in un tentativo di sintesi che prova, ad un anno dalla sua chiusura, a dar conto di un progetto sperimentale complesso e che può essere letto, stando al suo ideatore, anche come un’opera d’arte collettiva.

Segue dibattito con l’autore.
***
Giovedì 5 maggio 2022
presso Moby Dick – Via Edgardo Ferrati, 3
ore 17

Progettare il museo relazionale
con
 Carmelo Baglivo, Francesco Careri, Patrizia Ferri, Alberto Jacovoni, Emmanuele Lo Giudice, Franco Purini
coordina Eleonora Carrano
ore 19

Il museo tra social e phygital
con
 Maria Elena Colombo, Sofia Francesca Miccichè, Antonio Pavolini
coordina Claudia Pecoraro

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Venerdì 6 maggio 2022, ore 17
presso Moby Dick – Via Edgardo Ferrati, 3
Presentazione dei volumi

  • Giorgio de Finis (a cura di), MUSEO. Teorie, pratiche, politiche (Bordeaux edizioni, Roma, 2021)
  • Giorgio de Finis, Giocare al gioco del museo, a cura di Silvia Pujia (Magonza editore, Arezzo, 2022)
  • Giulia Grechi, Decolonizzare il museo. Mostrazioni, pratiche artistiche, sguardi incantati (Mimesis, Milano, 2021)

cfr. anche:
https://www.museodelleperiferie.it/evento/perche-il-museo-deve-farsi-citta

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da
https://insideart.eu/2022/04/21/riflettere-sul-museo-del-domani-il-nuovo-ciclo-di-incontri-con-giorgio-de-finis-a-roma/

“libridine”, allo studio campo boario (roma): da oggi, 22 aprile, a fine giugno

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PDF del dépliant:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/04/pieghevole-libridine_-aprile-giugno-2022.pdf

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