Archivi categoria: scrittura asemantica

due link rapidissimi semplicissimi per farsi un’idea sulla scrittura asemica

per chi si domandasse cos’è la scrittura asemica, due link rapidissimi:

https://it.wikipedia.org/wiki/Scrittura_asemica

https://www.ikona.net/marco-giovenale-asemics-senso-senza-significato/

#asemicwriting #scritturaasemica #asemic

 

domenica 23 novembre: pietre asemiche al Palazzo delle Esposizioni

A Roma, domenica 23 novembre 2025, alle ore 11:00
presso la Libreria del Palazzo Esposizioni
(entrata da via Milano 15)

PIETRE SILENZIOSE

presentazione (con mostra) del libro

IN ITINERE. Pratiche di scrittura asemica

di
Fabrizio M. Rossi
(Cambiaunavirgola, 2025)
https://slowforward.net/2025/11/19/23-nov-palaexpo-in-itinere-fabrizio-rossi/

§

locandina della presentazione di "IN ITINERE", di Fabrizio M. Rossi al Palazzo Esposizioni, 23 nov. 2025

cliccare per ingrandire

incontro con

– annotazioni di Giuseppe Garrera e Marco Giovenale

piccola mostra di pietre asemiche di Fabrizio M. Rossi, con riflessioni sui rapporti tra la “scrittura senza significato” e l’arte dei suoni, del silenzio e del camminare

interventi di scrittura asemica dell’autore, con un omaggio a John Cage di Giovenale e Garrera

 

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Il volume raccoglie cinquanta opere dell’autore. Saggi introduttivi di Ada De Pirro, Giuseppe Garrera, Marco Giovenale, Pasquale Polidori.

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il libro sul sito Cambiaunavirgola:
https://www.spazioetico.it/attivita/cambiaunavirgola/in-itinere-pratiche-di-scrittura-asemica/

anteprima:
https://www.spazioetico.it/wp-content/uploads/2025/02/In_itinere_estratto.pdf

pagina facebook:
https://www.facebook.com/InItinereScritturaAsemica/

evento fb:
https://www.facebook.com/events/3175791599264200/

l’incontro, sul sito del Palazzo Esposizioni:
https://www.palazzoesposizioniroma.it/evento/presentazione-del-volume-in-itinere-pratiche-di-scrittura-asemica-di-fabrizio-m-rossi

 

Grzegorz Wróblewski’s exhibit in Łódź: “Asemic Writing. Between calligraphy and painting”

https://www.uni.lodz.pl/wystawy/grzegorz-wroblewski-asemic-writing

In Poland. Opening of the exhibition of works by Grzegorz Wróblewski „Asemic Writing. Between calligraphy and painting”

Event venue: Franciszkańska 1/5, 91-433 Łódź

Time: 25 October 2025 (Saturday) 7 pm – 9 pm

 

Il canale telegram di slowforward

https://t.me/slowforward

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mercoledì 15 maggio, al MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, tavola rotonda sulle …scritture irregolari

mercoledì 15 maggio – alle ore 17:00
presso il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea
(P.le Aldo Moro 5, Roma – Palazzo del Rettorato)

tavola rotonda su

Parole in cammino. Scritture brut e asemiche,
graffiti urbani, poesia visiva…

nel contesto della mostra Scritture erranti
a cura di Gustavo Giacosa

intervengono

Claudio Zambianchi, Tommaso Pomilio,
Ada De Pirro, Marco Giovenale, Gustavo Giacosa

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ricerca letteraria come “evento aprente”. un appunto a proposito degli anni settanta (dall’incontro di ieri sulla “letteratura circostante”)

In attesa di proporre l’audio dell’intervento completo:

[…] Detto in poche parole: a partire soprattutto dalla fine degli anni Sessanta (ovvero dalla fine del primo decennio di quello che continuo a chiamare e ritenere un cambio di paradigma), le complessità e le articolazioni delle scritture poetiche e in senso ampio creative hanno messo i poeti (o coloro che tali intendevano essere) in condizione di estrema difficoltà.  Alcune generazioni, per via dell’accelerazione degli stimoli culturali e per il senso di soffocamento dato dalle urgenze storico-politiche, si sono trovate in una condizione di impasse (o proprio schiacciamento) tra la necessità o insomma il desiderio (aggiungerei: spesso infantile o adolescenziale) di aderire al modello dato dall’onda lunga del Romanticismo (e, azzarderei, del petrarchismo lessicale) e la realtà ipercomplessa e infinitamente frammentata della contemporaneità.

Come fa a scrivere, e cosa scrive, un io che non solo non ha la “i” maiuscola, ma è scisso in particole, e le cui schegge sono circondate da un contesto e discorso culturale e storico estremamente complesso, vasto, articolato?

(Un solo esempio: nell’arco di appena sette anni, tra il 1967 e il 1974, escono ben cinque opere capitali e rivoluzionarie di Jacques Derrida: La voce e il fenomeno, Della grammatologia e La scrittura e la differenza nel 1967, Margini nel 1972, Glas nel 1974).

Poteva porsi aproblematicamente in sintonia con questo stato di cose la generazione che aveva vent’anni, o poco più, nell’arco di tempo che va dalla fine degli anni Sessanta alla fine dei Settanta? Si collocava in quel tratto storico una disponibilità, una apertura, un varco – diciamo – praticabile per i giovani scrittori, che non fosse quello della forbice aperta tra euforia e disforia (seguendo il suggerimento di Gianluigi Simonetti in La letteratura circostante), tra verbalizzazione immediata, diciamo a volte naif, e ricaduta nelle forme chiuse ossia nell’ormai vecchio istituto delle forme propriamente letterarie (blindate nel comparto Letteratura)?

I termini della reazione di quelle generazioni allora possono forse non essere stati semplicemente quelli del rifiuto, ma del rifiuto che maschera un colossale senso di inadeguatezza, probabilmente fondato. Se nel 1971 Dario Bellezza a 27 anni pubblica Invettive e licenze e un contesto letterario lo accetta senza il minimo imbarazzo e ne fa addirittura un punto di riferimento (ritenuto valido addirittura oggi), è perché difficilmente sia il poeta sia il contesto sarebbero stati in grado di sorridere troppo davanti ai propri sentimenti di impotenza e inadeguatezza, appunto. Sentimenti che reagivano ai ben diversi materiali letterari che arrivavano dal «verri» fin dal 1956, e da «Tel Quel» dal 1960.

A mio modo di vedere sarebbe stato necessario, come in tutti i sistemi sottoposti a tensione,  un lungo tempo di elaborazione per vedere qualcuno appropriarsi dei materiali di quegli anni. Per certi aspetti, l’entità che prese subito familiarità con la situazione e addirittura la spostò dal piano storico al piano – direi – antropologico (generale) fu il teatro di ricerca, su cui non ci soffermeremo. Ma altre cose accadevano negli anni Settanta. Cose che ci riportano ai nomi di Corrado Costa, Giulia Niccolai, Adriano Spatola, e a molti altri, in grado di misurarsi nell’immediato con quanto andava producendosi. 

Ci sono stati cioè intellettuali, poeti e scrittori, che della complessità e della ricerca letteraria hanno fatto sfida e necessità e non vi hanno rinvenuto affatto schiacciamenti inaccettabili, soffocamento, inadeguatezza, margine, inabitabilità. 

Si è trattato di autori che, vedendo nella neoavanguardia non necessariamente un’esperienza vincolante ma al contrario un evento aprente, si sono misurati con la scrittura della complessità, con la frammentazione, oltre che con la fantasia, anche, delle interazioni tra codici: letteratura, arti visive, materiali verbovisivi, musica sperimentale, e addirittura “scrittura asemantica” (così Gillo Dorfles a proposito di Irma Blank, nel 1974).

Se ne è parlato e se ne parlerà.

[…]