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notilla ennesima sul contesto noto come “poesia italiana contemporanea”

il più bel libro di *oesia degli ultimi x anni, si sente dire.
dove “x anni”= 10 minuti.
si accontentano di poco, per molto poco.
e: con grande sincerità.

nella critica (nome sbagliato, ma facciamo finta che ci si capisce) della poesia italiana contemporanea non c’è neanche bisogno di mentire. la menzogna è l’ambiente intorno, tutto il contesto. basta essere fedeli al contesto, aderenti, e fa tutto lui.

scritto nell’11, e ai popoli se ne reca liberale recording mo / differx. 2022

carlo bordini legge “poema inutile” (dall’edizione ikonalíber) all’accademia d’ungheria, 2018

Carlo Bordini legge Poema inutile, edito da IkonaLíber con i disegni di Rosa Foschi. Accademia d’Ungheria, “Concreta-festapoesia”, 2018, a cura di Giuseppe Garrera, István Puskás, Sebastiano Triulzi.

(* a conferma di quanto scritto qui)

andarsene da un’altra parte. ulteriori conferme su carlo bordini sperimentatore (post-generico)

questo di Silvia Bordini è un libro molto bello che non solo ricostruisce vicende e climi esterni e interni dell’iniziativa editoriale Aelia Laelia, ma disegna e precisa un ritratto di Carlo Bordini, sperimentatore e autore/editore post-generico, che andrebbe assai attentamente considerato da chi intende stringere il poeta nel solo angolo “lirico” (o meglio ancora “assertivo”).
che Carlo Bordini sia stato uno sperimentatore è palese da un numero non inventariabile di suoi testi (dal Poema a Trotksky a Materia medica, da Candid camera a Poema inutile), così come dai suoi progetti e intenti, dalla sua completa libertà di movimento (tra frammenti, carte lasciate sulla scrivania, citazioni da vecchi resoconti di battaglie, regesti antichi, rotocalchi), così come dalle sue intenzioni di editore.

qui appena tre pagine da Aelia Laelia e i libri dimenticati:

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(* le “uscite dalla letteratura” sono in qualche modo anche le Sorties di Jean-Marie Gleize, annoto. in parte tradotte in italiano, poi: cosa da rammentare).

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leggermente ampliando la sintesi, insistendo aggiungerei:

Carlo Bordini è stato di fatto un accorto e cosciente sperimentatore, un autore della ricerca letteraria, non esclusivamente un lirico, nonostante una parte della critica insista nel considerarlo addirittura ostile alla sperimentazione.

era solito ripetere di non amare il Gruppo 63, sì, è un fatto. ma – paradossalmente – anche per questo è riuscito a essere, senza saperlo (e un po’ come Corrado Costa) un impagabile trait d’union fra la ricerca letteraria francese degli anni Novanta e una tradizione che aveva non a caso proprio in Costa (quindi in un ambiente come quello emiliano, anche grazie alla redattrice di Aelia Laelia Daniela Rossi) un vero e proprio campione.

tradizione non di semplice ‘parasurrealismo’ o di poesia giocosa, come spesso si dice, ma proprio di: (1) abbattimento radicale di ogni assertività; (2) ricostruzione di un discorso su basi ironiche (incerte e ambigue perfino verso l’ironia stessa); (3) considerazione della poesia o meglio della sperimentazione come l’inelegantemente ciarliero “retro” del discorso letterario; (4) abbattimento della religiosa missione o meglio superstizione di infiorettamento fonosemantico sempre attribuita al lavoro del poeta; (5) costituzione di un tono da loose writing svagato, insieme frivolo e serissimo; (6) capacità di dare spazio testuale non al Moi dittante e regolatore, ma ai cedimenti e alle verbigerazioni del soggetto dell’inconscio.

con Bordini e con Costa, la poesia smette di corteggiare la propria necessità, l’irrevocabilità dei propri sussulti e materiali; e compie in tutta naturalezza il gesto che i presunti seguaci del Baudelaire della perdita d’aureola non avevano ancora avuto il coraggio di fare: persa l’aureola, dimenticarla, andarsene da un’altra parte.

*

saggio leggibile anche in formato pdf qui:
https://slowforward.files.wordpress.com/2022/05/marco-giovenale_-andarsene-da-unaltra-parte.-carlo-bordini-sperimentatore-post-generico.pdf 
e in Academia:
https://www.academia.edu/80277300/Andarsene_da_un_altra_parte_Ulteriori_conferme_su_Carlo_Bordini_sperimentatore_post_generico_
o su Archive.org:

https://archive.org/details/carlo-bordini-sperimentatore
o su Puntocritico2:

https://puntocritico2.wordpress.com/2022/05/30/andarsene-da-unaltra-parte-ulteriori-conferme-su-carlo-bordini-sperimentatore-post-generico/
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le forze del bene e le forze del male

le forze del bene
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0BD6FFrxw5HgrFwwH1A5pp4FkWjRr3Y1WwsW8NoaQ42u9AVnJV2LNw4Hke3hhfCLUl&id=644982211

le forze del male 
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02sozDmXmxEZmpdvwYgei3Fo3Wd7D2brrE9GY2wPNW2rJ3Zmx2sBQgs8oB9k1hH3WYl&id=644982211

un utile specchi(ett)o multi-link per gli appassionati del mainstream poetico italiano

Constato che negli ultimi giorni, dei documenti che ho inserito su Academia, uno in particolare ha avuto un buon numero di visite & letture, pur essendo caricato da pochissimo. Questo qui: https://www.academia.edu/78131798/Il_sistema_immunitario_del_mainstream_mini_notilla_

Chi volesse leggerlo non in pdf ma in html su slowforward, lo trova pari pari all’indirizzo https://slowforward.net/2022/04/30/il-sistema-immunitario-del-mainstream-mininotilla/

Vorrei però offrire una rassicurazione agli eventuali gèniti e gemiti del mainstream che possan sentirsi sorpresi dalle banalità di base che in quell’intervento dico: io dico le medesime cose da qualche annetto ormai. E ve ne porgo qui una assai scarna e meditata lista, pre-gioendo per le gioie che sono certo ne trarrete:

mainstream poetry reading standard format

rinascono i pompieri | ovvero: va bene non ereditare l’anarchia, ma addirittura entrare in seminario… / differx. 2021

sveglia #6, ai supporter del mainstream

i potenti tribolati. (ovvero le pene del mainstream) / differx. 2020

editori di poesia, postpoesia? chi? dove? (una nota disordinata)

“poesia per il pubblico”: generazioni e differenze (in poesia, scrittura, politica), a-k

31 dic. 2021, auguri: in poesia, domani ricomincia il 1957

il riflusso letterario (o poetico, sempre se di poesia si tratta, il che è dubbio)

ricerca poetica, poesia di ricerca, scrittura di ricerca, ricerca letteraria

ricerca poetica / scrittura di ricerca / ricerca letteraria

sveglietta dell’8 luglio 2021: la poesia e la stretta

la tradizione del novecento sta a posto. sta a posto così.

(s)finito il novecento

le tre piaghe

 

ma esistono o non esistono le scritture di ricerca? un tavolo programmatico

Edizioni TIC, un tavolo programmatico (e illuminato pure piuttosto bene, va detto)

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Studio Campo Boario, Libridine 2022, presentazione dei libri di Luciano Neri e Fabio Lapiana, 7 maggio 2022. Sala gremita. Libri di TIC Edizioni

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il sistema immunitario del mainstream (mini-notilla)

Per certi aspetti sembra che il sistema immunitario del mainstream, che negli anni Ottanta (per via della vastità delle ricerche letterarie ancora in corso dagli anni Settanta) aveva reagito in ritardo contro la sperimentazione 1963–71–77, si sia invece con gli anni Duemila attrezzato per sovra-reagire, con buona prontezza, e già dal 2003 circa, contro interventi anche minimi, iniziative, incontri, materiali che potevano uscire su vari blog, Splinder e Blogspot, o su Nazione indiana, Absolute poetry, gammm, poi alfabeta2 eccetera; o contro libri come Prosa in prosa (2009).

Dal 2009 in avanti direi che autori, editori e critici mainstream o sottoboschivi, concordi, non abbiano fatto altro che alzare il tiro, e ridimensionare ogni centimetro possibile del territorio sperimentale. (Che infatti attualmente può contare solo su quattro-cinque collane o editori).

Già su un piano primario, quello lessicale, si può dire che è da definire oggettiva l’opposizione, nel corso degli anni, a un discreto numero di espressioni e ipotesi critiche: “scrittura di ricerca” (da taluni deformata insistentemente in poesia di ricerca), “cambio di paradigma”, “non-assertività”, “scritture installative”, “post-poesia”, “letteralismo”, “prosa in prosa” (intenzionalmente misinterpretata e normalizzata come poesia in prosa).

Questo, fino a negare l’evidenza. Fino, cioè, a negare che gli anni più vicini a oggi abbiano visto non un attenuarsi ma uno stabilizzarsi e perfino crescere delle scritture non allineate, e della loro varietà. (Pensiamo solo all’exploit di Tic Edizioni, recentissimo). Dire che la sperimentazione al principio degli anni Venti del XXI secolo stia ripiegando le vele mi sembra una grossa imprecisione, eufemisticamente. Anche solo pensando al lavoro su autori nodali del passato che Diaforia (Agnetti, Spatola, Diacono) e Argo (Villa, Costa) hanno fatto e fanno con alacrità.

Al contrario, le vele sono tutt’altro che ammainate. Solo (ed è tantissimo) editoria e accademia pensano ad altro.