idem: indicazioni per la scrittura (e la sua storia, remota e recente), anzi, le scritture
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dallo stesso video citato nel post precedente
idem: indicazioni per la scrittura (e la sua storia, remota e recente), anzi, le scritture
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dallo stesso video citato nel post precedente
https://www.facebook.com/groups/76178850228/permalink/10159715061260229/
À Jiangyong, un canton éloigné de la province du Hunan (sud de la Chine), « Nvshu », une écriture syllabique chinoise exclusivement destinée aux femmes, a été inventée il y a des centaines d’années.
Les thèmes abordés en Nvshu étaient étroitement liés à la vie des femmes, couvrant des questions telles que le mariage et la vie de famille, le travail, les interactions sociales, la culture et les divertissements, les coutumes, les croyances religieuses et la moralité. Ils traitaient également d’émotions telles que le bonheur, la colère et le chagrin.
Seule écriture sexuée au monde, Nvshu se caractérise par une police carrée et des traits fins en forme de fourmis. Dans le passé, les messages Nvshu étaient souvent écrits sur des morceaux de papier, des éventails ou des mouchoirs pour transmettre secrètement des informations à d’autres femmes.
Les œuvres de Nvshu sont rares. Les plus anciennes encore datent de la dynastie Ming (1368-1644), car la coutume était de brûler toutes les œuvres de Nvshu de l’écrivaine après sa mort.
(Via Media Chine)
autour de la question du signe et de l’écriture
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Premier épisode de la série d’entretiens Subjectiles Talks (récemment créée par Martina Stella), avec l’artiste lettriste Hugo Bernard.
Subjectiles Talks est un canal vidéo basé sur la diffusion d’entretiens avec des artistes contemporains. La plateforme partage la démarche, le travail et les réflexions d’artistes dont la pratique considère l’écriture, la surface et le signe comme centrales ou pertinentes.
First episode of the interview series Subjectiles Talks, with the lettrist artist Hugo Bernard.
Subjectiles Talks (a series recently created by Martina Stella) is a video channel focused on contemporary artist’s interviews. The platform aim is to share works and ideas of artists in whom practice the act of writing, the surface and the sign appear to be central or relevant.
For more infos and details about Subjectiles
https://martinastella.com/subjectiles/
https://www.facebook.com/subjectiles
https://www.instagram.com/ems_studio___/
For more infos and details about Hugo Bernard and Musée Extd.
http://hugobernard.com/
http://musee-extd.com/
© Ems Studio 2020
Leggo o ascolto, in queste settimane ma ormai da qualche anno, da parte di giovani o giovanissimi autori, testi non ironici connotati dalla più assoluta non coscienza dell’esistenza di cliché retorici e lessicali non resuscitabili se non — appunto — in forma ironica.
Rimango ovviamente di sasso, e i sassi si possono o scagliare o usare per qualche costruzione. Provo per un’ennesima volta la seconda strada.
L’invocazione o rivendicazione (che appartiene da che mondo è mondo a tutte le [ogni volta] nuove generazioni) è quella del diritto all’uso di tutto, di tutte le forme, le tradizioni, i vocaboli, i metri, i generi & degeneri. Ossia insomma tutte le cose che chiunque in prima battuta ha desiderato rivendicare all’altezza dei propri tredici-quattordici anni. Perfino con qualche carica elettrico-ormonale sensata. In fondo certe retoriche hanno centinaia di anni di storia, c’è di che emozionarsi.
Farò dunque la parte del laido Laio castrante, qualche momento prima di incontrare il mio destino, dicendo alle maestranze della fanciullezza che si tratta di errore, in una percentuale prossima a 100 su 100. Sono bellissimi i progetti di grondaie che fanno salire l’acqua, ma quando piove ti servono le altre, sennò si ingolfa il tetto e ti crolla casa.
Lessico, quindi, per prima cosa. Cosa si può fare? Accostarsi alla littéralité cercando di capire che non è il magazzino delle banalità. Evitare l’aulico, il dannunziano, ma pure l’anti-dannunzianesimo montaliano, ormai (e il “se” montaliano, per dire: ma qui siamo già alla sintassi). Tenere a debita distanza debiti e iperbati, inversioni, anafore persuasissime di colpire al cuore. Bon. Almeno questi passi, i primi dopo il girello e il sonaglino.
Per il resto, ogni ghibellino faccia la sua arte, e ogni guelfo pure. Ma per favore partendo dal minimo tollerabile.
Martedì 1 giugno, ore 18:00 – Un incontro webinar su OperaViva Magazine. Con Alfonso Amendola, Nicolas Martino, Ilaria Bussoni, Viviana Vacca, Giovanna Chicca Ferrara, Peppe Il Console.
Per seguire l’incontro: https://urly.it/3d762
(si accede con Microsoft Teams)
da un post di Sandro Ricaldone:
Abstraction and Calligraphy
Towards a Universal Language
Louvre Abu Dhabi
17 February – 12 June 2021
In collaboration with Centre Pompidou
What’s the driving force behind Cy Twombly’s emotive expressions? Behind Kandinsky’s vibrant canvases?
Abstract artists set out to form a universal language that could be understood by all. That idea was influenced by the calligraphy of Asia and North Africa.
There was something about eastern script that fuelled the imagination of western artists. The Arab world was full of signs and symbols they could draw from. Both raw and precise, expressive and restrained, calligraphy unlocked a new way for them to express the inexpressible: emotion, empathy, ideas.
For visitors of all ages, this exhibition is a rare chance to appreciate masterworks by Henri Matisse, Paul Klee, Joan Miró, Lee Ufan, André Masson, Dia Azzawi and Jackson Pollock, alongside contemporary works by Sanki King, Mona Hatoum, and a monumental installation by eL Seed.
In this first exhibition of 2021, we explore masterworks from the Centre Pompidou, Guggenheim Abu Dhabi and others – many shown here for the very first time – and discover how East and West come together on the same canvas.
Image: Nasser Al Salem, An Adornment of Stars , 2014
facebook.com/story.php?story_fbid=10222501944275107&id=1165115780
quando dicevo (e ancora dico) che la letteratura, smarginando da tutte le parti, diventa veramente contemporanea (anche) nei post, e che gammm ha intercettato questa cosa prima ancora di nascere nel 2006, e che magari (sia prima che) adesso gli scrittori che preferiamo sono persone di tutte le età che mettono cose assurde o weird – comunque felici & produttrici di senso – su tumblr o altre piattaforme.
ecco. dicevo.
l’immagine è uno screenshot da
vedurnan.tumblr.com (8 nov. 2020)
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intervento di Piergiorgio Giacchè:
(n.b.: straordinario sempre, P.G., ma in particolare direi che da 6′ 16” a 11′ 03” quasi ogni parola, ogni frase, ogni riferimento potrebbe essere valido direttamente per la scrittura, oltre che per il teatro. notevole soprattutto la distinzione tra attore e regista. quindi tra atto e costruzione, aggiungerei.
ogni autore e testo “di costruzione” resta inevitabilmente al di qua della rivoluzione copernicana).
These canvases of geometric shape are illuminated by transitioning text. Algorithmically driven, the text on indistinguishable origin recalculates, reduces and expands, motivated by but not a direct reflection of human instruction. We witness the presence of a co-contributor who while deconstructing the source text, allegorically deconstructs the concept of independent authorship and more importantly, independent readership. This process of deconstruction questions the role of authenticity and the nature of appropriation in the Information Age. Employing the post-structuralist rationale that literary sources lie impregnated with reference, inherently a product of their own authorial context, the text is reduced to pure patterns which in turn, incite the viewer to rebuild order. The words of Roland Barthes resound “the birth of the reader must be at the cost of the death of the Author” as we engage in a process of inference, seeking out logic and poetry, while simultaneously submitting to the complex, mechanical mind. The unique shape of each canvas serves to highlight how our experience is not only shaped by the content, but by the environment in which it is viewed.