Marco Giovenale, Date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria”
[prima parte]
in «il verri», n. 75, feb. 2021, pp. 110-124:
Marco Giovenale, Date e dati su “ricerca”, “scrittura di ricerca”, “ricerca letteraria”
[prima parte]
in «il verri», n. 75, feb. 2021, pp. 110-124:

Scatole magiche: teatri senza palcoscenico. (teatri mobili, architetture temporanee)
(a cura dell’associazione culturale teatroinscatola)
è una mostra che verrà allestita dal 30 agosto al 4 settembre (h 18 > 20) presso Embrice 2030 e fa parte del festival “Di là dal fiume” (Estate Romana 2022).
Teatroinscatola è una scatola nera (black box) che può essere smontata e rimontata (costruita da Claudio Lamberini nei laboratori umbri di BoXy). Nella mostra saranno esposti progetti simili quali la black box dell’architetto Klaus Roth, incorporata all’interno del Deutsches Theater Berlin (uno dei teatri più famosi di Berlino), o la scatola magica all’interno del foyer del Piccolo Teatro di Milano….
L’incorporazione come tema di architettura:
“ll tema della bambola nella bambola o per esprimersi in altro modo dell’uovo di Pasqua russo, descrive un fenomeno che gioca un ruolo anche in altri campi, per esempio in psicologia, e che in nessun modo si limita all’architettura. Infatti questo concetto racchiude molte realtà e si può inquadrare sia da un punto di vista formale che concettuale. Il suo fascino consiste nell’osservazione che esso contiene un elemento di continuità, di cui non è concepibile la fine. L’oggetto che continua a ricorrere in un altro oggetto descrive una sequenza, che può teoricamente proseguire indefinitamente, un processo continuo, che non è più intelligibile in termini logici. È possibile riferire all’architettura una serie di interrelazioni spaziali riassumibili con questo concetto” (Oswald Mathias Ungers).
La mostra vuole essere anche un’occasione per ripercorrere i diciotto anni di attività dell’associazione Teatroinscatola, attraverso l’incontro con alcuni degli artisti che in questi anni hanno reso possibile la programmazione (Marco Giovenale, Luca Venitucci, Fiammetta Cirilli, Fabio Lapiana, Michele Zaffarano, Andrea Raos, Vincenzo Ostuni, Diletta Maria Di Cosimo, Valerio Pagano, Gianluigi Daniele, Nicolò Gullotta, Elisabetta Braga, Xue Ulan, Francesca Coteni, …)
L’idea dell’allestimento, curato dall’architetto Massimo Alessandrini, è quella di uscire dalla galleria nella caratteristica via pedonale delle Sette Chiese, creando un simbolico collegamento con le scatole (cubi) di acciaio del monumento alla Resistenza dell’architetto Cesare Esposito inaugurato nel 1974 (l’architetto Esposito è un artista eclettico anche ideatore della rievocazione storica del miracolo della neve a Santa Maria Maggiore). Saranno esposti bozzetti del suo progetto. La mostra sarà arricchita di interventi video, tra cui quello della Professoressa di Storia dell’arte contemporanea, presso l’Università Sapienza di Roma, Antonella Sbrilli.
Embrice 2030 arti e mestieri nasce nel 2007 come spazio di studio, dibattito e proposta attorno ai temi dell’architettura, della letteratura, delle arti, della comunicazione, della formazione, della cultura in generale ed è diretta dal professore e architetto Carlo Severati.
Indirizzo:
Embrice 2030, via delle Sette Chiese 78
Info:
tel. 347 6808868
email info@teatroinscatola.it
web www.teatroinscatola.it
facebook https://www.facebook.com/TeatroinscatolaRoma/
The Last Vispo Anthology (1998-2008) is here (since April, 21st):
and also here:
INDEX OF POETS:
Andrew Abbott, Fernando Aguiar, Sonja Ahlers, Charles Alexander, Reed Altemus, mIEKAL aND, Bruce Andrews, Dirk Rowntree, Jim Andrews, Hartmut Andryczuk, Marcia Arrieta, Dmitry Babenko, Petra Backonja, Gary Barwin, Michael Basinski, Guy R Beining, Derek Beaulieu, Marc Bell, Jason McLean, C Merhl Bennett, John M Bennett, Carla Bertola, Julien Blaine, Jaap Blonk, Christian Bök, Daniel f. Bradley, Nancy Burr, John Byrum, J. M. Calleja, Mike Cannell, David Baptiste Chirot, Peter Ciccariello, Jo Cook, Judith Copithorne, Holly Crawford, Maria Damon, Klaus Peter Dencker, Brian Dettmer, Fabio Doctorovich, Bill DiMichele, Johanna Drucker, Amanda Earl, Shayne Ehman, endwar, K. S. Ernst, Eva O Ettel, Greg Evason, Oded Ezer, Jesse Ferguson, Cesar Figueirdo, Luc Fierens, Peter Frank, Tim Gaze, Angela Genusa, Marco Giovenale, Jesse Glass, Robert Grenier, Bob Grumman, Ladislao Pablo Györi, Sharon Harris, Scott Helmes, Crag Hill, Bill Howe, Geof Huth, Serkan Isin, Gareth Jenkins, Michael Jacobson, Miguel Jimenez, Karl Jirgens, Alexander Jorgensen, Chris Joseph, Despina Kannaourou, Andreas Kahre, Satu Kaikkonen, Karl Kempton, Joseph Keppler, Roberto Keppler, Jukka-Pekka Kervinen, Anatol Knotek, Márton Koppány, Richard Kostelanetz, Gyorgy Kostritski, Dirk Krecker, Edward Kulemin, Paul Lambert, Jim Leftwich, The Lions, Joel Lipman, Sveta Litvak, Troy Lloyd, damian lopes, Carlos M Luis, Donato Mancini, Chris Mann, Bill Marsh, Kaz Maslanka, Robert Mittenthal, Gustave Morin, Sheila Murphy, Keiichi Nakamura, Stephen Nelson, Marko Niemi, Rea Nikonova, Juergen O. Olbrich, Christopher Olson, David Ostrem, mARK oWEns, Clemente Padin, Michael Peters, Nick Piombino, Hugo Pontes, Ross Priddle, e. k. rzepka, Marilyn R. Rosenberg, Jenny Sampirisi, Suzan Sari, R Saunders, Michael V. Smith, David Ellingsen, Serge Segay, Spencer Selby, Douglas Spangle, Litsa Spathi, Pete Spence, Matina L. Stamatakis, Carol Stetser, Ficus Strangulensis, W. Mark Sutherland, Thomas Lowe Taylor, Miroljub Todorovic, Andrew Topel, Cecil Touchon, Aysegul Tozeren, e. g. vajda, Nico Vassilakis, John Vieira, Stephen Vincent, Alberto Vitacchio, Cornelis Vleeskens, Derya Vural, Ted Warnell, Irving Weiss, Helen White, Tim Willette, Reid Wood, James Yeary, Karl Young, Mark Young
Due interventi recenti (uno relativamente vicino) ho pensato fosse utile inserirli anche in Academia. Non essendo uno studioso ‘incardinato’, anzi tenendomi ben lontano dall’università, posso permettermi di inserire anche dei ‘draft’ incompleti (perfino giocosi, in qualche caso).
Cfr. https://uniroma1.academia.edu/MarcoGiovenale/Drafts (con bonus track su Bordini)
Fin dall’inizio del Novecento, se non da prima, si sono attestati altri nomi, e prima ancora altre forme, ad affiancare o francamente sostituire il vocabolo “poesia”. Dalle “epifanie” joyciane, dalle infinite escursioni verbali e verbovisive di Emilio Villa, fino alle prose in prosa francesi e italiane, il percorso è costellato di ‘entità’ scritte che sembrano scavalcare e beffare le divisioni in generi letterari, e non semplicemente allargare il contenitore poesia, ma uscirne completamente e – si direbbe – definitivamente, lasciando a chi resta (nel contenitore) di baloccarsi con versi, rime e ritmi.
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I due testi sono disponibili anche su archive.org:
https://archive.org/details/nioques-frisbees-e-altre-deviazioni
https://archive.org/details/poesia-non-morta
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coraggio, editorialisti e notillatori, in rete e fuori, non prendete per forza alla lettera la grigiorosea parola postpoesia: non v’impauri, campioni.
la poesia non defunse, anzi della sua viridescente vis voi siete – è fama – i promoter più scafati e, mi si consenta, fichi.
è stagione, tuttavia, che dai vostri castelli vitivinicolmente muniti oscilliate il benigno capo a far sonare il sì, a testimoniare – intendo – che nelle vostre medesime letture tante tante volte v’è occorso di non incontrare il vocabolo che amate, ossia la non-morta poesì (avvezza a resurgere ogni minuto), bensì qualche altro lemma, diverso, divergente, che magari con la suddetta non aveva accidente alcuno da spartire. (obstupescit reader).
facendo mente locale:
epiphanies (James Joyce 1900-1904), tender buttons (Gertrude Stein 1914), tropismes (Nathalie Sarraute 1939), notes (Marcel Duchamp, pubbl. post. 1980), nioques (Francis Ponge 1983, Jean-Marie Gleize), proêmes (Ponge), textes pour rien (Samuel Beckett), antéfixes o dépôts de savoir & de technique (Denis Roche), descrizioni in atto (Roberto Roversi), verbotetture (Arrigo Lora Totino 1966), bricolages (Renato Pedio), domande a risposta multipla (John Ashbery; e cfr. Alejandro Zambra, nel nostro secolo), mobiles o boomerangs (Michel Butor), visas (Vittorio Reta), postkarten (Edoardo Sanguineti 1978), sentences (Robert Grenier 1978), subtotals (Gregory Burnham), films (Corrado Costa), schizografie (Gian Paolo Roffi), drafts (Rachel Blau DuPlessis), esercizi ed epigrammi (Elio Pagliarani), frisbees (Giulia Niccolai), anachronismes (Christophe Tarkos), remarques (Nathalie Quintane), ricognizioni (Riccardo Cavallo), anatre di ghiaccio (Mariano Bàino), lettere nere (Andrea Raos), linee (Florinda Fusco), ossidiane e endoglosse e microtensori e “installances” (Marco Giovenale 2001, 2004, 2010, 2010), tracce (Gherardo Bortolotti 2005), prati (Andrea Inglese), diphasic rumors (Jon Leon 2008), united automations (Roberto Cavallera 2012), paragrafi (Michele Zaffarano 2014), incidents (Luc Bénazet 2018), sentences (Cia Rinne 2019), defixiones (Daniele Poletti), avventure minime (Alessandro Broggi), développements (Jérôme Game), conglomerati (Andrea Zanzotto), saturazioni (Simona Menicocci), nughette (Leonardo Canella), sinapsi (Marilina Ciaco), dottrine (Pasquale Polidori), disordini (Fiammetta Cirilli), spostamenti (Carlo Sperduti), spore (Antonio F. Perozzi). E aggiungerei le frecce di Milli Graffi.
veh, quante cose si posson leggere gioendo, senza per questo ammazzare la P maiuscola. come dite? ciò purtuttavia vi noia?
ah ma ecco allora perché Emilio Villa così parsimoniosamente o punto pregiate, e v’irrita.
invece che poesie ha scritto “cause”, “variazioni”, “attributi”, “phrenodiae”, “méditations courtes”, “videogrammi”, “letanie”, “sibille”, “trous”, “labirinti”, “tarocchi”, … tutte forme disperse come, già nel 1949, i suoi “sassi nel Tevere”.
è una litofobia, la vostra, ora intendo.
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non era il primo in assoluto ma lo considero così: primo libro.
e sono felice che sia stato collettivo: mio e di Francesca Vitale.
Curvature, La camera verde, Roma, luglio 2002.
con una prefazione di Giuliano Mesa leggibile qui
*
per chi fosse interessato, una autoannotazione qui
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&
una segnalazione:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/03/lunita-4-gen-2003.jpg
una recensione:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/03/g.frene_.-recens.-a-curvature.pdf
alcuni testi e un’intervista sul sito omero.it (6 mag. 2002):
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/07/curvature-sul-sito-omero.it-dal-6-mag-2002.pdf
[il libro era inoltre stato selezionato come finalista alla XVII edizione del premio Lorenzo Montano: https://www.anteremedizioni.it/montano_xvii_edizione]
[mixcloud https://www.mixcloud.com/QuestaSera/marco-giovenale-autore-11062022/ width=100% height=120 hide_cover=1]
Intervista per Radio Questa Sera a Marco Giovenale su Il cotone. (Bioflocculazione), Zacinto/Biblion, 2021, cui l’autore ha abbinato il brano musicale Strollin’ dall’album omonimo, Strollin’, di Chet Baker del 1986.
Il libro:
https://www.biblionedizioni.it/prodotto/il-cotone/
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In occasione del D.I.Y. Day “Onde Anomale”, a Ostia, nel parco Pietro Rosa, lettura di poesie e prose @ Parcuino: https://slowforward.net/2022/07/08/onde-anomale-a-ostia-il-17-luglio/
MG legge alcune prose da Il paziente crede di essere (Gorilla Sapiens, 2016) e Quasi tutti (Miraggi, 2018). Registrazione video di Giuseppe D’Acunto.
Elenco degli interventi:
Introduzione (Marco Giovenale) _ 00’00”
Vincenzo Ostuni _ 09′ 37″
Andrea Inglese _ 36′ 49″
Marco Giovenale (su Ex.it) _ 50′ 45″
Massimiliano Manganelli _ 53′ 18″
Francesco Muzzioli _ 1h 04′ 42″
Chiara Portesine _1h 14′ 55″
Giorgio Patrizi _ 1h 23′ 09″
Luigi Magno _ 1h 34′ 38″
Stefano Colangelo _ 1h 37′ 26″
Vincenzo Ostuni _ 1h 53′ 31″
Marco Giovenale (alcune osservazioni conclusive) _ 2h 5′ 44″
L’incontro:

evento facebook:
https://www.facebook.com/events/434320811592683
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Altri materiali disponibili:
Leonardo Canella, Contributo in forma di nughette a “Esiste la ricerca?”
Francesco Muzzioli, Tre accorgimenti per evitare la confusione
Marco Giovenale, Post “Esiste la ricerca?” (La ricerca esiste)
Materiali, testi e saggi liberamente scaricabili per “Esiste la ricerca?”
L’audio su Archive.org:
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<Asemica> è stata archiviata presso la Bayerische Staatsbibliothek di Monaco, una delle più importanti biblioteche d’Europa.
<Asemica> è un aperiodico dedicato alla scrittura e all’arte asemantica in veste di assembling magazine. Nel primo numero il testo critico “Verso la scrittura asemica” di Cecilia Bello Minciacchi e opere di Francesco Aprile, Julien Blaine, Antonino Bove, Cristiano Caggiula, Giuseppe Calandriello, Federico Federici, Giovanni Fontana, Marco Giovenale, Lamberto Pignotti e William Xerra.
<Asemica> è archiviato anche presso Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, FONDAZIONE BONOTTO di Colceresa, Vicenza, Biblioteca della Collezione Maramotti di Reggio Emilia, Fondazione Berardelli di Brescia e Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco di Milano.