Alessandro Portelli, sui numeri del genocidio a Gaza (articolo di oggi sul ‘manifesto’)

Alessandro Portelli

Il 12 maggio 1996, a un intervistatore televisivo che le chiedeva se mezzo milione di bambini morti in Iraq fossero un prezzo che valeva la pena pagare, Madeleine Albright – ambasciatrice degli Stati uniti all’Onu e segretaria di stato durante la guerra in Iraq – rispose: «È una scelta difficile ma pensiamo che fosse un prezzo che valeva la pena».

Il 10 agosto scorso, Kamala Harris – prossima, speriamo, presidente degli Stati uniti – ha detto che i civili uccisi a Gaza sono «far too many», davvero troppi. In modo più confuso e ambiguo, anche il presidente uscente Joe Biden ha detto la stessa cosa nel suo discorso alla convention democratica a Chicago. Continua a leggere

Stop banning and shadowbanning the reality of the genocide against the Palestinian people

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“STOP BANNING AND SHADOWBANNING POSTS AND NEWS ABOUT PALESTINE AND THE ONGOING GENOCIDE!”

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6 e 7 settembre, a Napoli, al teatro Galleria Toledo, “Esiste la ricerca”

6 e 7 settembre, a Napoli, al teatro Galleria Toledo, per “Esiste la ricerca” – colloqui in pubblico sulla sperimentazione letteraria:

quarto incontro di ‘esiste la ricerca’: napoli, 6-7 settembre 2024

Esiste la ricerca vi dà appuntamento a Napoli, Galleria Toledo, 6-7 settembre 2024

Open call per ‘BADA festival’ @ Brancaleone, ottobre (invio delle proposte entro il 31 agosto)

BADA festival / Brancaleone / d.i.y. prints & stuff
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per inviare proposte (entro il 31 agosto):
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Fragmentary Opposition (1970)

We seek to supersede the following elements: the organization of appearances as a spectacle where everyone denies himself; the separation on which private life is based, since it is there that the objective separation between proprietor and dispossessed is lived and reflected at every level; and sacrifice. The three are obviously interdependent, as are their opposites: participation, founded on the passion of play; communication, founded on the passion of love; and realization, founded on the passion to create.

The dance of these inseparable projects, floating free, continually changing, founds the revolutionary project. The dance realizes itself in its own supersession, in the sublime movement of subversion where the pirouette returns to itself not as itself but reconceived in a limitless perspective. Subversion devalues each originally individual element as the organization of a new significant whole confers on each element a new meaning. Subversion is the only language, the only gesture, that has within it its own critique; its force is pleasure seeking itself.

[February 1970. Signed “Council for Unlimited Transformation.”]
from: https://www.bopsecrets.org/PH/cem.htm#Billy%20Graham%20Presents

Chiara Cruciati oggi sul “manifesto”, a proposito di israele e dei continui bombardamenti che coinvolgono ogni tavolo di trattativa

Chiara Cruciati,
“il manifesto”, 12 ago. 2024

Lo schema si ripete da mesi, modello rintracciabile anche in offensive del passato, in Libano nel 2006, nella Cisgiordania della seconda Intifada: quando un cessate il fuoco sembra concretizzarsi, quando il dialogo procede seppur a tentoni, quando i mediatori internazionali a Parigi, al Cairo, a Doha limano dettagli e misurano al millimetro le concessioni all’una o all’altra parte, il governo israeliano sgancia la sua bomba.

Bombarda Gaza e bombarda il tavolo negoziale: due in uno, con una sola azione eclatante, mortifera e umiliante. Il triplo raid sulla scuola al-Tabin a Gaza City ne è l’ultimo esempio, poche ore dopo che lo stesso Netanyahu aveva annunciato l’invio del suo team negoziale al tavolo del 15 agosto, riaperto sull’onda di una rinnovata e disperata impellenza globale.

PARTIAMO dalla fine. Il 13 luglio nella «zona sicura» di Mawasi, lungo la costa sud, una serie di missili ha centrato le tende degli sfollati. Novanta uccisi, un bagno di sangue che Israele ha giustificato con un obiettivo: il capo militare di Hamas, Mohammed Deif. Colpirne uno. Dei 300 feriti molti moriranno nei giorni successivi.
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