[r] [da slowforward] _ se vale la pena o no (re)stare su facebook ecc.

cerco non da oggi di raccogliere le idee e capire, mettendo due annotazioni nero su bianco, se vale la pena o no, anzi se è giusto o no continuare a stare ‘anche’ su facebook. e su X.

fb ha fatto per quasi due anni un feroce banning & shadowbanning di notizie sul genocidio, e per certi aspetti la censura continua.

fb scoraggia in vario modo la permanenza gratuita sulla piattaforma.

tempo fa (forse anche adesso: controllerò) chiedeva la sottoscrizione di un piano a pagamento per poter usufruire non solo di strumenti avanzati (immagino AI et alia) ma anche di una condivisione dei post a “tutti” invece che limitata alla sola categoria “amici”. potrei voler uscire prima o poi (anche) da questo ricatto.

Zuckerberg ha ramazzato – da Scale – manager e menti pensanti e vuole creare una nuova superintelligenza artificiale che francamente (per motivi economici, tecnici, ecologici ecc.) credo sia il caso di osteggiare in tutti i modi.

fb/meta è un potentato che sbacchetta miliardi come bruscolini, e in quanto tale non può non rappresentare il peggio del peggio (insieme ad altre entità generaliste) anche in termini di alleanze con i poteri neocoloniali, neofascisti e di neocontrollo che ormai si mangiano intere economie statali e decidono del presente e del futuro di nazioni intere, pianeti interi.

X e Amazon meriterebbero analisi diversificate ma nella sostanza analoghe, le risparmio.

alla fin fine bisogna disinstallare, disinstallare.

oppure disorientare il sistema con prassi di cabotaggio/nomadismo, cioè usando e insieme subito abbandonando i poli mainstream escludenti (= le piattaforme pensate per ‘verticalizzare’ singoli [wannabe] influencer) a favore semmai di una strategia orizzontale di viralizzazione.

essere cioè non in uno o pochi spazi social che recintano i lavori intellettuali col miraggio di farne svettare uno, ma in una rete di nodi interconnessi via link sempre riproposti. usando inoltre gli stessi link in funzione bait, esche per tirar via i navigatori dalle secche mainstream.

contare solo sui propri spazi blog (e social, e siti), e sul fediverso. possibilmente.

*

[ulteriori notille qui: https://noblogo.org/differx/continuo-a-credere-in-una-disseminazione-diffusione-e-militanza-politica-e]

[e, sparsamente, qui: https://slowforward.wordpress.com/wp-content/uploads/2025/10/9-notille-a-unintervista_-marco-giovenale_-31ott2025.pdf]

[continua]

&…

facebook, o della deficienza artificiale (9 apr 2024)
costituire e ampliare reti sociali indipendenti (27 mag 2024)
+ su differx
stop #shadowbanning (28 mag 2024)
uscire o non uscire dai social zucki muski trumpi (13 gen. 2025)
notilla differxa sui social sociali (16 feb 2025)

 

Comunicato di risposta all’attacco della meloni alle organizzazioni palestinesi

COMUNICATO DI RISPOSTA ALL’ATTACCO DELLA MELONI ALLE ORGANIZZAZIONI PALESTINESI

Giovani Palestinesi d’Italia (GPI)
Unione Democratica Arabo Palestinese (UDAP)

L’invito di Abu Mazen ad Atreju e l’esplicito attacco della Meloni alle realtà e ai movimenti palestinesi nel comizio finale, costituiscono un dato di fatto significativo: la capacità del movimento di resistenza palestinese di rivelare le fratture e le contraddizioni del sistema politico italiano ed internazionale.

Per rispondere più nel dettaglio alla Presidente, che ad Atreju ci ha interpellati direttamente, “pretendendo di sapere se la resistenza della quale parliamo sia Hms”.

Siamo d’accordo con Meloni quando dice che “la pace non si fa con le canzoni di John Lennon ma con la deterrenza”, e ribadiamo che, come dimostra l’oltre un secolo di lotta anticoloniale del nostro popolo, in Palestina l’unica deterrenza contro “Israele” è la Resistenza.

Chi ha storicamente rappresentato i palestinesi, in Palestina e nella diaspora, non è mai stato un organo imposto dall’esterno, ma il movimento di resistenza nella sua pluralità di movimenti, partiti, fazioni e gruppi, che hanno guidato e sostenuto nel tempo tutte le forme della lotta di liberazione. La resistenza palestinese non è un fenomeno contingente né riconducibile a un singolo attore, è un processo storico che si sviluppa da oltre un secolo e che si esprime in forme molteplici: dalla resistenza politica e sociale a quella culturale, dalla resilienza quotidiana delle comunità al sacrificio dei prigionieri, dei giornalisti, delle donne e dei bambini sotto assedio.

Perciò l’unico legittimo rappresentante del popolo palestinese è chiunque e qualunque fazione lo difenda contro l’occupante sionista, compresi alcuni membri proprio del partito del suo ospite e caro amico Abu Mazen. Uno di questi si chiama Anan Yaeesh, detenuto in Italia, a Melfi, con false e ingiuste accuse. Anan non è né un membro di Hms né di qualche partito comunista, ma un militante di Fateh, che tecnicamente è il partito dell’Autorità Palestinese. Abu Mazen ha mai parlato a Meloni di Anan? Ha mai preteso la sua liberazione? Certamente no, e questo dà la misura di quanto sia traditore dei palestinesi, a partire da quelli che dovrebbero essergli più prossimi. Continua a leggere

una disseminazione orizzontale contro la presunta “verticalità” degli influencer

continuo a credere in una disseminazione/diffusione […] orizzontale, e diffido di una prassi verticale e centripeta.
i #social e qualsiasi altro luogo della superficie #mainstream della rete blandiscono e capitalizzano il #narcisismo e la #separazione degli utenti (e dei) critici, quindi privilegiano l’aspetto centralizzatore e verticale … [continua qui] https://noblogo.org/differx/continuo-a-credere-in-una-disseminazione-diffusione-e-militanza-politica-e


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Palestina e shadowbanning

27 mar. 2024
https://slowforward.net/2024/03/27/i-hope-someone-will-sue-facebook-for-its-strenuous-shadowbanning-of-posts-related-to-palestine/

12 giu. 2024
https://slowforward.net/2024/06/12/about-palestine-facebook-censorship-sulla-palestina-la-censura-di-facebook/

27 lug. 2024
https://slowforward.net/2024/07/27/facebook-censura-a-manetta-si-direbbe-o-fa-shadowbanning/

26 ago. 2024
https://slowforward.net/2024/08/26/stop-banning-and-shadowbanning-the-reality-of-the-genocide-against-the-palestinian-people/

12 set. 2024
https://slowforward.net/2024/09/12/ig-palestina-it/

31 gen. 2025
https://slowforward.net/2025/01/31/i-social-e-facebook-fanno-shadowbanning-io-ripubblico-a-manetta/

cose sull'”io”, ancora (anche se…)

https://noblogo.org/differx/in-rete-si-legge-ogni-tanto-qualche-sonora-baggianata-sullio-e-la-ricerca con rinvio a https://slowforward.net/2025/12/20/carmelo-bene-soggetto-vs-io/
(anche se ovviamente spiegare è inutile, è stato inutile negli ultimi vent’anni. e negli oltre quaranta ancora precedenti)

newslow: slowforward dal 14 ottobre al 20 novembre 2025

poco fa ho spedito per mail newslow ovvero la (evidentemente lenta) newsletter (a)periodica di slowforward, con link a post pubblicati dal 14 ottobre al 20 novembre scorso. la mail viene manualmente compilata da me. chi volesse riceverla, per leggere o rileggere informazioni e articoli che giocoforza sono recuperabili ma visivamente scomparsi oltre l’orizzonte degli eventi, può farmene richiesta scrivendo a https://slowforward.net/contact/ Continua a leggere

notilla sul bilanciamento (cfr. noblogo.org/differx)

il sommarsi di tre vettori di variazione culturale/scientifica straordinari – cioè (1) gli avanzamenti sperimentali e teorici in fisica quantistica + (2) le neuroscienze + (3) l’intelligenza artificiale – sembra attestarsi (in termini di eccezionalità) come contraltare all’avanzamento delle destre medioevali coloniali in tutto il mondo.

o, detto altrimenti:  → https://noblogo.org/differx/il-sommarsi-di-tre-vettori-di-variazione-culturale-scientifica-straordinari

La custodia della memoria nel Museo di Ramallah

da
Assopace Palestina:
https://facebook.com/reel/33801173076148507

Deleuze retrouvé

Una stanza piena. L’aria addensata dal fumo di sigaretta, i registratori coprono l’ufficio del filosofo.
E Deleuze, parlando di Spinoza, cinema, urla o rizoma.
Quei momenti unici se ne sono andati. Tornano oggi.
🎙️ Per la prima volta, France Culture trasmette 16 lezioni inedite di Gilles Deleuze, estratte da oltre 400 ore di corsi registrati dai suoi studenti e ascoltatori tra il 1979 e il 1987, a Vincennes e Saint-Denis.

Annessione illegale di territorio palestinese

da un post di Freedom Flotilla su fb, 17 dic. 2025:

Israele ha approvato la più grande espansione degli insediamenti illegali degli ultimi 30 anni nei Territori Palestinesi Occupati.

Un atto che viola il diritto internazionale.

Gli insediamenti israeliani:

– violano l’art. 49(6) della IV Convenzione di Ginevra (trasferimento della popolazione della Potenza occupante)

– sono dichiarati illegali dalla Corte Internazionale di Giustizia nel Parere consultivo del 2004 sul Muro

– costituiscono appropriazione illegale di territorio e frammentazione forzata della popolazione occupata

– impediscono l’esercizio del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese

Nel Parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 2024, la Corte ha ribadito che:

l- ’occupazione israeliana è illecita,

– gli insediamenti devono essere smantellati, e

– tutti gli Stati hanno l’obbligo di non riconoscere né assistere la situazione illegale creata.

La Corte Penale Internazionale, che ha riconosciuto la propria giurisdizione sui Territori Palestinesi, considera gli insediamenti parte di un crimine permanente, perseguibile come crimine di guerra ai sensi dello Statuto di Roma.

Ogni nuova approvazione:

– non è neutrale,

– non è amministrativa,

– non è difensiva.

È un atto intenzionale di colonizzazione, che consolida un regime di dominazione e segregazione, qualificabile come apartheid, come riconosciuto da organismi ONU e rapporti indipendenti sui diritti umani.

Il silenzio degli Stati non è prudenza diplomatica. È violazione dell’obbligo di prevenzione. È complicità giuridica.

Gli insediamenti sono illegali. L’espansione è una violazione aggravata. L’impunità è una responsabilità politica e giuridica.

post di Freedom Flotilla sull'annessione illegale di terre palestinesi