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la situazione in palestina, la posizione di slowforward: i prossimi post

la situazione in Palestina (che esiste, sappiano i lettori sionisti) è di genocidio, e quasi (quasi?) non ha precedenti – anche solo sul piano quantitativo, relativo alle armi impiegate e alle vittime innocenti in una data unità di tempo – per dimensioni e crudeltà.

di conseguenza slowforward, questo sito, che normalmente si occupa di ricerca letteraria, arte contemporanea, glitch, asemic writing, avanguardie e sperimentazione, darà anche notizie relative a quanto sta accadendo in quella parte del medio oriente, visto che una fetta maggioritaria dell’informazione mainstream è – al contrario – centrata su (e obbediente a) quelle che Norman Finkelstein chiama “lacrime di coccodrillo” di quella parte (si spera via via decrescente) dell’elettorato israeliano che ha voluto a capo del suo Stato una compagine di personaggi senza scrupoli.

si offrono qui di séguito alcuni link recenti ae meno recenti episodi e notizie che non hanno bisogno di particolari commenti, e che chiariscono limpidamente i termini delle vessazioni passate e dell’orrore in atto. materiali assai più numerosi sul momento presente possono essere rintracciati quotidianamente sulla bacheca del mio profilo fb.

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il sionismo e il suo presunto diritto alla distruzione di civili innocenti (2)

che poi, riflettendoci, uno dice:

bombardano il campo di Jabalia la prima volta, e fanno 100 vittime civili. tra queste, il loro obiettivo: un ufficiale di Hamas, dicono. quindi ne ammazzano 100 per beccarne uno (disintegrato senza processo, è ovvio, ma questo lo mettiamo tra parentesi).

poi proclamano che sotto l’ospedale Al Shifa c’è un (o il) quartier generale di Hamas, e allora via, bombardamenti, assedio, cecchini che sparano alle finestre, invasione dei reparti, morte di pazienti (22 in terapia intensiva: togliere carburante ed elettricità a un ospedale = assassinare). e obbligo di evacuazione dei medici, minacciati armi in pugno.
non si sa se e quando ai 39 neonati prematuri estratti dalle incubatrici ormai spente sarà permesso di trovare rifugio in Egitto. sempre che gli eroi dell’idf non facciano saltare l’ambulanza che li trasporta.

quindi riflettendoci uno dice: i palestinesi sarebbero “human animals” e i sionisti il popolo eletto? forse questo strano dio ha scelto i sionisti perché sono bravi a fare il tiro a segno con le abitazioni civili, le sedi Onu, i campi profughi, i giornalisti, i medici, i bambini? dev’essere per questo: dio elegge i popoli in base alla mira.

i bambini, se riescono a nascere e crescere, sono bersagli difficili, piccoli e mobili, ma i sionisti sono ottimamente addestrati a centrarli. così dio li elegge.
e – meanwhile – un po’ più a nord lo stesso dio benedice e firma (attraverso la mano secolare dei mille legali specialisti di faccende cisgiordane) gli atti di espropriazione e conquista, pardon, regolare possesso, di case e terreni altrui, militarmente=legalmente sottratti dai coloni(zzatori) agli animaleschi “arabs”.

ma torniamo al “tema” ospedale, per chiudere.

poniamo che poi alla fine si trovino questi fantomatici tunnel di terroristi sotto Al Shifa o sotto altri ospedali immancabilmente assediati, colpiti e invasi dai sionisti. come è ovvio, tali tunnel, ammesso che esistano, saranno vuoti, perché – dopo tutti i botti sparati – anche in una trama Disney per quattrenni i cattivi sarebbero scappati.

e allora?

per prendere possesso di tunnel vuoti tu butti giù un ospedale, ammazzi medici e pazienti, neonati e disabili? per fare che?

  • per sputtanarti la divisa (del resto già insanguinata da decenni) davanti al mondo intero.
  • per non liberare nemmeno un ostaggio.
  • per non catturare alcun terrorista, anzi per crearne di nuovi (fatti due conti: 12mila morti… quante migliaia di figli nipoti padri fratelli logicamente assetati di giustizia o vendetta generano?).
  • per spingere mezzo mondo a invocare una Norimberga che ti inchiodi e ti storicizzi come sterco supremo.
  • per far tentennare perfino #genocidejoe.
  • per rischiare di scatenare un conflitto allargato, potenzialmente mondiale.

ma allora… i sionisti a colazione mangiano forse pane e volpe?

no, al contrario. è che, come forse diventerà chiaro un giorno perfino ai neuropenici della destra italiana, davanti al gas estraibile dalle acque della costa di Gaza, i diritti umani e l’opinione degli stati e della storia non hanno peso alcuno sulla bilancia delle priorità.

per qualcuno l’infame Zyklon B è stato uno strumento, decenni fa. per qualcun altro il gas naturale è uno scopo, oggi.

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la lettera di anne boyer, le sue dimissioni dal ‘new york times’

Un frammento:
“[…] The world, the future, our hearts—everything grows smaller and harder from this war. It is not only a war of missiles and land invasions. It is an ongoing war against the people of Palestine, people who have resisted throughout decades of occupation, forced dislocation, deprivation, surveillance, siege, imprisonment, and torture.

Because our status quo is self-expression, sometimes the most effective mode of protest for artists is to refuse. […]”

Il testo completo è qui: 
https://lithub.com/read-anne-boyers-extraordinary-resignation-letter-from-the-new-york-times/

oggi a roma, a piazza san cosimato: “macerie” e “gaza” – due incontri per la palestina

GIÙDISOTTO
OGGI sabato 18 novembre 2023
● ore 19
presentazione del libro
MACERIE (2023)
con l’autrice Miriam Marino e l’editore di Strade Bianche Marcello Baraghini, un viaggio iniziatico che proietta Tikva, la giovane protagonista israeliana, in un universo parallelo a lei fino a quel momento sconosciuto: la realtà palestinese.
● ore 20:30
proiezione del documentario
GAZA (IRL/PSE, 2019)
di Garry Keane, Andrew McConnell

piazza San Cosimato 39, Roma

dall’ospedale di al shifa, 3 giorni fa, medici senza frontiere

La testimonianza di Mohammed Obeid

L’ospedale di Al Shifa a Gaza è in una situazione drammatica dopo i bombardamenti israeliani degli ultimi giorni.Mohammed Obeid è uno dei chirurghi di Medici Senza Frontiere (MSF) attualmente all’ospedale di Al Shifa e racconta cosa sta accadendo. Il suo è un appello al mondo : «All’ospedale di Al Shifa, da stamattina, non c’è elettricità, non c’è acqua, non c’è cibo. Il nostro team è esausto. Abbiamo avuto due pazienti neonati che sono morti, perché l’incubatrice non funziona senza elettricità. Abbiamo avuto anche un paziente adulto in terapia intensiva morto perché il ventilatore si è spento per assenza di elettricità. Possiamo vedere il fumo intorno all’ospedale. Loro [i militari israeliani] hanno colpito tutto quello che c’era intorno all’ospedale. E hanno colpito l’ospedale diverse volte.
. Siamo quasi certi di essere soli. Nessuno ci sente. Vogliamo che qualcuno ci dia la garanzia di poter evacuare i pazienti. Perché abbiamo circa 600 pazienti ricoverati che hanno bisogno di cure mediche e che devono essere evacuati! Abbiamo circa 40 bambini prematuri ricoverati, dobbiamo essere sicuri di poterli evacuare. Abbiamo 17 pazienti in terapia intensiva e circa 600 pazienti ricoverati nel postoperatorio, tutti hanno bisogno di cure mediche. La situazione è quindi molto grave. Abbiamo bisogno di aiuto. Nessuno ci ascolta».
Medici Senza Frontiere (MSF) ribadisce con urgenza il suo appello a fermare gli attacchi contro gli ospedali, a cessare immediatamente il fuoco e a proteggere le strutture mediche, il personale medico e i pazienti, e a permettere alle persone che desiderano lasciare gli ospedali di farlo. (Corriere della sera)

giùdisotto @ roma, piazza san cosimato, 18 novembre: “macerie” e “gaza” – due incontri per la palestina

GIÙDISOTTO
sabato 18 novembre 2023
● ore 19
presentazione del libro
MACERIE (2023)
con l’autrice Miriam Marino e l’editore di Strade Bianche Marcello Baraghini, un viaggio iniziatico che proietta Tikva, la giovane protagonista israeliana, in un universo parallelo a lei fino a quel momento sconosciuto: la realtà palestinese.
● ore 20:30
proiezione del documentario
GAZA (IRL/PSE, 2019)
di Garry Keane, Andrew McConnell