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tic talk di giugno: il calendario
utili sussidi: un tutorial gratuito per raggiungere anche semplicemente a piedi la prosa in prosa
Già da novembre 2020 era disponibile. Lo ripropongo ora con rinnovato entusiasmo: https://slowforward.files.wordpress.com/2020/11/trailer-prosa-in-prosa_-navigatore_-differx-2020.mp3
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Ovvero qui:
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Il tutorial è una vispa integrazione al VERO MANUALE per il raggiungimento della prosa in prosa a modico prezzo e con ogni mezzo necessario:
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utilities da cb ad uso degli scrittori (non assertivi)
nelle scritture di ricerca contemporanee, non assertive, sono non pochi i fili del tessuto (annodato/sciolto) che viene da CB. (o che a quello trovo personalmente sia necessario vengano connessi).
l’idea di una scrittura di scena (in teatro) e la sua netta affinità con il materiale grezzo delle scritture installative (in letteratura): materiale d’uso, oggetti indifferenti, buoni per organizzare lo spazio.
la distinzione radicale (già lacaniana) tra Moi e Je, con il verbigerare del soggetto dell’inconscio in primo piano. (che poi è sempre un piano inclinato, sbagliato, de-pensato per farlo finire fuori scena).
l’errore, lo scivolamento, il mancare del testo-gesto azione a favore del continuo sgretolarsi dell’atto. (a-temporalmente: aion che smentisce sé e scavalca chronos).
l’ironia, e il ridere di sé. e finalmente la caduta della malsana abitudine di dare appuntamento al lettore là dove il lettore già è.
la buona prassi di procedere frontalmente “contro la riproduzione” (come scriveva Corrado Costa nella Sadisfazione letteraria, 1976). altro modus operandi del contrasto alla “rappresentazione”.
l’articolare il linguaggio come un inconscio. (con l’aggiunta, direi, di un elemento nodale: spostare l’inconscio fuori dal corpo-storia dello scrivente. anche google è meglio del miglior scrittore).
la (deleuziana) intenzione anzi prassi di parlare la propria lingua dall’interno di un contesto ma come una lingua minore.
agire – che è straparlare – da minori (Kleist, forse, non Goethe) e intempestivi, senza cognizione di storia.
lo spostamento del bersaglio fuori dal logos, per poi mancare anche lo spostamento stesso.
(in arte, poi/insieme, il glitch ossia l’errore; e l’asemic writing, ossia l’illeggibile).
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i tre libri che hanno sconvolto gli ultimi 120 anni + un’intervista (forse) non invecchiata sulla prosa
(clicca sul rosso per scoprire se siamo soli nell’universo)
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un’intervista di Alessandro Broggi a MG:
https://slowforward.files.wordpress.com/2020/11/prosa-e-poesia_-alessandro-broggi-intervista-marco-giovenale.pdf
da
“L’Ulisse” n. 13, 2010
riportata (con link aggiornati) qui:
https://slowforward.net/2010/06/30/prosa-e-poesia-lintervista-uscita-su-lulisse-n-13/
accorrete numerosi, infine, qui:
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“prosa in prosa”: il trailer originale di emanuele kraushaar
rifiutate le imitazioni !
prosa in prosa: avanzamenti e linkagioni
la scheda sul sito delle edizioni TIC:
PROSA IN PROSA
Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
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la notizia su GAMMM:
gammm.org/2020/11/01/la-nuova-edizione-di-prosa-in-prosa-2020-e-le-19-possibili-copertine-della-precedente-2009-10/
su The Independent Project (MAXXI), che rimanda a gammm:
theindependentproject.it/events/la-nuova-edizione-di-prosa-in-prosa-2020-e-le-19-possibili-copertine-della-precedente-2009-10/
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su YouTube:
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audioguida su Archive.org:
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le 19 copertine possibili della vecchia edizione (2009):
how to get there: un utile navigatore per raggiungere “prosa in prosa” da dove siete ora / (cc) differx. 2020
è semplicissimo: premi PLAY per raggiungere la PROSA IN PROSA
la collocazione esatta di PROSA IN PROSA:
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prosa in prosa: un video esplicativo
questo video spiegherà tutto:
facebook.com/emanuele.kraushaar/videos/3588974284486884
viene alla luce la terribile verità:

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Forse l’evento più rilevante degli ultimi 20 anni della poesia italiana, di Prosa in prosa, come accade con i classici, si è parlato e scritto molto di più di quanto il libro non sia stato in effetti letto. A partire da una definizione di Jean-Marie Gleize, Prosa in prosa tentava, nel 2009-10, anno della sua prima pubblicazione, di portare una ventata spiazzante sulla scena asfittica della letteratura italiana, attraverso il travalicamento del concetto stesso di genere letterario.
Da non confondersi assolutamente con poemetti in prosa, i testi qui compresi, installando la letteralità e l’insignificanza nel luogo in cui ci si attende massima significatività e figuralità, squadernavano le categorie con cui il pubblico legge la testualità lirica. Ma se questa rivoluzione rischia oggi di spegnersi nella generale dimenticanza, questa nuova edizione, arricchita di contenuti critici, torna a imporre il tentativo, sempre più necessario, di superare l’ultimo confine, quello tra letterario e letterale.
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post numero 13002
24 ottobre 2020
questo è il post 13002 di SLOWFORWARD, sito nato nel 2003.
764 post l’anno, per 17 anni e spiccioli, fin qui. e si prosegue.
poi non dite che la scrittura non assertiva, l’arte contemporanea (-issima), il cinema e la musica sperimentale, l’asemic writing, il glitch, la poesia concreta e visiva, i materiali non-mainstream, la poesia fuori linea, gammm, la prosa in prosa e le scritture di ricerca non esistono, eh, per favore. grazie.
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dicono che la scrittura di ricerca non esiste / differx. 2020
mi si dice che la scrittura di ricerca non esiste: usano un’espressione diversa, che mi è abbastanza estranea, usano “poesia di ricerca”, per poi immediatamente affrettarsi ad aggiungere che “tutta” la poesia, se è poesia, è di ricerca.
e in effetti devo dire che la ricerca è un po’ ovunque, nel nostro quotidiano.
globo-macchina del tempo vendesi/ differx. 2020




