Archivio mensile:Luglio 2023
il cinema italiano non è finito, e nemmeno la poesia (un post del 2020)
installance #0175: asemics on white cardboard
jonas mekas in camera verde
Da venerdì 4 a domenica 6 agosto 2023, i film di JONAS MEKAS in Camera Verde, Roma, via G. Miani 20. Il programma dettagliato è su www.lacameraverde.com
“ero-s-um” @ il cucchiaio nell’orecchio
grazie a Gaetano Altopiano per la sua ospitalità, sempre generosa, sul sito Il cucchiaio nell’orecchio: https://www.ilcucchiaionellorecchio.it/2023/07/ero-s-um/
tutte le prose di mg nello stesso sito:
https://www.ilcucchiaionellorecchio.it/category/autori/marco-giovenale/
linee di sperimentazione (neopoesia vs postpoesia)
riproduco qui di séguito – rielaborati – due commenti fb a un post di Ranieri Teti che mi ha dato occasione di precisare ancora una volta – attraverso le parole di Jean-Marie Gleize – qualcosa sulla differenza tra neopoesia (in linea con le sperimentazioni degli anni Sessanta e decenni successivi) e postpoesia (superamento della o meglio indifferenza alla questione dei generi letterari, littéralité ecc.):
possiamo tracciare una linea diretta tra le sperimentazioni linguisticamente complesse degli anni Sessanta e Settanta e la contemporaneità più stretta.
i nomi sono quelli che conosciamo: Cacciatore, Villa, in parte Vicinelli, sicuramente Lora Totino, Diacono, Toti, Fontana, le prime opere di Bàino, di Cepollaro, … ecc. (ma anche il primo Sanguineti, certo).
tutto ciò è razionale, positivo e verificabile.
allo stesso tempo, però, sottolineo (non per la prima volta) che è altrettanto razionale, positivo e verificabile che si tratta di quel tipo di testualità che Jean-Marie Gleize da qualche lustro definisce neopoesia; mentre sia in Francia che in Italia, a far tempo dagli anni Novanta, e in Italia soprattutto con Costa e il forse inconsapevole Bordini, fino all’esempio di Prosa in prosa nel 2009 e oltre, si è dispiegata una messe di materiali di incredibile quantità e direi anche qualità, rubricabile come postpoesia, interessata soprattutto alla letteralità, littéralité, alla platitude, alla nudità integrale del testo.
le parentele tra neopoesia e postpoesia possono essere di prossimità ma non sempre di sintonia.
a unirle (o meglio: a non disunirle troppo) c’è forse una istanza di “non assertività”, nell’accezione da me spiegata svariate volte.
istanza, poi, energicamente oppositiva rispetto alla onniestesa scrittura o meglio poesia assertiva, mainstream.
ma che possa essere in qualche modo pacifico e aproblematico che postpoesia e neopoesia si trovino sempre e comunque sullo stesso versante dell’ambiente letterario, a me sembra come minimo dubitabile. (o comunque da verificare: caso per caso).
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ridondanza: paesaggi e ritratti. analisi: assiomi / vincenzo agnetti. 1971
[Vincenzo Agnetti, Ridondanza: paesaggi e ritratti. Analisi: assiomi. / Redundancy: portraits and landscapes. Analysis: axioms, 1971]
da
https://www.facebook.com/100001030945909/posts/6742737882437176/
“lisetta carmi. suonare forte”: fino all’8 ottobre a firenze
Fino all’8 ottobre: Lisetta Carmi. Suonare Forte, a Firenze, a Villa Bardini, la mostra dedicata alla grande fotografa che con coraggio ha dato voce agli ultimi.
Apertura dal martedì alla domenica inclusi, dalle 10 alle 21. I biglietti possono essere acquistati in loco o online:
https://www.vivaticket.com/it/ticket/biglietto-open-villa-bardini-mostra-lisetta-carmi/206743
https://www.vivaticket.com/it/Ticket/villa-bardini-mostra-lisetta-carmi/206744
lora totino e la performabilità di tutto
è molto interessante l’articolo di Paolo Albani su Arrigo Lora Totino, completo nell’osservare le molte e diverse tecniche artistiche, sonore, verbovisive e in generale sperimentali abbracciate con straordinaria energia dai decenni di lavoro di ALT.
un interrogativo tuttavia: là dove perfino per i materiali asemici di Morgenstern e Man Ray, che scelgono di aggirare il significato, viene ristabilita una performabilità, una esecuzione/espressività e dunque una strada per ricondurre il senso al significato, non si de-problematizzano forse le opere?
non è assolutamente questa l’intenzione di Albani, immagino. ma era forse il risultato del lavoro di ALT, talvolta?
nb
rifugiati in libia _ elementi sulla situazione
da Baobab Experience:
È successa una cosa importante e quindi i media italiani non ne parlano.
Dopo un anno e mezzo di detenzione arbitraria nel campo di Ain-Zara nella Libia occidentale 225 rifugiati sono stati rilasciati.
Stiamo parlando di rifugiati in Libia, rinchiusi per 18 mesi e costretti ai lavori forzati per la costruzione di opere pubbliche. Dalla mattina alla sera, in un caldo atroce, sottoposti a violenza.
“Non c’è stato nessun processo, nessuna accusa, niente. Le persone sono state semplicemente rinchiuse: una punizione per aver protestato fuori dall’ufficio dell’UNHCR”.
Così il portavoce del gruppo Refugees in Libya, David Yambio.
Ma facciamo un passo indietro.
Dopo che nell’ottobre del 2021, le forze di sicurezza libiche e i gruppi miliziani di Tripoli fecero irruzione nel quartiere di Gargaresh, sparando e razziando abitazioni di rifugiati e migranti provenienti dall’Africa subsahariana (un rastrellamento di oltre 5 mila persone) migliaia di rifugiati si rivolsero all’ufficio UNHCR di Tripoli chiedendo protezione immediata.
Il 10 gennaio 2022, dopo 3 mesi di sit-in pacifico, trascorsi senza ricevere nessuna risposta da parte dell’organizzazione ONU, i manifestanti vengono brutalmente sgomberati e deportati nel centro di Ain-Zara.
Da UNHCR Libia ancora silenzio e immobilismo.
Il portavoce di quel movimento ha potuto mettersi in salvo in Europa solo attraversando con un gommone il Mediterraneo, come ogni altro disperato che cerca di fuggire dall’inferno libico.
E’ grazie a lui e alla sua ostinazione che, una volta in Europa, sono continuate le proteste e le rivendicazioni per il rilascio degli innocenti.
Un totale di circa 20.000 persone è detenuto nei 14 campi di internamento ufficiali dell’autorità libica per le migrazioni. Si stima che ci siano altrettanti prigionieri nei campi non ufficiali gestiti da milizie di stampo mafioso in Libia.
I governi italiani, tutti, ne sono e ne sono stati sempre consapevoli.
I governi italiani, tutti, sono complici di schiavitù, violenza, abuso.
Baobab Experience è orgogliosa di essere – sempre, sin dall’inizio – al fianco di David Yambio e del movimento Refugeesinlibya.
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La situazione è gravissima. Il tentativo di fuga non è solo via mare, alcuni tentano la strada del deserto.






