Archivi tag: scrittura installativa

antonio syxty legge claudio salvi

Claudio Salvi nasce a Milano nel 1976 e lì vive. Suoi testi sono stati pubblicati su Nazione Indiana, Vibrisse, GAMMM e Piazzaemezza. Album (Arcipelago Itaca Edizioni 2016) è la sua opera prima in versi. Nel 2023 è uscito per la collana ‘Manufatti Poetici’ di Zacinto Editore a Milano il volume Combinatoria.

rapporto definitivo || final report / differx. 2022

cliccare per leggere il libro / click to read the book

https://slowforward.files.wordpress.com/2023/06/rapporto-definitivo-_-final-report__-differx-2022.pdf

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brevissima notilla, ennesima, sulla scrittura installativa

la scrittura di scena è, in teatro, quasi l’equivalente (o l’equivalente schietto) della scrittura installativa in letteratura. materiale d’uso. materiale indifferente. un cumulo di linguaggio (A Heap of Language, per citare un’opera di Robert Smithson) che si può solo guardare, non leggere. si gira intorno al cumulo, al mucchio, o lo si scala, ma come si fa a leggerlo? non si legge. o: non è necessario. non è richiesto. è un oggetto.
è, appunto, un’installazione.

 

audio di “rrrrrrr”, di niccolò furri @ radioquestasera, nella serie ‘lo spazio del desiderio’, a cura di g. garrapa, 3 giu. 2023

“rrrrrrr” è il progetto rumorista di Niccolò Furri (precario, montatore di testi e noise maker): si  ispira ad artisti del suono come Bruce Russell, Kim Gordon e Andy Moor. Nel 2021 è uscito funeral marches per Rodenfaust Records

spicer, syxty: due nuovi chapbooks (tic edizioni)

Sono arrivati i due nuovi ChapBooks:
Antonio Syxty Fan Club, di Antonio Syxty
Language, di Jack Spicer, traduzione di Valentina Mele

[direzione editoriale di Michele Zaffarano, copertine di Enrico Pantani]

Più che un libro, Antonio Sixty Fan Club è un’operazione di arte concettuale: un oggetto da collezione, portato con sublime sprezzatura in una collana di libri.
Consiste infatti nella … [continua qui: https://ticedizioni.com/collections/vetrina/products/antonio-syxty-fan-club-antonio-syxty]

Se «Il poeta è una radio» che «Riceve troppi messaggi», il poeta Jack Spicer non può che scrivere nel modo in cui scrive.
Come la radio trasmette molti programmi, in un flusso linguistico pressoché ininterrotto e continuamente variabile grazie al semplice gesto di cambiare canale, il poeta … [continua qui: https://ticedizioni.com/collections/vetrina/products/language-jack-spicer]

“through the night softly”, di michele zaffarano, al teatro leonardo (milano) dal 4 maggio

https://www.mtmteatro.it/events/era-come-se-nessuno-avesse-visto/

«Va bene, adesso prendiamo e cominciamo a pensare, adesso ci mettiamo a riflettere sul fatto che ci stiamo raccogliendo tutti quanti noi che siamo qui, noi che qui ci siamo incontrati e qui ci siamo raccolti, noi che cominciamo a raccoglierci qui, e allora infatti raccogliamoci, allora, visto che veniamo qui per raccoglierci, e che ci stiamo raccogliendo per partire, ci stiamo per mettere in movimento…»

THROUGH THE NIGHT SOFTLY

Dal 4 al 14 maggio
Teatro Leonardo
via Ampère, 1
Milano

Materiali di scritture anomale per corpo e azioni
Progetto: Antonio Syxty
Drammaturgia: Michele Zaffarano
Comportamento e ambiente emotivo: Susanna Baccari
Video: Bruno Gregory
Direzione di produzione: Elisa Mondadori
Produzione: MTM Teatro

Con Rachele Bonini, Maddalena Borghesi, Cecilia Braga, Gaetano Callegaro, Margherita Caviezel, Francesco Martucci, Matilda Morosini, Gabriele Scarpino

Voci registrate: Sarah Abdelhamid, Sofia Bocchiola, Matilde e Costanza Resini, Alice Testi, Viola Vacirca

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scritture installative (un articolo da alfabeta2, 2015) _ prima parte _

Era del 2006 un intervento che, su gammm, dava l’avvio non soltanto ad alcune delle peculiari scelte editoriali o indicazioni del sito, ma all’osservazione di una serie di fenomeni testuali che da vari anni – a quell’altezza della diffusione di scritture di ricerca in rete – erano presenti sulla scena, e che da allora si sarebbero ulteriormente moltiplicati.

Per semplicità – e forse semplificazione non però del tutto fuori luogo – si era pensato di chiamare alcune di queste opere “scritture installative”.

In poche parole, si trattava (e si tratta) di sequenze, libri, post in rete, ebook, pdf in varie sedi usciti, dai connotati difficilmente inquadrabili in un’idea di letteratura leggibile linearmente, e tantomeno interamente (ossia dalla prima all’ultima riga); forse neanche leggibile tout court… Si tratta cioè di opere la cui principale caratteristica è l’eccesso, forse il gigantismo, e sicuramente l’impossibilità di scansione ordinaria, sequenziale. Pagine, quindi, all’incrocio fra textus ampio e oggetto visivo, o – come recita il titolo di un saggio di Liz Kotz che riprende un’espressione (1967) di Robert Smithson – costituite da “words to be looked at”, ossia da parole fatte per essere guardate – non lette. (Charles Bernstein, autore nel 1976 di una vera e propria cortina testuale intitolata Veil, parla chiaramente, tuttavia, per quella sua opera, di processi di sovrascritture, non di stampe sovrapposte; insiste quindi sull’idea di oggetto testuale, non puramente grafico: https://jacket2.org/commentary/my-veils. Un esempio del tutto diverso e altrettanto ‘estremo’ può essere quello di Coazione a contare, di Gian Pio Torricelli, 1968).

Se negli anni successivi avrebbe acquisito sempre più spazio un ambito specifico noto come “scrittura concettuale” (cfr. i post dedicati a K.Goldsmith, qui e qui), che sembra ad oggi la corrente più fortunata nell’esibire tali caratteristiche, va pur detto che – soprattutto nell’arco di tempo tra anni Novanta e primo decennio del XXI secolo – numerosi erano gli autori che, in riviste digitali e ovunque in rete, specie in area anglofona, sperimentavano fabbricando più o meno estese installazioni verbali, talvolta vere e proprie steli alfabetiche. Un elenco anche veloce dovrebbe forse menzionare soprattutto Peter Ganick, Jim Leftwich, Jukka-Pekka Kervinen.

La pratica dell’installazione, nel loro caso, spazia da materiali basati sulla indefinita moltiplicazione di apposizioni e aggettivi propria dell’inglese (Kervinen, Next Door; Kervinen, con Matina Stamatakis, harmonious hogwash), a tessiture intenzionalmente guaste, corrotte, di parole (Leftwich, Death Text #7; Kervinen, also hea), a una mescolanza delle due modalità (Kervinen e Leftwich, Circulations One), a flussi verbali intrecciati a materiali prettamente legati al campo informatico (Kervinen, root testing gotten; Leftwich e Kervinen, [ mnl is f930: ]), a opere quasi puramente grafiche (Ganick, existence eleven; Kervinen, oceanic x-ray), o testuali e grafiche (Ganick, existence part seven), o alfabetiche ma totalmente illeggibili (Leftwich, Logi I; Ganick, existence fifteen), o pienamente ‘scrambled’, disarticolate, nei propri nessi sintattici e grammaticali (Leftwich, ] you gospel Mark).

Non a caso gli stessi autori, oltre ad aver accumulato negli anni un numero impressionante di collaborazioni, sono stati legati da vari progetti comuni. Ad esempio l’archivio http://vuggbooks.randomflux.info/, o le edizioni White Sky Ebooks (da una precedente iniziativa dedicata a diffondere le opere di Ganick), o Blue Lion Books, che pubblicava libri (non necessariamente installativi) di dimensioni ampie o amplissime, di ad autori come Eileen Tabios, Richard Kostelanetz, John M. Bennett, Catherine Daly, Scott MacLeod e vari altri. Ancora più ambiziose le dimensioni delle opere edite da Extensive Immanence (a cura di Peter Ganick), che superano ciascuna le 1200 pagine, muovendosi così con decisione sul fronte integralmente, esclusivamente installativo/artistico – si direbbe – dell’operazione testuale. Esempi del tutto espliciti possono essere no puncture, di Kervinen; e quantum rilke deconstruction, di Alan Sondheim, opera costituita da pagine e pagine di “righe di codice Linux di video”.

In anni più recenti, precisamente dal 2010, e in più o meno obliquo o frontale dialogo con le pratiche concettuali, ensemble di autori come Troll Thread o Gauss PDF (entrambi significativamente su piattaforma tumblr) propongono non solo scritture, ma anche video, mp3, immagini, folder interi di materiali. Sul piano testuale, in Troll Thread troviamo sequenze come Spam Bibliography, di Angela Genusa (download qui); o Black Friday, di Holly Melgard (qui, pdf di oltre settecento pagine nere); o l’ancor più ‘estremo’ Ex tempore, di Lawrence Giffin (qui). Per Gauss PDF pensiamo di nuovo ad Angela Genusa (Tender buttons, download qui), a Cecilia Corrigan (Luck, qui), o Harold Abramowitz (Writing dvic, qui).

Link ulteriori

Peter Ganick:
http://epc.buffalo.edu/authors/DUPS/ganick

http://authors-text.blogspot.com

Anny Ballardini su Peter Ganick:
http://wiz.cath.vt.edu/pipermail/new-poetry/2012-October/074357.html

Jim Leftwich:
http://jimleftwichtextimagepoem.blogspot.com/
https://app.box.com/s/l76xlrg78e5s8evbi4c4

Jukka-Pekka Kervinen:
http://jukkapekkakervinen.blogspot.com
http://rhizome.org/profiles/jkervinen/

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Per Troll Thread
Intervista di Tan Lin all’ensemble:
http://www.poetryfoundation.org/harriet/2014/05/troll-thread-interview/

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Per Gauss PDF
Intervista di Tan Lin a J. Gordon Faylor:

http://www.poetryfoundation.org/harriet/2014/05/gauss-pdf-interview-with-j-gordon-faylor/

Kristen Gallagher in dialogo con lo stesso Faylor e Chris Alexander:
http://jacket2.org/commentary/gauss-interview

alice edy: concrete writing, elenchi, asemic writing, testi sperimentali, scritture di ricerca

scrittura installativa, concrete writing, elenchi, asemic writing, testi sperimentali, scritture di ricerca, experimental texts, lists, malware poetry, scrittura asemica, materiali verbovisivi, verbo-visual works

Alice Edy, ^~[(:_VIRUS.2.0)}// malware_poetry_2017 :

https://www.instagram.com/p/BRQtZCfhGNt/

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letmein / alice edy. 2017

https://www.instagram.com/p/BZvRmm8Afap/

“letmein” [Password Project]: a collection from the top 1000 most common online passwords (from FB, to LinkdIn, to Gmail). These are the words that keep us safe; the language we use to let people in, or keep them out. Painted on the side of the Nelson Mandela Bridge into the Johannesburg CBD, Sept 2017.

§

from https://www.playbraamfontein.co.za/playground/alice-edy/ :

The Password Project was painted below the Nelson Mandela Bridge, on the wall opposite Play’s 62 Juta street in 2017, and  is a collection taken from the top 1000 most common online passwords (from Facebook, to LinkdIn, to Gmail –   ‘letmein’ is the 11th most common online password).

Alice says, “‘Let-me-in’ are the words that keep us safe; the language that we use to protect ourselves, and to keep other people at a distance. The bridge, as a primary artery into central Johannesburg is a site of continual human flow. The project raises questions of access control, asking people to consider how historically, and still today, language has been used as a tool in the regulation of human movement. There is also something semi-mystic about the words that hold this kind of power; a contemporary incarnation of the “Open Sesame” myth.

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Roma, 17 febbraio: lettura di Giovanna Frene e Alessandro Broggi

A Roma, ven. 17 febbraio 2012, alle ore 19:30
presso la Libreria Libri Necessari
(via degli Zingari 22a)
presentazione dei libri di poesia

Coffee-table book,
di Alessandro Broggi

e

Il noto, il nuovo,
di Giovanna Frene

entrambi nella collana Inaudita
(Transeuropa edizioni)

interventi critici di
Marco Giovenale

saranno presenti gli autori e la fotografa Laura Callegaro

il reading su facebook:
https://www.facebook.com/events/321523224550494/