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[r] _ chi eredita cosa, da balestrini?

Di tanto in tanto si sente un autore o l’altro, anche il più assertivo e melodizzante, rivendicare un qualche filo filiazione lineage affinità e insomma legame con l’opera di Nanni Balestrini. In alcuni casi, si tratta di autrici o autori di qualche testo très sucré, testi confessionali e magari perfino neometrici, se non neomelodici; e questo legame allora suona più come speranza e desiderio che come fatto agganciabile solidamente a testi reali. Nondimeno, fa il suo bravo effetto, il nome di Balestrini, e cattura quei cinque minuti di ascolto che talvolta nel circolo mediale sono sufficienti a far passare per decente una pagina così così.

Un diverso versante di scrittura, e di ricerca letteraria, per come si intende in relazione ad alcune precise generazioni, da circa vent’anni, consiste nell’elaborare testi operando — come dire — al buio e nel buio del linguaggio (non della cognizione della storia), facendo sì che il materiale si moduli su una effettiva disarticolazione dello stesso inconscio. Da una posizione del gliommero inconscio (da cui il soggetto, non l’io, sfila parole) esterno al perimetro fisico del parlante stesso. L’inconscio è infine, e in particolare, collocato in un motore di ricerca, in un ascolto casuale di conversazioni (“eavesdropping”, in inglese), in un elenco senza alcuno strato o scarto connotativo, in un cumulo di pagine niente affatto letterarie. Eccetera.

E si parla così, anche, di googlism: collocabile nella linea dell’operazione di Tape Mark, certo, ma con la diversa plasticità implicita nel contesto digitale, globale/immediato. Cosa che di fatto non significa estrarre parole dal cappello dadaista, né ritagliare frasi da un giornale: tuttavia finché alcuni continueranno a credere che non c’è soluzione di continuità fra Novecento e oggi, saranno misinterpretate sia le linee di continuità che quelle di discontinuità delle scritture di ricerca attuali rispetto alle sperimentazioni della seconda metà del secolo scorso.

La dislocazione quindi dell’attività di scrittura da un inconscio personale a un inconscio nemmeno più macchinico ma (eventualmente) digitale, e la conseguente vera e propria ricollocazione del soggetto in un altrove esterno (e storicamente marcato) rispetto allo stesso corpo scrivente costituiscono uno scatto di differenza e insieme un dialogo stretto con il Tape Mark di Balestrini.

Altro che La Poesia.

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da https://mgiovenale.medium.com/chi-eredita-cosa-da-balestrini-56addfef1b0, 19 apr. 2021

audio integrale della presentazione di tre libri di mg allo studio campo boario, 7 giugno 2022

Ada Tosatti presenta, in dialogo con l’autore, tre libri di Marco Giovenale: La gente non sa cosa si perde (TIC Edizioni), Delle osservazioni (Blonk) e Il cotone (Zacinto/Biblion). Roma, Studio Campo Boario, 7 giugno 2022.

presentazione di tre libri di Marco Giovenale

new from il verri editions: “eco / echo”, poems of charles bernstein translated into italian

see https://jacket2.org/commentary/eco-echo :

ECO / ECHO: Poems of Charles Bernstein translated and edited by Carla  Buranello, with additional translations by Luigi Ballerini, Marco Giovenale, Gherardo Bortolotti, and Milli Graffi. Published by Il Verri Editions. Avaialbe now HERE (info@ilverri.it), at bookstores and online. 296 pages.

Eco / Echo collects the poems chosen by the translators  starting from Senses of Responsibility in 1979 up to the latest book released in the United States in Topsy-Turvy. But this is not a bilingual facing-pages collection. It is a two-faced book: on way the poems in Italian, flip the book around (topsy-turvy), you get the poems in English.  The book also includes an essay by Bernstein on the relationship between contemporary American poetry and Italian poetry and an introduction by the editor. For Bernstein, echopoetics is to think of writing as a form of listening towards a non-linear resonance of one motif bouncing off another. Even more, it is the feeling of allusion in the absence of allusion. In other words, the echo I’m looking for,  Bernstein  tells us —is an empty space: the shadow of an absent source.

info@ilverri.it

https://www.ilverri.it/index.php/contatti

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materiali, testi e saggi da ora liberamente scaricabili per “esiste la ricerca?”

https://t.ly/I3xy

h. 16, ora inizia l’incontro ESISTE LA RICERCA? … e, al codice QR qui sopra, ossia al link indicato, è possibile per chiunque accedere a una cartella di materiali pregressi, brevi saggi, estratti, elementi di vari autori.

andarsene da un’altra parte. ulteriori conferme su carlo bordini sperimentatore (post-generico)

questo di Silvia Bordini è un libro molto bello che non solo ricostruisce vicende e climi esterni e interni dell’iniziativa editoriale Aelia Laelia, ma disegna e precisa un ritratto di Carlo Bordini, sperimentatore e autore/editore post-generico, che andrebbe assai attentamente considerato da chi intende stringere il poeta nel solo angolo “lirico” (o meglio ancora “assertivo”).
che Carlo Bordini sia stato uno sperimentatore è palese da un numero non inventariabile di suoi testi (dal Poema a Trotksky a Materia medica, da Candid camera a Poema inutile), così come dai suoi progetti e intenti, dalla sua completa libertà di movimento (tra frammenti, carte lasciate sulla scrivania, citazioni da vecchi resoconti di battaglie, regesti antichi, rotocalchi), così come dalle sue intenzioni di editore.

qui appena tre pagine da Aelia Laelia e i libri dimenticati:

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(* le “uscite dalla letteratura” sono in qualche modo anche le Sorties di Jean-Marie Gleize, annoto. in parte tradotte in italiano, poi: cosa da rammentare).

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leggermente ampliando la sintesi, insistendo aggiungerei:

Carlo Bordini è stato di fatto un accorto e cosciente sperimentatore, un autore della ricerca letteraria, non esclusivamente un lirico, nonostante una parte della critica insista nel considerarlo addirittura ostile alla sperimentazione.

era solito ripetere di non amare il Gruppo 63, sì, è un fatto. ma – paradossalmente – anche per questo è riuscito a essere, senza saperlo (e un po’ come Corrado Costa) un impagabile trait d’union fra la ricerca letteraria francese degli anni Novanta e una tradizione che aveva non a caso proprio in Costa (quindi in un ambiente come quello emiliano, anche grazie alla redattrice di Aelia Laelia Daniela Rossi) un vero e proprio campione.

tradizione non di semplice ‘parasurrealismo’ o di poesia giocosa, come spesso si dice, ma proprio di: (1) abbattimento radicale di ogni assertività; (2) ricostruzione di un discorso su basi ironiche (incerte e ambigue perfino verso l’ironia stessa); (3) considerazione della poesia o meglio della sperimentazione come l’inelegantemente ciarliero “retro” del discorso letterario; (4) abbattimento della religiosa missione o meglio superstizione di infiorettamento fonosemantico sempre attribuita al lavoro del poeta; (5) costituzione di un tono da loose writing svagato, insieme frivolo e serissimo; (6) capacità di dare spazio testuale non al Moi dittante e regolatore, ma ai cedimenti e alle verbigerazioni del soggetto dell’inconscio.

con Bordini e con Costa, la poesia smette di corteggiare la propria necessità, l’irrevocabilità dei propri sussulti e materiali; e compie in tutta naturalezza il gesto che i presunti seguaci del Baudelaire della perdita d’aureola non avevano ancora avuto il coraggio di fare: persa l’aureola, dimenticarla, andarsene da un’altra parte.

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saggio leggibile anche in formato pdf qui:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/05/marco-giovenale_-andarsene-da-unaltra-parte.-carlo-bordini-sperimentatore-post-generico.pdf 
e in Academia:
https://www.academia.edu/80277300/Andarsene_da_un_altra_parte_Ulteriori_conferme_su_Carlo_Bordini_sperimentatore_post_generico_
o su Archive.org:

https://archive.org/details/carlo-bordini-sperimentatore
o su Puntocritico2:

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/05/30/andarsene-da-unaltra-parte-ulteriori-conferme-su-carlo-bordini-sperimentatore-post-generico/
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da oggi al 5 maggio, convegno su alfredo giuliani all’università di chieti-pescara (visibile anche in streaming web)

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3-5 maggio 2022, convegno su alfredo giuliani @ università di chieti-pescara

 

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nei giorni del convegno,
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