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writers against trump: charles bernstein
Dottor Pietro Bartolo – IV Edizione Congresso Studentesco MoReMED
sostenere subito il teatroinscatola
Solitamente non diffondo link di questo tipo, ma in questo caso l’ingiustizia è macroscopica, e assume l’aspetto di una vera e propria prevaricazione ai danni di un’associazione culturale che a Roma in quasi vent’anni ha fatto nient’altro che il proprio dovere per la collettività, promuovendo il teatro, la letteratura, la musica, l’arte contemporanea in tutti i modi (come accennato qui sotto). Condivido quindi l’appello, particolarmente urgente e pressante, a fronteggiare la situazione.
E’ URGENTE SOSTENERE IL TEATROINSCATOLA: qui https://gf.me/u/y3r2gy
Dall’aprile 2001 all’aprile 2019 la sede dell’associazione culturale Teatroinscatola è stata presso i locali di un Ente (un tempo pubblico poi privatizzato grazie all’intervento dei uno dei più brillanti politici italiani); l’affitto era perfettamente in linea con il mercato immobiliare (per un totale di euro: 430.000 cioè l’equivalente dell’acquisto), neanche un centesimo è stato mai scalato per lavori di messa a norma o adeguamento locali (consegnati in stato di fatiscenza); nel corso degli anni l’associazione ha dovuto affrontare ogni tipo di difficoltà causa arroganza proprietà: impossibilità di scaricare qualsiasi cosa anche una sedia (condizione presente nel regolamento condominiale ma mai fatto rispettare) allagamenti ripetuti, impossibilità di accedere ai locali perchè la strada è stata per un periodo lunghissimo un cantiere lavori (senza che nessuno ce lo comunicasse, e con sacchi di amianto posizionati di fronte all’ingresso) etc la lista angherie subite è lunghissima e la ciliegina sulla torta è l’incendio di capodanno causa petardi dei locali (con un danno mai risarcito neanche in minima parte e con l’assenza totale della proprietà) … neanche un giorno di affitto ci è stato scalato dalla proprietà che però nello stesso palazzo ha ritenuto opportuno svendere a ex ministri e senatori appartamenti (edifici costruiti con soldi pubblici).
La recente sentenza ci obbliga a pagare 50mila euro di soli interessi, tra l’altro da notare come un magistrato terminato il lockdown causa pandemia a maggio abbia ritenuto opportuno di non accogliere nessuna delle nostre richieste ( in un momento paragonabile solo a quello post seconda guerra mondiale) favorendo un Ente che investe alle Mauritius e distruggendo un’associazione culturale (https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_novembre_08/truffa-palazzo-venduto-vaticanocon-soldi-enasarco-ba608268-01a8-11ea-bfaf-9602a8f3f6c1.shtml)
L’associazione culturale non ha mai avuto sovvenzioni stabili se non quelle derivanti da bandi per progetti.
Ha ospitato o prodotto concerti, spettacoli, incontri di poesia, rassegne culturali, festival (gratuiti, questi ultimi, pensati per le estati cittadine), ma ha anche spesso ospitato compagnie teatrali per prove chiedendo il minimo, contributo, in molti casi nulla (questo sia per gli spettacoli che per le prove). Moltissime le rassegne ad “ingresso libero” …
cfr. anche https://www.facebook.com/TeatroinscatolaRoma/posts/3274170979304553
PER INTERVENIRE SUBITO IN AIUTO: https://gf.me/u/y3r2gy
baobab experience: la solidarietà non va in vacanza
Ultimi giorni per sostenerci
Cari tutte e tutti,
sono gli ultimi giorni utili per sostenere la raccolta fondi che abbiamo lanciato nel mese di agosto attraverso Produzioni dal Basso, prima piattaforma di crowdfounding nata in Italia, per poter affrontare l’estate con un po’ di risorse in più da dedicare alle nostre attività.
Al link https://www.produzionidalbasso.com/project/baobab-experience-la-solidarieta-non-va-in-vacanza/ troverete tutti i dettagli della nostra iniziativa.
Molti di voi hanno risposto con la consueta generosità, e ve ne siamo, ancora una volta, profondamente grati.
L’estate è finita, ci attendono nuove stagioni e Baobab Experience sarà ancora presente per continuare con le attività già messe in campo: assistenza medica, cibo, vestiario pulito, una sistemazione per la notte, assistenza legale nonché servizi di formazione e inserimento lavorativo per una efficace emancipazione dalla condizione di bisogno e una reale autodeterminazione.
Abbiamo bisogno di voi, per far sopravvivere e dare forza alla nostra idea comune di fratellanza e alla ostinata rivendicazione della libertà umana al movimento.
Grazie ancora, di tutto!
Baobab Experience
Produzioni Dal Basso
#assistenza #assistenzamedica #assistenzalegale #cibo #vestiario #vestiti #alloggiamenti #formazione #lavoro #crowdfunding
il sistema della moda: la solita spazzatura
sostenere baobab experience: concretamente
Sostieni Baobab Experience
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Baobab Experience è dal 2015 in strada a Roma, a sopperire le mancanze delle Istituzioni nella tutela delle persone migranti.
A oggi, più di 90.000 persone hanno ricevuto assistenza nei campi informali, allestiti dalla nostra associazione con mezzi donati dalla cittadinanza e dalla rete di solidarietà trasversale con le altre associazioni attive sul territorio. Sono donne, uomini e bambini in transito verso altri paesi europei o persone richiedenti asilo in Italia e che a Roma, dopo viaggi estenuanti segnati da abusi e violenze, sono abbandonati in strada e costretti ad aspettare tempistiche impossibili prima di poter accedere alle pratiche legali. L’esperienza del Baobab ha reso finora possibile che gli ultimi e gli invisibili ricevessero cure mediche, cibo, vestiario pulito, una sistemazione per la notte, assistenza legale nonchè servizi di formazione e inserimento [continua a leggere qui ]
esce “6070”, sugli anni sessanta e settanta, appunto: qualche appunto
Circa dieci anni fa ho scritto un testo, “6070”, per spiegare o meglio spiegarmi alcune cose e coordinate, latitudini della percezione, longitudini delle scritture, o viceversa, che mi parevano e mi paiono legate a un decennio particolare, quello che va – precisamente – da metà anni Sessanta a metà Settanta.
Lo scritto non era mai uscito fino ad ora. Certo, è e resta incompleto, criticabile, probabilmente parziale anche nella seconda accezione del termine. E si interrompe bruscamente.
Alla fine ne ho parlato con gli amici di OperaViva, e ora si può leggere qui: https://operavivamagazine.org/6070-2/. Migliori interlocutori non penso avrei potuto avere.
Forse non condivido più l’imp(r)udenza delle mie premesse, ma – aggiungo – resto persuaso degli elementi di fondo, linguistici e politici (e di politica del linguaggio), che osservavo e annotavo.
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anti-100 years of cinema manifesto / jonas mekas. 1996
“As you well know it was God who created this Earth and everything on it. And he thought it was all great. All painters and poets and musicians sang and celebrated the creation and that was all OK. But not for real. Something was missing. So about 100 years ago God decided to create the motion picture camera. And he did so. And then he created a filmmaker and said ‘now here is an instrument called motion picture camera. Now go and film and celebrate the beauty of the creation and the dreams of human spirit, and have fun with it.’
But the devil did not like that. So he placed a money bag in front of the camera and said to the filmmakers ‘why do you want to celebrate the beauty of the world and the spirit of it if you can make money with this instrument?’ And, believe it or not, all filmmakers ran after the money bag. The Lord realized he had made a mistake. So some 25 years later, to correct his mistake, God created independent avant-garde filmmakers and said, ‘here is the camera. Take it and go into the world and sing the beauty of all creation and have fun with it. But you will have a difficult time doing it, and you will never make any money with this instrument.’
Thus spoke the Lord to Viking Eggeling, Germaine Dulac, Jean Epstein, Fernand Leger, Dmitri Kirsanoff, Marcel Duchamp, Hans Richter, Luis Bunuel, Man Ray, Cavalcanti, Jean Cocteau, and Maya Deren, and Sidney Peterson, and Kenneth Anger, Gregory Markopoulos, Stan Brakhage, Marie Menken, Bruce Baillie, Francis Lee, Harry Smith and Jack Smith and Ken Jacobs, Ernie Gehr, Ron Rice, Michael Snow, Joseph Cornell, Peter Kubelka, Hollis Frampton and Barbara Rubin, Paul Sharits, Robert Beavers, Christopher McLain, and Kurt Kren, Robert Breer, Dore O, Isidore Isou, Antonio De Bernardi, Maurice Lemaitre, and Bruce Conner, and Klaus Wyborny, Boris Lehman, Bruce Elder, Taka Iimura, Abigail Child, Andrew Noren and too many others. Many others all over the world. And they took their Bolex’s and their little 8 and Super-8 cameras and began filming the beauty of this world, and the complex adventures of the human spirit, and they’re having great fun doing it. And the films bring no money and do not do what’s called useful.
And the museums all over the world are celebrating the one hundredth anniversary of cinema, costing them millions of dollars the cinema makes, all going gaga about their Hollywoods. But there is no mention of the avant-garde or the independents of our cinema.
I have seen the brochures, the programs of the museums and archives and cinematheques around the world. But these say, ‘we don’t care about your cinema.’ In the times of bigness, spectaculars, one hundred million movie productions, I want to speak for the small, invisible acts of human spirit, so subtle, so small, that they die when brought out under the clean lights. I want to celebrate the small forms of cinema, the lyrical form, the poem, the watercolor, etude, sketch, portrait, arabesque, and bagatelle, and little 8mm songs. In the times when everybody wants to succeed and sell, I want to celebrate those who embrace social and daily tailor to pursue the invisible, the personal things that bring no money and no bread and make no contemporary history, art history or any other history. I am for art which we do for each other, as friends.
I am standing in the middle of the information highway and laughing, because a butterfly on a little flower somewhere in China just fluttered its wings, and I know that the entire history, culture will drastically change because of that fluttering. A super-8 millimeter camera just made a little soft buzz somewhere, somewhere on the lower east side of New York, and the world will never be the same.
The real history of cinema is invisible history. History of friends getting together, doing the thing they love. For us, the cinema is beginning with every new buzz of the projector, with every new buzz of our cameras. With every new buzz of our cameras, our hearts jump forward my friends.”
Jonas Mekas, February 11, 1996, American Center, Paris
from: https://www.matiasguerra.com/jonas-mekas-manifesto.php