
.
.
Poesia che ha avuto successo
Cari governanti,
non rubate.
Non preparate nuove guerre.
Non aumentate le tasse ai poveri.
su facebook:
https://t.ly/-UDul
per futuri aggiornamenti:
https://t.me/slowforward
Il video (o meglio: una parte del video) dedicato l’8 giugno 2022 da Italian Poetry Today a Carlo Bordini e al suo libro postumo, Un vuoto d’aria, presenta alcuni dettagli – rinvenibili all’indirizzo https://youtu.be/C2TybfFzHMg?t=3241 – su cui ho voluto concentrare oggi un’attenzione in effetti non nuova, annotando in breve qualcosa sullo sgretolamento dei generi letterari e sulla natura (in parte, ma fortemente) sperimentale della scrittura dell’autore. Tutto questo in Pod al popolo. Il podcast irregolare, ennesimo fail again fail better dell’occidente postremo. Buon ascolto.
_
Audio Player
_
Ulteriori elementi di approfondimento sulle medesime questioni si possono trovare negli articoli e saggi che seguono:
(cfr. estratto dall’audio, focalizzato su Bordini, qui di seguito:)
Audio Player
_
*
e infine una piccola ricostruzione tascabile del ritorno all’ordine:
https://slowforward.net/2022/10/12/piccola-ricostruzione-tascabile-del-ritorno-allordine/
riproduco qui di séguito – rielaborati – due commenti fb a un post di Ranieri Teti che mi ha dato occasione di precisare ancora una volta – attraverso le parole di Jean-Marie Gleize – qualcosa sulla differenza tra neopoesia (in linea con le sperimentazioni degli anni Sessanta e decenni successivi) e postpoesia (superamento della o meglio indifferenza alla questione dei generi letterari, littéralité ecc.):
possiamo tracciare una linea diretta tra le sperimentazioni linguisticamente complesse degli anni Sessanta e Settanta e la contemporaneità più stretta.
i nomi sono quelli che conosciamo: Cacciatore, Villa, in parte Vicinelli, sicuramente Lora Totino, Diacono, Toti, Fontana, le prime opere di Bàino, di Cepollaro, … ecc. (ma anche il primo Sanguineti, certo).
tutto ciò è razionale, positivo e verificabile.
allo stesso tempo, però, sottolineo (non per la prima volta) che è altrettanto razionale, positivo e verificabile che si tratta di quel tipo di testualità che Jean-Marie Gleize da qualche lustro definisce neopoesia; mentre sia in Francia che in Italia, a far tempo dagli anni Novanta, e in Italia soprattutto con Costa e il forse inconsapevole Bordini, fino all’esempio di Prosa in prosa nel 2009 e oltre, si è dispiegata una messe di materiali di incredibile quantità e direi anche qualità, rubricabile come postpoesia, interessata soprattutto alla letteralità, littéralité, alla platitude, alla nudità integrale del testo.
le parentele tra neopoesia e postpoesia possono essere di prossimità ma non sempre di sintonia.
a unirle (o meglio: a non disunirle troppo) c’è forse una istanza di “non assertività”, nell’accezione da me spiegata svariate volte.
istanza, poi, energicamente oppositiva rispetto alla onniestesa scrittura o meglio poesia assertiva, mainstream.
ma che possa essere in qualche modo pacifico e aproblematico che postpoesia e neopoesia si trovino sempre e comunque sullo stesso versante dell’ambiente letterario, a me sembra come minimo dubitabile. (o comunque da verificare: caso per caso).
_
Audio Player
_
Nella conversazione si parla di Leopardi, delle edizioni Aelia Laelia e di Carlo Bordini, di Pasolini e le donne, di copertine storiche di edizioni del Novecento, di collezionismo, di “strategie sovversive e derisione del potere nell’avanguardia ungherese degli anni ‘60 e ‘70”, e della poesia e della canzone italiane degli anni Sessanta e Settanta, quando “poeti e scrittori come Calvino, Fortini, Pasolini, Moravia cominciano a ragionare sulla necessità di utilizzare la canzonetta leggera, la musica, il mercato del vinile per creare prodotti di altissima qualità e popolari insieme”.
https://www.palazzoesposizioni.it/evento/presentazione-della-collana-lunga-conservazione
Con gli autori Silvia Bordini, Giuseppe Garrera, Igor Patruno, Sebastiano Triulzi
Introducono Marco Giovenale e Fabrizio M. Rossi
Sono ribelli, tascabili, economici, stampati su carte ecologiche e pregiate. Sono impertinenti: hanno i titoli e gli autori in quarta di copertina, qualcuno neanche lì ma direttamente all’interno… e poi non scadono: Leopardi, che nel solo primo verso dell’Infinito ci racconta un mondo; Pasolini e tutte le donne della sua vita; i grandi poeti italiani che scrissero meravigliose canzoni negli anni Sessanta e Settanta; il poeta Carlo Bordini con la sua straordinaria avventura editoriale “Aelia Laelia”.
Tutti loro ci parlano ancora con forza, sono veri e propri classici a “lunga conservazione”.
_
https://www.palazzoesposizioni.it/evento/presentazione-della-collana-lunga-conservazione
Con gli autori Silvia Bordini, Giuseppe Garrera, Igor Patruno, Sebastiano Triulzi
Introducono Marco Giovenale e Fabrizio M. Rossi
Sono ribelli, tascabili, economici, stampati su carte ecologiche e pregiate. Sono impertinenti: hanno i titoli e gli autori in quarta di copertina, qualcuno neanche lì ma direttamente all’interno… e poi non scadono: Leopardi, che nel solo primo verso dell’Infinito ci racconta un mondo; Pasolini e tutte le donne della sua vita; i grandi poeti italiani che scrissero meravigliose canzoni negli anni Sessanta e Settanta; il poeta Carlo Bordini con la sua straordinaria avventura editoriale “Aelia Laelia”.
Tutti loro ci parlano ancora con forza, sono veri e propri classici a “lunga conservazione”.
_
Il 29 ottobre 2006, lo stesso anno della nascita di gammm, anzi esattamente millimetricamente quattro mesi dopo, si svolgeva presso la Fondazione Baruchello la tavola rotonda “Progettare l’opera plurale”, seguita poi da “opere, azioni, interventi” di vari artisti. La cura dell’incontro era di Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Tommaso Ottonieri e Carla Subrizi.
Partecipavano Elisa Biagini, Carlo Bordini, Annalisa Cattani, Vincenzo Chiarandà (Undo.Net), Anna Cestelli Guidi, Luigi Cinque, Andrea Cortellessa, Fabrizio Crisafulli, Maria Pia De Vito, Arianna Di Genova, Lorenzo Durante, Adriano Engelbrecht, Marcello Faletra, Emilio Fantin, Mauro Folci, Giovanni Fontana, Donatello Fumarola, Gino Giannuizzi, Marco Giovenale, Dario Iurilli, Canio Loguercio, Giovanna Marmo, Marcello Martusciello, Giulio Marzaioli, Luca Miti, Vincenzo Ostuni, Cesare Pietroiusti, Daniela Rossi, Sara Ventroni, Giacomo Verde, Cesare Viel, Lello Voce.
Ritrovo questi (non del tutto ingenui) appunti che avevo preparato in vista dell’incontro: https://slowforward.net/2006/10/30/op-plu1/ (anche in pdf qui oppure su archive.org o su Academia).