Foglio di programma della rassegna “Fonosfera”, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna (Roma). Il periodo è, presumibilmente, il settembre 1981.
Collezione Giuseppe Garrera
LIBRERIA EMPIRIA, via Baccina 79, Roma
Giovedì 29 settembre alle ore 18:00
Fabio Ciriachi, Paolo Morelli e Franca Rovigatti
presentano
Aelia Laelia e i libri dimenticati
di Silvia Bordini
il comunicato stampa completo qui: AeliaLaelia_Empiria
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https://www.pinterest.it/pin/luciano-caruso-alfabeto-per-emilio-villa–377739487499191359/
https://www.artribune.com/attualita/2014/06/emilio-villa-a-centanni-dalla-nascita-una-mostra-e-unintervista/attachment/villa_0009/
https://www.facebook.com/centrostudicarmelobene/photos/a.761168887605518/875473679508371/?type=3&theater
https://www.bolognacult.it/2022/09/13/ascoltare-la-parola/
in occasione della presentazione di Non isolarsi ma ascoltare, antologia di poesie di RR:
https://slowforward.net/2022/09/07/bologna-14-settembre-biblioteca-dellarchiginnasio-roberto-roversi-non-isolarsi-ma-ascoltare-pendragon/
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https://youtu.be/60URw6_Hxmw?t=422
Dal programma “Duepersette” a cura di Bruno Modugno. Fotografia di Giulio Albonico, montaggio di Gino Bartolini, regia di Paolo Brunatto. Con Victor Cavallo, Franco Cordelli, Maurizio Cucchi, Cesare Viviani, Antonio Porta. 1979.
Già proposto su slowforward in maggio: qui. (Post in cui lo definivo “documento agghiacciante” sulla data-soglia del 1979, per alcuni tipi di testi e alcuni autori inclusi).
Ma si tratta anche, in almeno un paio di frazioni di pellicola, di un utilissimo documento linguistico. Laura Morante al minuto 7′ 02” parla della “poesia più sofisticata E DI RICERCA…”; e al minuto 19′ 51” avvia una riflessione che si conclude con l’espressione “RICERCA POETICA”: “Oggi i giovani poeti sono molto più cauti nell’affrontare il pubblico, e ritrovano fiducia nelle forme tradizionali della scrittura e della stampa, senza però rinunciare al fascino della declamazione e delle letture pubbliche. Una delle molte letture che continuano a svolgersi in ogni località italiana ha raccolto di recente, alla Galleria comunale d’arte moderna di Bologna, alcuni dei migliori esponenti della ricerca poetica”. Tra questi vediamo Scalise, Ruffato, Conte, Viviani.
Questa cosa che la poesia “di ricerca” venga nominata in un contesto di documentario rivolto al pubblico, nel 1979, conferma un’ennesima volta la “vetustà” dell’espressione “di ricerca”. Era stabilizzata e diffusa già alla fine degli anni Settanta, il tema era la poesia, e se ne poteva parlare tranquillamente al grande pubblico senza temere che non capisse.
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N.B.: Sulle espressioni “ricerca letteraria” ecc., si veda https://slowforward.net/2022/08/19/date-e-dati-su-ricerca-scrittura-di-ricerca-ricerca-letteraria-prima-parte-in-il-verri-n-75-feb-2021/
Quindi fare i conti col linguaggio senza un io. Un iismo. Quello lo lasciamo agli asini.
Ma non se ne può più d’uno stucchevole degli affetti, dell’anima bella, della “postal cartolin”, degli innamorati. Tutto ciò appartiene a un codice dell’imbecillità, della mediocrità…
Nel dopo-Joyce, …per esempio, l’identità: tutta per aria. Salta tutto. È già saltata.
CB
(da 10′ 11”)
https://youtu.be/k3yfoVZXsik
https://www.riflessioni.it/conversazioni_fasoli/carmelo_bene.htm
= https://slowforward.files.wordpress.com/2022/09/doriano-fasoli-intervista-carmelo-bene_-giugno-2005.pdf
Riflessioni in forma di conversazioni di Doriano Fasoli.
In ricordo di Carmelo Bene, regista e autore teatrale e cinematografico; intervista raccolta nel mese di maggio 2000, in occasione dell’uscita, presso Bompiani, del suo poema “l mal de’ fiori”.
Di Doriano Fasoli per Riflessioni.it – giugno 2005,
rielaborazione copertina by Harno.
Cito da qui: “Tornano per Mondadori Tutte le poesie di uno dei maggiori poeti della seconda metà del Novecento: come pochi ha saputo ritrarre la sua città, tra storia e dimensione privata”.
https://www.oscarmondadori.it/libri/tutte-le-poesie-luciano-erba/
Luciano Erba è un poeta a mio avviso non compiutamente assertivo (semmai spostato verso una lezione di presenza testuale autoriale “obliqua”: non a caso parliamo di un francesista). Quel che si scrive sempre di lui, specie a proposito dei suoi oggetti significativi, della concretezza delle vite quotidiane di cui narra, della materialità – e insieme inafferrabilità – dei suoi versi, è tutto vero. Solo, non se ne traggono mai (da parte della critica mainstream) le dovute conseguenze: la principale delle quali, direi, è che si può fare poesia senza un falso specchio di integrità del Moi fissato sulla pagina e inamovibile. Forse perché riconoscendo questo tratto si riconoscerebbe che la geografia del territorio della poesia italiana del Novecento andrebbe ripensata proprio in termini di presenza o assenza (abbondanza o scarsità) di pre-programmazione della risposta dei lettori da parte dell’autore-Moi. Chi frantuma o riorienta lo specchio, o addirittura non lo considera affatto esistente, ha avuto sempre vita difficile.
il file in rete a cura di Daniele Poletti / [dia•foria 
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/09/emilio_villa_la_scrittura_della_sibilla.pdf
http://www.diaforia.org/floema/files/2014/05/Ebook-Emilio-Villa.pdf
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