Ho impudicamente aggiornato alcune note più bio che bibliografiche, battagliando con la tendenza a schermare un po’ tutto. Niente di che, forse solo curiosità.
Si possono leggere in pdf qui.
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Ho impudicamente aggiornato alcune note più bio che bibliografiche, battagliando con la tendenza a schermare un po’ tutto. Niente di che, forse solo curiosità.
Si possono leggere in pdf qui.
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Due testi da Oggettistica letti in occasione del Roman Poetry Festival, a Roma (Wegil, Largo Ascianghi), 16 giugno 2019: youtu.be/0AaE_I1_GoY (video sullo spazio YT di Igor Patruno, e visibile anche all’indirizzo youtu.be/0AaE_I1_GoY); e facebook.com/alberto.damico/videos/10220131708431142/ (video di Alberto D’Amico, visibile anche all’indirizzo youtu.be/92r7sYOv0JY)
rifiutate le imitazioni !
la scheda sul sito delle edizioni TIC:
PROSA IN PROSA
Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
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la notizia su GAMMM:
gammm.org/2020/11/01/la-nuova-edizione-di-prosa-in-prosa-2020-e-le-19-possibili-copertine-della-precedente-2009-10/
su The Independent Project (MAXXI), che rimanda a gammm:
theindependentproject.it/events/la-nuova-edizione-di-prosa-in-prosa-2020-e-le-19-possibili-copertine-della-precedente-2009-10/
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su YouTube:
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audioguida su Archive.org:
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le 19 copertine possibili della vecchia edizione (2009):
è semplicissimo: premi PLAY per raggiungere la PROSA IN PROSA
la collocazione esatta di PROSA IN PROSA:
https://ticedizioni.com/collections/vetrina/products/prosa-in-prosa
per l’iniziativa Paradise room – il paradiso e le sue rappresentazioni, prevista a partire dal 26 ottobre allo Studio Campo Boario (e purtroppo sospesa per via delle disposizioni pubbliche recenti, relative alla pandemia), ecco la presentazione del mio intervento/installazione/performance di natura verbovisiva, che (ipotizzo) diventerà un video:
https://slowforward.files.wordpress.com/2020/10/4a4-giardino-recintato_-differx-2020.pdf
24 ottobre 2020
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La scrittura asemica e l’istante del (non) riconoscimento.
Non è forse scontato/ingenuo appuntarlo, pur marginalmente: per certi aspetti la scrittura asemantica – o meglio asemica – funziona da esposizione dell’ossatura di base del linguaggio in quanto tale. Il cenno della riconoscibilità senza la sostanza della sua realizzazione.
Un tratto di paesaggio noto percepito solo e sempre con la coda dell’occhio, e poi – visto frontalmente – estraneo (ma non del tutto, non più o non ancora).
mi si dice che la scrittura di ricerca non esiste: usano un’espressione diversa, che mi è abbastanza estranea, usano “poesia di ricerca”, per poi immediatamente affrettarsi ad aggiungere che “tutta” la poesia, se è poesia, è di ricerca.(1)
Marco Giovenale è inciampato nell’essere più di mezzo secolo fa, poi a fine anni Ottanta e poco oltre ha sondato alcuni percorsi politico-culturali di estrema sinistra; dopo, per quasi dieci anni (i Novanta), si è opportunamente tenuto lontano dall’ambiente romano della poesia; poesia che gli spiaceva perché llorona o sottoboschiva (o entrambe). Dopo il servizio civile si è laureato assai fuori corso in Letteratura italiana moderna e contemporanea (cattedra di Walter Pedullà), con una tesi su Roberto Roversi. Ha vissuto brevemente a Firenze, saltuariamente a Bologna: torna assai volentieri in queste due città (e in una terza) tutte le volte che può.
In dialogo con Nanni Balestrini, ha curato l’edizione 2005 di RomaPoesia. È stato tra i fondatori – e tutt’ora è redattore – di gammm.org (2006). È redattore e collaboratore di spazi web e cartacei italiani e anglofoni. Lavora come curatore indipendente, lettore per case editrici e singoli autori; è (stato?) traduttore dall’inglese. Ha diligentemente svolto per dieci anni il mestiere di libraio, ogni tanto ci ricasca; mentre in tempi più remoti (i Novanta di cui sopra) ha lavorato in un centro di assistenza per rifugiati politici.