Sonic Circuits
Accompanying program to the exhibition Sounds / Codes / Images: Audio Experimentation in Visual Arts
4 June – 13 October, 2019
GHMP Stone Bell House
Agosto Foundation & GHMP
Archivi categoria: sculpture
prossimità a / affinità con il concetto di “installance”: un esempio
oggi, 8 dicembre, il “multiperso ” @ mr. ibis
OGGI, giovedì 8 dicembre, alle ore 21 si festeggia da Mr. Ibis (via Luigi Filippo de Magistris 91, Roma) la nuova collana glossa, edita da pièdimosca edizioni, con una presentazione e una lettura collettiva delle autrici e degli autori del suo primo volume, Multiperso – un’antologia di microfinzioni tratte dall’omonimo blog. Brindisi immancabile (e instancabile!).
Saranno presenti l’editrice Elena Zuccaccia, il curatore Carlo Sperduti e gli autori Marta Bracciale, Niccolò Brunelli, Gunther Maria Carrasco, Fiammetta Cirilli, Cristina Costantini, Luigi Di Cicco, Dario Faggella, Stefano Ficagna, Arianna Fiore, Marco Giovenale, Giovanni Locatelli, Eda Özbakay, Cristina Pasqua, Antonio Francesco Perozzi, Antonio Sinisi, Ivan Talarico, Damiano Torre, Antonio Vangone, Cristina Venneri.
Appuntamento alle 21:00 nella libreria Mr. Ibis in via Luigi Filippo de Magistris 91/93, a pochi passi dalla fermata della metro C Pigneto.
☎️ Per informazioni e prenotazioni: info@misteribis.it • 3278587819
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glossa è una collana dirottata da Carlo Sperduti: a margine della collana di narrativa ossa di pièdimosca edizioni.
glossa si occupa di prose brevissime, con un’attenzione particolare alla sperimentazione e alla scrittura pura e una vocazione all’eterogeneità.
glossa sceglie la forma brevissima in quanto campo privilegiato di ricerca, sospensione, deragliamento, mistero, esattezza, stile, densità, spostamento.
glossa nasce dalla convinzione che non esista una definizione di letteratura ma che le sue definizioni siano, al contrario, potenzialmente infinite: vorrebbe contenerle tutte, ne propone alcune, le mette tutte in discussione.
Multiperso: contenere moltitudini non è contraddizione. Contraddirsi non è contraddirsi. La letteratura non è una: il singolare è bandito. Non c’è letteratura. Soprattutto non c’è Letteratura. Ci sono letterature: impossibile contarle. Si può imboccare una via. Se ne possono imboccare molte. Ci si può soltanto perdere. Se non ci si perde, si rischia di arrivare. Di conseguenza: la tentazione di stare, la letteratura, la Letteratura.
Il multiperso non sta. Nel multiperso ci si sposta.
three works / marie orensanz
Sandro Ricaldone
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Marie Orensanz débuta sa carrière artistique en étudiant la peinture avec deux des artistes fondateurs du Modernisme Argentin : Emilio Pettoruti et Antonio Seguí. En tant que membre actif de la scène artistique de Buenos Aires dans les années 60 et 70, elle participa aux expositions et activités culturelles organisées par l’Instituto Torcuato Di Tella, et s’impliqua dans le Centro de Arte y Comunicación. Elle s’installa en 1972 à Milan. La proximité de Carrara et ses carrières de marbre initia ses premières productions utilisant comme matière la pierre. Elle a depuis continué à travailler avec des fragments de marbre, les transformant en livres et sculptures. Selon les mots de Christina M. Harrison, « Orensanz utilise des fragments matériels et symboliques -de marbre, de lignes, de signes- pour représenter des pensées. … Selon la conception d’Orensanz, l’interprétation de ce travail dépend de l’intersection des fragments avec les pensées et expériences du spectateur. »
En 1975, Marie Orensanz s’installa à Paris et fut plus tard naturalisée Française. Trois ans plus tard, elle écrivit un « Manifeste du Fragmentisme » dans lequel elle présenta la base conceptuelle de ses travaux. Écrit en Espagnol, Anglais et Français, le Manifeste proclame : « le Fragmentisme recherche l’intégration d’une partie dans un tout ; il la transforme aux bout de plusieurs lectures en un objet non terminé et illimité, traversant le temps et l’espace. »
https://www.schoolgallery.fr/talents/marie-orensanz/
ananimêtre / emilio villa. 1966
18 maggio, siena: adriano spatola (giornata di studi, incontri, azioni)
Il 18 maggio 2022, mercoledì, si terrà il primo convegno sull’opera e la figura di Adriano Spatola nella letteratura del ‘900 e oltre: Adriano Spatola: molarità nella letteratura del ‘900.
Il Convegno è organizzato dal Collettivo LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria.
Oltre al Convegno è prevista una mostra propedeutica ed esplicativa di materiali spatoliani (opere visuali, manifesti, libri e un percorso biobibliografico), a cura di LALS (Laboratorio Letterario di Siena) in collaborazione con il Dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Siena e la casa editrice [dia•foria..
La giornata avrà il suo avvio alle ore 10.00, con la presentazione ufficiale del Convegno e gli interventi di:
– Bianca Maria Bonazzi
– Marcello Carlino
– Marilina Ciaco
– Giovanni Fontana
– Clementina Greco
– Francesco Muzzioli
– Valentina Panarella
– Daniele Poletti
– Chiara Portesine
– Gian Paolo Renello
– Marcello Sessa
A seguire, dalle 19.30, si terrà la serata performativa in omaggio ad Adriano Spatola, con le seguenti presenze:
– Paolo Albani
– Francesco Aprile
– Julien Blaine
– Ophelia Borghesan
– Sara Davidovics
– Giovanni Fontana
– Fumofonico
– Gian Paolo Guerini
– Rosaria Lo Russo
– Massimo Mori
– Gian Paolo Roffi
– Fabio Teti
– Paul Vangelisti
In occasione del Convegno sarà presente il libro OPERA di Adriano Spatola, contenente tutta l’opera poetica dell’autore e la riedizione del romanzo L’oblò, per le edizioni [dia•foria, in collaborazione con dreamBOOK edizioni.
Per qualsiasi informazione potete scrivere a:
info@diaforia.org
collettivolals@gmail.com
il libro “il paradiso e le sue rappresentazioni” (studio campo boario, 2020-21)
risoluzione media (9,83 Mb):
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versione sfogliabile:
https://archive.org/details/il-paradiso-e-le-sue-rappresentazioni-studio-campo-boario-2020-21-mr
alta risoluzione (versione sfogliabile, 94,4 Mb):
https://archive.org/details/il-paradiso-e-le-sue-rappresentazioni-studio-campo-boario-2020-21-hr
visione a schermo del pdf su slowforward (media risoluzione):
https://slowforward.files.wordpress.com/2021/05/il-paradiso-e-le-sue-rappresentazioni_-studio-campo-boario-2020-21_-mr.pdf
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download pdf:
media risoluzione
download pdf:
alta risoluzione
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COMUNICATO ESTESO:
https://slowforward.files.wordpress.com/2021/05/il-paradiso-e-le-sue-rappresentazioni_-comunicato-esteso.pdf
paradise room: apertura (su prenotazione) della mostra allo studio campo boario, 14-16 maggio 2021
Con un leggero ritardo lo Studio Campo Boario (Roma, v.le Campo Boario 4a) apre la mostra
Paradise Room
all’interno (e all’esterno) del padiglione progettato da David Sabatello
interventi di:
Massimo Arduini, Marco Ariano, Carmelo Baglivo, Jacopo Benci,
Giulia Bertotto, Alberto D’Amico, Stefania Fabrizi, Marco Giovenale, Pierluigi Isola,
Fabio Lapiana, Lucia Nazzaro, Anna Onesti, Gabriella Pace, Julie Rebecca Poulain,
Ilaria Restivo, Andrea Sabatello, Silvia Stucky
video di:
Paolo Albani, Niccolò Daviddi, Ada De Pirro, Raffaela Fazio, Gianni Garrera, Giuseppe Garrera
La mostra è inserita nell’evento Il Paradiso e le sue rappresentazioni,
ideato e curato da Alberto D’Amico e Bruno Lo Turco per RAW Rome Art Week 2020
Visite su prenotazione anticipata (all’indirizzo albertodamico62@gmail.com)
Le visite possono essere fissate nel tratto di tempo che va
dalle 16:00 del venerdì 14 maggio fino alle 20:00 di domenica 16 maggio 2021
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Negli stessi giorni (a partire dalla mattina di venerdì 14) sarà consultabile su slowforward.net il libro curato da Silvia Stucky con gli interventi degli artisti e relatori: sarà disponibile in media risoluzione (9,83 Mb), sfogliabile direttamente su slowforward, e in alta risoluzione (94,4 Mb), scaricabile sempre dallo stesso sito.
una installance
Tra gli oggetti segreti di cui Giuseppe Garrera ha parlato nel suo intervento a Palazzo Taverna lunedì scorso, cè anche una mia installance. Si può rivedere il video su YouTube (precisamente qui) o una microrassegna su Instagram, sia in forma di video che di serie di foto.
di villa in villa / raffaella terribile. 2017
Di Villa in Villa
(Una poesia “scanasciuta” e ciottoli arcani)
di Raffaella Terribile
(già in “STEVE”, n. 50, 2017, pp. 46-9)
L’incontro con una poesia bellissima e ignorata di Emilio Villa avviene nel corso del consueto appuntamento che il Laboratorio di Modena regala ai suoi affezionati amici, in occasione della presentazione del numero 49 di Steve, con un contributo critico su Emilio Villa. Si tratta di “Omaggio ai sassi di Tot”, scritta nel 1949 e circolata pochissimo, oggi quasi dimenticata. Il “padrone di casa”, Carlo Alberto Sitta, la presenta ricordando come fu Adriano Spatola ad avvicinar-glisi un giorno, con fare da complottista, per passargli questo testo, scritto molti anni prima, ignoto quasi a tutti e ripreso, nel 1962, su “Bab ilu”.
Un testo che sconcerta e sorprende perché oggi, a distanza di quasi settant’anni, non ha ancora perso lo smalto della giovinezza, lo sberleffo dell’anarchia, il gusto della verbigerazione selvaggia, dell’accumulo descrittivo lussureggiante e barocco, propri dell’Emilio Villa in stato di grazia. Carlo Alberto Sitta legge e interpreta in maniera attoriale le immagini torrenziali che si accavallano l’una sull’altra, davanti a un pubblico attento ed emozionato, rapito dai salti di registro, dalle continue invenzioni linguistiche. Villa passa dai latinismi biblici ai preziosismi arcaici dell’italiano letterario, dai falsi francesismi al lessico dialettale lombardo. Dal basso al sublime, ogni registro linguistico è contemplato e compreso in un gioco funambolico che stordisce e diverte.
Il titolo appare misterioso, ma così non doveva essere per i primi lettori. Che cosa sono i sassi di Tot? Chi è Tot? Una divinità dell’antico Egitto? Un gioco di parole per indicare il Tutto indifferenziato? E i sassi sono forse sacri betili orientali? Niente di tutto questo. Per una volta Emilio Villa ha dato un titolo normale a quello che era un vero e proprio omaggio. Partiamo da Tot. Il nome di Amerigo Tot non dirà niente ai più, ma nel 1949 era un artista “sulla breccia”: magiaro, classe 1909, diploma a Budapest alla Scuola Superiore di Arti Applicate, specializzazione in Grafica, poi studi al Bauhaus a Dessau, con maestri come Klee, Kandinskij e Moholy-Nagy, e quindi alla scuola di Otto Dix a Dresda. Continua a leggere